venerdì 17 luglio 2020

Salvini polverizza i 5 Stelle: “Toninelli ride come un fesso, Azzolina non sa manco copiare, Di Maio insulta”



Di Franco Bianchini – «Benetton avrà fatto i milioni: il titolo Atlantia ha guadagnato il 25%. Quindi se c’era qualcuno a casa che ha stappato lo spumante, erano sicuramente i Benetton…». Lo ha ribadito Matteo Salvini ad Agorà estate, su Rai3.
«Di Maio sa solo insultarmi»
Il leader della Lega attacca anche il premier: «Conte, come fa sempre, ha scelto senza scegliere». E torna a bacchettare Danilo Toninelli per prendersela pure con Di Maio: «Toninelli ride come un fesso e Di Maio mi insulta. Andassero avanti a fare i fenomeni. Se riuscissero almeno a fare quello per cui sono pagati, ovvero pagare la Cig…».0
Salvini all’attacco della Azzolina
Ne ha anche per la Azzolina. «Ad oggi io da genitore non so quando riapre la scuola, con quanti bimbi in classe, per quanti giorni e quante ore. L’unica cosa che il ministro Azzolina ha ribadito è che probabilmente un milione di bambini nona avranno un posto in classe. Ma non sei normale. Se pensi di spargere un milione di bambini tra cinema, teatri e musei, dimettiti».
«La ministra dovrebbe almeno copiare i più bravi»
«Io copierei», incalza Salvini. «Come in classe: se hai il compagno più bravo in latino, magari darei una sbirciata a lui. Se il ministro Azzolina non ci arriva, chiami il ministro francese, tedesco o svizzero e copi». A volte, aggiunge, «capitava che copiavo, facevo copiare nelle materie dove ero più forte: ho fatto il classico, quindi, in latino e greco ma poi copiavo in matematica e in fisica perché non ero il massimo».
Salvini: «Toninelli, cuor contento ciel l’aiuta»
«Gli italiani ci mettono dei soldi, perché se Cdp che ha i risparmi postali ci metterà dei soldi, vuol dire che chi ha dei conti correnti postali sappia che diventerà azionista di Autostrade. Ora qual è il vantaggio di mettere dei soldi dei cittadini senza chiedere a Autostrade quel che dovrebbero fare… Ma se è contento Toninelli, cuor contento ciel l’aiuta. Contento lui, va in giro con il monopattino cinese, contenti tutti».

giovedì 16 luglio 2020

Da PDS, DS al PD: così la sinistra ha governato l’Italia per 25 anni senza mai avere i voti del popolo. Eterni abusivi



Di Giuseppe Palma – Andiamo subito al sodo. 1994: si vota col Mattarellum. Vittoria elettorale del centrodestra. Dopo sette mesi di governo Berlusconi, la Lega stacca la spina. Con un ribaltone, dal gennaio 1995 all’aprile 1996 si insedia a Palazzo Chigi Lamberto Dini (ex ministro del governo Berlusconi) sostenuto in Parlamento da PDS, Lega e cespugli centristi. Di contro, Forza Italia e Alleanza Nazionale – che avevano vinto le elezioni – passano all’opposizione.

1996: si vota col Mattarellum. Vittoria elettorale del centrosinistra, ma il dato tradisce e va esaminato. Il centrodestra, composto due anni prima dalle tre liste che avevano vinto le elezioni del 1994, nel 96′ corre senza la Lega, che va da sola nei collegi uninominali. Ai punti, cioè nel computo complessivo dei voti a livello nazionale, il centrodestra – anche senza la Lega – ottiene circa due milioni e mezzo di voti in più rispetto al centrosinistra, ma per effetto dei meccanismi previsti dal Mattarellum – con il partito di Bossi che vince in tantissimi collegi uninominali del Nord NON in coalizione coi vecchi alleati -, il centrosinistra ottiene la maggioranza dei seggi in Senato. Alla Camera Prodi ha una maggioranza risicatissima, ma può godere sin da subito dell’appoggio esterno di Rifondazione Comunista grazie al patto di desistenza tra il professore e Bertinotti nei collegi uninominali alla Camera.

