martedì 5 novembre 2019
Germania, il gruppo conservatore Cdu-Csu: “No alla redistruzione dei migranti. Così si fa l’interesse dei trafficanti”
Ala destra dell’Unione, il gruppo conservatore formato al Bundestag da Unione cristiano-democratica (Cdu) e Unione cristiano-sociale (Csu), l’Unione dei valori, che conta quasi la metà di tutti i parlamentari di Cdu-Csu, intende porre fine al piano elaborato dal ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer, per la redistribuzione nell’Ue dei migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale.
A tale scopo, l’Unione dei valori presentera’ un’apposita mozione al congresso che la Cdu terra’ a Lipsia il 22 e 23 novembre prossimo.
E’ quanto ha dichiarato il presidente dell’Unione dei valori, Alexander Mitsch, durante un’intervista rilasciata al quotidiano ”Die Welt”. In base al piano di Seehofer, la Germania si e’ impegnata ad accogliere il 25 per cento dei profughi soccorsi sulla rotta del Mediterraneo centrale.
Come affermato da Mitsch, l’Unione dei valori intende chiedere che tale prassi venga fermata, poiche’ fungerebbe da incentivo per l’immigrazione illegale in Europa e in Germania, cosi’ facendo gli interessi dei trafficanti di esseri umani.
Non essendo un’organizzazione ufficiale ne’ di Cdu ne’ di Csu, l’Unione non potrebbe sottoporre la propria richiesta al voto del congresso di Lipsia. Tuttavia, lo statuto della Cdu prevede la discussione di ogni iniziativa che abbia ottenuto il sostegno di almeno 500 iscritti. La mozione dell’Unione dei valori sul piano di Seehofer per i migranti ha raggiunto tale soglia.
lunedì 4 novembre 2019
Niente militari per festeggiare il 4 Novembre: così i docenti di estrema sinistra insultano la storia e la Patria
Niente militari a scuola per festeggiare il 4 Novembre. È questa l’ultima “protesta” di alcuni docenti di un liceo di Venezia, il Marco Polo, che hanno ha deciso di criticare in questo modo contro la decisione del presidete di invitare esponenti militari per celebrare la Festa dell’unità nazionale e delle Forze Armate.
Un giorno di unità, appunto, che celebra il sacrificio di centinaia di migliaia di ragazzi in divisa che presero parte a uno dei periodi più drammatici e profondi della nostra storia unitaria. Si celebra la vittoria, certo. Quella conquistata sul campo e col sangue. Ma si celebra anche il valore della pace: perché è il sacrificio dei soldati di allora in guerra, così come il lavoro dei nostri militari oggi, a ricordarne l’importanza.
Ma termini come sacrificio, dovere, identità nazionale, pace e senso della Storia non sono evidentemente condivisi da tutti: anche in un giorno che è per definizione Festa dell’Unità Nazionale. Così, le lancette tornano indietro di cento anni, di quando i nostri soldati e ufficiali di ritorno dalla guerra venivano accolti, tornati dal fronte, con freddezza se non con offese e attacchi.
E oggi ricevono quella stessa accoglienza proprio dove invece dovrebbe formarsi il cittadino del futuro: la scuola. Tempio per eccellenza del confronto, del dialogo e dei valori condivisi, e che invece si trasforma in un’arena dove prevale l’ideologia invece che la memoria. Non il confronto, ma lo scontro. E dove il docente abdica al suo ruolo di maestro per dare invece un’impronta ideologica (e sbagliata) al 4 Novembre.
La domanda che si è posto il senatore Andrea Cangini di Forza Italia è la stessa che ci dovremmo porre tutti: “Che razza di insegnamento possono impartire ai giovani quegli insegnanti ‘pacifisti’ del liceo Marco Polo di Venezia che hanno impedito agli studenti di partecipare alle celebrazioni del 4 Novembre perché ‘non in linea con i principi dell’Istituto’?“. Una domanda che Cangini ha poi concretizzato in un’interrogazione in Senato per sapere se il ministro dell’Istruzione prenderà dei provvedimenti.
“Un tramite tra boss e clan”: arrestato il radicale Nicosia, collaboratore della deputata renziana Occhionero
Blitz antimafia della Procura di Palermo. Questa mattina sono state fermate 5 persone con l’accusa di associazione mafiosa e di favoreggiamento. Tra i fermati ci sono il boss di Sciacca Accursio Dimino e Antonello Nicosia, 48 anni, membro del Comitato nazionale dei Radicali italiani.
