mercoledì 27 maggio 2020

Almirante, l’amore per l’Italia anche quando era buio. Come oggi



Vive sempre il pensiero di Giorgio Almirante e anche oggi la preghiera dei tantissimi che lo amarono sarà rivolta al suo nome. E al nome di una Patria in sofferenza.

È un anniversario – il 32mo dalla scomparsa – reso ancora più triste da una pandemia che nega persino di potersi radunare in tanti a messa, come invece avvenuto ogni anno, dal 1988 ad ora.

 Sarà ancora più forte e struggente il ricordo, nella malinconia della solitudine. Anche se la famiglia con cui il Segretario scelse di vivere non farà passare inosservata la giornata.

Non ci sarà il rito religioso – ha fatto sapere Assunta Almirante – “per garantire la sicurezza di tutti ed evitare assembramenti”.

Vive sempre il pensiero di Giorgio Almirante e anche oggi la preghiera dei tantissimi che lo amarono sarà rivolta al suo nome. E al nome di una Patria in sofferenza.

È un anniversario – il 32mo dalla scomparsa – reso ancora più triste da una pandemia che nega persino di potersi radunare in tanti a messa, come invece avvenuto ogni anno, dal 1988 ad ora.

 Sarà ancora più forte e struggente il ricordo, nella malinconia della solitudine. Anche se la famiglia con cui il Segretario scelse di vivere non farà passare inosservata la giornata.

Non ci sarà il rito religioso – ha fatto sapere Assunta Almirante – “per garantire la sicurezza di tutti ed evitare assembramenti”.

Referendum Italexit, Vittorio Sgarbi: “Questa è l’Europa delle banche e dei burocrati, dobbiamo uscirne”



 Elena Sempione – Roma, 27 mag – «Questa Europa delle banche e della burocrazia non fa gli interessi dei cittadini. È un’Europa fantoccio, che esiste solo sulla carta, che ha il volto cinico del sistema bancario e quello opportunista degli alti burocrati di Strasburgo e Bruxelles aggrappati ai loro privilegi. È un’Europa di vincoli e non di opportunità.

 E in questi mesi di pandemia abbiamo scoperto sulla nostra pelle, in spregio al principio fondante del mutuo soccorso, come, in realtà, prevalgano egoismi e paure». È con queste parole che Vittorio Sgarbi ha annunciato il suo sostegno a un referendum di indirizzo sul recesso dello Stato italiano dall’Unione europea. In una parola: l’Italexit.
La raccolta firme per un referendum
Nello specifico, si tratta di un progetto di legge d’iniziativa popolare elaborato da giuristi e accademici, che ha l’obiettivo di restituire all’Italia sovranità politica, fiscale e monetaria. Tra gli ideatori del progetto, che si chiama «Libera l’Europa – Uexit», figurano in particolare gli avvocati Gian Luca Proietti Toppi e Daniele Ricciardi.

L’iniziativa ha dunque riscosso l’approvazione di numerosi specialisti e ha incassato l’appoggio di Vittorio Sgarbi, deputato attualmente nel Gruppo misto alla Camera. L’obiettivo è dunque quello di raccogliere le firme necessarie per arrivare a un referendum che chiederà a tutti gli italiani di sposare l’uscita della nazione dall’Unione europea.
Sgarbi sposa l’Italexit
Secondo quanto hanno fatto sapere i promotori dell’iniziativa, oggi una loro delegazione depositerà il progetto di legge costituzionale presso la Corte di Cassazione. Subito dopo sarà formalmente costituito il comitato promotore «Libera l’Europa – Uexit» con la partecipazione di rappresentanti di gruppi, associazioni, comitati e movimenti che vorranno aderire.

Gli organizzatori hanno anche reso noti i loro contatti: Luca Proietti Toppi (+39 338 8306683) e Daniele Ricciardi (+ 39 328 0393216) oppure 06 94810359. «Dopo gli adempimenti tecnici – hanno spiegato – partirà la raccolta delle firme che vedrà come protagonisti tutti gli amministratori locali, sindaci e consiglieri comunali dei 7.904 comuni italiani.

