venerdì 15 maggio 2020

PARROCO INVOCA RIVOLTA: “INCOMPETENTI AL GOVERNO. E’ ORA DI SCENDERE IN PIAZZA”



Padre Ermanno Caccia: “Incompetenti al potere. E’ ora di scendere in piazza”“700 euro per una cremazione poi lo Stato paga 4 milioni per un riscatto. Basta, scendiamo in piazza”. Dalla partita Atalanta – Valencia, alle responsabilità di Governo e Regione: lo sfogo del padre bergamasco Ermanno Caccia.

Un prete della Val Seriana, don Ermanno Caccia, dopo i due mesi passati in catene nella sua casa ad Almè, chiama il popolo italiano alla rivolta contro il governo abusivo.

«Uno Stato che non si prende cura dei lutti della sua Comunità è un baraccone senz’anima, un’istituzione anaffettiva senza identità dedita solo a compiti burocratici».

«Basta così. Qui ci sarà la rivolta. Guardi, io non voglio essere profeta di sventura. Ma vedrà che quando si darà il via libera, e la gente andrà al bancomat e vedrà la scritta “carta non abilitata” perché non ci sono i soldi, scoppierà una guerra. È una cosa reale e concreta. La nostra gente qui sta barcollando in ipotesi che sono ancora più dannose del virus stesso. La battuta che si fa in questi giorni è concreta: chi non è morto di coronavirus, è destinato a morir di fame. Questo non è un agire da esseri pensanti. L’incapacità di una classe dirigente si nota anche e soprattutto in quelle bollette inviate alle famiglie per la cremazione dei propri cari».

«Non lo sanno dello scandalo? Alle persone che hanno avuto un lutto sta arrivando una bolletta di 700 e rotti euro per la cremazione. Questa è una vergogna! Specie se si guarda che lo Stato italiano ha speso 4 milioni per pagare il riscatto di quella ragazza, Silvia. Per l’amor di Dio, andava salvata e bisogna salvare tutti. Ma dov’è il rispetto? Per 2000 persone, hai mandato la bolletta di 700 e rotti euro per i funerali e la cremazione, e poi spendi 4 milioni per portare a casa questa cristiana o ex cristiana, non lo so? Queste sono le incongruenze che fanno arrabbiare le persone. E guardi che la gente è ar-rab-bia-ta! È ora di fi-nir-la! Queste cose gridano vendetta al cospetto di Dio».

Traiamo queste frasi dall’intervista di Alberto Luppichini a don Caccia su valserinanews.it.

«Io lo so che rompo le scatole a qualcuno, ma nessuno si è posto il problema della partita che si è svolta in quelle settimane a Milano tra Atalanta e Valencia. Da Bergamasco e atalantino mi è dispiaciuto non andare, ma vi dico una cosa: allo stadio c’ era molta gente di Nembro e di Alzano. Fra l’ altro il virus ha portato via mio cugino di Alzano, e lui partecipò a quella partita. Io sono abbonato all’ Eco di Bergamo. Ho qui davanti le dichiarazioni del sindaco Gori di quei giorni, che invitava a mangiare cinese. C’ è stata una superficialità imbarazzante all’inizio. Sono ancora incazzato!».

«Ieri occorreva essere più previdenti, oggi bisogna rischiare, altrimenti si muore di fame. Invece la politica centrale si nasconde dietro il parere di virologi in lite. Parlando di Bergamo, l’ unica cosa che ha continuato ad andare avanti è stata la fusione della Banca Popolare di Bergamo. Le banche non sono state toccate. Adesso che dovevano metterci la faccia, fanno menate ai commercianti. Prima chiedono di rientrare dal debito che si ha. Poi, forse, compilati cento e rotti moduli ti darò qualcosa. Scoppierà la rivolta, guardi che scoppia! Quando uno è alla fame, non guarda più in faccia a nessuno. Io rido per la disperazione. Quando la gente si vede accerchiata e non compresa, per sopravvivere cosa fa?».

