mercoledì 23 ottobre 2019

Il PD non si smentisce mai: Orfini ha pronta la legge per dare residenza e servizi a chi occupa le case abusivamente


C’è chi cerca di porre un freno alle occupazioni e chi, al contrario, spinge il piede sull’acceleratore. Se nel 2014, il governo Renzi ha introdotto una legge come disincentivo per gli abusivi, ora qualcuno vuole cancellare quella norma.

Si tratta del deputato Matteo Orfini, da sempre al fianco dei movimenti per la casa. Con lui, ora il Pd vuole dare la residenza e la possibilità di allacciarsi ai pubblici servizi a chi occupa abusivamente le case.

E cancellare quanto fatto cinque anni fa. Con il Piano casa presentato dall’allora ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi, si cercò di frenare le occupazioni che avevano preso sempre più piede nelle grandi città.

Come riporta il Tempo, solo a Roma si contavano un centinaio di grandi immobili occupati da centinaia di abusivi, molti dei quali immigrati clandestini. Orfini, all’epoca presidente del Pd, si era schierato al fianco dei movimenti che insorsero contro la legge. Sono passati cinque anni e ora il dem ha deciso di riprovarci, sperando che con il governo Conte le cose vadano meglio.

 La sua proposta di legge prevede così di abrogare l’articolo 5 della legge n.80 (“Chi occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l’allacciamento a pubblici servizi in relazione all’immobile medesimo e gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge“).

A breve il testo arriverà alla Camera. “Pur riconoscendo l’impossibilità di legittimare le occupazioni illegali, è evidente che questa norma, così concepita, determina gravi conseguenze di carattere sociale, oltre che la limitazione di diritti costituzionalmente garantiti dei quali la residenza è il presupposto giuridico“, ha spiegato Orfini.

martedì 22 ottobre 2019

Insulti alla Chiesa, l’odiatore Oliviero Toscani è stato condannato per blasfemia: “Linguaggio da terrorista”


Deliri e insulti si pagano. Ne sa qualcosa Oliviero Toscani, il celebre fotografo nonché insultatore professionista di Matteo Salvini e soprattutto di chi vota Lega.

Ma in questo caso, al centro dell’attenzione, alcune sue prese di posizioni inaccettabili contro la Chiesa. Già, perché a La Zanzara di Radio 24 dello scorso 2 maggio dell’ormai lontano 2014 disse: “Se sei un extraterrestre che atterro in Italia ed entri in una bellissima chiesa cattolica e vedi uno attaccato, inchiodato a una croce che sanguina, dei bambini nudi che volano, San Bernardo tolta la pelle…

Io credo che un club sadomaso non sia così all’avanguardia”. Parole che hanno portato alla condanna di Toscani: il tribunale di Milano, infatti, lo ha puntio per “offese a una religione mediante vilipendio di persone”.

A corredo, anche una sanzione da 4mila euro. Nelle motivazioni della condanna, il giudice Ambrogio Moccia, paragona Toscani a un imam di Hamas: “La definizione di Cristo in croce come di ‘uno attaccato’ è una manifestazione di profondo disprezzo per i valori del cristianesimo, una esternazione confrontabile solo al peggior linguaggio propagandistico di un predicatore del fondamentalismo islamico”. Toscani come l’Isis, insomma.

“Siete dei razzisti, vi ammazzo!”. Poi calci, pugni e morsi ai poliziotti: nigeriano manda all’ospedale 2 agenti


ANCONA «Siete dei razzisti, vi ammazzo!». E giù calci, pugni e morsi ai poliziotti intenti a farlo scendere dall’autobus perché non aveva il biglietto. Lo show di un clandestino nigeriano si è chiuso con due agenti all’ospedale, l’arresto del giovane e l’accompagnamento coatto al Cie di Potenza per la sua espulsione dall’Italia.

 Per contenerlo ed evitare che, in quella scarica di colpi, venissero coinvolti altri passeggeri, gli agenti della Volante, guidati dal capo Franco Pechini, hanno dovuto utilizzare lo spray al peperoncino. Solo così lo scalmanato 25enne si è placato. La bagarre è scoppiata poco prima delle 21 in piazza Rosselli. A chiamare aiuto era stato l’autista di un pullman della linea extraurbana diretto ad Osimo.

