sabato 28 settembre 2019

Cremona, straniero irregolare prende a pugni e bottigliate una famiglia: giorni prima aveva molestato una donna


Attimi di paura davanti a un supermercato a Pandino, comune in provincia di Cremona, dove un immigrato irregolare, come raccontato da ilGiorno, avrebbe preso a pugni una intera famiglia. Alla fine sono dovuti intervenire i carabinieri che hanno fermato e preso in consegna l’uomo.

Secondo quanto ricostruito tutto sarebbe iniziato quando lo straniero, risultato in seguito un immigrato irregolare nel nostro Paese, ha avvicinato e molestato una donna davanti a un supermercato. L’uomo sembra stesse chiedendo l’elemosina.

 Quando la signora è tornata a casa ha raccontato quanto avvenuto al proprio marito. Questi ha quindi deciso di accompagnare la moglie al supermercato, con tanto di figlie piccole al seguito. Una volta arrivata la famigliola davanti all’esercizio commerciale, il coniuge si è fermato a chiacchierare con il fratello e il nipote, incontrati per caso, mentre la consorte è andata a prendere il carrello.

 Durante il tragitto è però stata nuovamente avvicinata dal 35enne straniero, presa per un braccio e strattonata. I tre uomini si sono precipitati dalla donna per cercare di aiutarla ma, quando hanno chiesto all’uomo spiegazioni, di tutta risposta questi ha sferrato al marito della vittima un pugno in piena faccia. Subito dopo si è scagliato contro il nipote, un ragazzo di 20 anni, colpendolo al volto con una bottiglia.

La famiglia, feriti compresi, ha cercato quindi rifugio all’interno del supermercato, preoccupata di mettere al sicuro le due bambine. Sono quindi intervenuti i carabinieri che hanno bloccato lo straniero, con bottiglia rotta alla mano, e lo hanno preso in custodia.

L’ambulanza del 118 si è occupata di trasferire il ragazzo aggredito al pronto soccorso dove ha ricevuto tre punti di sutura sul sopracciglio e cinque giorni di prognosi. Il sindaco, Piergiacomo Bonaventi, ha voluto commentatre l’episodio e dare alcune spiegazioni in proposito “Esiste già un’ordinanza che impedisce di mendicare.

Da oggi ho dato disposizione alla polizia locale di controllare queste persone, che alla fine sono cinque. Due episodi in poche ore fanno pensare. Domenica sera uno straniero ubriaco ha preso a calci le auto in paese. Hanno dovuto sedarlo per portarlo via. Mercoledì il fatto del supermercato: tutto questo impone di prendere provvedimenti senza attendere fatti peggiori”.

Migranti, Lucia Borgonzoni senza peli sulla lingua: “L’Europa prende per il cu*** l’Italia”


“L’Europa prende per il c**o gli italiani”. Lucia Borgonzoni, ospite a Dritto e Rovescio, liquida così il patto di Malta.

La senatrice leghista non è d’accordo con l’altro politico presente in studio, il dem Davide Faraone: “L’Europa ha proposto una bozza d’accordo che è una presa in giro”.

A nulla sono servite le parole del piddino, che a Paolo Del Debbio assicura: “Se l’Europa non manterrà la sua parola, sarò il primo a venire a protestare con la Lega”.

 La Borgonzoni non cambia idea sull’accordo firmato tra Italia, Malta, Francia e Germania. Patto che prevede lo sbarco nei nostri porti e in quelli maltesi, purché poi i migranti vengano ridistribuiti.

“In pratica alcuni stati – prosegue la Borgonzoni – su base volontaria, prenderanno degli immigrati solo se non sono troppi. Questa è l’Europa che ci prende in giro. Lo aveva fatto con Alfano, lo fa con i pochi sbarchi fatti con noi e lo rifarà ora”.


venerdì 27 settembre 2019

Milano, iracheno pesta un vigilante con un palo di ferro. Giudice lo libera: “Reato non grave. Arresto esagerato”


Il riassunto che fa una fonte del Giornale.it è più o meno questa: se provi a rubare due bottiglie di vino, pesti prima un vigilantes e poi due carabinieri non meriti il carcere perché provare a sgraffignare un po’ di alcol non è un reato grave.

L’aggressione? Per il pm sembra essere solo un dettaglio. Siamo a Milano, viale delle Forze Armate 312. Ore 21 circa. Un cittadino iracheno, irregolare sul territorio italiano, entra nel Carrefour per fare la spesa senza pagare il conto. Il vigilantes lo blocca e gli chiede di mostrare cosa nasconde sotto il giubbotto: a quel punto il malvivente “inizia sclerare”, spiega la fonte, e “prendo il paletto divisorio del supermercato e lo usa per colpire il testa la guardia giurata” che riesce nel parapiglia a recuperare una bottiglia. L’iracheno scoperto se la dà a gambe e si infila nel parco delle Cave.

