martedì 10 dicembre 2019

L’ordine di Bergoglio: “Picchiate duro su Matteo Salvini”. Antonio Socci svela il piano “sinistro”



Vedendo l’ ossessione della Sinistra per Salvini, in questi mesi, sembra di tornare indietro nel tempo. Quante volte abbiamo già visto questo triste film, questa sorta di caccia (politica) all’ uomo nero da parte dei “sinceri democratici”, questa fanatica mostrificazione, questo assalto collettivo al Nemico dell’ umanità?

La Sinistra in Italia è sempre stata così, da decenni: una fabbrica di odio, di intolleranza e demonizzazione. Con tanti “addetti ai livori” a supportarla sui media. Ci sono intere biblioteche che documentano questa storia, dagli anni del Dopoguerra a quelli recenti: fiumi di odio tracimanti contro tutti coloro che venivano individuati come nemici perché osavano opporsi alla sua egemonia (in certi momenti storici, in cui i gruppi più settari inseguivano la rivoluzione, com’ è noto, non è mancata nemmeno la violenza fisica).

I maggiori avversari della Sinistra hanno subito lunghe campagne di odio, sono stati demonizzati, ossessivamente attaccati, dileggiati e “asfaltati”. Con il coro – ovvio – di molti media e delle piazze. Si sperava che con il crollo (nella vergogna) del comunismo la nostra Sinistra, che per anni aveva sostenuto regimi disumani, facesse una severa autocritica e cambiasse anche il suo modo di far politica. Invece ha solo rovesciato la giacca, il giorno dopo il crollo del Muro ha annunciato che non c’ erano più comunisti (anzi, nessuno ricordava di esserlo stato) e ha continuato a imperversare esattamente con gli stessi metodi: con la stessa pratica della demonizzazione dell’ avversario. Accompagnata dai salotti radical-chic e cattoprogressisti.

Così negli anni duemila è toccato a Berlusconi, appena entrato in politica. E oggi è esattamente il film che stiamo vedendo contro Salvini e – più di recente – contro Giorgia Meloni da quando il suo consenso è cresciuto (si è già guadagnata la copertina dell’ Espresso di questa settimana).

È un film già visto. La Sinistra cambia poco. Oggi sono tutti ossessionati da Salvini. Lo sognano pure di notte. Ogni loro discorso ruota attorno a Salvini. Sempre. Salvini qua, Salvini là. Ogni sua parola o gesto o selfie dà l’ occasione alla Sinistra per scagliare scomuniche e invettive. Salvini è l’ alibi che permette loro di giustificare qualsiasi loro scelta. Sono stati fino ad agosto nemici acerrimi dei grillini? Se le sono dette di tutti i colori? Hanno idee opposte? Eppure subito sono corsi a farci il governo insieme: per fermare Salvini.
SCARSO CONSENSO
Ma – si obietta loro – avete perso le elezioni, gli italiani vi hanno mandato al minimo storico e i sondaggi dicono che è un governo senza maggioranza nel Paese. Risposta: non importa, è nostro dovere fermare Salvini, noi salviamo la democrazia governando come minoranza; dobbiamo fare questa indigestione di poltrone perché altrimenti – se facessimo votare gli italiani – vincerebbe Salvini. Fatto il governo litigano su qualunque cosa, riconoscono loro stessi che un esecutivo così non può andare avanti, che è un disastro per il Paese, però – ti spiegano – dobbiamo tenerlo in vita con l’ ossigeno pur di tenere Salvini all’ opposizione. Chiedi loro come possono subire il Mes voluto dalla Germania che sarà un disastro l’ Italia (come hanno certificato voci autorevoli e indipendenti) e loro ti rispondono: Salvini vuole portarci fuori dall’ euro (Gualtieri ha addirittura accusato Salvini di aver fatto sul Mes «una campagna terroristica»).

Chiunque attacchi Salvini ha il loro plauso: fosse pure Francesca Pascale, la compagna di Berlusconi, che ha detto di pensare a «scendere in piazza con le sardine».Risposta del capo delle sardine, Mattia Santori: «La Pascale tra noi? Diamo il benvenuto a chiunque si discosti dal sovranismo». Salvini per loro è il male assoluto (il diavolo, insinuava una celebre copertina di Famiglia cristiana).