Prima di partire aveva controllato i biglietti e il nigeriano, intenzionato a viaggiare a scrocco, non ce l’aveva. Si è rifiutato di esibire i documenti e l’idea di scendere, come gli era stato chiesto, non l’ha nemmeno sfiorato. Così l’autista ha contattato il 113. All’arrivo dei poliziotti alla stazione, il ragazzo ha cominciato a urlare e offenderli. Poi è passato alle minacce: «Ve la prendete con me perché siete razzisti, io vi ammazzo», gridava.

Poi, mentre veniva invitato a scendere, ha iniziato a sferrare calci e pugni, aggrappandosi alle maniglie e alle barre metalliche del bus. Nella colluttazione, i due agenti e il nigeriano sono precipitati in strada, cadendo dalle scalette. Provvidenziale l’utilizzo dello spray urticante in dotazione alle forze dell’ordine come strumento di autodifesa. Sono riusciti ad ammanettarlo, mentre tentava di mordere la mano di uno dei due poliziotti, che poi si sono fatti medicare al pronto soccorso.

Il 25enne, arrivato in Italia nel 2017, è un ex richiedente protezione internazionale a cui la prefettura non ha concesso il permesso di soggiorno per motivi umanitari: dopo che il giudice ha convalidato l’arresto per minacce e resistenza, rimettendolo in libertà, il nigeriano è stato accompagnato al Centro di identificazione ed espulsione di Potenza per il rimpatrio.

venerdì 11 ottobre 2019

BIMBA DI 1 ANNO INGERISCE DROGA DEI GENITORI ROM: GRAVISSIMA


Una bambina di un anno è ricoverata in gravissime condizioni nel reparto di rianimazione degli Ospedali Riuniti di Foggia per avere ingerito droga, quasi certamente cannabinoidi.

La bimba è in coma farmacologico. A quanto si appende da fonti investigative la bambina è stata portata ieri sera in ospedale dai genitori, una coppia di nomadi di nazionalità croata, lei di 34 anni lui di 39 anni. Le condizioni della neonata sono apparse da subito gravissime.

 La bimba è arrivata ieri sera in ospedale già priva di conoscenza. I medici l’hanno immediatamente soccorsa ed avviato accertamenti per stabilire se la piccola avesse ingerito sostanza stupefacente. Nel frattempo sono stati informati i carabinieri che hanno perquisito l’abitazione dei genitori senza però trovare tracce di droga. Al momento la posizione della coppia è al vaglio degli inquirenti.

La famiglia abita in una roulotte in località incoronata, una borgata alla periferia di Foggia. “L’abitazione dei genitori”, una roulotte. Il livello dei pennivendoli si abbassa sempre di più.

CHIESA COMPRA NAVE GIGANTE PER TRAGHETTARE IMMIGRATI IN ITALIA DALLA LIBIA – FOTO


Dopo avere finanziato per anni navi di ong tedesche, come la Sea Watch (ora sotto sequestro in Italia) e Sea Eye, la Chiesa protestante tedesca decide di entrare direttamente nel business e inviare una propria nave per traghettare clandestini dalla Libia all’Italia.

 Ne diedero notizia il mese scorso i media tedeschi, citati dal corrispondente germanico in Italia e anti-italiano Udo Gumpel, noto per le sue bizzarre intemperanze in tv:
Qui, se non torna presto Salvini, ci inonderanno di clandestini.
La più vicina alle Chiese protestanti tedesche (Ekd) è la Sea Watch. Solo per il mantenimento dell’aereo di ricognizione Moonbird, che intercetta i barconi in mare, l’Ong tedesca nel 2018 spende qualcosa come 262.435 Euro e, nel loro sito, i membri ringraziano la Chiesa Evangelica tedesca per il “significativo supporto”.

 Un sostegno economico che non è soltanto per il 2018, ma anche per altri anni: la Ekd spende diverse somme per aiutare la Sea Watch ad effettuare le proprie missioni nel Mediterraneao. Pochi giorni prima dell’episodio che riguarda Carola Rackete, capitana della Sea Watch 3 che sperona una motovedetta della Guardia di Finanza a Lampedusa, è presente in Sicilia proprio il vescovo Bedford-Strohm. Il capo della chiesa evangelica tedesca a Palermo incontra il sindaco Orlando e l’arcivescovo Lorefice e ringrazia la Sicilia per l’impegno nell’accoglienza, non risparmiando stoccate all’allora ministro Matteo Salvini.

 Non solo la Sea Watch, ma anche l’altra Ong tedesca, la Sea Eye, è tra le principali benefattrici dell’impegno a favore delle organizzazioni da parte della Chiesa evangelica tedesca. Anzi, così come si legge sempre nell’articolo sopra citato di Fausto Biloslavo, Sea Watch e Sea Eye in un portale apposito ringraziano la Ekd per le sue donazioni.