Proprio i comuni sono le vittime dei vincoli europei; a partire dal 1999 con il Patto di stabilità interno e dal 2013 con l’equilibrio di bilancio figlio del Fiscal Compact». Insomma, come confermano numerosi sondaggi, l’Italexit sta diventato per molti elettori un’opzione sempre più gradita. E ora potrà contare sull’appoggio anche di un frontman nato come Vittorio Sgarbi.

Il Ministero degli Esteri italiano “regala” 3 milioni di euro per l’assistenza di migranti e rifugiati in venezuela



(ANSA) – BRUXELLES – I donatori internazionali hanno promesso un totale di 2,544 miliardi (di cui 595 milioni di euro in sovvenzioni), con l’Unione europea e i suoi Stati membri che hanno mobilitato 231,7 milioni in finanziamenti a fondo perduto. La Commissione europea da sola ha impegnato 144,2 milioni di euro per assistenza umanitaria immediata, assistenza allo sviluppo a medio e lungo termine e interventi di prevenzione dei conflitti.

La Banca europea per gli investimenti ha annunciato 400 milioni di euro di prestiti supplementari per la regione. A riferire i dati è la stessa Commissione europea.

Per l’Italia ha partecipato alla Conferenza la vice ministra agli Esteri, Emanuela Del Re, che ha annunciato il contribuito del Paese per 3 milioni di euro. Il contributo finanzierà il piano regionale delle Nazioni Unite di assistenza a migranti e rifugiati, ha spiegato Del Re, precisando che “oltre a essere impegnata da un punto di vista umanitario, l’Italia lavora per assicurare una soluzione politica alla crisi venezuelana”.

L’Ue e il governo della Spagna, con il sostegno dell’Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) e dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), hanno organizzato la Conferenza internazionale dei donatori in solidarietà con i rifugiati e i migranti venezuelani nei paesi della regione, nel contesto del Covid-19. Oltre 60 paesi, agenzie Onu, istituzioni finanziarie internazionali e rappresentanti della società civile nazionale e internazionale vi hanno partecipato.

“Sono lieto di annunciare che l’Unione europea contribuirà a questa conferenza fornendo 144,2 milioni di euro in nuovi fondi per gli aiuti umanitari, la cooperazione allo sviluppo e la prevenzione dei conflitti”, ha detto l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell nel suo intervento alla Conferenza dei donatori in solidarietà con i migranti ed i rifugiati venezuelani. “Inoltre, la Banca europea per gli investimenti metterà a disposizione 400 milioni di euro di prestiti per i paesi di accoglienza dei migranti“, ha aggiunto.

“Oltre 5 milioni di persone sono state costrette a lasciare il Venezuela. E’ il più grande esodo nella storia dell’America Latina, secondo solo alla Siria nel mondo”, ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio europeo Charles Michel in occasione della Conferenza internazionale dei donatori in solidarietà con i migranti ed i rifugiati venezuelani. “Il Covid-19 ha peggiorato le cose. L’Ue e la Spagna, l’agenzia Onu per i rifugiati e l’Onu sono pronti ad aiutare nell’odierna Conferenza dei donatori. #Together4Venezuelans”, ha aggiunto Michel.

La grillina Castelli senza vergogna: “Non ci sono mascherine? Colpa degli italiani che le vogliono griffate”



di Adriana De Conto – Hanno preso gusto nel governo a scaricare la colpa sugli italiani. La grillina Laura Castelli lo fa facendo una gaffe imperdonabile ed offendendo. Anzi trattandoci da cretini irresponsabili. Ospite a Live-Non è la d’Urso, ecco come ha giustificato l’assenza delle mascherine in Italia. Castelli, incalzata dalla conduttrice Barbara d’Urso, ha detto testualmente: “Le mascherine in Italia mancano non per carenze del Governo ma perché gli italiani le vogliono griffate e personalizzate” Signori, è la viceministra dell’Economia che parla. Ecco in che mani siamo.