Facciamola scoppiare, questa rivolta. Andiamoli a prendere.

“Voglio vedere Silvia Romano”: nordafricano tenta di irrompere nella casa della cooperante. I sospetti della procura



Come se non bastassero polemiche, insulti e minacce, a turbare Silvia Romano dopo il ritorno a casa al termine di 18 mesi di prigionia tra Somalia e Kenya, anche il misterioso tentativo di intrusione di un uomo nordafricano, poco prima delle 20 di martedì, nel palazzo dove abita la ragazza.

Come è noto, l’uomo è stato sorpreso sul pianeorottolo della casa dei Romano, al secondo piano. Gli investigatori hanno sequestrato un filmato che era stato realizzato da una troupe televisiva che si trovava davanti al palazzo e che, per puro caso, ha ripreso l’intruso.

 Secondo quanto si apprende, nel video si vede il nordafricano con jeans e cappuccio della felpa alzato uscire rapidamente dallo stabile, in fuga. L’uomo però non è ancora stato identificato. Ma soprattutto non si comprende perché, dopo essere stato sorpreso da alcuni vicini di casa, si sia messo a urlare affermando che voleva vedere Silvia.

Dunque, prima della fuga, ha provato anche una reazione brandendo un ombrello. Un gesto che sembra quello di un folle, un mitomane, uno squilibrato. Eppure dalla procura fanno sapere che ci sono diverse cose che non tornano, a partire – rivela il Corriere della Sera – dal fatto che conoscesse il piano e la porta dell’appartamento della famiglia Romano.

mercoledì 13 maggio 2020

I vescovi affaristi si vantano pure: “Dall’8×1000 stanziati 9 milioni per l’Africa”. Gli italiani possono aspettare…



(ANSA) ROMA, 13 MAG – La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, dopo il primo intervento pari a 6 milioni di euro, ha deciso lo stanziamento di ulteriori 3 milioni di euro, provenienti dai fondi dell’otto per mille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, per aiutare i Paesi africani e altri Paesi poveri nell’attuale situazione di crisi mondiale.

 “Nella consapevolezza che, a causa della pandemia, la situazione già drammatica di tali Paesi può divenire devastante”, la Presidenza Cei ha incaricato il Servizio per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo e la Caritas Italiana di elaborare una strategia d’azione che permetta di incrementare il numero dei progetti, selezionandoli tra quelli presentati dagli ospedali e dalle istituzioni cattoliche operanti sul territorio e ritenuti validi dopo la prima manifestazione di interesse. Gli ambiti di intervento restano quelli sanitario e formativo.

Calca sotto casa della Romano? Nessuno interviene. Ristoratori disperati in piazza? Multati