Scalfari ieri è arrivato a scrivere che «Salvini è un dittatore» che «lascerebbe il posto di padrone del Mediterraneo al presidente di tutte le Russie, Vladimir Putin», insomma «Salvini sarebbe il suo alto rappresentante nel Mediterraneo» e vorrebbe «un’ Italia rappresentante internazionale d’ un grande impero straniero». C’ è da trasecolare. In Italia c’ è davvero stato un partito che prendeva ordini dall’ Unione Sovietica, ma era il Pci. Scalfari fu anticomunista? Del resto a quel tempo era il Pci che accusava la Dc di De Gasperi di essere “asservita” agli Usa e alla Nato.
REALTÀ ROVESCIATA
A proposito di rovesciamento della frittata: Scalfari – invece dei suoi risibili scenari di fantapolitica – non vede oggi concretamente un’ Italia “asservita” ad altre potenze straniere? Non coglie sudditanza in altri partiti?

Nessuno risponderà. Perché attaccare Salvini è l’ imperativo categorico. Salvini ha la colpa di tutto, pure dell’ acqua alta a Venezia che c’ è da secoli. Per qualunque cosa bisogna puntare il dito su Salvini. Giorni fa si è vista in televisione una “sardina” attaccare Salvini per il Jobs Act. Il realtà il Jobs Act lo ha fatto il Pd, ma quel giovanotto attaccava Salvini perché anno scorso, a suo dire, avrebbe dovuto abolirlo. L’ altroieri il giornale dei vescovi, Avvenire, ha pubblicato un editoriale in prima pagina: «Giù le mani da Maria». Parlava dei “collettivi blasfemi” dell’ Università di Bologna che avevano organizzato – in occasione della festa dell’ Immacolata – il party «Immacolata con(tracc)ezione». L’ invito «con tanti preservativi svolazzanti sopra a un’ immagine mariana» recitava: «Mettiamo al bando la verginale santità mariana».

A Sinistra c’ è anche questo, com’ è noto. Avvenire in quell’ editoriale parlava di «politici senza rispetto» ma – attenzione – non per criticare la Sinistra, bensì per mettere quei «collettivi blasfemi» sullo stesso piano di Salvini perché, a Porta a porta, di recente ha citato, invitando a meditarlo, un messaggio dato dalla Madonna a Medjugorje. Si resta senza parole davanti a tale ostilità preconcetta. Questa è una novità rispetto agli anni Settanta.

È entrata a far parte di questo partito del livore e della demonizzazione anche la chiesa bergogliana. E non si ricorda nella storia della Chiesa dell’ ultimo secolo una tale demonizzazione personale: mai i media cattolici e i vescovi hanno manifestato una tale ossessione contro un politico (non certo per i leader del Pci, più che rispettati, e neanche per i radicali anticlericali). Mai si è vista una cosa simile.

Davvero singolare considerato che Salvini è cattolico, che raccoglie il voto della maggioranza dei cattolici e che si batte in difesa dei valori cristiani (la Lega, per dire, è stata la prima a protestare per quella manifestazione di Bologna, mentre la Curia del cardinal Zuppi è arrivata per ultima).

L’ altra novità è surreale ed è questa: a differenza dei decenni passati, fino all’ epoca Berlusconi, oggi questo “partito dell’ odio” e della demonizzazione si maschera, nientemeno, da anti odio, ovviamente accusando di odio Salvini. Ed è tutto una risibile sfilata di vecchi compagni che si atteggiano a suorine dell’ amore caritatevole.

Il vecchio Marx nel 18 brumaio di Luigi Bonaparte scriveva: «Hegel nota in un passo delle sue opere che tutti i grandi fatti e i grandi personaggi della storia universale si presentano per, così dire, due volte. Ha dimenticato di aggiungere la prima volta come tragedia, la seconda volta come farsa».

È il caso della Sinistra italiana che fu comunista, oggi “progressista”, che fino a ieri addirittura andava in sollucchero perfino per il testo di Gramsci intitolato Odio gli indifferenti e che oggi scatenerebbe il finimondo se quella parola “odio” fosse pronunciate da Salvini, dal momento che la Sinistra attuale si straccia le vesti accusando di odio i suoi avversari perfino se parlano della fede cristiana e del presepio. È il mondo alla rovescia.