 L’annuncio da parte del vescovo Bedford-Strohm non è quindi sorprendente, bensì in linea con quanto fatto negli ultimi anni a favore delle Ong: “Questo qui vuole essere un atto molto più che simbolico – si legge in una nota del vescovo – Si tratta di agire in maniera esemplare. Saranno salvati esseri umani nel Mediterraneo”. E’ in atto un attacco concentrico contro l’Italia da parte di entità straniere. Con la complicità del governo del ribaltone.

Schiaffone per i “gretini”, niente Nobel per Greta Thunberg: premio assegnato al premier etiope Abiy Ahmed


C’è un giudice in Norvegia. La notizia non è tanto il fatto che il premio Nobel per la pace sia stato assegnato al premier dell’Etiopia, Abiy Ahmed, ma piuttosto il fatto che non sia stato assegnato a Greta Thunberg, la baby-paladina ambientalista che ha recentemente strigliato i potenti del mondo all’Onu.

Ai più, infatti, non sarebbero state chiare le ragioni per le quali la giovane attivista svedese avrebbe dovuto vincere il Nobel per la Pace, assegnato dalla giuria di Oslo, in Norvegia: senza entrare nel merito delle battaglie di Greta, la “pace” pare un concetto un poco differente rispetto all’ambientalismo. Ma tant’è.

 Il Premio Nobel 2019 per la pace va al premier etiope Abiy Ahmed Ali, promotore dello storico accordo di pace con l’Eritrea.

Il premier ha firmato la pace con l’Eritrea ponendo fine a un conflitto durato vent’anni, è riuscito a rendere più semplici le relazioni con tutti i vicini. In politica interna, ha stabilito la liberazione dei prigioniero politici e riallacciato il dialogo con gli oppositori in esilio.

Aggressione turca in Siria, altra giravolta Usa: “Colpiremo duramente la Turchia finanziariamente e con sanzioni”


Donald Trump è un uomo coerente: nel cambiare continuamente idea. Dopo aver sostenuto militarmente i curdi, garantendo loro la copertura dei bombardamenti aerei per conquistare terreno in Siria, gli ha voltato le spalle spianando la strada all’intervento turco contro di loro. Accortosi subito dopo che Erdogan fa sul serio, e non ci voleva certo la sfera di cristallo, ha iniziato a minacciare il governo di Ankara: “Dirò di colpire la Turchia molto duramente finanziariamente e con sanzioni, se non rispetta le regole! Sto seguendo la situazione da vicino”.
L’indignazione globale
L’umorale presidente Usa ha, come di consueto, provveduto a lanciare il suo monito via Twitter. Stavolta però il suo social preferito rischia di rivelarsi un boomerang, perché il modus schizofrenico di Trump viene sempre più a galla. Ci sono poi altri due fattori che con tutta evidenza il presidente americano ha sottovalutato, in preda probabilmente alla sua ansia da direttiva personalissima: la reazione globale al probabile massacro curdo e l’opposizione interna al suo ambito disimpegno in Medio Oriente. Sì perché da una parte la sinistra mondiale mostra di indignarsi con una certa facilità quando di mezzo ci sono le cause “nobili” di certi popoli (si arrabbia molto meno quando al contrario ad essere attaccati sono i popoli “brutti e cattivi” per antonomasia).
L’opposizione interna
Dall’altra parte i repubblicani statunitensi, a parte i più isolazionisti, non amano troppo la ritirata invocata da Trump. Così adesso Washington rischia di perdere ulteriormente credibilità, cosa che tra l’altro da un po’ di anni a questa parte gli stava già riuscendo a sufficienza. E il presidente Usa mostra di avere molte idee ma tutte confuse e piuttosto superficiali. “La Turchia ha in programma di attaccare i curdi da molto tempo. Non abbiamo soldati o militari vicino all’area di attacco. Sto cercando di porre fine alle GUERRE INFINITE”, scrive ancora Trump su Twitter
L’incertezza di Trump
“Parlando con entrambe le parti. Alcuni vogliono che mandiamo decine di migliaia di soldati e ricominciare una nuova guerra. La Turchia è un membro della NATO. Altri dicono: STATE FUORI, lasciate che i curdi combattano le proprie battaglie (anche con il nostro aiuto finanziario)”, ha scritto ancora il tycoon prima di minacciare Erdogan di sanzioni “se non rispetta le regole”. Non è dato sapere quali siano queste regole, visto che l’attacco contro i curdi è partito grazie al placet implicito dello stesso Trump.

giovedì 10 ottobre 2019

Napoli, tenta di derubare una studentessa: ladro romeno selvaggiamente pestato dai passanti. Salvato dalla polizia


Il suo atteggiamento sospetto non era sfuggito agli agenti della polizia ferroviaria della Stazione Centrale di Napoli che lo tenevano d’occhio a distanza. Pochi minuti più tardi il trentenne cittadino romeno seguito dalle forze dell’ordine, che si è poi scoperto essere un pluripregiudicato per reati contro il patrimonio, ha provato a derubare una giovane studentessa.