Per diversi anni Nicosia è stato impegnato sul fronte della difesa dei diritti dei detenuti. Nicosia ha lavorato con Pina Occhionero, deputata di Italia Viva e con un passato in Liberi e Uguali. Nicosia risulterebbe tra i collaboratori della stessa parlamentare.
Secondo le accuse mosse dalla Procura di Palermo, Nicosia avrebbe fatto da tramite tra i boss in carcere e i mafiosi delle famiglie siciliane. Nicosia è un volto noto in Sicilia e soprattutto tra la provincia di Agrigento e quella di Trapani. Conduceva in tv un programma “Mezz’ora d’aria” e dirige l’Osservatorio internazionale dei diritti umani.
Inoltre risulta componente del Comitato nazionale dei radicali italiani. Secondo alcune intercettazioni, Nicosia avrebbe insultato la memoria di Giovanni Falcone definendo la sua morte “un incidente sul lavoro” e proponendo un cambio del nome dell’aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo.
Poi parlava di Matteo Messina Denaro come il “nostro primo ministro”. Poi invitata un interlocutore al telefono a non parlare a vanvera dello stesso “capo dei capi”. Poi spiegava il motivo delle sue visite in carcere: “Quando entri con un deputato non è come quando entri con i Radicali. Chiudono la porta…”.
4 novembre, prof “comunisti” contestano l’incontro con 2 ufficiali di Marina e GdF. Regione: “Ispezione al liceo”
4 novembre, i militari non possono parlare con gli studenti. Così alcuni docenti e studenti del Liceo «Marco Polo» di Venezia hanno contestato l’incontro con due ufficiali della Marina e della Guardia di Finanza. L’iniziativa, secondo loro, violerebbe il principio della nostra Costituzione in cui si ripudia la guerra.
Il dirigente scolastico, Gianni Maddaloni aveva organizzato l’incontro per la giornata del 4 novembre. Gli studenti dovevano incontrare il Tenente di Vascello Elena Gravina della Scuola Navale Militare Francesco Morosini e il Tenente Maria Grazia Ponziano, della Guardia di Finanza. Il preside aveva anche comunicato che l’appuntamento era obbligatorio per le classi dell’ultimo anno.
Le rappresentanze sindacali dell’istituto hanno protestato e il preside ha precisato che la partecipazione all’evento sarebbe stata volontaria. Gli insegnanti pacifisti hanno contestato l’incontro richiamando l’articolo 11 della nostra Costituzione. 4 novembre, l’intervento di Donazzan Una presa di posizione che ha fatto arrabbiare l’assessore all’Istruzione del Veneto Elena Donazzan. «Questi docenti non meritano di insegnare in una scuola italiana. Perché nel loro ruolo di educatori si stanno dimostrando irrispettosi della Costituzione e delle Leggi italiane».
Donazzan ricorda infatti che la Costituzione riconosce il ruolo delle Forze Armate quale organo a difesa dello Stato. E che una Legge italiana dedica alle Forze Armate la giornata dell’anniversario della firma dell’armistizio che segnò la fine della Grande Guerra. Una data storica, quindi, che proprio nelle scuole dovrebbe destare interesse.
La polemica di questi insegnanti è completamente fuori luogo: dimostrano un atteggiamento sovversivo, perché contestare le Forze Armate significa disobbedire alle leggi e mancare di rispetto a chi indossa ogni giorno con grande orgoglio la propria divisa.
“La scuola non è un’organizzazione politica privata, e non può essere utilizzata – conclude – per dar voce a propagande ideologiche ben lontane dal compito educativo degli insegnanti”. Donazzan ha anche annunciato che chiederà un’ispezione nell’istituto: «Interverrò – ha assicurato – chiedendo all’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto un’ispezione in questo Istituto”.
Emergenza odio in rete, si ma quello di sinistra. Consigliere choc: “Meloni è una zo**ola”. Boldrini & Co. zitti
Ormai è chiaro a tutti: gli insulti e i discorsi d’odio sono tali e vanno debellati solo se colpiscono i progressisti. Ne sa qualcosa la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, da settimane bersaglio di violenti attacchi alla sua persona.
Alla sinistra proprio non sta andando giù l’avanzata del suo partito all’interno della coalizione di centro destra (lo dicono i sondaggi, ma anche lo straordinario risultato in Umbria), come non è andata giù a molti l’astensione dei deputati di FdI sulla proposta della senatrice a vita Liliana Segre di istituire una commissione di controllo contro odio, razzismo e antisemitismo.