Milano, 12 mag – In Italia ci sono due pesi e due misure sugli assembramenti. Il ministero dell’Interno ha punito severamente i ristoratori milanesi scesi in piazza per chiedere aiuto al governo ma non ha fatto nulla ieri per impedire l’incredibile calca di giornalisti sotto casa di Silvia Romano. “Ieri le regole non sono state rispettate. Non ci sono assembramenti di serie A e di serie B”, è il commento a scoppio ritardato del sindaco Beppe Sala. “E’ stato un assembramento impressionante – fa presente -. Mi sarebbe piaciuto vedere sui quotidiani una stigmatizzazione del comportamento di giornalisti e foto-operatori”, dice il primo cittadino di Milano.
La calca di ieri era ampiamente prevedibile ma il governo e Sala non hanno mosso un dito
A noi sarebbe piaciuto che di concerto con il Viminale Sala avesse impedito la ressa di ieri, in totale violazione delle regole anti contagio imposte dal governo Conte. Anche perché il grave episodio era ampiamente prevedibile, data l’eco mediatica del ritorno in Italia della cooperante milanese sequestrata in Kenya nel novembre 2018 e costata allo Stato italiano 4 milioni di euro. Le parole di oggi – di quello stesso sindaco che all’indomani delle ignobili sanzioni contro i ristoratori milanesi, scesi in piazza rispettando le norme sul distanziamento sociale, si è affrettato a chiarire che le multe non dipendessero da lui ma dal ministero dell’Interno – non fanno che aumentare l’indignazione. La disparità di trattamento è inaccettabile, ancor più se le autorità fanno a scaricabarile, rimbalzando le responsabilità. Alla fine, quello che resta è la punizione che arriva per alcuni e per altri no.
I primi a violare la distanza di sicurezza sono stati Conte e Di Maio
Peraltro i primi a violare le norme sulla distanza anti-coronavirus erano stati il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, nelle foto di rito con la Romano appena rientrata in Italia. Ecco perché la protesta che divampa sui social per il fatto che la ressa di ieri resti impunita, quando invece gli italiani vengono multati a ogni piè sospinto da un regime di dittatura sanitaria, è sacrosanta, sebbene confinata soltanto sulla rete.
Un premier che predica bene e razzola male
E se le Mascherine tricolori per il secondo sabato di seguito – nel totale rispetto delle distanze di sicurezza – sono scese in piazza proprio per protestare contro il governo Conte, il resto dei cittadini resta attonito di fronte a un premier che predica bene e razzola male. Conte non fa che ripetere che “se non si sta attenti ritornano i contagi e tutti i sacrifici compiuti saranno stati vani”. E poi i cittadini devono vivere in un Paese dove non si applicano regole univoche per tutti. Per di più, tra i giornalisti, i fotografi e gli operatori assiepati sotto casa della Romano c’erano anche membri delle forze dell’ordine. Il paradosso nel paradosso: un agente che viola le regole sull’assembramento perché trascinato dalla folla.

martedì 12 maggio 2020

Campobasso, decine di persone al funerale rom: e di colpo i contagiati da covid schizzano a +30% (Video)



Campobasso, 12 mag – Settanta contagi in meno di due giorni: un fulmine a ciel sereno colpisce il Molise, dove fino ad alcuni giorni fa i positivi al coronavirus non erano, in tutto, nemmeno 200. Un incremento di più del 30%. E pare che per questo «regalino» si debba ringraziare la comunità rom di Campobasso.

Tutto è iniziato giovedì scorso, con il ricovero di una donna rom al reparto infettivi dell’ospedale Cardarelli del 3 molisano. Da quel momento, una volta partita la macchina dello screening, i positivi sono spuntati come funghi nella comunità rom locale: prima 20, poi un’altra ventina, poi altri 10. Fino ad arrivare a 60 positivi e 4 ricoveri, facendo ricascare la piccola Regione in stato di emergenza. Il motivo? Un funerale, avvenuto il 30 aprile (l’evidenza video è pubblicata in fondo a questo articolo) che ha visto la presenza di decine di nomadi accorsi a omaggiare il defunto. Diversamente dai funerali italiani, vietati fino a pochi giorni fa, e che ora si possono svolgere in forma ultra-contingentata e ultra-blindata.

Il sindaco M5S Roberto Gravina cerca di difendersi «Nessun funerale è stato autorizzato» ha spiegato a Open. «Era stata inoltrata richiesta di celebrare il funerale ma c’è stato un ovvio diniego. La tumulazione al cimitero e la benedizione ci sono state, ma erano meno di dieci persone e si tenevano a distanza», si è giustificato il primo cittadino ora messo sulla graticola social. «I rom avrebbero voluto celebrare il funerale nella chiesa di San Pietro, ma il parroco è stato diffidato a celebrare le esequie e ha chiuso la chiesa. È stata accordata solo la benedizione». Per tutta risposta, i rom si sono assembrati in una cinquantina sotto la casa del defunto, tra pianti, abbracci, saluti. Distanziamento sociale decisamente non pervenuto. Il tutto filmato da una donna incredula che assisteva alla scena dal balcone.

