giovedì 28 maggio 2020

Far west alla stazione Tiburtina: i migranti aggrediscono violentemente la troupe

Nel far west della stazione Tiburtina di Roma a fare le spese del degrado è stata la troupe di Dritto e Rovescio, aggredita dai migranti che stazionano nei pressi dell'edificio ferroviario

Roma è una polveriera pronta a esplodere, che per il momento sfoga il suo potere detonante con piccole cariche che pur facendo pochi danni provocano grande rumore.

Gli ultimi a farne le spese sono stati gli operatori della troupe di Dritto e Rovescio, il programma di Paolo Del Debbio in onda su Rete4. Le telecamere Mediaset si trovavano presso la Stazione Tiburtina di Roma per testimoniare e documentare lo stato di degrado in cui versano gli spazi antistanti l'edificio ferroviario, quando sono stati aggrediti da un manipolo di migranti.

I cittadini e i fruitori del secondo scalo più importante della città metropolitana di Roma, dopo quello di Termini, sono ormai esasperati da questi episodi e da questo è nata l'inchiesta del programma di Paolo Del Debbio. A divulgare il video di quanto accaduto presso la stazione Tiburtina è stato il consigliere regionale della Lega Daniele Giannini, che ha manifestato tutto il suo dissenso con una lunga nota. "Esprimo solidarietà alla troupe della trasmissione Dritto e Rovescio di Paolo Del Debbio per la vile aggressione subita questa mattina nei pressi della Stazione Tiburtina, per testimoniare lo stato di degrado dell'area con la presenza di numerosi extracomunitari e sbandati di ogni sorta i quali, evidentemente, credono di essersi ritagliati una zona franca dove possono commettere qualsiasi sopruso e atto delinquenziale", si legge nel messaggio del consigliere. La presa di posizione di Daniele Giannini continua, rivelando che è stato necessario spostare il capolinea della linea di autobus 548 per permettere l'accampamento abusivo dei migranti nei pressi della stazione. Questo ha generato inevitabili disagi ai cittadini ma crea ansie e paure anche agli utisti TPL, che quotidianamente hanno a che fare con scene di (purtroppo) ordinaria delinquenza.

"Finita la quarantena, e con l'inizio della Fase 2, tornano in alcune zone della città le bande di irregolari clandestini, che andrebbero immediatamente espulsi e non lasciati al completo bivacco o, peggio ancora, a tirare bottiglie di birra vuote nei confronti di chi fa informazione. Il tempo del buonismo è finito, è tempo di riaccendere le ruspe", ha concluso il consigliere della Lega. Fortunatamente nessuno degli operatori della trasmissione di Paolo Del Debbio è stato ferito o ha riportato lesioni dall'aggressione, le cui immagini verranno probabilmente trasmesse nel corso della prossima puntata. L'appuntamento è per giovedì 21 maggio in prima serata su Rete 4, quando Paolo Del Debbio informerà i suoi telespettatori su quanto avvenuto nella capitale.QM69hf2RP7KY0oXG5nGR6TGAeIr2WPkUv1N9FFmGdeXBIdIa47VN2dMA8a5hPdFmGxk7na31yDqu/xCmVYDl0QAAAi1JREFUzrfwbLGD9b533n8jw1x4Kv/nsN8yL/i30zly/3uZ6+He/PypP1/ac+p6/H70jUq32OtLb7MWoJ67/1UDYl1neFScfo/WAQj/YOYbcM7X9TP5IXCATlu45wOnLUL6WM7BHcBlKkyBnVg+11d1sb3SqvO4WQcDgDqk4eOQjvj3NIW7tNHsDHQCPHFqd4sB+pI3xuLrZTs+XFsMu+Pudj8I+7uH456yLA8bxNAWCn/xnJIpyjeVjjSm0uob61X22DjSID0cWz3Wtfmiq2k5ax7YCICh2Mp4+qVvQNcqH+t4KbToZmn+L72+RQdbtlmaE/e/lwuIdxwqVf78KXmB4BhvOQ/PRevcgHYtvw6IH3lCXANf39zLx3J1/Vx+bOOea/856sZkeO6ylnG2yNhCx4HRskNu4dfWBkA4fK2mKxPFaQEYhzbVRnsaAL6k/vXYts63jLXmqRP/MgfLNtHbdh11G7huG6h9+Zb5L8G21gLUc/fvgPiRgJif92Ezbdl0e5tLAGinAHXcqW01lnl+coLddrbSdysdnxfpv8fXDXT6/Pf57zaw3gbODWjX8rtqQKyfXntMDCCOYCX+Fmws7+lWIPLc7eYBagHHW8nZwo82W/HrdNp02QFxBwDrAUDXYddht4FiA2sB6rn7d0B8c2P/cNQKiuO/lo19XNa2+XaQ0vVUbKC/cSi6eD676IC4b+RlI++66LposYGpn61cW97C+xLanBvQruX3P/BcDZ/6J9d4AAAAAElFTkSuQmCC" style="cursor: move;" width="320" />
Roma è una polveriera pronta a esplodere, che per il momento sfoga il suo potere detonante con piccole cariche che pur facendo pochi danni provocano grande rumore.