Così, l’altro ieri, per commentare pacatamente quest’ultima vicenda, il capogruppo di minoranza del consiglio comunale di Santo Stefano, Roger De Bernardin ha pensato bene di definire la Meloni una “zoccola” in un post su Facebook. Un rappresentante delle istituzioni, che si definisce “partigiano comunista” sulla sua pagina Fb, non un troll anonimo.
La reazione dei deputati bellunesi di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo e Marco Osnato non si è fatta attendere: i due hanno chiesto subito l’intervento del prefetto di Belluno. Ma secondo quanto riportato da il Gazzettino, De Bernardin ha fatto l’indiano. Neanche una risposta.
«Ho già attivato il prefetto di Belluno – ha dichiarato De Carlo al Gazzettino – A parte le intollerabili e inaccettabili offese su un tema che come Fratelli d’Italia abbiamo già chiarito, trovo gravissimo che queste vengano da un rappresentante delle istituzioni come un consigliere comunale, seppur di minoranza. Voglio ringraziare tutti quei cittadini di Santo Stefano che lo scorso 26 maggio hanno fatto sì che questa persona non diventasse sindaco”.
E rievoca altri episodi di intolleranza di cui la leader di Fratelli d’Italia è stata oggetto: “Questa è l’ennesima dimostrazione dell’intolleranza di quelli che poi a parole si dichiarano i più tolleranti e accoglienti del mondo: dopo averla messa in una foto a testa in giù, rievocando Piazzale Loreto, ora quella stessa parte politica insulta gratuitamente una donna, una mamma e solo infine un personaggio politico come Giorgia Meloni – conclude De Carlo – Qualcuno vuole atteggiarsi a paladino della sinistra per avere un po’ di visibilità, ma finisce solamente per mettere in luce tutto il suo fanatismo». Le Murgia, le Gruber, le Boldrin? Non pervenute.
Duro anche Osnato: «Una persona così non può sedere in un’istituzione: deve dimettersi subito. Chi si comporta in questo modo non può sedere in consiglio comunale: è un comportamento scandaloso, reiterato e intollerabile per un rappresentante istituzionale. Deve andare via al più presto da un luogo dove il confronto anche duro è sempre ben accetto, ma nei limiti del rispetto delle persone». Infine anche la Donazzan si è espressa sulla vergognosa vicenda: «È un fatto gravissimo. È l’ennesima prova che la sinistra predica bene e razzola male. Vedremo ora se gli intellettuali “de’ noantri” e le donne di sinistra si dissoceranno da questa affermazione come loro stessi avrebbero chiesto a ruoli invertiti».
Genova, magrebino lancia bottiglie di vetro in piazza. Poliziotti lo sottraggono a fatica alla folla inferocita
La lanciato in aria una bottiglia di whisky vuota e questa è caduta in mezzo alla folla, che alle 23 affollava piazza San Donato, epicentro della movida del centro storico. La pesante bottiglia di vetro, miracolosamente, non ha colpito nessuno ed è andata a infrangersi sul lastricato, rompendosi in mille pezzi.
Il rumore ha richiamato l’attenzione della pattuglia del reparto Sicurezza Urbana della polizia locale che si trovava a breve distanza. Gli agenti hanno individuato e fermato il responsabile, un cittadino marocchino di 38 anni, senza fissa dimora, senza alcun titolo per soggiornare in Italia, che mai aveva presentato domanda per il permesso di soggiorno. Gli agenti lo hanno sottratto a fatica alla folla di giovani che si trovava nella piazza.
L’uomo era in evidente stato di ebbrezza. Ha rifiutato di mostrare i documenti, ha tentato di farsi passare per un’altra persona, fingendo di essere un libanese; prima ha tentato di far capire che non parlava né comprendeva l’italiano, in un secondo tempo, invece, oltre a parlare la nostra lingua, ha persino dimostrato di conoscere alcune parole in dialetto genovese. Ha detto agli agenti che nazisti e fascisti avrebbero ammazzato troppo pochi italiani, quindi ha gridato più volte ‘Allah akbar’, risultando però poco credibile come islamista alla luce della quantità di alcol ingurgitata.