2006: si vota col Porcellum. Vittoria elettorale del centrosinistra alla Camera con appena 24.000 voti di scarto sul centrodestra, lo 0,08% di differenza. Al Senato il centrodestra conquista più seggi, ma Prodi ottiene comunque l’incarico di formare il governo perché gli vanno in soccorso i senatori eletti nella Circoscrizione Estero (5 su 6) e tutti i senatori a vita. A Palazzo Madama il governo Prodi II si regge su un solo voto in più rispetto alla maggioranza dei componenti.

2013: si vota col Porcellum. Non vince nessuno. Alla Camera il centrosinistra ottiene più voti (si fa per dire!) con appena il 29,55% dei consensi (cioè uno scarto dello 0,37% sul centrodestra), ma ottiene il premio di maggioranza previsto dalla legge elettorale (premio che attribuisce alla coalizione guidata da Bersani un balzo di seggi mai visto nella storia: dal 29,55% al 54%). Al Senato nessuno ottiene la maggioranza perché il premio è regionale, quindi dopo diversi mesi di trattative nasce il governo di coalizione centrosinistra-centrodestra guidato da Enrico Letta. A gennaio 2014 la Corte costituzionale dichiara l’incostituzionalità del Porcellum (anche nella parte in cui questo prevedeva l’assegnazione del premio di maggioranza senza prevedere una soglia minima di voti perché il premio potesse scattare), ma il centrosinistra governa ugualmente il Paese fino alle elezioni politiche del 2018, anche grazie alla spaccatura nel PdL, con Alfano e Lorenzin che abbandonano Berlusconi e vanno a sostenere i governi Renzi e Gentiloni. Alle elezioni politiche del 2013 primo partito del Paese è il M5S, che per cinque anni resta fuori dal governo.

2019: le elezioni politiche del 4 marzo 2018 (si vota col Rosatellum) le vince la coalizione di centrodestra (col 37% dei voti), ma non ottiene la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento, bensì quella relativa (circa il 42%). Il centrosinistra (con a capo il PD) arriva ultimo (circa il 22,8% dei voti), con un distacco di quasi 15 punti percentuali dal centrodestra. Il M5S è il primo partito col 32,7%. Dopo quindici mesi di governo giallo-verde (M5S-Lega), nasce un nuovo governo con lo stesso Presidente del Consiglio (Giuseppe Conte) ma con maggioranza opposta (giallo-rossa, cioè M5S-PD). Nessuna delle liste della coalizione che alle elezioni aveva invece ottenuto la maggioranza relativa dei voti e dei seggi (il centrodestra), fa parte dell’attuale governo. Nel 2013 l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, visto che la legge elettorale prevedeva anche le coalizioni tra liste, nella formazione dei governi favorì il dato delle coalizioni e non quello delle liste. Di contro, sia nel 2018 che nel 2019, nonostante anche l’attuale legge elettorale preveda le coalizioni tra liste, Sergio Mattarella ha invece favorito la formazione dei governi tenendo conto dei voti di lista e non delle coalizioni. Un peso, due misure? Eppure, se le coalizioni tra liste sono previste dalla legge elettorale, come può il Presidente della Repubblica non tenere conto del loro risultato elettorale? E non mi si venga a parlare di “forma di governo parlamentare”: è vero che le maggioranze si formano in Parlamento, questo è indubbio, ma nessun governo può tenere fuori dalla sua composizione chi ha ottenuto nelle urne la maggioranza relativa dei voti e dei seggi. Si chiama “principio democratico”. Oggi, come sopra evidenziato, nessuna delle liste della coalizione che aveva ottenuto più voti nelle urne fa parte dell’esecutivo.

mercoledì 15 luglio 2020

Milano, 2 algerini tentano di rapinare un ragazzo: accerchiati e pestati da 3 italiani. Salvati dalla polfer



Da MilanoToday – Milano, due rapinatori presi a pugni da altri ragazzi in stazione Centrale: la polizia seda la rissa. Stavano cercando di rapinare un ragazzo appena arrivato con un treno in Stazione Centrale a Milano, ma il ‘colpo’ è finito con una scazzottata grazie all’intervento di altri passeggeri e, infine, con l’arresto dei due malviventi.

