giovedì 24 ottobre 2019

Una valanga di nuove micro-tasse per 5 miliardi di euro: ecco la manovra “anti-Italia” dei giallorossi



L’Unione Europea aveva chiesto all’Italia chiarimenti sulle misure contenute in una manovra che secondo Bruxelles non rispetterebbe il target di riduzione del debito per il 2020. La risposta del ministero italiano dell’Economia adesso è pronta.

Il documento arriverà in tarda serata alla Commissione europea, per poi essere pubblicato nella giornata di domani sul sito del Mef. “Facciamo una manovra responsabile ma non restrittiva”, ha puntualizzato il ministro Roberto Gualtieri, aggiungendo, all’indirizzo dell’Ue, che questo “è il momento di utilizzare la flessibilità” perché “se lo si fa con pacatezza e credibilità si fa un dialogo serio e civile con l’Europa”.

Insomma, l’Italia è tranquilla, ha risposto all’Europa rispettando le scadenze e la manovra non cambia. Anche perché Bruxelles non ha avanzato alcuna richiesta esplicita di correzione, ma solo un chiarimento sulla politica economica che ha intenzione di varare il governo giallorosso in vista del prossimo anno.

Il nodo più evidente deriva dal fatto che la la Commissione chiedeva un miglioramento del saldo strutturale dello 0,6%, mentre Roma lo ha modificato con un peggioramento dello 0,1%. In ogni caso, assicurano fonti di governo, non ci sono tensioni in atto ma un “semplice dialogo tra istituzioni”.

Nella bozza di sei pagine che ha fatto da canovaccio alla lettera di risposta all’Ue, il governo ha inserito lo scheletro della manovra, formato sia da nuove misure sia da altre, confermate ma limate nei dettagli.

Partiamo dai numeri. Sono previsti 30 miliardi di euro di maggiori spese e 15 di maggiori entrate. Tra queste ultime, 6,5 arriveranno dalle misure individuate nel Decreto Fiscale, mentre 8,5 da quelle previste dal Disegno di Legge di Bilancio. Il resto, 14,4 miliardi, è coperto in deficit.

Tra le misure, la manovra prevede un fondo da 2 miliardi nel prossimo triennio da destinare alla famiglia. A partire dal 2020 le risorse dei vari bonus nascita, bebè e asili nido saranno raggruppate in un unico fondo, che potrà contare su una dote aggiuntiva di 500 milioni. Arriverà infatti una “carta bimbi” da 400 euro al mese che consentirà alle famiglie di coprire le rette per gli asili nido o azzerarle del tutto per i nuclei a basso reddito.

Sterilizzate le clausole di salvaguardia che prevedevano un aumento dell’Iva pari a 23,1 miliardi, con la conseguente modifica delle aliquote Iva dal 22% al 25,2% e dal 10% al 13% che sarebbero scattate il prossimo gennaio. Disattivate anche metà delle clausole da 28 miliardi messe in conto per il 2021. Ma dalle microtasse il governo conta di recuperare circa 5 miliardi di entrate.
Dall’evasione fiscale alla sugar tax
Ampio è anche il capitolo riguardante la lotta all’evasione fiscale. Oltre a un inasprimento della pena per i grandi evasori, è previsto l’abbassamento della soglia del contante da 3000 a 2000 fino al 2021, e a 1000 dal 2022.

Nella sanità il superticket, ovvero la tassa da 10 euro a ricetta su visite ed esami, cesserà di esistere da settembre, con una detrazione dal valore di 165 milioni di euro e di circa 500 milioni a regime dal 2021. I fondi per la sanità, inoltre, aumenteranno di 2 miliardi nel 2020; altri 2 miliardi saranno stanziati per l’edilizia sanitaria.

Un’altra delle ipotesi contenute nella scheda di sintesi della manovra è la detrazione del 90% delle spese sostenute per la ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici. È il cosiddetto “bonus facciate“, che ha l’obiettivo di dare un nuovo volto alle città italiane.

