martedì 1 ottobre 2019

Il 60% dell’inquinamento proviene da Cina e India, ma la “colpa” è nostra: ecco i numeri che smontano Greta


“Al di là delle intenzioni e della retorica, Greta Thunberg si fa portatrice di un’ideologia reazionaria e paternalistica che trasforma prospettive universali come la solidarietà, l’equità o la giustizia in patenti che i migliori attribuiscono di volta in volta agli argomenti che ritengono degni“.

È il parere autorevole di Enrico Mariutti, ricercatore e analista in ambito economico ed energetico nonché founder della piattaforma di microconsulenza Getconsulting e vice presidente dell’Istituto Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG), pubblicato su Econopoly, blog online de IlSole24Ore.

Nella sua analisi Mariutti “smonta” il fenomeno Greta, evidenziando storture e ipocrisie del fenomeno globale del climaticamente corretto. “La giovane – osserva – non affronta mai il tema della giustizia sociale nei suoi interventi ma fa frequenti riferimenti alla distribuzione delle risorse su scala globale, rilanciando un tema caro agli intellettuali europei: il terzomondismo”. Greta, spiega l’analista, ricorda che una piccola minoranza della popolazione mondiale consuma la larga maggioranza delle risorse, ma dimentica che oramai più del 60% delle emissioni di gas climalteranti proviene da economie emergent con la Cina che raggiungerà, probabilmente, il picco entro il 2030 di emissioni di Co2 e l’India, presumibilmente, durante il decennio successivo.

Di conseguemza, sottolinea Mariutti, anche “se le economie avanzate azzerassero le loro emissioni entro il 2030 – come auspica Greta, incurante o ignara delle ripercussioni sociali – i target per il contenimento dell’aumento della temperatura entro i 2° non sarebbero raggiunti”. Tuttavia, “auspicare che le economie emergenti taglino le emissioni di gas climalteranti” significa “auspicare che si blocchi il meccanismo attraverso cui centinaia di milioni di persone stanno fuggendo dalla povertà.

Con conseguenze umanitarie, sociali e politiche potenzialmente catastrofiche”. Meglio allora fare finta di nulla e prendersela con la razza bianca occidentale, colpevole di tutte le disgtazie e le catastrofi del mondo. Facile no? Analizzando il fenomeno Greta, infatti, è evidente come esso rientri nella “visione religiosa del Capitalismo, descritta da Walter Benjamin (Il Capitalismo come religione, 1921) e profondamente radicata nella cultura protestante; si trasforma in una dottrina volta alla mera colpevolizzazione piuttosto che alla riparazione del danno e quindi all’espiazione della colpa”.

Un sentimento “bigotto” e ipocrita che porterà la battaglia di Greta verso il fallimento. Perché come abbiamo spiegato in questo articolo, il movimento nato a supporto dell’attivista svedese assume tutti i connotati del peggior populismo. Come spiega il politologo Alessandro Campi, nel fenomeno Greta Thunberg gli stilemi tipici del populismo, sino a diventare qualcosa a metà tra una moda politico-mediatica che si fa forte della nostra cattiva coscienza e un movimento di massa che inclina verso il misticismo para-religioso, sono tutti facilmente riconoscibili.

A partire dal più elementare e costitutivo d’ogni populismo: la divisione del mondo in buoni (i molti) e cattivi (i pochi). I primi sono gli abitanti del pianeta (il popolo inteso in questo caso come umanità), i secondo sono i capi di governo e gli esponenti dell’establishment finanziario e industriale mondiale. Un populismo demagogico che non risolverà il problema.

Bologna, il vescovo Zuppi impone il tortellino “halal” senza maiale alla festa del patrono per “integrarci”


Lo hanno già ribattezzato il “tortellino dell’accoglienza”. L’idea, portata avanti da uno dei più attivi ultrà dell’immigrazione, l’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi, recentemente premiato da papa Francesco con la carica di cardinale, è l’ennesima trovata a favore dei migranti musulmani che per un diktat religioso non possono mangiare la carne di maiale.