Il 38enne ha opposto resistenza agli uomini del reparto Sicurezza, facendo anche più volte un segno con un dito fatto passare di traverso sulla gola. Infine ha simulato un malore fingendo di avere difficoltà respiratorie, ma dopo essere stato soccorso dall’ambulanza e trasportato al Galliera in codice rosso, i medici hanno scoperto che il suo unico problema era tutto l’alcol che aveva bevuto e lo hanno dichiarato guaribile in tre giorni: giusto il tempo di smaltire la solenne sbronza.
L’uomo è così stato denunciato per ubriachezza manifesta, minacce e resistenza a pubblico ufficiale e getto pericoloso di oggetti. È stato anche sanzionato ai sensi dell’ordinanza del sindaco sulle bottiglie di vetro di notte nell’area della movida e gli è stato anche imposto un ordine di allontanamento di 48 ore.
Monza, nigeriano aggredisce una donna per rapina: auto distrutta a sprangate. 4 carabinieri per disarmarlo
Ha devastato l’auto della vittima della sua rapina a colpi di spranga pur di farsi consegnare del denaro, scatenando il panico per le strade di Agrate Brianza. Il responsabile è un 24enne di nazionalità nigeriana il quale, durante il pomeriggio dello scorso venerdì, ha preso di mira una sua connazionale con l’intenzione di derubarla ad ogni costo.
Stringendo in mano un tondino di ferro di circa un metro di lunghezza, ha seguito e minacciato la donna, intimandole di consegnargli il portafogli. Per farle capire che non stava affatto scherzando, l’africano non ha esitato ad utilizzare la spranga di metallo contro la vettura della donna. I colpi rabbiosi sferrati dall’uomo hanno letteralmente devastato il veicolo, facendo scattare l’allarme tra passanti e residenti.
In soccorso della vittima sono giunti i carabinieri della stazione di Agrate Brianza, supportati dai colleghi del nucleo operativo radiomobile di Vimercate, che sono subito entrati in azione per contenere la furia del nigeriano.
Inutile ogni tentativo di farlo ragionare: sono dovuti intervenire in 4 per disarmare il facinoroso e bloccarlo, dopo una breve colluttazione.
Il 24enne è stato tratto in arresto con le accuse di tentata rapina aggravata, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale e si trova ora a disposizione dell’autorità giudiziaria dietro le sbarre del carcere di Monza.
domenica 3 novembre 2019
Migranti, Ruini si ribella al buonismo bergogliano: “Non sottovalutare i problemi che creano”. Salvini: “Incontriamoci”
Se Papa Francesco vuole spostare l’asse della Chiesa a sinistra, sbaglia di grosso. Il cardinale Camillo Ruini, in un’intervista al Corriere della Sera, rivede completamente il rapporto tra il Vaticano e la politica. “Non è questo il tempo per dar vita a un partito dei cattolici – spiega l’88enne storico esponente della Chiesa italiana -.
Mancano i presupposti: per il pluralismo molto accentuato all’interno della Chiesa stessa, e per la sua giusta ritrosia a coinvolgersi nella politica. I cattolici possono però operare all’interno di quelle forze che si dimostrino permeabili alle loro istanze. È una strada oggi più faticosa di ieri, perché la scristianizzazione sta avanzando anche in Italia; ma non mi sembra una strada impossibile”.
Se si parla di politica e religione, impossibile non parlare di Matteo Salvini: “Non condivido l’immagine tutta negativa che viene proposta in alcuni ambienti – è la per certi versi sorprendente risposta di Ruini. Penso che abbia notevoli prospettive davanti a sé; e che però abbia bisogno di maturare sotto vari aspetti.
Il dialogo con lui mi sembra pertanto doveroso anche se personalmente non lo conosco e quindi il mio discorso rimane un po’ astratto. Sui migranti vale per Salvini, come per ciascuno di noi, la parola del Vangelo sull’amore del prossimo; senza per questo sottovalutare i problemi che oggi le migrazioni comportano”.
Il commento di Matteo Salvini sulle parole del cardinale:“Ringrazio il Cardinal Ruini, che spero di poter incontrare, per le parole che invitano al confronto, all’apertura, alla riflessione e all’incontro, per lo sviluppo di valori, principi e idee che sono molto spesso comuni. L’Italia o è cristiana o non lo è. Un conto è accogliere chi scappa dalla guerra, un altro è far finta che in Italia ci sia spazio, casa e lavoro per tutti, cosa che non è e che porta allo scontro”.