Neanche la percezione della realtà in cui vive. Lo scandalo delle mascherine si è profilato da subito, a inizio pandemia. I nostri medici sono morti perché i dispositivi di sicurezza non c’erano, sono giunti in ritardo, quando sono giunti. Lo scandalo mascherine alla Regione Lazio è ancora un capitolo da indagare e lei osa dire tale bestialità? Per la Castelli il caos sugli strumenti di protezione in questi mesi non è mai esistito.

E la colpa è degli italiani che cercherebbero invece una mascherina trendy. Anziché rispondere del perché non si trovino mascherine a 0,50 centesimi la viceministra derubrica la vicenda alla megalomania capriccio fashion: robaa da matti. Il frutto velenoso di questo esecutivo frutto di impreparazione e pregiudizio è questo qui. Tristezza leggi la notizia su Il Secolo D’Italia

PALAMARA, SMS A PATRONAGGIO SU CASO DICIOTTI: “SIAMO TUTTI CON TE”, COMPLOTTO TOGHE PER ELIMINARE SALVINI

E’ evidente che si è verificato un vero e proprio colpo di Stato istituzionale del deep state contro Salvini e la democrazia.

 Una vasta rete di corruzione politica e morale imprigiona l’Italia. Toghe rosse, politici e vertici istituzionali: un verminaio senza precedenti. Serve una grande igiene che spazzi via tutto.

Un messaggio al pm di Agrigento Luigi Patronaggio: “Carissimo Luigi ti chiamerà anche Legnini siamo tutti con te”. Firmato: Luca Palamara. Bastano queste parole per comprendere il clima di accerchiamento politico e giudiziario in cui si muoveva Matteo Salvini. La data è significativa: le 16.45 del 24 agosto 2018, come riporta il Fatto quotidiano.

Palamara e Legnini (all’epoca ancora vicepresidente del Csm) esprimono il loro appoggio totale al procuratore che stava indaga nndo sul ministro degli Interni per il caso Diciotti. “Il giorno successivo – ricorda ancora il Fatto -, quando sarà a Roma per interrogare i funzionari del Viminale, Salvini che è ministro dell’Interno, sarà indagato”. Interpellato dal Fatto, Legnini smentisce: “Non ne ho alcun ricordo e comunque mai ho parlato con Patronaggio di indagini penali”.

Il giorno dopo, alle 8.20, Patronaggio risponde a Palamara e, spiega ancora il Fatto, ad altri esponenti della magistratura: “Il Viminale nella persona del capo di gabinetto Piantedosi è sempre stato informato dell’evolversi della situazione così come il capo della polizia”. La polizia giudiziaria sta valutando “i rilievi penali della condotta della ong i cui rappresentanti già oggi verranno iscritti nel registro degli indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.

Patronaggio anticipa ai collegi, via sms, un atto d’indagine: l’iscrizione dei futuri indagati. Pochi minuti dopo, la notizia diventa di pubblico dominio con un’agenzia Ansa. Quei messaggi, spiegava il procuratore siciliano, avevano un solo fine: “Che la discussione avvenga con criteri tecno-giuridici corretti”. Ora, interpellato dal Fatto, commenta così: “Ricordo solo sms ricevuti e inviati a carattere istituzionale nell’interesse di una corretta informazione”.

Open Arms, messaggio di Orban a Salvini: “Congratulazioni. La tua è una buona battaglia. L’Ungheria è con te”



Da Il Tempo – Il messaggio del premier ungherese Viktor Orban a Matteo Salvini per festeggiare il no della giunta per le Elezioni e le Immunità del Senato alla richiesta di processo sul caso Open Arms parte da un vecchio cellulare Nokia.