 E così, come scrive il Corriere della Sera, dalla nuova pietanza halal saranno banditi lombo, prosciutto e mortadella, come invece sarebbe previsto dalla ricetta depositata in Camera di Commercio. I “tortellini dell’accoglienza” non saranno serviti in un giorno qualunque, ma durante una ricorrenza importante per la città di Bologna: la festa di San Petronio. Venerdì prossimo, in piazza Maggiore, saranno serviti tortellini al pollo in modo che potranno mangiarli anche coloro che, per ragioni religiose, sono costretti a stare lontani dalla carne di maiale.

L’iniziativa è stata benedetta anche dall’arcivescovo Zuppi che non è nuovo a queste prese di posizione a favore degli immigrati e della comunità islamica. Quando il cappellano del Pd è diventato cardinale, la sinistra e l’intera comunità Lgbt si è messa a far festa. Tanto che, quando Bergoglio ha annunciato la propria scelta, il quotidiano online La nuova Bussola quotidiana ha pubblicato un commento da titolo evocativo: Abbiamo un cardinale, che festa il Pd unito da Zuppi.

 Carne halal, dunque, alla festa del santo patrono. “In questa variante lo potranno gustare tutti, sia chi non mangia il maiale per motivi religiosi come la persona più anziana che preferisce stare leggera”, ha spiegato al Corriere della Sera Paola Lazzari Pallotti che variato la ricetta ideando un ripieno a base di carne di pollo, ricotta, parmigiano e uova. Niente carne di maiale, dunque, come impone ai fedeli musulmani la religione islamica. La scelta si presta a polemiche, come quella recente che è esplosa nella scuola primaria “Cesare Battisti” di Mestre dove un gruppo di genitori bengalesi ha preteso dalla dirigente scolastica Michela Manente che “in mensa ci sia carne halal” per i loro figli.

Processo Etruria, beffa per i truffati: condannati 9 impiegati, assolti tutti i dirigenti. Ira dei risparmiatori


Si è concluso il processo sul crac di Banca Etruria nel filone che riguarda la truffa ai clienti. Alla sbarra c’erano gli ex dirigenti e alcuni funzionari dell’istituto di credito aretino, accusati di aver truffato i risparmiatori non informandoli sui rischi delle subordinate emesse da Bpel (Banca popolare dell’Etruria e del Lazio) nel mese di luglio e nell’autunno del 2013, poi azzerate dal decreto Salva banche.

Quattro condanne a dieci mesi di reclusione e nove assoluzioni con formula piena: è questo il bilancio dei verdetti di primo grado del tribunale di Arezzo, presieduto dal giudice Angela Avila in composizione monocratica.

 Gli imputati principali sono stati assolti perché il fatto non sussiste e non è stato commesso alcun reato: si tratta dei dirigenti Luca Scassellati, Federico Baiocchi Silvestri, Samuele Fedeli e Luigi Fantacchiotti. Dovevano rispondere di istigazione alla truffa, per i quali il pm Iulia Maggiore aveva chiesto condanne tra 3 anni e 2 anni e mezzo perché, secondo l’accusa, avrebbero pressato i direttori delle filiali a vendere le obbligazioni subordinate a un pubblico indistinto.

 Degli altri nove imputati, direttori di filiali e impiegati che materialmente vendettero i titoli ai risparmiatori, accusati di truffa aggravata e per i quali era stata chiesta la condanna a un anno e mezzo di reclusione, cinque dipendenti della banca sono stati assolti con la stessa formula dei quattro dirigenti, mentre quattro funzionari sono stati condannati a dieci mesi con la non menzione.
Rabbia dell’associazione vittime del decreto Salva banche
“Il primo grado del processo per truffa si conclude con un verdetto che condanna gli esecutori ma non i ragionevoli mandanti”, si legge in un comunicato diffuso da Letizia Giorgianni, presidente dell’Associazione Vittime del Salva banche. “Assolti i dirigenti, condannati invece 4 direttori di filiale.