Il video ha permesso di «identificare i due terzi delle persone che erano presenti in via Liguria e che saranno sanzionate», riferisce il Comune di Campobasso. «Ai rom – questa una voce dalla Questura – saranno elevate sanzioni salate per non aver rispettato le leggi in vigore durante il lockdown che vietavano gli assembramenti». Di pianto in pianto, di abbraccio in abbraccio, il virus si è insomma diffuso in quella circostanza, dal momento che – si è saputo poi – al funerale partecipavano famiglie provenienti da altri comuni, compreso un nucleo abruzzese.

Il direttore generale dell’Agenzia sanitaria regionale molisana Oreste Forenzano non sa più che pesci pigliare. «Mi appello al buon senso, al rispetto delle regole» è il suo appello da Facebook, nel tentativo di placare gli animi di una cittadinanza inferocita da due mesi di lockdown, blocco delle attività lavorative e ora sotto la minaccia di una nuova chiusura grazie al menefreghismo d’ordinanza dei rom, davanti al quale le amministrazioni sono sempre pronte a chiudere un occhio. In stato confusionario versa invece il presidente della Giunta regionale dl Molise, Donato Toma, che prima dichiara: «Stiamo facendo tutte le verifiche perché quanto è successo a Campobasso è di una gravità inaudita», e subito dopo si cintraddice: «La situazione a Campobasso è sotto controllo». In tutto questo è da segnalare la «collaboratività zero» dei nomadi che hanno rifiutato l’invito a isolare i positivi in un hotel dismesso.

Ma quali braccianti stranieri da regolarizzare, ci sono 20mila italiani pronti al lavoro nei campi



Chi l’ha detto che gli italiani non vogliono fare i braccianti? Complice la crisi nera in cui l’Italia sta entrando a causa del Covid, circa 20mila italiani si sono fatti avanti. E si sono registrati presso le principali organizzazioni agricole. Un numero inferiore ai 200mila che sono necessari. Ma un numero rilevante, tale da sfatare la leggenda secondo cui gli italiani non vogliono fare i lavori pesanti degli immigrati. In Italia i lavoratori stagionali stranieri impiegati nel settore sono 370mila, in maggioranza rumeni, ma anche marocchini, indiani, senegalesi.

Non solo gli stranieri, comunque, sono disposti a un impiego nella filiera agricola. La notizia l’ha data il Corriere, specificando che si tratta di italiani che hanno perso il lavoro precedente all’emergenza coronavirus. Le organizzazioni agricole hanno creato piattaforme per vedere chi rispondeva alle offerte di lavoro delle aziende visto che i lavoratori stagionali sono bloccati nei loro paesi.

Le domande nella filiera agricola
“La prima, il 7 aprile – scrive il Corriere – è stata Confagricoltura: in poco più di un mese alla piattaforma Agrijob sono arrivate 17 mila domande, 12 mila circa di italiani. Il 18 aprile anche Coldiretti ha lanciato la sua banca dati: a Jobincountry si sono iscritti in 10 mila circa, quasi 9 mila italiani. Il 24 aprile è partita anche la Cia con la piattaforma Lavora con agricoltori italiani (inteso come aziende agricole): in due settimane sono arrivate 2.500 domande, 2 mila circa di italiani. In poco più di un mese, quindi, oltre 20 mila italiani (un terzo donne), hanno provato ad avvicinarsi ai campi. Qualcuno aspetta risposte, altri dopo due giorni hanno cambiato idea, ma in tanti ora raccolgono frutta e verdura”.
Le proposte di Confagricoltura
Com’è noto il governo pensa a una sanatoria dei braccianti irregolari, tutti stranieri, e sul tema c’è una spaccatura interna alla maggioranza tra M5s e Pd. Ma Confagricoltura aveva lanciato l’allarme già a fine marzo e il suo presidente, Massimiliano Giansanti, aveva avanzato un’altra proposta: far lavorare nelle aziende agricole, attualmente a corto di manodopera, chi percepisce il reddito di cittadinanza. Confagricoltura aveva anche chiesto maggiori aiuti al settore agroalimentare e la reintroduzione, solo momentanea, dei voucher per i lavoratori del settore.