 “La tua battaglia è una buona battaglia. Siamo con te, Matteo!”, scrive in un post il premier ungherese alfiere del sovranismo che posta su Facebook la foto del suo cellulare con l’sms al leader della Lega. “Caro amico! Congratulazioni. L’Ungheria è con te”. Rilanciando il post del premier ungherese, Salvini commenta: “Grazie di cuore all’amico premier ungherese Viktor Orbán per il bellissimo messaggio”.
Un messaggio che fa male a tutti quelli che volevano vedere l’ex ministro dell’Interno leghista alla sbarra per “sequestro di persona” nella vicenda dello sbarco dei migranti della nave Ong.
Sui social gli anti-Salvini si attaccano al cellulare di Orban tra ironia e frustrazione complottista: “Ha un telefono usa e getta come gli spacciatori di Better Call Saul (la serie Netflix, ndr)”, scherza uno. “Ha volutamente messo un telefono vecchio per raccogliere empatia/nostalgia presso chi non si può permettere telefoni recenti.

Ogni scatto è marketing politico”, scrive un altro non realizzando che il cellulare in foto è di Orban, non di Salvini. “La notizia è che Salvini e Orban comunicano con un usa e getta Il caro vecchio non hackerabile Nokia”. Insomma ogni scusa è buona per gettare ombre sui sovranisti. Leggi la notizia su Il Tempo

Latina: senegalese terrorizza i clienti di un bar e minaccia gli agenti con bicchiere rotto e forbici in mano



Di Greta Paolucci – Una furia scatenata quella del 40enne senegalese che ha seminato il panico a Latina. Una violenza cieca e incontenibile, fortunatamente arginata al momento giusto dalle forze dell’ordine che hanno evitato che la situazione degenerasse ulteriormente. E allora: prima la provocazione sulle panchine rimosse dalla strada. Poi le ingiurie e le minacce contro le forze dell’ordine. Infine l’aggressione brandendo nelle mani un paio di forbici…
Senegalese minaccia i clienti di un bar e gli agenti intervenuti
Ma andiamo con ordine. Gli agenti di pattuglia, impegnati nei controlli sulla prevenzione e contrasto delle trasgressioni dei divieti imposti dalle prescrizioni del Dpcm in materia di contenimento del coronavirus, arrivano sul posto indicato in una selezione telefonica arrivata al 113. Un passante ha appena denunciato la presenza di persone che minavano la sicurezza recando disturbo. Sono le 17.30 circa quando la volante arriva in via Pier Luigi Nervi a Latina. Gli agenti, giunti nelle vicinanze di un bar della zona, notano subito uno straniero che, in evidente stato di alterazione, inveisce contro i clienti. Alla richiesta di esibizione dei documenti, però, l’uomo si rifiuta di mostrarli. In contemporanea, alle spalle dei poliziotti, arriva un altro straniero, G.M. senegalese di 40 anni, che ingiuriando e minacciando poliziotti e cittadini presenti, lamenta che sono state tolte alcune panchine poste nelle vicinanze, deliberatamente per danneggiarli.
Prima rifiuta di farsi identificare. Poi minaccia gli agenti con le forbici
La situazione peggiora ulteriormente al momento dei controlli. Come l’altro immigrato, anche il senegalese arrivato a supporto del primo straniero, rifiuta di collaborare all’identificazione. E dopo aver aggredito sia verbalmente che fisicamente gli agenti. Dopo essere entrato nel bar con un bicchiere di vetro e con un paio di forbici, ha continuato a inveire contro i poliziotti. L’uomo si è poi allontanato entrando in un palazzo. Ma a quel punto, grazie all’invio di altre pattuglie, gli agenti hanno chiuso tutte le vie di fuga dello stabile, costringendolo a consegnarsi. Accompagnato presso gli uffici di Polizia è stato arrestato. Informato il pm di turno, ieri G.M. è stato condannato a sei mesi di reclusione con la misura cautelare dell’obbligo di firma.

martedì 26 maggio 2020

IMMIGRATO, SEDIATE DI FERRO IN TESTA AD ANZIANO: IN 14 PER BLOCCARLO – FOTO



Tutto è iniziato quando due carabinieri in pensione di ronda per garantire la sicurezza del mercatino all’aperto hanno chiesto ad un magrebino di circa 30 anni di mettersi la mascherina.