Capitolo pensioni: saranno rivalutati gli assegni pensionistici lordi compresi tra i 1500 e i 2000 euro. La misura riguarderà 2,5 milioni di persone. Confermata l’esenzione del canone Rai per gli anziani a basso reddito. Nessun ritocco a Quota 100, mentre vengono prolungate di un anno l’Ape sociale e Opzione donna.

Nel mondo del lavoro, è importante sottolineare il taglio del cuneo fiscale sia per i 4,5 milioni di lavoratori con redditi lordi compresi tra i 26600 e i 35000 euro fin qui esclusi dal bonus Renzi, sia per i 9,4 milioni con reddito compreso tra 8000 e 26600 euro che già percepiscono il suddetto bonus.

Per il rinnovo dei contratti pubblici il governo stanzierà un totale di 3,1 miliardi di euro a regime per i rinnovi: saranno aggiunti 225 milioni per il 2020 e 1,4 miliardi dal 2021.

Tra le altre misure, in arrivo 160 milioni di euro dall’aumento delle imposte su liquidi, bruciatori trinciato, e oltre 45 milioni dalle sigarette. Confermata l’imposta sugli imballaggi di plastica dal giugno 2020: prevista un’aliquota di 1 euro per ogni chilogrammo utilizzato e la sugar tax, che tuttavia non si applicherà alle merendine ma alle bibite gasate.

Torna il bonus cultura per i diciottenni, in scadenza alla fine del 2019. Il governo vorrebbe rinnovarlo, anche se l’investimento dovrebbe calare da 240 a 160 milioni, con il conseguente dimezzamento dei 500 euro fin qui percepiti annualmente dai ragazzi.

Legnano, pesta un poliziotto e gli rompe una costola per evitare l’arresto: arrestato un tunisino irregolare


Ha aggredito un agente del commissariato di Legnano e gli ha rotto una costola per evitare l’arresto, facendolo finire in ospedale con una prognosi di 30 giorni. Il responsabile è un clandestino di nazionalità tunisina, arrestato per quanto commesso a Legnano durante il pomeriggio dello scorso lunedì.

 Modifica Gli agenti, impegnati in un’operazione di pattugliamento del territorio, sono stati contattati dalla centrale che li ha dirottati in via Montenevoso a seguito di alcune telefonate ricevute dai residenti. Questi ultimi avevano segnalato con preoccupazione la presenza sospetta di uno straniero che si stava aggirando tra le auto posteggiate in zona.

 Quando gli uomini in divisa sono giunti sul luogo indicato, il magrebino, con volto parzialmente coperto da un cappellino con visiera e dal cappuccio della felpa, è entrato subito in agitazione.

Dopo aver scavalcato una recinzione ha tentato la fuga in via Santa Caternia, risultata comunque vana dato che è stato immediatamente bloccato dal capo equipaggio della volante. Per evitare le operazioni di identificazione e l’arresto, il nordafricano si è subito scagliato contro il poliziotto, prendendolo alla sprovvista e colpendolo con grande violenza.

Dopo l’intervento di un collega della volante è stato possibile far scattare le manette ai polsi del facinoroso. L’accusa è quella di resistenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale. Lo straniero è inoltre irregolare sul territorio nazionale, come indicato dalla stampa locale.

 A causa delle lesioni subite, compresa la frattura di una costola, al capo pattuglia sono stati infatti attribuiti 30 giorni di prognosi dai medici del pronto soccorso.

“Perché non dichiari di essere gay?”: e così il migrante irregolare può stare in Italia grazie agli avvocati “rossi”


Per alcuni migranti ottenere il permesso di soggiorno risulta molto difficile ma è possibile trovare una scappatoia: dichiararsi omosessuale. Molti di loro vengono infatti respinti dalle Commissioni
territoriali del ministero dell’Interno perché sono “migranti economici”.

Modifica
Dopo aver ricevuto il rifiuto alla richiesta del permesso di soggiorno, è possibile fare ricorso a un avvocato messo a disposizione dallo Stato nella forma del gratuito patrocinio. Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, vari migranti, che in realtà sono eterosessuali, hanno raccontato che i loro avvocati gli consigliano di prendere la tessera dell’Arcigay. In questo modo hanno più possibilità di convincere i giudici che loro sono stati perseguitati nei loro Paesi per essere omosessuali.