Gli ultimi a farne le spese sono stati gli operatori della troupe di Dritto e Rovescio, il programma di Paolo Del Debbio in onda su Rete4. Le telecamere Mediaset si trovavano presso la Stazione Tiburtina di Roma per testimoniare e documentare lo stato di degrado in cui versano gli spazi antistanti l'edificio ferroviario, quando sono stati aggrediti da un manipolo di migranti.

I cittadini e i fruitori del secondo scalo più importante della città metropolitana di Roma, dopo quello di Termini, sono ormai esasperati da questi episodi e da questo è nata l'inchiesta del programma di Paolo Del Debbio. A divulgare il video di quanto accaduto presso la stazione Tiburtina è stato il consigliere regionale della Lega Daniele Giannini, che ha manifestato tutto il suo dissenso con una lunga nota. "Esprimo solidarietà alla troupe della trasmissione Dritto e Rovescio di Paolo Del Debbio per la vile aggressione subita questa mattina nei pressi della Stazione Tiburtina, per testimoniare lo stato di degrado dell'area con la presenza di numerosi extracomunitari e sbandati di ogni sorta i quali, evidentemente, credono di essersi ritagliati una zona franca dove possono commettere qualsiasi sopruso e atto delinquenziale", si legge nel messaggio del consigliere. La presa di posizione di Daniele Giannini continua, rivelando che è stato necessario spostare il capolinea della linea di autobus 548 per permettere l'accampamento abusivo dei migranti nei pressi della stazione. Questo ha generato inevitabili disagi ai cittadini ma crea ansie e paure anche agli utisti TPL, che quotidianamente hanno a che fare con scene di (purtroppo) ordinaria delinquenza.

"Finita la quarantena, e con l'inizio della Fase 2, tornano in alcune zone della città le bande di irregolari clandestini, che andrebbero immediatamente espulsi e non lasciati al completo bivacco o, peggio ancora, a tirare bottiglie di birra vuote nei confronti di chi fa informazione. Il tempo del buonismo è finito, è tempo di riaccendere le ruspe", ha concluso il consigliere della Lega. Fortunatamente nessuno degli operatori della trasmissione di Paolo Del Debbio è stato ferito o ha riportato lesioni dall'aggressione, le cui immagini verranno probabilmente trasmesse nel corso della prossima puntata. L'appuntamento è per giovedì 21 maggio in prima serata su Rete 4, quando Paolo Del Debbio informerà i suoi telespettatori su quanto avvenuto nella capitale.

mercoledì 27 maggio 2020

Almirante, l’amore per l’Italia anche quando era buio. Come oggi



Vive sempre il pensiero di Giorgio Almirante e anche oggi la preghiera dei tantissimi che lo amarono sarà rivolta al suo nome. E al nome di una Patria in sofferenza.

È un anniversario – il 32mo dalla scomparsa – reso ancora più triste da una pandemia che nega persino di potersi radunare in tanti a messa, come invece avvenuto ogni anno, dal 1988 ad ora.

 Sarà ancora più forte e struggente il ricordo, nella malinconia della solitudine. Anche se la famiglia con cui il Segretario scelse di vivere non farà passare inosservata la giornata.

Non ci sarà il rito religioso – ha fatto sapere Assunta Almirante – “per garantire la sicurezza di tutti ed evitare assembramenti”.

Vive sempre il pensiero di Giorgio Almirante e anche oggi la preghiera dei tantissimi che lo amarono sarà rivolta al suo nome. E al nome di una Patria in sofferenza.

È un anniversario – il 32mo dalla scomparsa – reso ancora più triste da una pandemia che nega persino di potersi radunare in tanti a messa, come invece avvenuto ogni anno, dal 1988 ad ora.