L’ex viceministro Garavaglia smaschera il governo delle tasse: “Dopo benzina e gasolio tasseranno pure l’acqua”



Una vera e propria mazzata per gli italiani. È questa la drastica previsione che Massimo Garavaglia esplicita per quanto riguarda il prossimo anno: i principali colpevoli ovviamente sono Movimento 5 Stelle e Partito democratico, che costituiscono il cosiddetto “governo delle tasse“.

Intervistato da Libero, il leghista ha voluto fare luce su diversi aspetti importanti. Tralasciando plastic e sugar tax, vi sono balzelli più gravi: “Partiamo con l’acqua“. Su questo aspetto inizieranno a vedersi i primi effetti: “Alle macchinette distributrici le bottiglia di plastica bio costano in media 25 centesimi in più, l’aumento c’è già“.

E come se non bastasse sarebbero state aumentate “le tasse anche sulle concessioni per le acque minerali“, il che comporterebbe un “aumento del prezzo per i consumatori“. Non hanno risparmiato neanche l’energia: “C’è un bell’aumento anche sulla tassa per le concessioni dei produttori e distributori di energia. Così anche le bollette aumenteranno“.
Benzina e gasolio
Si parla poco dell’aumento del costo della benzina e del gasolio, e perciò l’ex viceministro all’Economia ha tenuto a fare chiarezza: “La parte corposa dell’emendamento alla finanziaria sta proprio qui“. L’aumento delle accise vale per il 2021 ben 868 milioni di euro “che diventeranno oltre un miliardo e mezzo nel 2023 e poi si stabilizzerà attorno al miliardo e due l’anno“.

Per non parlare degli investimenti: da giorni si vocifera del piano choc di Matteo Renzi per le infrastrutture, ma in realtà “in manovra c’è un bel taglio da 460 milioni ai danni di Rete Ferroviaria Italiana…“. “Una vera e propria stupidaggine“, la giudica. Considerando anche che il bonus Befana vale tre miliardi di euro: “Sono i soldi che verranno restituiti come rimborso per una parte delle spese effettuate dai cittadini con carte“.

Garavaglia si è rivolto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “Dovrebbe spiegare agli italiani che senso ha aumentare il prezzo di benzina, gasolio ed energia, che usano tutti, e invece restituire (in minima parte) soldi solo a chi paga con le carte, cioè ai ricchi“. Dunque il giudizio sull’esecutivo giallorosso non può che essere negativo: “Questa è la manovra delle bandierine e delle tasse che spuntano dappertutto“.

Nella manovra c’è una riduzione del cuneo, ma “non avrà effetti perché verrà sterilizzato dagli aumenti di tutte le altre tasse“. E infine c’è lo sgravio Ires, o meglio, non c’è più: “Una detassazione che valeva 4 miliardi nei prossimi 4 anni e che è stata tolta, giusto per dare un altro ‘aiutino’ alle aziende“.

lunedì 9 dicembre 2019

SY VOLEVA BRUCIARE BIMBI ITALIANI PER APRIRE I PORTI ALLE ONG: “ACCUSO SALVINI”




TERRORISTA IN NOME DELLE ONG PER APRIRE I PORTI
“Non sono un assassino né un terrorista e mi auguro che giustizia sia fatta anche per noi africani. Sono anch’io un figlio dell’Africa, quell’Africa che voi conoscete molto bene, che ha visto i suoi figli spogliati della dignità umana, di ogni diritto alla serenità, alla felicità, anche oggi”. 

Sono le parole questa mattina in aula, rendendo dichiarazioni spontanee, di Ousseynou Sy, il 47enne che ha dirottato e incendiato un bus con 50 bambini a bordo, due insegnanti e una bidella lo scorso 20 marzo a San Donato Milanese.
L’ATTACCO A MATTEO SALVINI
Poi: “Come cittadino italiano e africano accuso Salvini ed il suo governo di crimini contro l’umanità e di genocidio. Quando una persona non viene soccorsa per strada, viene accusata di omissione di soccorso“.