Lo status di rifugiato spetta infatti anche a chi è in pericolo vita a causa del proprio orientamento sessuale e non solo a chi fugge da guerre e persecuzioni politiche. Una misura prevista dai protocolli collegati alla Convenzione sui Rifugiati e in Italia dal decreto legislativo 251 del 2017. Basti pensare che sono almeno 10 mila i richiedenti asilo che ogni anno presentano domanda di protezione in Europa dichiarando di essere scappati dal proprio Paese perché omosessuali. Il dato proviene da Open Migration, sito di informazione sul tema delle migrazioni e dei rifugiati.

Come si può dimostrare la propria omosessualità? Ogni due settimane l’Arcigay di Roma organizza per i migranti Lgbt degli incontri per facilitare i nuovi arrivati nel loro percorso d’integrazione. In realtà, uno dei coordinatori spiega che il loro scopo è di preparare i ragazzi alle udienze nei tribunali. L’obiettivo finale è ottenere il permesso di soggiorno ma per farlo dovranno essere convincenti davanti ai giudici. Non è facile soprattutto per chi è eterosessuale e proviene da Paesi dove i gay non sono accettati. In Africa, ad esempio, ci sono almeno 33 Stati dove l’omosessualità è reato e in 4 di questi (Mauritania, Sudan, Nigeria e Somalia) è prevista la pena di morte.

mercoledì 23 ottobre 2019

Un altro schiaffo alla famiglia di Pamela: il gip archivia gli spacciatori coinvolti nell’omicidio della 18enne


Il gip del tribunale di Macerata ha archiviato le posizioni di Desmond Lucky e Lucky Awelima, i due nigeriani coinvolti nell’inchiesta per la morte di Pamela Mastropietro. Il corpo della 18enne romana era stato ritrovato nel gennaio 2018 all’interno di un trolley abbandonato nella campagna di Macerata.

 Per la morte della ragazza, è stato ritenuto responsabile Innocent Oseghale: il pusher nigeriano, lo scorso maggio, è stato condannato all’ergastolo e a 18 mesi di isolamento diurno. Nelle prime fasi dell’indagine, erano stati coinvolti anche Desmond e Awelima (che stanno scontando una condanna in secondo grado per spaccio di droga).

La procura però ha archiviato la posizione dei due, ritenendo di non avere elementi contro di loro e considerando Oseghale l’unico responsabile dell’omicidio.

 La famiglia della 18enne romana aveva chiesto invece ulteriori indagini nei confronti di Desmond Lucky. “Oseghale ha lo ha indicato come corresponsabile – aveva spiegato il legale della famiglia al Giornale.it – e alcuni elementi sono stati raccontati anche da un collaboratore di giustizia e da un carcerato (ex poliziotto) che era in cella con il nigeriano“.

Ma le speranze dei Mastropietro sono state vane. Il gip, dopo aver preso tempo, ha ritenuto che non fosse necessario alcun approfondimento di indagine e quindi ha disposto l’archiviazione.

Ora Macron “caccia” il piddino Sandro Gozi dall’Eliseo: “Chiarisca sulle consulenze per conto di Malta”


Sandro Gozi lascia l’incarico all’interno del governo francese. Dopo le accuse mosse dalla stampa francese (e prima ancora maltese) di un presunto incarico anche al servizio de La Valletta, l’ex sottosegretario Pd finito alla corte di Emmanuel Macron ha deciso di interrompere la sua collaborazione con la Francia.

 Il dem, che aveva deciso quest’estate di entrare nelle file del governo francese dopo essere stato anche cooptato in quelle delle liste elettorali di En Marche per le europee, ha diramato una nota in cui rivela che lascia “per evitare qualsiasi strumentalizzazione politica, vista anche l’attuale situazione europea“.

 Un”sacrificio”, quello di Gozi, che nasce però dai dubbi che lo stesso governo francese aveva postoi al suo rappresentate dopo che da Malta era arrivato lo scoop che il fedelissimo di Matteo Renzi non solo lavorava per Parigi, ma anche per il governo dell’isola. Insomma, una scelta non esattamente spontanea quella di Gozi, visto che è stato lo stesso gabinetto di Edouard Philippe a chiedere conto all’ex sottosegretario italiano del suo incarico maltese chiedendo addirittura di “fornire prove e spiegazioni“sui fatti riportati da Le Monde e dal Times of Malta.