lunedì 11 maggio 2020

Riscatto Silvia Romano, tuona Vittorio Sgarbi: “Lo Stato italiano umuliato dai terroristi vincitori ed euforici”



Dopo il rincoglionimento da coglionavirus fiumi di uniforme retorica accompagnano il rientro della giovane donna Silvia Romano rapita dai terroristi somali di «Al Shabaab». Nessun dubbio che sia una buona notizia.Ma lo stesso Stato che non riuscì a liberare Aldo Moro perché scelse la linea dura contro i terroristi delle Brigate Rosse, ora non ha fatto altro che finanziare i terroristi pagando un inverosimile riscatto.

Operazione non diplomatica, ma mercantile. Che vede lo Stato umiliato dai terroristi vincitori e una quantità di depensanti euforici che esultano come se avessero ottenuto la liberazione a forza di tweet, esortazioni, operazioni di intelligence, attività dei Servizi. Nulla di tutto questo. Semplicemente abbiamo ceduto a un ricatto e abbiamo pagato 4 milioni di euro, che rendono preziosi i futuri ostaggi, avendo dato prova di disponibilità alla trattativa. E se si esulta per questo occorrerà riconoscere la legittimità della trattativa Stato-mafia e della linea morbida e conciliante. Con la stessa irresponsabilità abbiamo pagato i terroristi e multato chi camminava solo su una spiaggia.

Oggi Silvia Romano è stata liberata dai suoi cancellieri criminali per essere condotta agli arresti domiciliari voluti da uno Stato incapace e impotente ,che punisce chi sta all’aria aperta, nell’unica vera soluzione per la salute, per pagare il riscatto di chi stava nella foresta degli elefanti.



domenica 10 maggio 2020

Follia nel centro d’accoglienza di Cremona: pregiudicato gambiano spacca il naso alla guardia di sorveglianza



I carabinieri hanno arrestato un 36enne africano originario del Gambia, richiedente asilo e pregiudicato, con l’accusa di lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale. L’indagine è scattata con la denuncia di una guardia giurata, il 25 marzo scorso. L’uomo aveva subito un’aggressione mentre era impegnato nel servizio di vigilanza alla “Casa dell’Accoglienza” di Cremona.
L’africano già noto ai carabinieri
Ai carabinieri aveva riferito di aver subito una violenta aggressione. Un soggetto armato di coccio di bottiglia lo aveva colpito con un violento pugno al volto e gli aveva rotto il naso. I militari, dopo aver indagato e acquisito diversi filmati dei sistemi di videosorveglianza, hanno identificato il 36enne e lo hanno rintracciato nel pomeriggio di ieri nei pressi della stazione di Cremona, con un coltello da cucina addosso. Il gambiano era già noto ai carabinieri per resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale, sempre nella stessa casa d’accoglienza.
Gli ospiti del centro spesso al centro di casi di cronaca
La stessa struttura è stata già al centro di diversi episodi di cronaca, fra i quali uno dei più recenti è l’arresto, avvenuto il 18 marzo, di un nigeriano per sequestro di persona, resistenza a pubblico ufficiale e minacce aggravate. Il 27 febbraio, poi, un 34enne del Burkina Faso era stato arrestato mentre cercava di introdursi nella struttura senza averne titolo, mentre a metà gennaio un liberiano era stato arrestato per spaccio.

Ennesima figura di m**da delle Sardine: “Aldo Moro ucciso dalla mafia”. E soli social: “Ignoranti senza cervello”



Per le sardine Aldo Moro è stato ucciso dalla mafia, non dalle Brigate rosse. E meno male che all’inizio del tweet della pagina 6000 Sardine indecente c’era scritto: “la mancanza di memoria è uno dei nemici peggiori di questo Paese”. Le ultime parole famose. Non è una fake news è la pura verità. Che le sardine non brillassero in preparazione era evidente.