Parlando delle sue azioni, Sy ha aggiunto: “L’ho fatto per l’Africa che ha tutto quello che serve per vivere per 10mila anni. Mi chiedo, cosa spinge milioni di persone ad affrontare l’inferno per una vita migliore? La risposta: lo sfruttamento, il disprezzo del popolo africano.

Ci chiamate poveracci, sventurati, disgraziati. Noi non siamo né poveracci né sventurati né disgraziati. E quando guardiamo i bambini galleggiare, ormai ci abbiamo fatto l’abitudine, non ci fa più né caldo né freddo”. Questo è stato ‘radicalizzato’ dalla propaganda ‘umanitaria’ delle ong e dei media di regime: è il primo ‘terrorista umanitario’.

 Ci siamo portati in casa una bomba ad orologeria. E sono sparsi per le nostre città. Come mine a tempo.


SARDINA’ DEVASTA GAZEBO LEGA CONTRO IL MES: SERVI DEL REGIME – VIDEO








Luigi Di Maio fa il “navigator” e piazza il suo amico d’infanzia nello staff della presidenza del consiglio



Resta a Palazzo Chigi ma cambia stanza: Dario De Falco, ex capo della segreteria politica di Luigi di Maio, si accasa nello staff del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. Il contratto è stato registrato il 5 settembre scorso, giorno del giuramento del Conte bis. Ma solo due giorni fa, sul sito della presidenza del Consiglio, sono stati pubblicati tutti gli incarichi dei consulenti (111) dell’esecutivo giallorosso.

De Falco, pomiglianese e amico d’infanzia del capo politico dei Cinque stelle, è stato il primo a essere salvato dal navigator Di Maio nel passaggio dal Conte 1 al Conte 2. Lo stipendio non è ancora noto: il decreto che stabilisce il compenso è in fase di registrazione. Dario De Falco sarà consulente del sottosegretario Riccardo Fraccaro per le questioni istituzionali. E sarà soprattutto l’occhio (vigile) di Di Maio a Palazzo Chigi: tra il leader dei Cinque stelle e De Falco c’è un forte legame. Dovrà marcare stretto il premier Conte e gli alleati del Pd.

Fu proprio Di Maio ad affidare a De Falco l’incarico di tesoriere della campagna elettorale alle Politiche del 2018. Dalla vecchia poltrona (capo della segreteria politica del vicepremier Di Maio) di Palazzo Chigi, il grillino, amico del leader, ha seguito i dossier più delicati. De Falco è reduce dall’apertura a Pomigliano d’Arco di spazio 5 stelle, luogo di ritrovo ed elaborazione politica degli attivisti vicini a Di Maio. E sarà De Falco a curare la diffusione capillare nel Mezzogiorno dei pensatoi vicini a Di Maio. Dovrà dividersi tra Roma, seguendo le questioni istituzionali per il sottosegretario Fraccaro, e le regioni del Sud per il lancio degli spazi 5 stelle.

Nel governo Conte1, per l’amico d’infanzia del ministro Di Maio era previsto uno stipendio pari a 100mila euro. Chissà se la cifra sarà riconfermata con il passaggio alle dipendenze di Fraccaro.

L’amicizia resta, dunque, un valore solido per Di Maio. Enrico Esposito, altro collega di studi del titolare della Farnesina, è stato piazzato nella segreteria del ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli: Esposito guiderà l’ufficio legislativo. Il segretario generale del Mise sarà Salvatore Barca, altro compaesano di Di Maio rimasto nel giro delle poltrone nella fase di transizione tra Conte1 e Conte 2. Compaesana di Di Maio è anche Assia Montanino, la segreteria 26enne pomiglianese, riconfermata nello staff di Patuanelli. Salve le poltrone anche per altri due collaboratori del capo politico dei Cinque stelle: Marco Bellezza e Giovanni Capizzuto. Bellezza, ex consigliere giuridico di Di Maio alla vicepresidenza del Consiglio, è stato spedito nel board del Fondo Nazionale Innovazione (Invitalia Ventures SGR).