 Sarà ancora più forte e struggente il ricordo, nella malinconia della solitudine. Anche se la famiglia con cui il Segretario scelse di vivere non farà passare inosservata la giornata.

Non ci sarà il rito religioso – ha fatto sapere Assunta Almirante – “per garantire la sicurezza di tutti ed evitare assembramenti”.

Referendum Italexit, Vittorio Sgarbi: “Questa è l’Europa delle banche e dei burocrati, dobbiamo uscirne”



 Elena Sempione – Roma, 27 mag – «Questa Europa delle banche e della burocrazia non fa gli interessi dei cittadini. È un’Europa fantoccio, che esiste solo sulla carta, che ha il volto cinico del sistema bancario e quello opportunista degli alti burocrati di Strasburgo e Bruxelles aggrappati ai loro privilegi. È un’Europa di vincoli e non di opportunità.

 E in questi mesi di pandemia abbiamo scoperto sulla nostra pelle, in spregio al principio fondante del mutuo soccorso, come, in realtà, prevalgano egoismi e paure». È con queste parole che Vittorio Sgarbi ha annunciato il suo sostegno a un referendum di indirizzo sul recesso dello Stato italiano dall’Unione europea. In una parola: l’Italexit.
La raccolta firme per un referendum
Nello specifico, si tratta di un progetto di legge d’iniziativa popolare elaborato da giuristi e accademici, che ha l’obiettivo di restituire all’Italia sovranità politica, fiscale e monetaria. Tra gli ideatori del progetto, che si chiama «Libera l’Europa – Uexit», figurano in particolare gli avvocati Gian Luca Proietti Toppi e Daniele Ricciardi.

L’iniziativa ha dunque riscosso l’approvazione di numerosi specialisti e ha incassato l’appoggio di Vittorio Sgarbi, deputato attualmente nel Gruppo misto alla Camera. L’obiettivo è dunque quello di raccogliere le firme necessarie per arrivare a un referendum che chiederà a tutti gli italiani di sposare l’uscita della nazione dall’Unione europea.
Sgarbi sposa l’Italexit
Secondo quanto hanno fatto sapere i promotori dell’iniziativa, oggi una loro delegazione depositerà il progetto di legge costituzionale presso la Corte di Cassazione. Subito dopo sarà formalmente costituito il comitato promotore «Libera l’Europa – Uexit» con la partecipazione di rappresentanti di gruppi, associazioni, comitati e movimenti che vorranno aderire.

Gli organizzatori hanno anche reso noti i loro contatti: Luca Proietti Toppi (+39 338 8306683) e Daniele Ricciardi (+ 39 328 0393216) oppure 06 94810359. «Dopo gli adempimenti tecnici – hanno spiegato – partirà la raccolta delle firme che vedrà come protagonisti tutti gli amministratori locali, sindaci e consiglieri comunali dei 7.904 comuni italiani.

Proprio i comuni sono le vittime dei vincoli europei; a partire dal 1999 con il Patto di stabilità interno e dal 2013 con l’equilibrio di bilancio figlio del Fiscal Compact». Insomma, come confermano numerosi sondaggi, l’Italexit sta diventato per molti elettori un’opzione sempre più gradita. E ora potrà contare sull’appoggio anche di un frontman nato come Vittorio Sgarbi.

Il Ministero degli Esteri italiano “regala” 3 milioni di euro per l’assistenza di migranti e rifugiati in venezuela



(ANSA) – BRUXELLES – I donatori internazionali hanno promesso un totale di 2,544 miliardi (di cui 595 milioni di euro in sovvenzioni), con l’Unione europea e i suoi Stati membri che hanno mobilitato 231,7 milioni in finanziamenti a fondo perduto. La Commissione europea da sola ha impegnato 144,2 milioni di euro per assistenza umanitaria immediata, assistenza allo sviluppo a medio e lungo termine e interventi di prevenzione dei conflitti.

La Banca europea per gli investimenti ha annunciato 400 milioni di euro di prestiti supplementari per la regione. A riferire i dati è la stessa Commissione europea.

Per l’Italia ha partecipato alla Conferenza la vice ministra agli Esteri, Emanuela Del Re, che ha annunciato il contribuito del Paese per 3 milioni di euro. Il contributo finanzierà il piano regionale delle Nazioni Unite di assistenza a migranti e rifugiati, ha spiegato Del Re, precisando che “oltre a essere impegnata da un punto di vista umanitario, l’Italia lavora per assicurare una soluzione politica alla crisi venezuelana”.