 A ricostruire l’episodio è la polizia ferroviaria, intervenuta con diversi uomini sul luogo: all’altezza del binario 21 dove nella serata di lunedì era arrivato un treno da Genova. I poliziotti hanno accertato che i due – entrambi algerini – mentre si trovavano a bordo del convoglio, approfittando della confusione per la discesa dei viaggiatori in stazione, hanno tentato di rubare un tablet custodito all’interno di uno zaino di un ragazzo italiano.

 Quando la vittima ha capito quello che stava succedendo, prima ancora di poter reagire, è stata spinta giù dal convoglio cadendo sulla banchina assieme ad uno dei due algerini. Da lì ne è scaturita una colluttazione tra i due stranieri, la vittima e altri tre italiani intervenuti per aiutarlo. Gli uomini della polfer hanno sedato la zuffa e arrestato i due cittadini algerini. Sono due pregiudicati di 18 e 25 anni. Sono accusati di tentata rapina.

martedì 14 luglio 2020

Degrado e violenza nella Toscana del PD: bengalesi si pestano con calci e pugni, terrore a Livorno (video)



Di Martino Della Costa – Bengalesi in Italia: esplode il caso su una presenza di massa. A rischio virale. Di dubbia utilità e dai risvolti violenti inaccettabili. Il caso Bangladesh nel Belpaese scuote le coscienze e allerta la politica. I voli da Dacca sono inibiti dopo la valanga di positivi al Covid approdati alo scalo di Fiumicino, ma non è più solo una questione di ordine sanitario. E a dimostrarlo, una volta di più, il video postato in queste ore da Matteo Salvini su Twitter.
Livorno, violenta rissa tra bengalesi: esplode il caso Bangladesh in Italia
Immagini rilanciate anche dall’aspirante governatrice in Toscana, la leghista Susanna Ceccardi. La quale, solo pochi giorni fa, ha ribadito l’allarme stranieri in Italia postando il video dell’extracomunitario che abbrustoliva un gatto in una affollata strada, nei pressi di una battuta stazione ferroviaria. Sempre in Toscana… E guarda caso, l’ultimo allarme arriva sempre da lì: esattamente da Livorno. Da quella Toscana del Pd dove malcontento e disordine sociali si fanno sentire – e vedere – ogni giorno di più.

Nelle immagini, postate da Salvini e rilanciate dalla Ceccardi, sensibili al tema cavalcato dalla sinistra – in chiave buonista e nell’ottica del tornaconto propagandistico – ma affrontato in tutta la sua problematicità solo dal centrodestra, si vede una rissa violenta in corso tra immigrati bengalesi. Non si sa il perché. Non si sa chi siano i duellanti. Da quelle immagini però, a dir poco turbolente, si evince che ormai il problema è alle sue ultime degenerazioni. E parla in bengalese…

 A termine del video, dopo le mazzate dispensate a volontà in un tutti contro tutti, vediamo apparire una scritta che recita: «Nella Toscana del Pd.Livorno fuori controllo. Rissa tra bengalesi». E commentando l’episodio e il caso politico che ne consegue, Salvini commenta: «Degrado, violenza e illegalità nella Toscana del Pd. Per la prima volta dopo 50 anni, a settembre si può fare la storia in questa splendida regione che non merita di essere governata da questa sinistra. Susanna Ceccardi e la Lega sono pronti».