I carabinieri, avvertiti dal vigilantes, si mettono sulle sue tracce. “Dopo pochi istanti” viene acciuffato, “capisce di essere stato scoperto” e invece di arrendersi aggredisce pure i militari. Non c’è due senza tre. Solo alla fine la pattuglia riesce a caricarlo in macchina e a portarlo via, non senza difficoltà. E qui viene il bello. L’immigrato, K.A., “proveniente dalla Germania”, viene denunciato per rapina impropria e resistenza a pubblico ufficiale.

Il suo curriculum dice che è un clandestino che, dopo aver presentato richiesta di asilo all’Italia, si è visto respingere al mittente la domanda di accoglienza. In teoria dovrebbe essere altrove, invece si trova a bighellonare per la città meneghina. Direte: l’avranno arrestato. E invece no. Come fanno sapere fonti militari al Giornale.it, infatti, la toga di turno ha deciso di non farlo arrestare perché “secondo il pm per due bottiglie di vino l’arresto è esagerato”.

Il fatto è che ha preso in considerazione “come metro di valutazione la merce e non il gesto”. Cioè l’aver opposto resistenza al pubblico ufficiale e aver ferito il vigilantes. Certo, la guardia giurata ha preferito non farsi medicare al pronto soccorso e questo forse ha influito.

Ma è inevitabile che i carabinieri storcano il naso: si gettano all’inseguimento, faticano a fermare il bandito e dopo cinque minuti se lo ritrovano nuovamente in strada. Altre volte, sussurrano i militari, “ce li fanno arrestare anche solo per uno spintone”. Stavolta invece no. Tecnicamente si dice: denunciato a piede libero. Ovvero, una beffa.

Gad Lerner torna a provocare: “Milano è ricca grazie ai migranti”. Ma viene subito “massacrato” sui social


La grande e operosa Milano? Tutto merito degli immigrati. Almeno secondo Gad Lerner. Il giornalista su Twitter pubblica il rapporto sull’immigrazione (2018-2019) di Caritas e Migrantes e si avventura in un’analisi piuttosto discutibile: “Ma che coincidenza: #Milano è la provincia con più residenti stranieri (470.273 cioè il 14,5% degli abitanti) e contemporaneamente dà il maggior contributo al Pil, con reddito pro capite fra i più alti. Sicuri che l’immigrazione fa male? #Rapportoimmigrazione @CaritasItaliana”.

 Parole che hanno scatenato subito la reazione infuriata dei follower dello stesso Lerner. La teoria che Milano sia tra le città più ricche d’Italia grazie agli immigrati infatti va del tutto dimostrata con cifre alla mano. E così sui social c’è chi già mette nel mirino Lerner senza usare giri di parole: “Milano dava il maggiore contributo al PIL italiano (in proporzione anche nel 1880 o nel 1900 o nel 1930 o nel 1960….. (forse anche ai tempi di Napoleone…)

Non ha cominciato a industrializzarsi quando sono arrivati magrebini, nigeriani e pakistani”, scrive un utente. Poi c’è chi chiede un’analisi più approfondita di questi dati e così punge Lerner proprio sulle cifre: “Di questo 14% che contribuisce al Pil, quanti sono maghrebini o centraficani e quanti giapponesi, cinesi, tedeschi, francesi, americani? Ah Gad, ma falla finita va!”. C’è anche chi fa un’altra riflessione contestando la tesi di Lerner: “Se mettiamo tutti i migranti in Calabria il Pil non cresce, non c’è industria e non c’è commercio.

La provincia di Milano da sempre è quella che da il maggior contributo al Pil anche quando non c’erano migranti. Io non ho niente contro i migranti ma la sua è informazione faziosa”. Insomma il tweet di Lerner si è trasformato in un vero e proprio autogol. Chissà se tra gli immigrati “virtuosi” che avrebbero contribuito alla crescita del Pil di Milano, Lerner trova un posto anche per tutti quelli che sono stati protagonisti di stupri, scippi e rapine…

Torino, carne di maiale a un bambino musulmano. Genitori lo tolgono dalla mensa: “È gravissimo, inammissibile”


Un piatto di carne di lonza servito a un bambino musulmano di 7 anni, che lo ha assaggiato scambiandolo per una fetta di tacchino.

 La denuncia arriva da un papà egiziano che negli ultimi 3 anni ha sempre optato per il pranzo domestico e che ha iscritto i figli a mensa dopo il divieto già scattato alla primaria Manzoni dell’Ic Pacinotti. «Se ne è accorta la sorella maggiore, che però non lo ha detto alle maestre per paura di essere sgridata — spiega il papà —. È gravissimo, io in 48 anni non ho mai assaggiato carne di maiale, è una questione religiosa».

 Il Comune di Torino prevede in questi casi un menu alternativo, ma l’iscrizione provvisoria a mensa è avvenuta in fretta, il giorno prima di cominciare la scuola. «Eravamo appena tornati dall’Egitto e siamo andati di corsa in segreteria ad iscriverli perché non possiamo andarli a prendere all’ora di pranzo — racconta —. Sul modulo c’erano solo due opzioni: uscita da scuola o ristorazione scolastica, tutto qui». «Basta mensa, non mi fido più» Il genitore riferisce di aver specificato soltanto a voce che il bambino non avrebbe mangiato carne di maiale.