L’Italia è diventata il parcheggio delle Ong: Alan Kurdi attracca a Taranto. Asso 30 verso Pozzallo con 200 migranti
È arrivata poco dopo le 8:30 la nave Alan Kurdi dell’Ong tedesca Sea Eye, con a bordo 88 migranti soccorsi la settimana scorsa a largo della Libia. Il porto scelto è stato ancora una volta quello di Taranto, uno scalo indicato già in occasione di un precedente approdo di un’altra nave Ong, in particolare la Ocean Viking di Sos Mediterranée.
Il via libera allo sbarco della Alan Kurdi è arrivato nella giornata di sabato dal Viminale: a quel punto, la nave ha fatto rotta verso Taranto mentre nella città pugliese si predisponevano mezzi e personale di soccorso per gestire le fasi dello sbarco. Attesa per le 8:00 di questa domenica mattino in porto, la Alan Kurdi è arrivata circa mezzora dopo. Sabato scorso la nave è stata intercettata a largo della Libia da alcune motovedette della Guardia Costiera del paese africano.
I mezzi provenienti da Tripoli hanno raggiunto la Alan Kurdi mentre era in corso il soccorso dei migranti sbarcati a Taranto quest’oggi: i libici sostenevano che quel tratto di mare era di propria competenza, intimando ai membri della Sea Eye di non far salire a bordo le persone che erano in quel momento dentro un barcone in difficoltà.
Per tal motivo sono stati esplosi in acqua alcuni colpi di arma da fuoco, con una situazione di tensione che ha rischiato di diventare molto seria. Poi il soccorso è andato avanti, con 92 migranti fatti salire a bordo della Alan Kuri. Quattro di loro sono stati fatti evacuare in questi giorni per motivi sanitari, l’ultimo proprio ieri.
Già da giorni, non solo la Sea Eye ma anche le altre Ong avevano iniziato a fare pressioni sul governo e sull’Europa affinché arrivasse il via libera allo sbarco. Nel Mediterraneo intanto a tenere banco è la presenza di 200 migranti all’interno del mercantile Asso30, soccorsi sempre a largo della Libia. Anche in questo caso sono diversi gli appelli rivolti al governo italiano per far arrivare il via libera allo sbarco.
“Favorisca i documenti prego”: e il magrebino spezza un dito al poliziotto. Caos nell’ufficio anagrafe di Vicenza
Pretendeva di iscriversi all’anagrafe ed ottenere la residenza nel comune di Vicenza, rifiutandosi tuttavia al contempo di fornire documenti personali o declinare le proprie generalità. Protagonista della vicenda un 62enne di nazionalità marocchina il quale, durante la mattinata di ieri, ha creato disordini all’interno degli uffici dell’anagrafe in piazza della Biade.
Spaventati per l’atteggiamento sempre più ostile dello straniero, i dipendenti si sono visti costretti a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Sul posto sono arrivati gli uomini della poloizia locale, ma neppure dinanzi ad essi il magrebino si è dimostrato collaborativo
Inutile ogni tentativo di ottenere informazioni dallo straniero, pur se interpellato dai poliziotti, che lo hanno pertanto invitato a seguirli in centrale per svolgere le dovute operazioni di identificazione.
Dinanzi ad una prospettiva del genere, il nordafricano si è però rivoltato contro gli uomini in divisa, aggredendoli e dando origine ad una colluttazione. In quelle fasi concitate, completamente fuori controllo, il 62enne ha procurato ad un poliziotto la frattura al dito di una mano. È stato denunciato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.
Scandalo imbarazza il Vaticano: Sicilia due suore scoprono di essere incinta, sara stato lo spirito santo?
Sconcerto nella Chiesa siciliana, imbarazzo in Vaticano e, immaginiamo, per Papa Francesco. Due suore africane, una a Militello Rosmarino (Messina) e l’altra a Ispica (Ragusa) sono risultate incinte.
La prima lo ha scoperto dopo aver accusato forti dolori addominali ed essersi recata all’ospedale Sant’Agata di Militello per sottoporsi a un’ecografia. Turbato il sindaco di Militello Rosmarino, Salvatore Riotta: “C’è rammarico per quanto avvenuto.
Sono cose che dispiacciono. La nostra comunità è sconcertata. La situazione è stata gestita male e non in modo riservato come si doveva”.
Maggior riserbo, in effetti, ha avvolto un caso analogo avvenuto nel Ragusano, dove una religiosa originaria del Madagascar, con “incarichi di responsabilità in un centro che si occupa di assistenza agli anziani”, ricorda il Corriere della Sera, è tornata in patria dopo la clamorosa scoperta.
Il caso, però, risalirebbe a circa un mese fa.
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