Dalla sua pagina Facebook, la candidata governatrice del Carroccio fa eco al numero uno della Lega, postando: «Maxi rissa tra bengalesi a Livorno. I toscani chiedono legalità e sicurezza. La Regione non ha competenze specifiche sulla sicurezz,a ma vogliamo esercitare un ruolo di coordinamento e di supporto ai comuni su questo fronte. Abbiamo già pronta una legge regionale per promuovere in Toscana la strategia della tolleranza zero». Alle urne e ai toscani, l’ardua sentenza…

Santa Sofia, il vescovo di Ratisbona “bastona” Bergoglio: “Solo i falsi cristiani dialogano con l’Islam”



Di Carlo Franza – “Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava”, disse Benedetto XVI nella Lectio magistralis di Ratisbona del 2006, citando Manuele II Paleologo, e scatenando la furia dei musulmani. Il vescovo Luigi Padovese, vicario apostolico dell’Anatolia, in Turchia, fu assassinato nel 2010 -esattamente 10 anni fa- dal suo autista al grido di “Allahu Akbar”, mentre tagliava la gola al vescovo che era nato a Milano nel 1947. Al processo, l’assassino dichiarò che il vescovo era un “falso messia”, e per due volte in aula recitò a gran voce l’adhan (la chiamata islamica alla preghiera).

Rudolf Voderholzer, vescovo di Ratisbona dal 2012, non è da meno e ha avvisato i fedeli sull’Islam. Dopo aver ratisbonaprecisato che “non è un’entità statica”, ma “è cresciuto nel tempo, e ha fatto proprie molteplici influenze e culture, integrandole”, il teologo ha aggiunto che “l’Occidente non è la semplice somma, la mera addizione di culture differenti. Piuttosto, queste diverse influenze sono state cristianizzate” . Ed ha indicato alcuni esempi: “Il nostro calendario liturgico, la nostra stessa concezione del tempo, l’arte, la musica e la letteratura, la fondamentale distinzione della sfera secolare da quella spirituale sono impensabili senza cristianesimo”. Secondo Voderholzer persino l’Illuminismo “è impensabile senza gli elementi di illuminismo e de-divinizzazione di cui c’è già traccia nelle sacre scritture”.

“Storicamente e culturalmente – diceva Benedetto XVI agli operatori pastorali della diocesi di Lugano – la Turchia ha poco da spartire con l’Europa: perciò sarebbe un errore grande inglobarla nell’Unione Europea. Meglio sarebbe se la Turchia facesse da ponte tra Europa e mondo arabo oppure formasse un suo continente culturale insieme con esso”. In questo discorso, ripescato dall’oblio del tempo dal professor Alessandro Campi dell’Universita di Perugia, Ratzinger spiega chiaramente cosa separi i due “continenti culturali”.

“L’Europa -diceva – non è un concetto geografico, ma culturale, formatosi in un percorso storico anche conflittuale imperniato sulla fede cristiana, ed è un fatto che l’impero ottomano è sempre stato in contrapposizione con l’Europa. Anche se Kemal Ataturk negli anni Venti ha costruito una Turchia laica, essa resta il nucleo dell’antico impero ottomano, ha un fondamento islamico e quindi è molto diversa dall’Europa che pure è un insieme di stati laici ma con fondamento cristiano, anche se oggi sembrano ingiustificatamente negarlo. Perciò l’ingresso della Turchia nell’UE sarebbe antistorico”.

Tutto ciò ha ancora più senso alla luce della riconversione – avvenuta proprio in questi giorni- di Santa Sofia da ex Basilica Cristiana a Moschea- per volontà del Presidente turco Recep Tayyip Erdogan, di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi sul nostro quotidiano ( 5 luglio 2020), fatto gravissimo, irrispettoso e considerato dall’intera cristianità un insulto blasfemo.

Pozzallo invasa dai clandestini positivi. Il PD (complice degli scafisti) minimizza: “Va tutto bene”. Santelli: “Blocco navale”