Anche ora in tempi di Covid hanno brillato per la loro assenza e la loro afasia. Sciaguratamente sono tornate ad esprimersi con questo sciagurato tweet nel giorno in cui ricorre il ritrovamento del corpo di Aldo Moro in via Caetani a Roma.

“In un’ epoca dove l’assenza di memoria è uno dei nemici peggiori di questo Paese, vale sempre la pena ricordare #AldoMoro e #PeppinoImpastato ammazzati dalla Mafia”. Proprio così. La topica e l’ignoranza senza fine di un movimento trattato con i guanti bianchi dalla sinistra tutta è di un imbarazzo colossale. Qualche a anima pia deve avere avvertito le sardine perché il tweet è scomparso. Rimosso. Per poi rimetterlo corretto. Ma in tanti avevano letto.

Il web se le è “divorate” le sardine: qualcuno scrive: “Brigate rosse fanno fatica a dirlo…” Mariano scrive: “Quando lo rapirono mio zio era di scorta. Post come questo per m4e valgono a calpestarne la memoria”. “Questi non conoscono l’Abc della politica e della storia”, scrive uno, mentre un alto utente ribatte, giustamente: “ma neanche l’Abc dell’alfabeto”. Lapidario il post dell’eurodeputato della Lega Antonio Maria Rinaldi: “ammazzato dalla mafia?. Questi oltre a non avere memoria non hanno neanche il cervello”. Come non sottoscrivere? Leggi la notizia su Il Secolo D’Italia

“Moby Zazà”, la nuova nave da crociera presa in affitto dal governo per la quarantena dei clandestini. Paghiamo noi



Ad annunciarlo su Facebook il sindaco di Lampedusa Totò Martello: “Nel corso di una telefonata con gli Uffici del Ministero degli Interni mi è stato comunicato che si è chiusa la gara d’appalto ed è stato firmato il contratto per l’utilizzo di una nave da utilizzare per la quarantena dei migranti.

Si tratta della “Moby Zazà” che farà la spola fra Lampedusa, Porto Empedocle e Pozzallo. È un provvedimento che ho chiesto più volte nelle scorse settimane e che ritengo di fondamentale importanza per mantenere le condizioni di tutela sanitaria sulla nostra isola, alla luce del ripetersi degli sbarchi e delle necessità legate all’emergenza #Covid19.” Altri milioni di euro rubati agli italiani



sabato 9 maggio 2020

Mes, terrore per Conte: “Rischiamo di non avere i voti in aula”. L’ala sovranista M5S fa tremare il governo



Giuseppe Conte è preoccupato dall’alto costo politico che può comportare dire sì al Mes, come già ha fatto il Pd con toni trionfalistici. “Rischiamo di non avere i voti in aula, perché attivare il fondo salva-Stati oggi vorrebbe dire spaccare il M5S”: è questa la considerazione che, secondo La Stampa, il premier avrebbe fatto dopo aver saputo del via libera dell’eurogruppo al Mes light, ovvero senza condizionalità per le spese sanitarie.

Gran parte dei grillini temono però che la formula trovata non annulli le condizioni, presenti nei trattati europei, di rientro a un debito sostenibile. In altri termini, scrive La Stampa, continuano a considerare una probabilità il rischio di ritrovarsi la Troika in casa quando l’emergenza sarà finita, l’Europa tornerà al patto di stabilità e l’Italia avrà un indebitamento molto più elevato. Sarà quindi difficile trattare con il M5S, che ritiene il Mes uno strumento inadeguato: sarà necessario giungere ad un compromesso.

Conte guarda già all’appuntamento in Parlamento dei primi di giugno: alla vigilia del consiglio europeo chiederà il voto su una risoluzione di maggioranza che dovrà dare il via libera dell’Italia al pacchetto di strumenti che, oltre al Mes, comprende il fondo Sure e la Banca europea degli investimenti. È un passaggio cruciale, scrive La Stampa, e il premier deve arrivarci con la coalizione compatta per evitare che la fronda sovranista del M5S e l’antieuropeismo di Alessandro Di Battista prendano il sopravvento.

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