L’Ue e il governo della Spagna, con il sostegno dell’Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) e dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), hanno organizzato la Conferenza internazionale dei donatori in solidarietà con i rifugiati e i migranti venezuelani nei paesi della regione, nel contesto del Covid-19. Oltre 60 paesi, agenzie Onu, istituzioni finanziarie internazionali e rappresentanti della società civile nazionale e internazionale vi hanno partecipato.

“Sono lieto di annunciare che l’Unione europea contribuirà a questa conferenza fornendo 144,2 milioni di euro in nuovi fondi per gli aiuti umanitari, la cooperazione allo sviluppo e la prevenzione dei conflitti”, ha detto l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell nel suo intervento alla Conferenza dei donatori in solidarietà con i migranti ed i rifugiati venezuelani. “Inoltre, la Banca europea per gli investimenti metterà a disposizione 400 milioni di euro di prestiti per i paesi di accoglienza dei migranti“, ha aggiunto.

“Oltre 5 milioni di persone sono state costrette a lasciare il Venezuela. E’ il più grande esodo nella storia dell’America Latina, secondo solo alla Siria nel mondo”, ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio europeo Charles Michel in occasione della Conferenza internazionale dei donatori in solidarietà con i migranti ed i rifugiati venezuelani. “Il Covid-19 ha peggiorato le cose. L’Ue e la Spagna, l’agenzia Onu per i rifugiati e l’Onu sono pronti ad aiutare nell’odierna Conferenza dei donatori. #Together4Venezuelans”, ha aggiunto Michel.

La grillina Castelli senza vergogna: “Non ci sono mascherine? Colpa degli italiani che le vogliono griffate”



di Adriana De Conto – Hanno preso gusto nel governo a scaricare la colpa sugli italiani. La grillina Laura Castelli lo fa facendo una gaffe imperdonabile ed offendendo. Anzi trattandoci da cretini irresponsabili. Ospite a Live-Non è la d’Urso, ecco come ha giustificato l’assenza delle mascherine in Italia. Castelli, incalzata dalla conduttrice Barbara d’Urso, ha detto testualmente: “Le mascherine in Italia mancano non per carenze del Governo ma perché gli italiani le vogliono griffate e personalizzate” Signori, è la viceministra dell’Economia che parla. Ecco in che mani siamo.

Neanche la percezione della realtà in cui vive. Lo scandalo delle mascherine si è profilato da subito, a inizio pandemia. I nostri medici sono morti perché i dispositivi di sicurezza non c’erano, sono giunti in ritardo, quando sono giunti. Lo scandalo mascherine alla Regione Lazio è ancora un capitolo da indagare e lei osa dire tale bestialità? Per la Castelli il caos sugli strumenti di protezione in questi mesi non è mai esistito.

E la colpa è degli italiani che cercherebbero invece una mascherina trendy. Anziché rispondere del perché non si trovino mascherine a 0,50 centesimi la viceministra derubrica la vicenda alla megalomania capriccio fashion: robaa da matti. Il frutto velenoso di questo esecutivo frutto di impreparazione e pregiudizio è questo qui. Tristezza leggi la notizia su Il Secolo D’Italia

PALAMARA, SMS A PATRONAGGIO SU CASO DICIOTTI: “SIAMO TUTTI CON TE”, COMPLOTTO TOGHE PER ELIMINARE SALVINI

E’ evidente che si è verificato un vero e proprio colpo di Stato istituzionale del deep state contro Salvini e la democrazia.

 Una vasta rete di corruzione politica e morale imprigiona l’Italia. Toghe rosse, politici e vertici istituzionali: un verminaio senza precedenti. Serve una grande igiene che spazzi via tutto.

Un messaggio al pm di Agrigento Luigi Patronaggio: “Carissimo Luigi ti chiamerà anche Legnini siamo tutti con te”. Firmato: Luca Palamara. Bastano queste parole per comprendere il clima di accerchiamento politico e giudiziario in cui si muoveva Matteo Salvini. La data è significativa: le 16.45 del 24 agosto 2018, come riporta il Fatto quotidiano.