Aspettiamo ovviamente di conoscere le motivazioni di questa sentenza ma appare evidente che si voglia far crollare l’ipotesi avanzata dalla Procura di Arezzo dell’esistenza di una cabina di regia composta dai dirigenti che verosimilmente avrebbe spinto i semplici dipendenti a piazzare titoli alla clientela nascondendone la pericolosità, attraverso un sistema di premi e punizioni. Ma la tesi della procura non ha convinto il giudice Angela Avila. Assolti per insussistenza dei fatti Scassellati, Fantacchiotti, Baiocchi De Silvestri e Fedeli, condannati invece quattro direttori di filiale”.

lunedì 30 settembre 2019

Ira del vicesindaco di Lampedusa: “Ci stanno invadendo! Il governo PD-M5S ci ha riportato gli scafisti”


«Ci invaderanno. I trafficanti stanno festeggiando perché possono tornare a “lavorare” indisturbati». Ne è convinta Angela Maraventano, prima storica leghista di Sicilia, già vicesindaco di Lampedusa ed ex senatrice del Carroccio, per nulla sorpresa dal picco di sbarchi dopo nemmeno un mese di governo giallorosso. La piccola isola come “porta d’ Europa”, recita la retorica dei buoni sentimenti. E allora lei rilancia: «Dovrebbe esserlo pure per i lampedusani…».

Lampedusa è già tornata al collasso. «È normale! Hanno aperto i porti, hanno fatto quello che non dovevano fare per il bene non solo di Lampedusa ma di tutto il Paese: è chiaro che i trafficanti hanno ripreso i loro traffici. L’ isola fortunatamente si gestisce, perché poi gli immigrati vengono trasferiti, ma in questo momento qui a Lampedusa è tornato quello che vogliono gli scafisti: il traffico di carne umana».

Lei è stata durissima nei confronti di Carola Rackete. L’ ha “accolta” con una protesta plateale: «Cambia porto». Alla fine, però, le Ong rischiano di spuntarla. «Grazie a questi incompetenti, traditori dell’ Italia. Chi entra nel nostro Paese senza permesso deve essere condannato. A questo punto chiedo a chi vuole fare tutto ciò che pensa a Lampedusa di procedere: tanto sicuramente nessuno gli farà nulla. Se un lampedusano sbaglia, però, paga. È davvero assurdo ma auspichiamo che presto questo governo torni a casa e si torni al voto: solo lì il popolo sarà sovrano».

Monta – tra le altre cose – la presenza dei presunti torturatori presenti sulla Sea Watch, mentre la Rackete è sbarcata pure nei programmi in prima serata. Salvini, invece, è finito addirittura indagato per diffamazione… «È assurdo pensare che chi difende i nostri confini possa essere condannato e chi, invece, vuole portare delinquenza finisca assolto».

Il sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello, ha messo le mani avanti: accoglienti sì, cretini no. «Il sindaco intanto deve capire che cosa vuole fare da grande… Un giorno dice una cosa, un giorno ne dice un’ altra. Io condivido queste parole, se permette però a chi viene qui di fare propaganda all’ accoglienza mi sembra davvero un atteggiamento contraddittorio e assurdo».

Il premier Conte ha festeggiato il vertice di Malta, sostenendo che l’ automatismo sulla redistribuzione sia passato così come la rotazione, seppur volontaria, dei porti. «È una bufala. Il nostro Paese verrà sempre condannato, in questo senso. Senza soldi tra l’ altro. Mi faccia dire anche una cosa poi proprio su Malta: collabora solo se viene pagata. Lampedusa invece ha sempre fatto accoglienza e non ha mai preso un euro».

Questo accordo rischia di rappresentare un richiamo per le partenze? «Ma certo! Questi ci invaderanno. Stanno festeggiando i trafficanti. E con loro tutto ciò che si muove dietro questo traffico, anche le associazioni umanitarie: tutti coloro che guadagnano su questi poveri disgraziati sono felicissimi, perché sanno che l’ Italia adesso accoglierà tutti».

E i lampedusani? «Non vogliono più questo traffico. Perché Lampedusa dovrebbe essere la porta d’ Europa non per i trafficanti, ma per i lampedusani, Dovrebbe essere fornita di tutto e non ha nulla. Non un ospedale, non una camera mortuaria, le scuole sono fatiscenti, i collegamenti attivi solo l’ estate. Se non abbiamo nulla, non capisco perché e che cosa dobbiamo dare agli altri».