Che ha reagito afferrando una sedia di ferro e cercando di colpire sulla testa uno dei due ex carabinieri.

Sono corsi in aiuto i passanti che si sono frapposti fra l’uomo e i due ex carabinieri.

A dare una mano sono intervenute anche 4 vigilesse che però, ovviamente, non sono riuscite a bloccare l’energumeno di 1.90 per oltre 120 kg che si divincolava colpendo le persone a destra e a manca. La pistola, evidentemente, è ormai un oggetto non utilizzabile, quasi di antiquariato nel mondo di Sun Angeles.

Allora a supporto delle 8 persone sono intervenute anche due pattuglie della Polizia di Stato: dopo aver inseguito il soggetto con non poca fatica sono riuscite a bloccarlo e ammanettarlo a terra.

Ci sono volute una quindicina di persone per bloccare l’africano che ha seminato il panico fra le persone che facevano acquisti: 4 vigilesse e 2 pattuglie della Polizia. Non è normale. Ormai la politica buonista impone di non ferire il criminale, rendendo gli arresti un’impresa.

E pensare che una sola pallottola risolverebbe il problema. Per sempre.

PROCURA LANCIA ALLARME: “BARCONI CARICHI DI DELINQUENTI TUNISINI”



Gli sbarchi autonomi delle ultime settimane a Lampedusa e sulle coste dell’Agrigentino hanno messo a nudo un fenomeno che preoccupa la Procura di Agrigento. Un vero e proprio allarme: barconi carichi di delinquenti:

 “A bordo di quelle imbarcazioni c’è un gran numero di giovani tunisini con precedenti penali già espulsi dall’Italia che ritornano”, dice il procuratore Luigi Patronaggio, uno non certo xenofobo, che ha appena firmato il fermo di alcuni di loro ritenuti gli scafisti dell’ultimo barcone con 51 clandestini a bordo arrivato qualche giorno fa a Lampedusa. E 63 tunisini sono arrivati direttamente a Pantelleria.
Vengono a farsi regolarizzare:
Ieri sera la squadra mobile di Agrigento diretta da Giovanni Minardi ha bloccato due giovani di 21 e 23 anni accusandoli di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e tentata estorsione nei confronti di un connazionale che non aveva potuto pagare per intero il costo della traversata.

I due sono anche i responsabili delle violenze a bordo della nave Moby Zazà dove i tunisini erano stati trasferiti per trascorrere in crociera il periodo di quarantena e dalla quale si è gettato in mare, perdendo la vita, un clandestino di 28 anni.

Poi sono stati trasferiti nel resort di lusso Villa Sikania. L’attività della Procura di Agrigento, in sinergia con la Squadra Mobile, è particolarmente mirata sul reingresso illegale in Italia di cittadini tunisini già ritenuti indesiderati per pregresse attività illecite.

SENTENZE EVERSIVE: TOGLIERE BUONI SPESA A ITALIANI PER DARLI A IMMIGRATI



Perché questo è: se hai un numero limitato di soldi e li destini anche a loro, li neghi ai nostri.

 La magistratura è un verminaio indecoroso. Lo dimostrano le intercettazioni di Palamara.

Quindi non sorprende che Asgi, finanziata da Soros, presenti deliranti ricorsi in tribunali che ritiene ‘adatti’ e che questi tribunali partoriscano sentenze eversive in cui: De Magistris che ‘discrimina’ gli immigrati. Roba da fiction.

 La Costituzione parla chiaramente di CITTADINI. Qualunque sentenza di questo tipo è costituzionalmente eversiva. Oltre che naturalmente eversiva, che poi è quello che più importa.


Perché questo è: se hai un numero limitato di soldi e li destini anche a loro, li neghi ai nostri.

 La magistratura è un verminaio indecoroso. Lo dimostrano le intercettazioni di Palamara.