Operazione da manuale per Capizzuto: l’ex capo della segreteria tecnica del ministero del Lavoro è stato nominato nel Cda di Anpal, (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro) da Di Maio due giorni prima della nascita del Conte bis. Insomma, l’ultimo atto di Di Maio da ministro del Lavoro è stato trovare un lavoro al suo collaboratore. Chapeau.

Siena, prendeva a testate i ragazzi con violenza inaudita: espulso giovane kosovaro, era il terrore della città



La Polizia di Siena ha eseguito un decreto di espulsione nei confronti di un giovane kosovaro. Era pericoloso per l’ordine e la sicurezza pubblica. Dal 2010 viveva in Italia, in provincia di Siena con la sua famiglia. Proveniva dal Kosovo. Nonostante la giovane età, il ventenne vantava un curriculum criminale di prim’ordine. Ripetute e violente aggressioni a ragazzi nel centro storico di Siena, in Salicotto, Piazza del Mercato, Pantaneto.
Il kosovaro aggrediva i giovani a testate
Era temuto in città proprio per la propensione di colpire le sue vittime con testate di inaudita violenza. Si era distinto per la sua pericolosità già a Capodanno del 2018. Nel centro storico della città, infatti, assieme ad altri suoi due connazionali e a un rumeno, aveva aggredito con inaudita ferocia due ragazzi senesi con calci e pugni. Le vittime avevano fratture multiple al volto, di tale gravità da sottoporsi a delicati interventi chirurgici.
L’arresto e poi l’autorizzazione per la scuola
In quella circostanza il giovane kosovaro era stato arrestato. Successivamente, era stato obbligato a rimanere presso la sua abitazione, su disposizione del Gip. Poi ha ottenuto un’autorizzazione per recarsi a scuola a Siena. Ma era stato scoperto più volte, anche in orario scolastico, nel centro della città, in compagnia di soggetti pregiudicati sempre in situazioni di pericolo per l’incolumità pubblica.
La notte del 18 settembre scorso
Per tale motivo l’avevano segnalato ripetutamente alla locale Procura della Repubblica. La notte del 18 settembre scorso – assieme ad altri cinque ragazzi – prima aveva trascorso la serata, ubriaco per le vie del centro e aveva infastidito i passanti. Poi si era recato in una camera d’albergo nel centro di Siena.

domenica 8 dicembre 2019

IMMIGRATI FUORI CONTROLLO, AUTOMOBILISTI OSTAGGIO: MARCIANO SULLE CITTÀ – VIDEO



Altre immagini agghiaccianti della guerriglia scatenate l’altro giorno dagli immigrati abusivi in Puglia e Calabria:




SINDACO DI DESTRA LIBERA PAESINO DA 120 IMMIGRATI: PREDECESSORE DI SINISTRA INCASSAVA 400MILA EURO OSPITANDOLI NEI SUOI B&B



Alla fine ha vinto lui. E i cittadini. Una battaglia cominciata anni fa, che ha coinvolto tutto e tutti, media, gente, amministratori, provincia, Prefettura e pure la Curia. Walter Semperboni si è battuto per anni per fare chiudere il business dell’immigrazione nel suo paese. Ora, a Lizzola non ci sono più immigrati.

Erano arrivati a 120, tra Lizzola e Gavazzo, a fronte di una popolazione di 160 residenti, di cui però molti in settimana sono via per lavoro. “Insomma, un’enclave africana”, commenta Walter Semperboni, ora vicesindaco.

Era un esperimento dell’allora governo del Pd da ampliare a tutta l’Italia: sostituire gli italiani con ‘loro’.

Poi era arrivato Salvini. La chiusura dei porti e il taglio delle risorse aveva fatto chiudere le coop: erano rimasti ‘solo’ sei immigrati. Ora sono zero.

“Quando ancora non ero in amministrazione – commenta Semperboni – avevo sempre detto che il numero elevato e le presenze erano aumentate anche per il fatto che la sindaca e l’amministrazione non facevano la voce grossa con la Prefettura e la Cooperativa, detto questo Salvini quando era Ministro dell’Interno aveva ridotto le entrate per le cooperative e quindi non è certo merito tutto mio, anzi, ai tempi la lotta l’abbiamo fatta in pochi, io, Romina che ora è sindaco e pochi altri e ci hanno dato dei razzisti, ci siamo sentiti dare e dire di tutto, ma in realtà avevamo capito che qui non si trattava di aiutare questa gente ma era solo un business e la gente questa cosa l’ha capita e sono venuti dalla nostra parte e le mie preferenze alle elezioni sono dovute anche a questo mio impegno”.