Ragusa, 14 lug – Ancora sbarchi e ancora clandestini positivi al coronavirus. Sono 11 gli immigrati irregolari risultati positivi dopo il test del tampone condotto dal personale sanitario dell’Asp di Ragusa. I contagiati fanno parte di un gruppo di oltre 60 asiatici sbarcato ieri a Pozzallo, in provincia di Ragusa. I positivi, tutti asintomatici, sono stati isolati in una struttura individuata dalla prefettura di Ragusa, come riporta la Regione Sicilia in un nota. “I medici e i sanitari dell’Asp hanno dapprima eseguito i test sierologici sull’intero gruppo – precisa la nota – individuando 19 soggetti positivi, sui quali si è poi proceduto con il tampone che ha confermato la positività per 11 di loro”.
L’ira di Musumeci: “Il governo sta giocando con il fuoco”
La notizia dell’ennesimo sbarco di clandestini positivi fa infuriare il governatore della Sicilia Nello Musumeci: “Undici positivi tra i 66 sbarcati ieri a Pozzallo. Sono di nazionalità pakistana. Continua ad emergere un quadro sconfortante nel quale si erge il silenzio del ministero dell’Interno. Ciò mi impone di adottare in giornata una ordinanza. Inutile dire che se a largo di Pozzallo fosse stata individuata una nave per la quarantena – come invano richiediamo da settimane – queste persone non sarebbero mai sbarcate fino alla conclamata negatività. Stanno giocando con il fuoco!“, avverte Musumeci.
Zampa (Pd) minimizza: “Pochi sbarchi e pochi anche i positivi”
Dal canto suo, il governo giallofucsia minimizza. “In questo momento gli sbarchi sono pochi e anche i positivi per fortuna, io avevo temuto peggio. Sono numeri assolutamente gestibili“, dice convinta la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, ai microfoni di Radio anch’io su Rai Radio1. “C’è il tampone per tutti – assicura l’esponente dem – e stiamo approntando linee guida per tutti coloro che vengono in contatto. Per chi arriva nel controllo c’è il tampone e la quarantena, l’isolamento se sei stato trovato positivo”. Ma, precisa la Zampa, “il problema è per chi sfugge ai controlli, il vero pericolo è quello che non vedi. Bisogna intercettarli evidentemente, bisogna assolutamente che tutti i barchini siano segnalati e intercettati“.
Santelli chiede il blocco navale
Negli ultimi giorni sono stati sempre più frequenti gli sbarchi di clandestini risultati poi positivi al coronavirus, dai pakistani arrivati a Roccella Jonica e poi spediti ad Amantea, in Calabria, dove è scoppiata la protesta dei residenti contrari all’arrivo degli immigrati infetti, a quelli a bordo delle navi Ong. La governatrice della Calabria Jole Santelli chiede il blocco navale e che il governo intervenga subito per fermare gli sbarchi, “altrimenti li blocco io”, minaccia. Sulla stessa linea l’opposizione.
Tajani: “Italia chieda a Ue di chiudere le frontiere fino a fine estate”
Antonio Tajani è convinto che l’Italia dovrebbe chiedere alla Ue di “valutare la chiusura delle frontiere del Mediterraneo e dei Balcani almeno fino a quando il mare, in piena estate, favorisce gli arrivi“. Questo perché – spiega il vicepresidente di Forza Italia – si rischia una “nuova ondata del virus provocata dagli sbarchi di immigrati clandestini, che peraltro causano anche tensioni sociali, proprio per il rischio sanitario che comporta un afflusso incontrollato”. Tajani sottolinea il paradosso dell’azione del governo giallofucsia: “Mentre si bloccano immigrati magari regolari in arrivo dal Bangladesh, i clandestini entrano grazie ai barconi“.

lunedì 13 luglio 2020

“Ha fatto video e foto ai bambini”: bagnanti pestano a sangue un giovane straniero in spiaggia: naso spaccato



Da Today – Un ragazzo è stato aggredito in spiaggia a Ostia: lo accusavano di aver fatto foto e video ai bambini. Lo hanno picchiato in due rompendogli il naso e mandandolo all’ospedale. Ad essere medicato con venti giorni di prognosi un ventenne straniero aggredito dai due e accusato dagli stessi di fare video e foto ai bambini sulla spiaggia: è successo nel pomeriggio di sabato sul lungomare Duca degli Abruzzi.

 A chiamare il 112 è stato un amico della vittima: sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Ostia, che hanno raccolto la testimonianza dei due. Alla domanda del perché fosse stato aggredito, il ventenne ha riferito ai carabinieri di essere stato picchiato da due uomini che lo accusavano di fare video e foto ai bambini che si trovavano in quel momento in spiaggia. Accusa che il giovane cittadino straniero ha smentito ai carabinieri.