Quindi non sorprende che Asgi, finanziata da Soros, presenti deliranti ricorsi in tribunali che ritiene ‘adatti’ e che questi tribunali partoriscano sentenze eversive in cui: De Magistris che ‘discrimina’ gli immigrati. Roba da fiction.

 La Costituzione parla chiaramente di CITTADINI. Qualunque sentenza di questo tipo è costituzionalmente eversiva. Oltre che naturalmente eversiva, che poi è quello che più importa.

Lamorgese ha spalancato tutto, ora le frontiere sono “assediate”: è iniziato l’assalto dei clandestini all’Italia



Aumentano le partenze dalla Libia, non si fermano gli attraversamenti sul Carso triestino, tornano i respingimenti a Ventimiglia. Negli ultimi giorni le frontiere italiane sono state prese d’assalto. Sono 285 i migranti sbarcati tra sabato e domenica, stando ai dati diffusi dal Viminale. Ma con la fine del lockdown e l’estate ormai alle porte i numeri potrebbero salire ulteriormente già a partire dalle prossime settimane.

 Soltanto negli ultimi due giorni almeno 400 migranti sono stati intercettati dalla Guardia Costiera libica mentre tentavano di raggiungere le coste italiane. A riferirlo è Safa Msehli, portavoce dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim). I richiedenti asilo sono stati poi trasferiti in un centro di detenzione a Zawya, cittadina ad ovest di Tripoli.
Non si fermano gli sbarchi in Sicilia
In settanta, invece, ce l’hanno fatta. Sono quelli che domenica mattina, a bordo di un peschereccio di dieci metri, hanno raggiunto la marina di Palma di Montechiaro, nell’Agrigentino. Alcuni testimoni all’inizio avevano parlato di 400 rifugiati. “Sono state viste tantissime persone che scappavano per le campagne circostanti”, aveva riferito il sindaco, Stefano Castellino. Una versione poi smentita dalle autorità, che oggi hanno disposto il trasferimento dei migranti, quasi tutti tunisini, a Taranto.

Quello di Palma di Montechiaro è l’ennesimo sbarco fantasma. Domenica altri 52 sono approdati sugli scogli di Linosa a bordo di una imbarcazione di medie dimensioni. Il giorno prima a Lampedusa erano sbarcati 47 tunisini. È di questa mattina, invece, la segnalazione di un barcone in pericolo con a bordo 91 persone. I migranti si trovavano a 35 miglia da Malta quando si sono messi in contatto con la linea della Ong Alarm Phone per richiedere un “salvataggio immediato”.

Anche a maggio i numeri del Viminale fotografano un aumento degli arrivi rispetto allo stesso periodo del 2019. Dall’inizio dell’anno sono 4.737 le persone giunte in Italia, contro le 1.490 dell’anno precedente. Di quelli approdati sulle coste siciliane nel finesettimana nove sono pure finiti in manette per aver fatto rientro nel nostro Paese dopo essere stati espulsi o respinti. Alcuni di loro dovevano scontare condanne per reati commessi all’interno dei confini italiani.
Altri 70 migranti intercettati sul Carso triestino
Continuano gli ingressi anche al confine italo-sloveno. Qui i migranti arrivano a piedi, zaino in spalla, dopo aver attraversato i Balcani, oppure stipati all’interno di auto o tir. I passaggi sono ripresi dalla fine di aprile, con l’inizio della fase due dell’emergenza sanitaria. In 70 sono stati bloccati alle porte di Trieste tra domenica e lunedì. In maggioranza afghani e pakistani, anche loro come gli altri verranno messi in quarantena nella tendopoli allestita al Campo Sacro, un ex campo scout sul Carso.