 Dopo averla spintonata l’extracomunitario si è impossessato del telefono cellulare della ragazza, estraendolo dalla tasca dello zaino. Subito dopo il malvivente romeno è scappato via di corsa, ma è stato bloccato da alcuni passanti che avevano assistito alla scena.

Gli uomini hanno cominciato a colpirlo con pugni e calci, ferendolo in più punti del corpo. Solo quando sono sopraggiunti i poliziotti della Polfer hanno mollato la presa e sono fuggiti.

I rappresentanti delle forze dell’ordine hanno, quindi, bloccato il ladro che, seppure malconcio, stava cercando nuovamente di scappare e lo hanno tratto in arresto con l’accusa di rapina, dopo averlo salvato dal linciaggio. Il romeno è stato giudicato con rito direttissimo e condannato a due anni di reclusione ai domiciliari e al pagamento di una sanzione di 800 euro.

“Vieni con me e poi saremo come fratello e sorella”: arabo tenta di stuprare una 26enne nell’atrio del palazzo


Stava tornando dopo la passeggiata quotidiana con i cani, quando è stata avvicinata da un uomo, che prima l’ha fermata scambiando due parole e poi ha tentato di violentarla. Ma l’arrivo, casuale, di un vicino di casa ha impedito che si consumasse lo stupro. È accaduto a Milano, nei giorni scorsi, in una palazzina nel quartiere della Barona. Secondo quanto riportato da Il Giorno, vittima dell’aggressione è una ragazza di 26 anni, che ha definito quell’episodio “un incubo durato 50 minuti“.
Il racconto
L’aggressione risale alle 10 del mattino del 2 ottobre, quando la giovane era uscita con i suoi cani. Al suo rientro ha notato un uomo vicino al portone del condominio, di origine straniera, probabilmente un parente di una famiglia di arabi trasferita da poco nello stabile.

L’aggressore l’avrebbe prima salutata e poi avrebbe iniziato a parlare con lei. Ma al suo ingresso nel palazzo, poco prima di chiamare l’ascensore l’uomo l’avrebbe bloccata: “Me lo sono trovato addosso. Ha chiuso il portone e mi ha bloccato l’entrata dell’ascensore.

Ero paralizzata, in preda al panico, tremavo come una foglia ma lui continuava a mouversi contro di me. Mi diceva, in un italiano stentato e affannato: ‘Non spintonarmi perché mi arrabbio, non devi avere paura. Tu vieni con me (intendendo un atto sessuale, ndr), due minuti e poi saremo come fratello e sorella’“.

La giovane ha spiegato che avrebbe voluto reagire, picchiandolo, ma si sentiva immobilizzata. Ha provato a urlare e a quel punto l’uomo l’avrebbe bloccata ancora contro al muro. “Sono scoppiata a piangere, disperata“, ha spiegato la ragazza, “Ma grazie all’arrivo provvidenziale di un’altra persona sono riuscita a divincolarmi e a infilarmi in ascensore. In casa ho chiesto aiuto a mia madre che ha chiamato la polizia“.
L’appello alle altre donne
La giovane, che ha voluto raccontare pezzo per pezzo la dinamica di quanto accaduto quel giorno, ha rivolto un appello anche alle altre donne: “Voglio che la mia storia serva a dare coraggio ad altre donne e a metterle in guardia. Cercate sempre di reagire anche se siete paralizzate dalla paura. Per fortuna a me è andata bene, spero che la polizia rintracci quell’uomo, non deve fare quello che ha fatto a me a un’altra ragazza“.