Pd e 5 Stelle sono già pronti a riparlare di ius culturae. Ossia uno ius soli edulcorato. «Figuriamoci. Loro non vogliono salvare noi. Non riescono a portare avanti argomenti seri, che sono quelli dei nostri italiani che stanno morendo di fame, dei pensionati costretti a rubare il cibo nei supermercati perché hanno pensioni sociali ridicole»

Alla luce di tutto questo pensa che abbia fatto bene Salvini a far saltare la vecchia maggioranza? «Se non poteva governare era inutile che rimanesse là. Di certo non lo ha fatto per danneggiare il nostro paese. E gli italiani si stanno accorgendo che personaggi governano adesso: il giorno dopo hanno subito iniziato a scomporre tutto quel che ha fatto Salvini, a partire ovviamente dall’ immigrazione».

Da prima leghista in Sicilia: a che punto è il progetto nazionale del Carroccio dalle sue parti? «Vero, sono stata la prima in Sicilia, fin dal 2000. Adesso la Lega sta crescendo non solo a Lampedusa ma in tutta l’ isola maggiore. Mi fido ancora poco dei miei amici siciliani eppure confido che sposino al più presto questo progetto con lo stesso spirito con il quale l’ ho abbracciato tanti anni fa».

Migranti, Orban si beffa di Conte: “Se serve siamo disposti a difendere noi i confini dell’Italia”


“Caro primo ministro Conte, se necessario, siamo disposti ad assumerci noi la protezione di alcune sezioni del confine italiano“.

Viktor Orban sfida il premier italiano Giuseppe Conte in un passaggio del suo discorso dopo la rielezione a presidente del partito Fidesz al termine del 28mo congresso. E poi, ha aggiunto, “avvieremo il rimpatrio di un numero significativo di migranti da qualunque posto provengano”.

Una frase che suona come uno sberleffo, come un voler ribadire l’incapacità dell’attuale governo italiano a difendere i propri confini. Orban torna così sul tema immigrazione, come aveva fatto qualche giorno fa ospite della festa nazionale di FdI Atreju.

In quell’occasione aveva detto: “Quando la sinistra va al governo fa sempre due cose: fa entrare i migranti e aumenta le tasse”. parole che avevano mandato su tutte le furie Luigi Di Maio, che aveva parlato di inutili ingerenze e anche Nicola Zingaretti, che si era scagliato contro Orban: “Orban è un nemico dell’Italia, ragiona e agisce come tale e contro i nostri interessi.

Sognava di distruggere l’Europa e, sconfitto, viene qui a dare lezioni. Torni a fare danni a casa sua”. La teoria di Orban è che le ondate migratorie siano finalizzate alla scristianizzazione totale dell’Europa e che il compito da assumersi è quello di frenare quella che chiama invasione difendendo al contempo le radici cristiane della nostra civiltà.

Verona, vogliono viaggiare gratis: 3 nigeriani spezzano il polso ad un agente. Non faranno un giorno di carcere


Ieri sera intorno alle 20, gli agenti del settore operativo della stazione ferroviaria di Verona Porta Nuova sono intervenuti, a seguito della richiesta di un capotreno, sul binario 11 dello scalo dove era pronto alla partenza un treno regionale diretto a Rovigo.

Il motivo dell’intervento era dovuto alla presenza a bordo di tre cittadini stranieri i quali pretendevano di viaggiare senza biglietto e, nonostante le ripetute richieste del capotreno, non intendevano regolarizzare la loro posizione di viaggio né scendere a terra, fatto quest’ultimo che ha comportato un ritardo al servizio di trasporto.

 Una volta individuati dagli agenti, i tre stranieri hanno opposto un’attiva resistenza continuando a rifiutare di fornire generalità e documenti, mantenendo ostinatamente la propria posizione sul treno. Dopo un’assidua opera di convincimento che si è protratta per oltre venti minuti, i tre hanno acconsentito a scendere ma, una volta a terra, hanno continuato a tenere un atteggiamento ostile e poco collaborativo nei confronti dei poliziotti, rifiutandosi di essere accompagnati in ufficio per le operazioni dell’identificazione tanto da dovere richiedere l’ausilio di una volante della questura. Durante l’accompagnamento negli uffici di polizia i tre stranieri inaspettatamente hanno reagito violentemente al controllo e uno di loro è riuscito a fuggire.