 Una brutta faccenda per l’uomo che doveva rappresentare la cerniera fra Macron, l’Italia a guida Pd e l’Unione europea, e che adesso viene di fatto costretto alle dimissioni per evitare che lo scandalo colpisca anche la sua seconda patria, quella Francia che lo aveva accolto a braccia aperte.

Ma adesso lo stesso governo francese si sente messo sotto accusa e anche un po’ tradito. E del resto, finire sotto accusa per Gozi non è nell’interesse né di Philippe né tanto meno di Macron.

Anche perché l’argomento, a Parigi, è già diventato un problema politico. Pierre-Henri Dumont, deputato dei Repubblicani, durante il “question time” all’Assemblea Nazionale ha chiesto ironicamente al governo: “Per chi lavora realmente il vostro consigliere ? Per se stesso, per la Francia, per Malta o per l’Italia?“. Ironia della sorte, le stesse accuse che provengono dall’Italia, ora arrivano da parte francese.

E Gozi non può fare altro che abbandonare il suo posto sulle rive della Senna, gridando al complotto e dicendo a tutti di non voler “abbandonare il suo sogno transnazionale” e per l’Europa. Ma è la stessa Europa a non volerlo.

In nove mesi la Germania ha espulso 16.808 richiedenti asilo: 1.894 li ha spediti in Italia


La Germania ha espulso nei primi nove mesi dell’anno complessivamente 16.808 richiedenti d’asilo. Il Paese verso il quale viene effettuato il maggior numero di respingimenti è l’Italia, con complessivamente 1.894 espulsioni.

 È quanto emerge da un’interrogazione del gruppo della Linke al Bundestag, di cui riferisce l’agenzia di stampa Epd.

Nel 2018 complessivamente sono stati espulsi dalla Germania 23.617 migranti, come riferito anche dai giornali del gruppo Funke, in prevalenza provenienti dal Nordafrica e fuggite attraverso il Mediterraneo e poi Italia, Francia oppure Spagna per approdare infine nella Repubblica federale, nonostante che, secondo le regole del Trattato di Dublino, avrebbero dovuto trattenersi nei Paesi di primo approdo.
 In pratica, la maggior parte dei respingimenti avviene appunto nell’ambito dei trasferimenti previsti da Dublino.

Dopo l’Italia, molti vengono ricollocati in Albania (1.718), Francia (906), Polonia (639) e Spagna (551). Circa il 56% dei migranti sono stati trasferiti con voli di linea, il 32% con voli charter, gli altri via mare o via terra. Trasferimenti che complessivamente sono costate a Berlino oltre 6 milioni di euro.

La nave Ocean Viking per la terza volta punta verso l’Italia: “Dateci un porto per far sbarcare i 104 migranti”


Dopo i tre approdi registrati negli ultimi mesi, la Ocean Viking adesso ci riprova: la nave dell’Ong Sos Mediterranée, gestita assieme a Medici Senza Frontiere, ha a bordo 104 migranti recuperati a largo della Libia.

Su Twitter, i membri dell’Ong francese hanno chiesto un porto sicuro in cui sbarcare: “104 persone a bordo di #OceanViking sono ancora in attesa di un luogo sicuro – si legge sul canale social dell’organizzazione – Con il vento che dovrebbe diventare più forte, ci auguriamo che gli Stati membri dell’UE si mobilitino per facilitare un rapido sbarco”.

 La nave in questo momento sta navigando tra Linosa e Malta, ma è più vicina alle Pelagie che alle acque di competenza maltese. Nel tweet comunque, non si è fatto riferimento ad uno specifico governo, l’appello è rivolto invece ad un qualunque Stato dell’Ue.

 La Ocean Viking è la nave Ong più impegnata nel Mediterraneo in questi ultimi due mesi, a partire cioè dall’inizio di settembre. Infatti, il mezzo usato da Sos Mediterranée è stato il primo ad aver messo alla prova il governo Conte II, insediatosi proprio nei giorni in cui a bordo della nave vi erano 82 migranti nei pressi di Lampedusa.