“Qui non li vogliamo”: ad Amantea scoppia la rivolta anti-migranti. In 200 bloccano la SS18, gente sdraiata in strada



Di Luca Sablone – Una notizia che ha fatto scattare l’ira dei cittadini e che ora rischia di avere delle gravi conseguenze: l’arrivo di 13 immigrati positivi al Coronavirus ha provocato la dura reazione da parte dei residenti di Amantea, cittadina della costa tirrenica in provincia di Cosenza. Si tratta di 13 pachistani risultati positivi al Covid-19 dopo essersi sottoposti al tampone ma, essendo asintomatici, non è stato ritenuto necessario il ricovero in ospedale.

Come si può vedere dal video pubblicato dalla pagina Facebook “Una voce dall’Universociale”, circa 200 persone sono scese in strada bloccando il traffico lungo la SS18 (alcune si sono anche sdraiate a terra) per chiedere la massima sicurezza e il trasferimento immediato dei migranti in un centro più idoneo. La presenza dei profughi è già da tempo un tema sentito in questa località: sul posto sono già schierate le forze dell’ordine per presidiare la situazione.

 La tensione si è alzata dopo lo sbarco di 70 migranti avvenuto nella giornata di ieri sulla costa jonica: venerdì sera i profughi erano stati avvistati a bordo di un’imbarcazione a largo di Caulonia e sono stati poi trasportati fino al porto con una motovedetta. I test rinofaringeo sono stati eseguiti nelle scorse ore a Reggio Calabria, da Roccella Ionica in una struttura Cas di Amantea. Intanto la task force dell’Asp di Cosenza ha provveduto ad avviare i protocolli e sta gestendo il focolaio degli stranieri.
“Forti preoccupazioni”
In Italia non si placa la raffica di sbarchi: sulla questione è intervenuta Jole Santelli, che ha voluto ribadire tutti gli enormi rischi connessi agli sbarchi di persone che arrivano da Paesi in cui l’epidemia è ancora fuori controllo. “Siamo stati facili profeti quando abbiamo avvertito il governo circa i pericoli relativi a un’immigrazione fuori controllo. Purtroppo, però, non abbiamo avuto ascolto e ora ci troviamo tutti a dover far fronte alle conseguenze di queste non scelte“, ha dichiarato la governatrice della Calabria.

Sicilia, Sardegna e Calabria, è partita l’operazione invasione: porti italiani presi d’assalto, è allarme. Lamorgese dorme



Di Mauro Indelicato -Le ultime ore hanno dato vita ad uno dei picchi più clamorosi degli ultimi anni sul fronte migratorio: soltanto tra giovedì venerdì e soltanto a Lampedusa sono stati contati, nel giro di poco più di 48 ore, qualcosa come 700 migranti sbarcati. E non sono stati gli unici: perché nel frattempo altri approdi ed altre segnalazioni sono giunte da diverse località del nostro Paese. Quello che si temeva già a maggio, puntualmente si sta verificando: a sovrapporsi all’emergenza Covid, in questa estate ci ha pensato anche l’emergenza immigrazione. Tra numeri da record e sistemi di accoglienza al collasso, l’Italia si sta riscoprendo sempre più esposta all’approdo di gommoni e barchini partiti dall’altra parte del Mediterraneo.
Lampedusa e Porto Empedocle: due facce della stessa emergenza
Ovviamente il fronte più caldo sotto il profilo migratorio è quello siciliano. Per motivi geografici l’isola è più direttamente chiamata in causa quando si parla di immigrazione e di sbarchi. E quando si pensa alla Sicilia, automaticamente si fa spesso riferimento a Lampedusa. Come detto in precedenza, la più grande delle Pelagie è sotto pressione in queste ore come non lo era da tempo. Ma già ad aprile si intuiva che qualcosa non andava per il verso giusto: in pieno lockdown, qui gli sbarchi autonomi di piccole imbarcazioni partite quasi sempre dalla Tunisia hanno iniziato a creare non pochi problemi. Impossibile attuare a Lampedusa il distanziamento sociale tra i migranti appena arrivati, con la popolazione costretta a casa che notava a volte le stesse persone sbarcate in giro per l’isola. Un malcontento che ha spinto il sindaco Totò Martello a chiedere una nave dell’accoglienza, in grado di far attuare a bordo quarantene e distanziamenti. Nell’attesa però, molti gruppi di migranti sono stati sistemati nel resto della Sicilia.