Nella colluttazione due degli agenti intervenuti hanno riportato lesioni: uno dei due la frattura del polso sinistro con prognosi di 30 giorni (lesione per cui non si esclude un intervento chirurgico), l’altro una distorsione a un ginocchio con prognosi di 7 giorni.

 I due stranieri bloccati sono stati quindi condotti in ufficio e identificati come inigeriani O.E., 37 anni, richiedente asilo e O.T., 32 anni, in possesso di regolare permesso di soggiorno; gli stessi sono stati arrestati per i reati, commessi in concorso, di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate. Trattenuti nelle celle di sicurezza del settore Operativo Polfer, i due nigeriani sono stati giudicati nella mattinata odierna con rito diretto direttissimo e condannati a 10 mesi di reclusione, pena sospesa.

Elezioni in Umbria, sondaggio YouTrend: centrodestra avanti di 4 punti. Salvini: “Schiaffo a Conte in arrivo”


I primi sondaggi in vista delle elezioni in Umbria del 27 ottobre parlano chiaro: il centrodestra è avanti con la candidata leghista sostenuta anche da Forza Italia e Fratelli d’Italia, Donatella Tesei. Secondo i dati di Quorum/YouTrend, in esclusiva per Agi, riportati su Il Tempo, Vincenzo Bianconi, candidato scelto da Pd e Movimento 5 stelle al momento è sotto la Tesei.

Se è vero che entrambi i candidati superano il 40 per cento dei consensi, la Tesei è comunque in testa con il 47,2 per cento delle preferenze (con la Lega primo partito al 34 per cento) mentre Pd, M5S e liste alleate si fermano poco sotto il 43 per cento (il dato di Bianconi è invece 43,1 per cento).

 E nonostante solo il 28 per cento degli elettori umbri ritenga che l’esito delle Regionali avrà ripercussioni sul governo giallo-rosso, la portata nazionale del voto del prossimo 27 ottobre è innegabile. Il voto in Umbria sarà il primo vero test sulla tenuta del patto di governo tra Pd e Cinque stelle.

Tanto che Matteo Salvini ha detto: “In Emilia Romagna non vedo l’ora che arrivi il 26 gennaio, così come non vedo l’ora che arrivi il 27 ottobre in Umbria. Sono per me come quando era Natale da bambino… Al posto del 25 dicembre, io quest’anno ho il 27 ottobre in Umbria e il 26 gennaio in Emilia Romagna. Lo schiaffo a Conte è in arrivo”.

11 BARCONI TUNISINI ASSALTANO LAMPEDUSA, POLIZIOTTO: “SBARCANO GALEOTTI TUNISINI E TG VE LO NASCONDONO”


L’annuncio dell’apertura dei porti italiani ha scatenato i tunisini.
Che, sappiamo, essere in larga parte ex detenuti.

 Altri due barchini, con a bordo 15 e 16 tunisini, sono infatti stati avvistati stanotte, a poca distanza dalla costa di Lampedusa, da una motovedetta della Guardia di finanza che li ha guidati in porto. In poco più di 24 ore, a partire da sabato sera, si sono registrati complessivamente 11 approdi di clandestini sull’isola.

Oltre 200 clandestini erano arrivati a Lampedusa in appena 12 ore su 9 barconi arrivati uno dietro l’altro ognuno con 20-25 clandestini, sbarcati direttamente in porto o sulle spiagge dell’isola: una vera e propria operazione militare.

Ieri, anche una quarantina di clandestini – che hanno dichiarato di essere algerini – erano sbarcati in Sardegna su più barchini. E’ un attacco senza precedenti. Con Salvini, arrivavano in un mese! Come accade in Grecia: L’unica nota positiva della giornata è la guardia costiera libica che ha riportato indietro un barcone con 70 invasori a bordo. Mentre un altro con 50 sarebbe dato per disperso.

Quindi, in mezza giornata 9 barconi arrivati con oltre 280 clandestini, 1 riportato indietro dai libici e un altro disperso. Un totale di quasi 400 clandestini diretti in Italia in 12 ore. Oggi altri 2. Grazie a Pd-M5s.

Questo porta il numero totale di settembre a 2.500 clandestini sbarcati contro un totale di 947 lo scorso anno. Effetto PD.