 Lo sbarco, autorizzato dal Viminale già in quei giorni guidato da Luciana Lamorgese, ha causato le prime polemiche in quanto organizzato proprio in quella Lampedusa che in quei giorni ha iniziato a convivere con un hotspot quasi al collasso per via dei tanti migranti ospitati. Il 24 settembre invece, la Ocean Viking ha fatto sbarcare a Messina 182 migranti. Anche in quel caso, l’approdo ha avuto un significato politico importante, visto che è avvenuto il giorno dopo il vertice di Malta.

In quelle ore, in particolare, il governo italiano parlava della nuova strategia europea in grado di offrire solidarietà a Roma e di intaccare il meccanismo della redistribuzione automatica. Speranze vane e subito smentite dai fatti, visto che in realtà da Malta non sono arrivate novità e quel progetto si è arenato ancor prima di approdare sul tavolo delle istituzioni comunitarie.

 La redistribuzione è rimasta solo una vana speranza anche lo scorso 16 ottobre, quando a Taranto la Ocean Viking ha fatto sbarcare, autorizzata ovviamente dal governo, 176 persone soccorsi nel Mediterraneo pochi giorni prima. Adesso, dopo appena una settimana, la nave come detto bussa alle porte dell’Italia con 104 migranti a bordo.

È la quarta missione in meno di due mesi, il peggioramento delle condizioni meteo previsto per i prossimi giorni, potrebbe da un lato far aumentare la pressione di Sos Mediterranée affinché lo sbarco avvenga in un porto vicino, dall’altro potrebbe indurre le autorità italiane a concedere per la quarta volta consecutiva uno scalo alla nave. Un segno, anche questo dal forte significato politico, di come la gestione dell’immigrazione tra Conte I e Conte II sia radicalmente cambiata.

RETATA DI POLITICI BUONISTI: FESTE, VILLE E BMW COI SOLDI DELL’ACCOGLIENZA IMMIGRATI



Piccoli Lucano crescono. Diciotto misure cautelari, 25 indagati a vario titolo e sequestri di beni mobili e immobili per oltre 3 milioni di euro.

Anche il sindaco di Sant’Agapito Giuseppe Di Pilla e il 63enne Salvatore Maddonni, tecnico comunale. 18 in tutto le misure cautelari (non in carcere) che hanno colpito personaggi di spicco quali amministratori, imprenditori e politici di tre regioni (Lazio, Campania e Molise). E’ il risultato dell’operazione contro il business dell’accoglienza denominata “Welcome to Italy“.

Sin dalle prime luci dell’alba, gli uomini della Questura e del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Frosinone stanno eseguendo, su disposizione del G.I.P. presso il Tribunale di Cassino, Domenico di Croce, ordinanze di applicazione di misure cautelari personali e reali in tre diverse regioni (Lazio, Campania e Molise) e cinque province (Frosinone, Latina, Rieti, Caserta ed Isernia), nei confronti di appartenenti a due sodalizi criminali attivi nel settore dell’accoglienza ai migranti.

È stato riscontrato che, nel tempo, il sistema di rendicontazione dei costi comprendeva anche spese che con gli immigrati non avevano nulla a che fare, come nel caso di quelle sostenute per l’organizzazione della festa per il diciottesimo compleanno del figlio di un responsabile e confluite nella contabilità del servizio S.P.R.A.R. quale costo sostenuto per la realizzazione di una manifestazione finalizzata all’integrazione dei migranti ospiti. Sempre a carico del servizio S.P.R.A.R. sono state poste anche delle spese di ristrutturazione della villa, con annesso campo da tennis, di proprietà di un responsabile della cooperativa coinvolta.

Per quanto concerne il servizio di affidamento dei servizi da parte di alcuni Comuni siti nelle province di Isernia, Caserta e Frosinone, è stato rilevato che questo avveniva senza alcuna procedura ad evidenza pubblica ed emergeva, altresì, che il sindaco di un comune coinvolto era riuscito ad ottenere quale “compenso” l’assunzione di familiari e conoscenti, pretendendo, in alcune circostanze, anche un aumento di stipendio per una persona di suo interesse.