A partire da Pozzallo, dove nel locale hotspost ad aprile un primo migrante è risultato positivo al coronavirus. Per far attuare le quarantene, dal Viminale sono arrivate disposizioni per aprire nuove strutture. E così ad esempio, a ridosso della Pasqua, ha riaperto il Villa Sikania di Siculiana, struttura che era stata chiusa nello scorso ottobre. Questo ha generato le proteste da parte della popolazione locale, la quale in piena fase di pandemia vedeva spesso dalle abitazioni i migranti giocare all’interno del centro di accoglienza, senza che nessuno provvedesse a far rispettare le norme anti Covid.

Poi, nelle settimane successive, da qui sono state registrate fughe ed aggressioni nei confronti dei poliziotti e Siculiana si è trasformata nell’emblema di come la gestione dell’accoglienza sia diventata molto problematica in piena emergenza sanitaria.

Poco distante da questo paese dell’agrigentino, c’è il porto di Porto Empedocle. È qui che, a partire dai primi di maggio, ha iniziato ad operare quella nave dell’accoglienza chiesta da Martello e da altri sindaci del territorio. La Moby Zazà, che può accogliere 250 migranti, ha quindi trasformato Porto Empedocle nella “Lampedusa della terraferma”. È in questo porto che vengono fatti sbarcare molti migranti giunti nella più grande delle Pelagie, così come è proprio qui che nelle settimane scorso sono arrivati i migranti a bordo della Sea Watch 3 e della Ocean Viking. Nel primo caso, 28 di loro erano positivi al coronavirus, con la Moby Zazà dichiarata per questo zona rossa e con Porto Empedocle che ha iniziato a lamentare non pochi danni di immagine e problemi di natura turistico/economica.
Gli sbarchi nel Sulcis
Non solo Sicilia però nella mappa degli sbarchi nel nostro Paese. Al contrario, numeri record si stanno registrando in questo 2020 anche in Sardegna e, in particolare, nella zona del Sulcis. Le spiagge di questa parte dell’isola sono punto di approdo della rotta algerina: si parte dal Paese nordafricano e, senza particolari problemi, numerose imbarcazioni riescono a raggiungere la Sardegna e quindi l’Italia. Già a gennaio, un mese dove solitamente le emergenze relative all’immigrazione appaiono ridimensionate rispetto all’estate, venivano denunciati dati record di sbarchi. Dopo alcuni mesi di relativa quiete, a maggio sono stati segnalati nuovi arrivi, mentre tra giugno e luglio l’emergenza ha preso definitivamente piede con anche più approdi in una stessa giornata. Sant’Antioco, ma anche Teulada, Chia e Porto Pino sono le località che registrano il maggior numero di sbarchi, con molte delle persone approdate che vengono invece indirizzare presso il centro d’accoglienza di Monastir.
Gli sbarchi in Calabria
Situazione non semplice anche in Calabria: qui il numero degli sbarchi rispetto alla Sicilia ed al Sulcis appare inferiore, ma l’emergenza non è meno marcata e né meno sentita dalla popolazione. Lungo le coste ioniche della Calabria approdano quelle imbarcazioni che partono dalla Turchia: si tratta spesso di barche a vela ed a volte mezzi anche ben costosi ed equipaggiati capaci di affrontare la rotta dall’Anatolia fino al nostro Paese.