Chi l’aveva preceduto, il sindaco di sinistra, sulla presenza dei fancazzisti aveva messo su un business. Un grande business: una catena di B&B in cui ospitava a spese dei contribuenti i ‘profughi’.

La sinistra al governo ha finanziato la sinistra degli affari (Coop). Che poi ha finanziato la sinistra al governo: è così, ad esempio, che funziona in Emilia. I ‘cattolici’ al governo, invece, hanno finanziato Caritas et similia. E poi c’è l’a ‘ndrangheta.

Ma in certi casi sono andati oltre. In modo pacchiano.

E’ il caso del deputato di centrosinistra Sergio Piffari, già sindaco di Valbondione. Piffari aveva creato una vera e propria catena di bed&breakfast per fancazzisti a Lizzola. La vicenda è poi finita in prescrizione.

sabato 7 dicembre 2019

“Silenzio, altrimenti vedrai quello che ti succede”: residenti minacciati dai migranti della rotta balcanica



Da TriesteCafe – Zaini, calze, pantaloni, sacchi a pelo, blister vuoti di medicinali (in particolare antidolorifici e antinfluenzali) e altri indumenti. Sono numerosi i cumuli di abiti che si trovano in zona Bottazzo e San Dorligo della Valle.

 Lo sottolinea Telequattro nel corso di un servizio andato in onda nel Tg odierno. Il freddo e l’inverno ormai alle porte non sembrano quindi aver arrestato la rotta Balcanica, più viva che mai. Immagini quindi piuttosto inconsuete e inedite in questa stagione, piuttosto frequenti invece nella stagione primaverile e estiva.

 A Bottazzo, alcuni abitanti e frequentatori della zona sono stati intervistati d Telequattro, con il volto scuro degli stessi nel momento della pronuncia da parte del giornalista della parola migranti. Alcuni abitanti sarebbero stati minacciati dai migranti con un “silenzio, altrimenti vedrai quello che ti succede” alla loro richiesta di lasciare la proprietà privata.

Alcuni li hanno fatti allontanare brandendo un bastone prima che la situazione degenerasse. Altri, quando vedono un gruppetto di migranti, si rinchiudono in casa per la paura. Serenità e pace hanno lasciato il campo alla paura e all’impotenza.

L’ultima follia del Partito Democratico: “Cancellare la parola famiglia, è discriminatoria”. Ira di Salvini: “Vergognatevi”



Non bastavano genitore 1 e genitore 2. Pur di cancellare la parola “famiglia“, il Partito democratico si è inventato l’ultima genialata per l’inclusione delle coppie omosessuali: una perifrasi per tentare di superare un termine definito discriminatorio ma che in realtà rappresenta la base di ogni civiltà.

 I dem del Friuli-Venezia Giulia hanno presentato degli emendamenti per rimuovere il termine “famiglia” dalla riforma sanitaria che sta per essere approvata.

Il gruppo si è giustificato dicendo che si tratta “di un allargamento delle tutele in ambito sanitario“, posto che “le reti prevedono la famiglia come nucleo centrale“. Perciò si vorrebbe allargare le tutele anche agli esterni, compagni, amanti, amici. Che però familiari non sono.

E dunque potrebbero esserci anche delle novità in salsa rossa: “padre di famiglia” dovrebbe essere sostituito da “Genitore 1 della rete formale e informale della persona”.
“Vergognatevi”
A smascherare la recente follia della sinistra è stato il governatore leghista Massimiliano Fedriga: “Il Pd vuole eliminare il concetto di famiglia. Ci credete??? Nella riforma sanitaria che stiamo approvando in Friuli Venezia Giulia abbiamo inserito la centralità della famiglia. Questa è la sinistra! E poi ci raccontano che non vogliono attaccare la famiglia…“. 