Il Sap, Sindacato autonomo di Polizia, parla di “rintracci quotidiani”. “L’ennesimo, dopo quello di ieri e dei giorni scorsi: una situazione che obbliga oggi una maggiore attenzione da parte del governo centrale”, denuncia in una nota il segretario provinciale di Trieste, Lorenzo Tamaro. Per il rappresentante di categoria “è fondamentale che si agevolino ed incrementino le pratiche di riammissione in Slovenia degli immigrati che entrano clandestinamente sul nostro territorio nazionale”. Ma secondo il prefetto, Valerio Valenti, i numeri non sarebbero “eccessivamente preoccupanti”. “È chiaro poi che possono anche intervenire fattori scatenanti: se ad esempio ne arrivano 200 in una sola giornata e non riusciamo ad attivare i meccanismi per accoglierli, allora il problema diventa serio”, ha aggiunto. Finora però, assicura, “il governo è molto attento”.

Non è d’accordo il vice sindaco di Trieste, Paolo Polidori. “La rete cittadina dell’accoglienza è messa a dura prova, soltanto i minori non accompagnati che il comune ha l’obbligo di prendere in carico nelle strutture della città sono 400, e ci costano un milione di euro al mese”, ci dice al telefono. “Da Roma – attacca – non arrivano indicazioni precise, la quarantena rende tutto più difficile e il sistema rischia di collassare da un momento all’altro perché i flussi non si fermeranno”. “In Bosnia – continua Polidori – i campi profughi sono stracolmi, si parla di almeno 10mila persone, so per certo che da lì si sono messi in marcia almeno in 500″.

L’arrivo dell’estate rischia di peggiorare le cose. “La Croazia fa il possibile per controllare le proprie frontiere, ma appena inizieranno a sbarcare i primi turisti la maggior parte degli agenti di polizia verrà spostata nelle zone di villeggiatura e il confine resterà sguarnito – aggiunge il vicesindaco – sono tutti fattori che non fanno prevedere miglioramenti da questo punto di vista”. La soluzione per lui sono i respingimenti. “Al confine con la Slovenia però non vengono fatti – denuncia Polidori – il governo ha paura, i militari sono pochi e i migranti una volta passato il confine si cambiano e buttano tutti gli oggetti riconducibili al Paese di provenienza”.
Tornano i respingimenti a Ventimiglia
A Ventimiglia, invece, i respingimenti da parte dei poliziotti francesi sono ricominciati. A denunciarlo qualche giorno fa, è stata la Caritas Intemelia, che parla di una ripresa del transito dei migranti, “soprattutto afghani”. Per ora i numeri sono esigui. Si parla di una decina di persone al giorno. Cifre che però potrebbero salire nelle prossime settimane. “Se continueranno gli sbarchi in Sicilia di conseguenza aumenteranno anche gli arrivi qui al confine, e poi non dimentichiamoci che ci sono anche gli ingressi dalla rotta balcanica, quelli non si sono mai fermati”, ci spiegano dagli uffici della Polizia di frontiera.

Il prefetto di Imperia, Alberto Intini, per ora è tranquillo. “Non mi sembra una situazione preoccupante, forse può esserlo in prospettiva”, dice raggiunto al telefono da ilGiornale.it. “Siamo sull’ordine dei 10 respingimenti al giorno da parte dei francesi, sabato sono arrivati una ventina di migranti alla stazione di Ventimiglia – fa sapere – dati che sono certamente in aumento rispetto all’ultima settimana”. “Ma – sottolinea – veniamo da un periodo di lockdown in cui gli arrivi sono stati zero”.

“Come hanno fatto ad attraversare l’Italia se gli spostamenti tra le regioni sono ancora vietati”, attacca invece il deputato leghista Flavio Di Muro. “Se continueranno a mancare i controlli e una gestione degli sbarchi – avverte – è inevitabile che presto assisteremo di nuovo alle scene che abbiamo vissuto in passato qui a Ventimiglia”. “L’annuncio della sanatoria voluta dalla ministra dell’agricoltura Teresa Bellanova e l’inserimento nel decreto rilancio della possibilità di accogliere i richiedenti asilo nella rete SIPROIMI, quella degli ex Sprar, sicuramente stanno contribuendo a far aumentare il numero delle partenze”, ragiona il deputato della Lega.

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