Sotto il profilo sanitario, gli sbarchi sulle coste calabresi potrebbero rappresentare un problema non indifferente: dalla Turchia infatti partono soprattutto migranti provenienti dall’Asia, in modo particolare da Bangladesh e Pakistan, due dei Paesi che in questo momento stanno vivendo il picco dell’epidemia da coronavirus. Per questo la preoccupazione è massima, specie dopo che dei 70 pakistani sbarcati nelle scorse ore a Caulonia, 28 sono risultati positivi. In Calabria comunque, è già da giugno che si fanno i conti con gli approdi delle imbarcazioni partite dalla Turchia.

domenica 12 luglio 2020

Torino, nigeriano armato di bastone distrugge il bar della Basilica di Superga: turisti fuggono terrorizzati (video)



(Adnkronos) – Armato di bastone, ha danneggiato il bar della Basilica di Superga mettendo in fuga i clienti. E’ successo nel tardo pomeriggio di ieri, quando tre equipaggi del Nucleo Radiomobile Carabinieri di Torino sono dovuti intervenire nell’area della Basilica di Superga, dove era stato segnalato al 112 un nigeriano 46enne in evidente stato di alterazione psico-fisica e armato di bastone. 

Giunti sul posto, i militari dell’Arma lo hanno effettivamente individuato mentre danneggiava il dehors del bar della Basilica. I turisti presenti sono andati via spaventati. L’uomo ha rotto il vetro del frigorifero delle bevande del locale e, sebbene invitato alla calma, ha continuato a rompere gli espositori e i cartelli pubblicitari. L’uomo, arrestato, è ora piantonato per accertamenti presso l’ospedale ‘San Giovanni Bosco’ di Torino. Il bastone è stato sottoposto a sequestro.

Il terrorista islamico italiano confessa: “Mi sono convertito nel centro sociale Leoncavallo. Ho avuto una sbandata”



(Adnkronos) – Ha confessato tutto, assumendosi le proprie responsabilità per quella “sbandata” durata alcuni anni, ma garantendo, ora, di aver abbandonato ogni estremismo. N. F., il 38enne italiano originario di Canosa di Puglia e residente a Milano arrestato due giorni fa con l’accusa di fare propaganda per lo Stato islamico, ha confermato quanto ricostruito dai pm Alberto Nobili, Piero Basilone e Leonardo Lesti nel corso dell’interrogatorio di questa mattina di fronte al gip Guido Salvini. “Mi rendo conto di aver sbagliato, ho avuto una sbandata per quelle idee estremiste, l’ho fatto per entusiasmo e ingenuità”, ha spiegato affiancato dal suo avvocato, Domenico Mandalari.

 Ma poi “mi sono allontanato completamente da idee come quelle dell’Isis, anzi penso che sia una setta fuori dall’islam”. L’incontro con la fede musulmana, ha aggiunto, è avvenuto attraverso una persona conosciuta anni fa al centro sociale Leoncavallo di Milano, anche lui estremista e poi a sua volta arrestato.

Il cuore dell’interrogatorio del 38enne – che su Facebook, SoundCloud e Whatsapp diffondeva immagini, preghiere e canti inneggianti alla violenza contro i miscredenti, al martirio e all’apologia dello Stato islamico – sta nel fatto che l’uomo ha negato di avere avuto alcun contatto operativo tra i miliziani islamisti. I viaggi compiuti in Medio Oriente – sei tra 2018 e 2019: uno in Arabia Saudita, tre in Qatar e due negli Emirati Arabi, di circa tre mesi ciascuno – sono stati motivati da Ferrara (o ‘Issa’, come si faceva chiamare) soltanto con la fede e lo studio del Corano.

Proprio nel suo ultimo soggiorno negli Emirati, ‘Issa’ ha potuto conoscere di persona una 35enne somala residente a Dubai, incontrata fino a quel momento solo virtualmente su un sito per matrimoni musulmani, con cui poi si è sposato secondo il rito islamico durante quel viaggio, a gennaio. La donna sarebbe dovuta venire in Italia per il riconoscimento dell’unione negli scorsi mesi, ma tutto è stato bloccato a causa del coronavirus. “Ora – ha detto N.F. – il mio desiderio più grande è mettere su famiglia con lei”.

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