E allora ricordiamo la testimonianza di un agente: “Sono stato aggregato in Sicilia, tra Agrigento e Lampedusa per l’ emergenza sbarchi – scrisse Manuel Cantelli in una lettera denuncia spedita ai giornali italiani – Non sono un poliziotto di primo pelo e credo di aver visto un po’ di tutto, ma nonostante ciò la situazione che mi si è presentata mi ha sconcertato.

Ogni giorno sbarcano sulle coste italiane centinaia di persone, alcune con le loro imbarcazioni, molte di loro accolte da una sorta di ‘comitato di benvenuto’ li ha riforniti di viveri e dopo una bella pacca sulla spalla, con un cordiale arrivederci, li hanno lasciati liberi di andare dove volessero. Proprio così, liberi nel nostro Paese. Roba da non credere”.

Ebbene “queste persone, questi giovani, non sono profughi e non fuggono dalla guerra, ma sono galeotti tunisini che di certo non vengono qui per fare gli operai in fabbrica”. “Abbiamo messo in piedi una macchina dei soccorsi enorme – continua la lettera – a Lampedusa c’ è uno spiegamento di forze incredibile, mezzi e uomini di tutti i reparti, dalla Protezione Civile alla Croce Rossa, dai Vigili del Fuoco a tutte le Forze dell’ Ordine; aerei, navi, traghetti, tutti dediti all’ accoglienza, tutti preoccupati a fornire un servizio a 5 stelle a questi signori, che tutto sono tranne che pacifici turisti”.

“Nella maggior parte dei casi si tratta persone senza ritegno alcuno, senza alcun rispetto delle nostre regole, delle nostre leggi, della nostra civiltà e purtroppo nei Tg non se ne parla, come se quello che succede a Lampedusa debba essere tenuto nascosto”.

Milano: morsi, sputi, calci e pugni contro i carabinieri. Nigeriano irregolare ne manda 4 all’ospedale


“Ha iniziato a sferrare calci e sputi, poi ha pure tentato di mordere i carabinieri“. Il racconto che fanno fonti militari al Giornale.it è l’ennesimo caso di aggressioni nei confronti dei tutori dell’ordine. Succede ancora a Milano, dopo la coltellata al soldato in Centrale e le violenze del clandestino che nei giorni scorsi ha pestato un vigilantes e due militari.

 Facciamo qualche passo indietro e torniamo alla mattina di sabato. Una pattuglia di carabinieri viene inviata per un intervento all’Esselunga di via Solari. Sul posto è scoppiata una lite tra più persone e i militari devono sedare gli animi.

Arrivati sul posto, però, la faccenda si presenta più complicata del previsto. “Tra i litiganti era coinvolto anche un nigeriano che importunava tutti gli altri”, fanno sapere le fonti. Alla richiesta dei documenti, l’immigrato reagisce con violenza attaccando gli uomini in divisa.

E scoppia il patatrac. Prima ricopre di calci e sputi i militari, poi butta a terra un carabiniere e cerca di strappargli la pistola dalla fondina. In quel momento arriva un’altra gazzella che riesce a ammanettarlo. Ma non basta. Il nigeriano da terra continua a sferrare calci senza sosta e cerca di mordere i militari. Risultato finale: quattro carabinieri finiscono in ospedale per i graffi e le contusioni riportate, con prognosi che vanno dai 3 ai 4 giorni.

 A infastidire ancora di più gli addetti ai lavori è il fatto che l’immigrato, O.B. di 29 anni, è irregolare sul territorio italiano. Sbarcato nel Belpaese nel 2016, come tanti altri ha presentato domanda di asilo prontamente rigettata dalla commissione territoriale. Senza permesso di soggiorno è rimasto a vivere a Milano, collezionando precedenti penali. Prima dell’aggressione di venerdì, infatti, il clandestino era già passato per la galera per rapina impropria. “Non aveva paura di essere arrestato”, sussurrano le fonti, “proprio perché in carcere c’è già stato”.

Una volta salito sulla gazzella, non si è dato per vinto: in sfregio all’Arma ha sputato dappertutto dentro l’auto. Il 29enne è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e alle 9.30 di oggi è finito a processo per direttissima. Piccola curiosità: mentre i carabinieri lottavano contro il malvivente e venivano feriti, sul posto era presente “una marea di persone” che, invece di aiutare le forze dell’ordine, “si sono limitate a riprendere la scena col cellulare”. Come se quattro carabinieri finiti in ospedale fosse la trama di uno spettacolo da portare al cinema

Reddito di cittadinanza alla terrorista rossa Saraceni, ira della famiglia dell’agente ucciso: “Vergognatevi!”