Le indagini svolte, hanno permesso di appurare che le cooperative erano giunte a una sorta di patto “di non concorrenza” con il quale si erano spartite il territorio ove operavano. Illuminante in tal caso è la circostanza in cui, innanzi al tentativo di “infiltrazione” da parte di un’altra cooperativa, veniva rilevato l’intervento del sindaco che, con minacce più o meno velate, costringeva la proprietaria dell’immobile che doveva essere adibito a residenza degli immigrati a rescindere il contratto di locazione già stipulato e registrato.

Nel corso delle indagini venivano accertati casi di pagamento di rette per migranti non più presenti sul territorio italiano e il subappalto di vitto e alloggio a un centro fatiscente ad un prezzo risultato essere inferiore a 1/3 di quello versato dalla Prefettura, ottenendo in tal modo un indebito guadagno. Nell’ambito delle perquisizioni veniva rilevato lo stato dei luoghi altamente fatiscente con ambienti sporchi e blatte all’interno delle cucine, ma la mala gestione di questi centri di accoglienza aveva invece consentito ai responsabili di questi, di utilizzare automobili di lusso, quali due SUV della BMW modello X1 e X3, acquistati in leasing dalla cooperativa stessa.

All’esito delle indagini di polizia giudiziaria, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cassino, su richiesta del Sostituto Procuratore Dott. Alfredo Mattei, ha emesso un’ordinanza di applicazione di 18 misure cautelari personali, di cui 11 relative all’obbligo di presentazione alla P.G. e 7 relative al divieto di esercitare attività imprenditoriali, disponendo altresì il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta e per equivalente di beni per un importo pari a circa € 3.000.000.

La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza – integrandosi ciascuno nelle rispettive competenze – con questa operazione hanno svolto un’attività che si inserisce in un più ampio quadro di contrasto alle condotte corruttive dei pubblici dipendenti, allo spreco di denaro pubblico ed alla tutela del bilancio dello Stato e degli Enti Locali.

Calci, pugni e insulti ad una coppia di anziani: la follia di un gambiano in provincia di Agrigento


Momenti di paura ieri mattina a Santa Elisabetta, in provincia di Agrigento, per una coppia di anziani. I due, mentre si apprestavano ad andare all’ufficio postale, sono stati aggrediti e malmenati da un gambiano senza fissa dimora che voleva derubarli.

La coppia, nonostante si trovasse di fronte ad un uomo alto e robusto, dopo i maltrattamenti subiti è riuscita ad avere la meglio e scappare. Da qui la corsa nella locale caserma per denunciare quanto accaduto.

La descrizione del gambiano è stata diramata alle pattuglie che erano impegnate in un servizio di controllo del territorio. Nel frattempo sono giunte in caserma delle segnalazioni su un cittadino straniero alto e vestito con una giacca mimetica che si stava aggirando da qualche ora per le vie del paese infastidendo le persone con fare aggressivo.

 L’identikit corrispondeva a quello fornito dalla coppia di anziani. Grazie all’esame delle immagini rilevate dalle videocamere di sorveglianza posizionate vicino il luogo dell’aggressione, i carabinieri sono riusciti ad avere conferma sull’immagine dell’uomo e sulle sue responsabilità.

A questo punto è stato semplice per i militari individuare e arrestare l’uomo mentre si trovava in giro. Si tratta di Jagana Bubacar, 27 anni, che adesso dovrà rispondere di tentata rapina.

Paura in Francia, 25enne asserragliato a Saint-Raphael. Sui muri scritte in arabo: “Il museo diventerà un inferno”



Torna la paura in Francia. Un uomo è asserragliato da questa mattina all’interno del Museo archeologico di Saint-Raphael, nel sud del Paese. Sulla facciata del centro culturale sono apparse delle scritte minacciose in arabo. Secondo fonti della polizia, la persona sarebbe entrata nella notte nell’edificio e avrebbe un complice all’esterno.