“A Bibbiano c’è un sistema sano”. Il Pd senza vergogna cerca di “cancellare” lo scandalo e vuole pure le scuse


«Su Bibbiano qualcuno chiederà scusa al Partito democratico per mesi e mesi di calunnie?», si domanda il deputato del Pd Ubaldo Pagano. La faccia tosta è clamorosa, ma non è l’unica. Da questa mattina, sulle bacheche dei militanti del Pde anche di alcuni parlamentari, è tutto un fiorire di commenti. Lo scandalo degli affidamenti del paesino emiliano, che vede coinvolto anche il sindaco dei Democratici, sembra essere diventato una fake news. «Dovranno chiederci scusa», «Ecco, avete visto?», «A Bibbiano non è accaduto nulla». Il motivo?
La faccia tosta del Pd: su Bibbiano vuole le scuse
Cos’è successo? La novità è una dichiarazione del giudice del Tribunale dei minori di Bologna, secondo cui – a parte i casi accertati di abuso, 15 su cento – «il sistema dei servizi sociali era sano». Sano perché a fronte di un centinaio di segnalazioni di affidi illeciti o scorretti, in 85 casi non si è arrivati all’allontanamento dei bambini, archiviando le denunce arrivate.

Ma va chiarito che i casi “sospetti” non sono affatto il 15%. «In una trentina di casi difficili i giudici hanno deciso l’affido esplorativo. I ragazzi non sono stati allontanati dalla famiglia ma i servizi sociali sono stati chiamati a sostenere genitori e figli per superare eventuali momenti di fatica. Su 100, infine, solo in 15 casi i giudici hanno accolto la richiesta di allontanamento. La decisione è arrivata soltanto dopo verifiche approfondite svolte dai consulenti incaricati», spiega l’edizione di Repubblica Bologna, citando il Tribunale dei Minori. L’indiscrezione sarebbe emersa a margine di una riunione voluta dal presidente Giuseppe Spadaro per fare il punto della situazione dopo l’indagine “Angeli e Demoni”.
«Il sistema è sano, a parte le mele marce…»
Secondo quanto spiega Repubblica, Monica Pedroni, nuova dirigente dei servizi con sede a Bibbiano, avrebbe rassicurato gli operatori: « Se vi sono state mele marce che hanno tentato di frodarci processualmente devono essere giudicate dalla magistratura e punite in maniera severa. L’assistente sociale è di fatto come la polizia giudiziaria per un pm, dunque chi ha sbagliato dovrà essere punito». Secondo il presidente Spadaro il “sistema” ha dimostrato nel suo complesso di essere sano: « Voi servizi sociali svolgete un delicato e fondamentale ruolo nel nostro Paese di tutela dei minori, non mollate e continuate a lavorare con prudenza, professionalità e coraggio».

Nel complesso, significa che il 30% dei casi è sospetto: se vi sembrano pochi… In una trentina di casi, infatti, i giudici hanno deciso per «l’affido esplorativo»e in 15 casi i giudici hanno accolto la richiesta di allontanamento. Numeri che – se confermano che non tutti a Bibbiano erano corrotti o in malafede, tra gli operatori sociali, com’è ovvio – non sgonfiano affatto lo scandalo. Anzi, ne confermano la gravità.

Prato, spacciatore nigeriano arrestato per la quarta volta in un anno: ma i giudici lo scarcerano sempre


I carabinieri gli hanno messo le manette dopo averlo sorpreso, in flagranza di reato, mentre stava spacciando droga a Prato. Una pattuglia in borghese l’ha visto mentre cercava di nascondere l’eroina sotto un albero. La cosa sorprendente, che deve far riflettere, è che è la quarta volta che l’uomo viene arrestato, dall’inizio dell’anno ad oggi, sempre per lo stesso motivo.

Venticinque anni, nigeriano, l’uomo continua a spacciare droga come se nulla fosse. Nel senso che se una persona delinque e, una volta arrestata e processata, continua a comportarsi nello stesso identico modo, un problema sicuramente c’è. E non è solo un problema di ordine pubblico ma, evidentemente, anche di leggi.

 Il soggetto in questione evidentemente non viene giudicato sufficientemente pericoloso per la società, e una volta rimesso in libertà, con il solo obbligo di firma giornaliero, una volta sbrigata la pratica (in pochi minuti se la cava) riprende la sua “normale” attività di tutti i giorni, andando a spacciare.

 Vedremo cosa succederò questa volta, se il giudice deciderà una pena più pesante, tenuto conto che siamo al quarto arresto in un anno, oppure se prevarrà di nuovo la linea morbida, o “lassismo” che dir si voglia. Il “trucchetto” che il pusher ha utilizzato è quello di portare con sé poca droga, per invocare poi “l’uso personale” in caso di controlli dalle forze dell’ordine.

Stavolta, però, l’hanno sorpreso mentre la nascondeva in quantitativo maggiore. Vedremo come andrà a finire.

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