Da Il Secolo D’Italia – «Stiamo veramente cadendo nel ridicolo». È amareggiato Potito Perruggini, nipote dell’agente di polizia Giuseppe Ciotta assassinato nel 1977 dai terroristi rossi e presidente dell’osservatorio nazionale per la Verità storica “Anni di piombo”. Commenta all’Adnkronos la notizia diffusa da La Verità sul reddito di cittadinanza percepito da qualche settimana da Federica Saraceni, ex terrorista delle Br.

 Condannata a 21 anni e sei mesi per l’omicidio del giuslavorista Massimo D’Antona, Federica Saraceni dal 2005 è ai domiciliari e dallo scorso agosto riceve il reddito di cittadinanza, un assegno da 623 euro, nonostante tra i requisiti per ottenerlo ci sia quello di non essere sottoposti a “misura cautelare personale”.

 «Se non controlliamo attentamente questi cosiddetti ex terroristi (che per noi familiari non sono mai “ex” ma rimangono tali perché hanno ammazzato e i nostri morti non saranno mai “ex morti”), corriamo il rischio di vedere la Saraceni incassare anche la pensione di reversibilità del padre, l’ex parlamentare Luigi Saraceni», continua Perruggini. «Del resto, questo è solo uno dei tanti episodi che ci portano a riflettere sull’argomento.

Non è il primo caso, ne hanno scoperto un altro a Torino», aggiunge Perruggini. «Ci sono terroristi come Enrico Galmozzi, il killer di mio zio, che vive libero e con la libertà di minacciare attraverso Facebook. Ne parla Panorama in edicola questa settimana». «Questi si sono presi gioco degli italiani e continuano a farlo – conclude il presidente dell’osservatorio “Anni di piombo” – sulla pelle delle vittime e dei loro familiari che hanno pagato senza mai conoscere un briciolo di verità storica, che nella maggior parte dei casi è diversa da quella giudiziaria».

Migranti, all’ex sindaco di Milano Pisapia non bastano mai: “Cancellare il Decreto Sicurezza, è xenofobo”


Giuliano Pisapia mette fretta al governo giallorosso su due temi molto discussi recentemente: fine vita e ius culturae. Dopo la decisione della Consulta, l’ex sindaco di Milano ha sottolineato che “per una morte dignitosa ci vuole subito una legge“. Tuttavia ciascun parlamentare dovrebbe decidere “secondo coscienza” e i partiti “rispettino la libertà“.

L’avvocato, intervistato da La Repubblica, è del pare che “oltre al diritto a una vita dignitosa, ci sia anche il diritto a una morte dignitosa. È un tema ineludibile per il Parlamento che deve decidere al più presto come ha chiesto anche la Consulta“. C’è una concreta possibilità che la legge si faccia, ma solamente “se si evitano le battaglie ideologiche e gli scontri faziosi“.
Ius culturae e Renzi
Il prossimo 4 ottobre in Commissione Affari costituzionali ripartirà l’iter dello ius culturae: “Riguarda la cittadinanza italiana al minore straniero entrato in Italia entro i 12 anni e che abbia frequentato regolarmente un percorso formativo per almeno 5 anni nel territorio nazionale“. L’eurodeputato spiega che “c’è concordanza da parte di tutte le forze di governo“. Dopo aver “cambiato molto a parole” ora è giunto il momento di “cancellare le norme incostituzionale e xenofobe del decreto Sicurezza“.

E poi prosegue: “Lasciamoci alle spalle l’oscurantismo di Salvini: il M5s può dimostrarlo ora praticamente“. Pisapia infine ha smentito un suo possibile ingresso nel Partito democratico e ha criticato la scissione di Matteo Renzi: “Non credo sia una brutta cosa cambiare idea – e spero davvero che il M5s ne cambi molte rispetto a quelle nella sua prima esperienza di governo – ma non ho condiviso la scissione di Bersani e non condivido questa“.

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