L’allarme è stato dato in mattinata da una dipendente che ha scoperto una scritta in arabo sulla facciata al suo arrivo. “Il museo diventerà un inferno“, ci sarebbe scritto da quanto riferito da Bfmtv.

Chi è asserragliato all’interno si rifiuta di comunicare con la polizia, che ha già circondato l’edificio. Da Nizza sono appena arrivate le forze speciali che si starebbero preparando ad intervenire. All’interno del museo non dovrebbero esserci ostaggi.

La polizia, che conferma di non sapere se l’asserragliato sia armato, ritiene che si tratti di un uomo di circa 25 anni. Il giovane, a torso nudo, ha gettato pietre contro gli agenti intervenuti sul posto. Intanto, la procura di Draguignan, citata da France bleu, ha precisato che: “Anche se dobbiamo rimanere prudenti perché non abbiamo al momento elementi sulla sua motivazione, sembrerebbe che siamo di fronte ad uno squilibrato“.

Con un tweet la polizia del dipartimento di Var ha indicato che è in corso un intervento nel centro della città. “L’intero quartiere è circondato. Ci è stato ordinato di rimanere nel ristorante“, ha dichiarato il dipendente di un locale di fronte al museo, al quotidiano locale Nice-Matin.

Tremila euro per entrare in Italia illegalmente: così ci portavano centinaia di clandestini dalla rotta balcanica


Sono arrivati in Italia illegalmente attraverso la rotta balcanica, pagando i trafficanti tra i 1.500 e i 3.000 euro. Si tratta di 150 migranti in gran parte siriani, iracheni, iraniani, eritrei e afghani. Le indagini delle polizie di Slovenia, Italia, Bosnia e Croazia hanno consentito di smantellare una rete criminale di trafficanti di uomini composta da almeno 10 persone.

Le ricerche sono state coordinate da Europol, l’agenzia dell’Unione europea finalizzata alla lotta al crimine. In Slovenia sono stati quindi denunciati per il reato di immigrazione clandestina tre sloveni, sei serbi e un croato.

Durante le perquisizioni sono state sequestrate anche piccole quantità di droga e una pistola carica. Secondo le stime degli inquirenti, l’organizzazione avrebbe guadagnato in modo illecito circa 450 mila euro. Basti pensare, che i migranti erano disposti a pagare fino a 3.000 euro pur di scappare dai loro Paesi. Venivano fatti arrivare in Italia dai Balcani, attraversando Bosnia, Serbia, Croazia e Slovenia. Dean Juric, della direzione Polizia di Capodistria ha detto che gli attraversamenti illegali dei confini di stato si sono svolti prevalentemente lungo la valle del Dragogna.

 Come riporta TV Koper-Capodistria, uno degli episodi chiave per smantellare la rete risale all’estate scorsa quando un cittadino sloveno è stato fermato a Trieste durante un inseguimento dal confine di Rabuiese. Giuseppe Colasanto, dirigente della Polizia di Frontiera del capoluogo giuliano, ha spiegato che “il cittadino sloveno aveva nascosti dentro la sua vettura 3 migranti clandestini iracheni. L’auto risultava essere stata presa a noleggio in Slovenia. È stata sequestrata dalla polizia italiana e l’autista è tuttora in carcere a Trieste”.

Fondamentale è stato quindi lo scambio di informazioni tra le Polizie dei vari Stati coinvolti da questo traffico illecito. Per l’Europol questa operazione ha avuto una grossa importanza perché la rotta balcanica è tra le più battute dai migranti clandestini. Uros Lavric, della direzione generale Polizia slovena, ha spiegato che sul lungo termine, lo smantellamento di organizzazioni come questa “non significa molto.

Lo è invece a breve termine perché almeno per un po’ di tempo non sarà più operativa. Lo scopo principale è sempre il profitto, perciò si fa presto a ricostruire la rete e a riprendere l’attività”. Valter Grzeta, della Questura istriana ha sottolineato che grazie agli strumenti previsti dagli accordi bilaterali e dall’Unione europea “anche la Croazia è riuscita a portare a termine questa operazione con l’arresto nel nostro Paese di 3 persone dedite all’organizzazione dell’immigrazione clandestina”.

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