Nell’emendamento si legge: “Al comma 2 dell’art. 8 le parole “famiglia” sono sostituite dalle seguenti ‘rete formale e informale della persona’“. Duro l’attacco anche da parte di Matteo Salvini: “Pazzesco! Nella riforma sanitaria che il governo della Lega in Friuli Venezia Giulia sta approvando è stato inserito il riferimento alla centralità della famiglia. Il Pd che cosa fa? Vorrebbe togliere la parola famiglia e chiamarla rete formale e informale della persona“. 

Il leader della Lega ha poi proseguito: “Ma vergognatevi! Grazie al nostro governatore Massimiliano Fedriga e ai nostri consiglieri che impediscono la svendita dei valori fondanti della nostra civiltà. È solo buonsenso!“.


venerdì 6 dicembre 2019

Ora la sinistra “santifica” Carletti, ma gli orrori di Bibbiano restano sotto inchiesta. E pure le accuse di falso e abuso di ufficio



Prima di scaldarsi tanto i dem dovrebbero riflettere su un fatto: il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, al quale la Cassazione ha revocato l’obbligo di dimora nell’ambito dello scandalo «Angeli e Demoni» sul presunto sistema di affidi illeciti di minori scoppiato in Val d’Enza (Reggio Emilia), nel giugno scorso, è, e resta, indagato per abuso d’ufficio e falso per l’affidamento di locali per la cura di minori.

Nulla è cambiato da questo punto di vista e, infatti, lo attende il processo (per la metà di dicembre è prevista la chiusura delle indagini preliminari) assieme agli altri 28 indagati nell’inchiesta condotta dalla Procura di Reggio Emilia tra cui anche una funzionaria del Comune di Reggio Emilia. Che sia innocente o meno lo stabiliranno i giudici. Non quelli del Pd o Matteo Renzi. Eppure a sentire i dem sembra che Carletti sia il nuovo martire.

Minacce e insulti sessisti sono piovuti sulla pagina Facebook, e nei messaggi privati, della candidata del centrodestra alla presidenza dell’Emilia-Romagna, Lucia Borgonzoni, per la t-shirt che indossò in Senato con su scritto «Parlateci di Bibbiano», con le lettere P e D scritte in rosso in riferimento polemico al partito del sindaco Carletti. Lei replica dando del tu all’interlocutore: «Non mi faccio intimidire, ma vado avanti. Ecco l’effetto del clima d’odio seminato da qualche democratico che forse si è dimenticato che il sindaco Carletti, resta indagato. Se ne parlerà a processo, ti sei accorto vero che ci sarà un processo? Io non cambio idea. Chi ha sbagliato deve pagare. Tra un festeggiamento e l’altro il Pd si ricordi dell’orrore dei bambini sottratti alle loro famiglie senza una ragione».

I dem si affrettano, invece, a pretendere le scuse per il sindaco ma non c’è nulla da scusare in verità perché l’indagine è ancora in corso. Pure il deputato dem Matteo Orfini si rifà vivo su Twitter: «Molti si dovrebbero vergognare per aver speculato su Bibbiano. Tanti dovrebbero chiedere scusa. Ma ce ne è uno che più di chiunque altro avrebbe il dovere di farlo: l’attuale ministro degli Esteri», prendendosela con Luigi Di Maio per i duri attacchi mossi al Pd. E per tutta risposta il M5s sarebbe pronto a sgambettare gli alleati di governo con la possibile candidatura alle regionali di Natascia Cersosimo, la consigliera di Cavriago (Re) che per prima scoprì il caso dei bimbi di Bibbiano.

La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ribadisce la propria posizione: «Credo che nessuno debba chiedere scusa, intanto perché la revoca dell’obbligo di dimora a Carletti non vuol dire che non ci sia un procedimento nei confronti del sindaco. In secondo luogo, se queste persone sono colpevoli o innocenti questo lo stabilirà la magistratura. La cosa che a me sfugge è questo accanimento del Pd sulla vicenda di Bibbiano. È stato il Pd che ha acceso i riflettori su un suo interesse facendo una difesa senza precedenti dei suoi rappresentanti coinvolti nella vicenda, io nel dubbio questa difesa ad un mio sindaco non l’avrei fatta».

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