Palamara e Legnini (all’epoca ancora vicepresidente del Csm) esprimono il loro appoggio totale al procuratore che stava indaga nndo sul ministro degli Interni per il caso Diciotti. “Il giorno successivo – ricorda ancora il Fatto -, quando sarà a Roma per interrogare i funzionari del Viminale, Salvini che è ministro dell’Interno, sarà indagato”. Interpellato dal Fatto, Legnini smentisce: “Non ne ho alcun ricordo e comunque mai ho parlato con Patronaggio di indagini penali”.

Il giorno dopo, alle 8.20, Patronaggio risponde a Palamara e, spiega ancora il Fatto, ad altri esponenti della magistratura: “Il Viminale nella persona del capo di gabinetto Piantedosi è sempre stato informato dell’evolversi della situazione così come il capo della polizia”. La polizia giudiziaria sta valutando “i rilievi penali della condotta della ong i cui rappresentanti già oggi verranno iscritti nel registro degli indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.

Patronaggio anticipa ai collegi, via sms, un atto d’indagine: l’iscrizione dei futuri indagati. Pochi minuti dopo, la notizia diventa di pubblico dominio con un’agenzia Ansa. Quei messaggi, spiegava il procuratore siciliano, avevano un solo fine: “Che la discussione avvenga con criteri tecno-giuridici corretti”. Ora, interpellato dal Fatto, commenta così: “Ricordo solo sms ricevuti e inviati a carattere istituzionale nell’interesse di una corretta informazione”.

Open Arms, messaggio di Orban a Salvini: “Congratulazioni. La tua è una buona battaglia. L’Ungheria è con te”



Da Il Tempo – Il messaggio del premier ungherese Viktor Orban a Matteo Salvini per festeggiare il no della giunta per le Elezioni e le Immunità del Senato alla richiesta di processo sul caso Open Arms parte da un vecchio cellulare Nokia.

 “La tua battaglia è una buona battaglia. Siamo con te, Matteo!”, scrive in un post il premier ungherese alfiere del sovranismo che posta su Facebook la foto del suo cellulare con l’sms al leader della Lega. “Caro amico! Congratulazioni. L’Ungheria è con te”. Rilanciando il post del premier ungherese, Salvini commenta: “Grazie di cuore all’amico premier ungherese Viktor Orbán per il bellissimo messaggio”.
Un messaggio che fa male a tutti quelli che volevano vedere l’ex ministro dell’Interno leghista alla sbarra per “sequestro di persona” nella vicenda dello sbarco dei migranti della nave Ong.
Sui social gli anti-Salvini si attaccano al cellulare di Orban tra ironia e frustrazione complottista: “Ha un telefono usa e getta come gli spacciatori di Better Call Saul (la serie Netflix, ndr)”, scherza uno. “Ha volutamente messo un telefono vecchio per raccogliere empatia/nostalgia presso chi non si può permettere telefoni recenti.

Ogni scatto è marketing politico”, scrive un altro non realizzando che il cellulare in foto è di Orban, non di Salvini. “La notizia è che Salvini e Orban comunicano con un usa e getta Il caro vecchio non hackerabile Nokia”. Insomma ogni scusa è buona per gettare ombre sui sovranisti. Leggi la notizia su Il Tempo

Latina: senegalese terrorizza i clienti di un bar e minaccia gli agenti con bicchiere rotto e forbici in mano



Di Greta Paolucci – Una furia scatenata quella del 40enne senegalese che ha seminato il panico a Latina. Una violenza cieca e incontenibile, fortunatamente arginata al momento giusto dalle forze dell’ordine che hanno evitato che la situazione degenerasse ulteriormente. E allora: prima la provocazione sulle panchine rimosse dalla strada. Poi le ingiurie e le minacce contro le forze dell’ordine. Infine l’aggressione brandendo nelle mani un paio di forbici…
Senegalese minaccia i clienti di un bar e gli agenti intervenuti
Ma andiamo con ordine. Gli agenti di pattuglia, impegnati nei controlli sulla prevenzione e contrasto delle trasgressioni dei divieti imposti dalle prescrizioni del Dpcm in materia di contenimento del coronavirus, arrivano sul posto indicato in una selezione telefonica arrivata al 113. Un passante ha appena denunciato la presenza di persone che minavano la sicurezza recando disturbo. Sono le 17.30 circa quando la volante arriva in via Pier Luigi Nervi a Latina. Gli agenti, giunti nelle vicinanze di un bar della zona, notano subito uno straniero che, in evidente stato di alterazione, inveisce contro i clienti. Alla richiesta di esibizione dei documenti, però, l’uomo si rifiuta di mostrarli. In contemporanea, alle spalle dei poliziotti, arriva un altro straniero, G.M. senegalese di 40 anni, che ingiuriando e minacciando poliziotti e cittadini presenti, lamenta che sono state tolte alcune panchine poste nelle vicinanze, deliberatamente per danneggiarli.
Prima rifiuta di farsi identificare. Poi minaccia gli agenti con le forbici
La situazione peggiora ulteriormente al momento dei controlli. Come l’altro immigrato, anche il senegalese arrivato a supporto del primo straniero, rifiuta di collaborare all’identificazione. E dopo aver aggredito sia verbalmente che fisicamente gli agenti. Dopo essere entrato nel bar con un bicchiere di vetro e con un paio di forbici, ha continuato a inveire contro i poliziotti. L’uomo si è poi allontanato entrando in un palazzo. Ma a quel punto, grazie all’invio di altre pattuglie, gli agenti hanno chiuso tutte le vie di fuga dello stabile, costringendolo a consegnarsi. Accompagnato presso gli uffici di Polizia è stato arrestato. Informato il pm di turno, ieri G.M. è stato condannato a sei mesi di reclusione con la misura cautelare dell’obbligo di firma.

martedì 26 maggio 2020

IMMIGRATO, SEDIATE DI FERRO IN TESTA AD ANZIANO: IN 14 PER BLOCCARLO – FOTO



Tutto è iniziato quando due carabinieri in pensione di ronda per garantire la sicurezza del mercatino all’aperto hanno chiesto ad un magrebino di circa 30 anni di mettersi la mascherina.

Che ha reagito afferrando una sedia di ferro e cercando di colpire sulla testa uno dei due ex carabinieri.

Sono corsi in aiuto i passanti che si sono frapposti fra l’uomo e i due ex carabinieri.

A dare una mano sono intervenute anche 4 vigilesse che però, ovviamente, non sono riuscite a bloccare l’energumeno di 1.90 per oltre 120 kg che si divincolava colpendo le persone a destra e a manca. La pistola, evidentemente, è ormai un oggetto non utilizzabile, quasi di antiquariato nel mondo di Sun Angeles.

Allora a supporto delle 8 persone sono intervenute anche due pattuglie della Polizia di Stato: dopo aver inseguito il soggetto con non poca fatica sono riuscite a bloccarlo e ammanettarlo a terra.

Ci sono volute una quindicina di persone per bloccare l’africano che ha seminato il panico fra le persone che facevano acquisti: 4 vigilesse e 2 pattuglie della Polizia. Non è normale. Ormai la politica buonista impone di non ferire il criminale, rendendo gli arresti un’impresa.

E pensare che una sola pallottola risolverebbe il problema. Per sempre.

PROCURA LANCIA ALLARME: “BARCONI CARICHI DI DELINQUENTI TUNISINI”



Gli sbarchi autonomi delle ultime settimane a Lampedusa e sulle coste dell’Agrigentino hanno messo a nudo un fenomeno che preoccupa la Procura di Agrigento. Un vero e proprio allarme: barconi carichi di delinquenti:

 “A bordo di quelle imbarcazioni c’è un gran numero di giovani tunisini con precedenti penali già espulsi dall’Italia che ritornano”, dice il procuratore Luigi Patronaggio, uno non certo xenofobo, che ha appena firmato il fermo di alcuni di loro ritenuti gli scafisti dell’ultimo barcone con 51 clandestini a bordo arrivato qualche giorno fa a Lampedusa. E 63 tunisini sono arrivati direttamente a Pantelleria.
Vengono a farsi regolarizzare:
Ieri sera la squadra mobile di Agrigento diretta da Giovanni Minardi ha bloccato due giovani di 21 e 23 anni accusandoli di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e tentata estorsione nei confronti di un connazionale che non aveva potuto pagare per intero il costo della traversata.

I due sono anche i responsabili delle violenze a bordo della nave Moby Zazà dove i tunisini erano stati trasferiti per trascorrere in crociera il periodo di quarantena e dalla quale si è gettato in mare, perdendo la vita, un clandestino di 28 anni.

Poi sono stati trasferiti nel resort di lusso Villa Sikania. L’attività della Procura di Agrigento, in sinergia con la Squadra Mobile, è particolarmente mirata sul reingresso illegale in Italia di cittadini tunisini già ritenuti indesiderati per pregresse attività illecite.

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