E in effetti lunedì, in alternativa alla carne di lonza, c’erano anche le lenticchie. «Mio figlio, pensando che si trattasse di tacchino, ha scelto comunque la carne — aggiunge il papà — . Non c’era la solita maestra, ma lui è piccolo ed è un errore inammissibile».

La famiglia non ha segnalato il caso né al Comune né alla ditta di ristorazione scolastica. Ha soltanto tolto subito i figli dalla mensa. «Dal giorno seguente ho ricominciato a dare il pranzo al sacco ai miei figli, anche se da noi è vietato — conclude —.

Hanno cercato di convincermi a restare, ma io non mi fido più». Si è unito così al gruppo di una ventina di genitori che non rispetta il divieto e continua a mandare i figli con il pranzo da casa. Ogni giorno ricevono la telefonata da scuola, con la richiesta di andarli a prendere.

Ma il «Comitato pasto domestico Manzoni» non demorde e sta preparando il ricorso al Tar, con il sostegno dei gruppi che si sono formati nelle altre scuola torinesi. L’Ic Pacinotti è per ora l’unico ad aver vietato il pasto domestico, dopo la sentenza della Cassazione che non lo ritiene più un diritto assoluto. Tutti gli altri si sono riservati di decidere entro il 31 ottobre.

Malta smaschera la presa in giro dell’Europa: metà dei migranti da redistribuire sono ancora qui da mesi


LA VALLETTA – Metà dei migranti arrivati in questi mesi di sbarchi sotto promessa di pronta ricollocazione in vari Paesi europei è ancora ferma a Malta.

Lo ha detto il ministro degli Affari Interni maltese, Michael Farrugia, partecipando ad un programma della tv di stato Tvm.

 “Solo Francia e Germania hanno onorato i loro impegni e anzi hanno accettato anche migranti che sarebbero dovuti andare in altri Paesi”, ha affermato Farrugia due giorni dopo il minivertice della Valletta aggiungendo di confidare che il problema possa essere risolto “nelle prossime settimane”.

 Il ministro ha ricordato che il sistema di accoglienza maltese (che garantisce “sin dal giorno uno” ai richiedenti asilo vitto, alloggio e permesso di lavoro per un anno) è “sotto stress” per l’impennata di arrivi e ha annunciato la decisione di ampliare le infrastrutture sia nell’open center di Hal Far, allo scopo di mantenere “standard di dignità” e promuovere l’integrazione legale, che nei centri di prima accoglienza allo scopo di accelerare le visite mediche.

Il corteo dei “gretini”? È la solita piazza dell’odio di sinistra: studenti leghisti cacciati a Milano, scontri a Palermo


Sfilano in piazza per il clima sulla scia del richiamo planetario della “Greta dei miracoli” ma poi cacciano i ragazzi non allineati. Nel giorno del Friday For Future in alcune città gli studenti della Lega sono stati fischiati e allontanati dal corteo studentesco come se la tutela dell’ambiente e le mobilitazioni ecologiche fossero “roba loro”. A Palermo, invece, una trentina di persone vestite di nero ha cercato di spezzare il serpentone che sfilava per il centro della città provocando tensioni e cariche da parte della polizia con fuggi fuggi generale.

 A dare la notizia della discriminazione degli studenti del Carroccio è stato il deputato e coordinatore federale della Lega Giovani, Luca Toccalini: «Solidarietà ai ragazzi della Lega cacciati dal corteo per l’ambiente a Catania e insultati a Milano e Forlì. A differenza della sinistra e dei sindacati ci siamo presentati in tante piazze italiane senza bandiere di partito, ma nonostante questo una certa parte politica a suon di chiacchiere vuole intestarsi una battaglia che non è loro, ma di tutti i cittadini. Ringrazio i tantissimi giovani che ci hanno incitato a non mollare, insieme a loro nelle prossime settimane costruiremo un manifesto per l’ambiente con proposte concrete per il Paese».

 Al corteo di Palermo invece ci sono state tensioni: la polizia ha acquisito alcuni filmati degli scontri avvenuti all’incrocio tra piazza Castelnuovo e via Ruggero Settimo. Secondo una prima ricostruzione, sembra che un gruppo di giovani appartenenti all’estrema destra siano arrivati con un loto striscione, tutti vestiti di nero, ma invitati ad andare via da un altro gruppo vicino agli antagonisti. Sono così partiti gli insulti e anche qualche scontro fisico tra manifestanti. Ma senza conseguenze. L’intervento dei poliziotti in tenuta antisommossa ha evitato che la situazione degenerasse.

L’ex grillina Silvia Vono: “O vai dallo psicologo o ti iscrivi al M5S”. “È il partito del no, ha ragione Salvini”


Da sostanziale sconosciuta a donna di copertina. Si parla di Gelsomina Silvia Vono, ormai ex M5s. Uno dei molti grillini in fuga, ma la prima ad essere passata con Matteo Renzi ed Italia Viva, massimo tradimento per Luigi Di Maio e compagnia cantante. Calabrese di Soverato, 50 anni, la Vono si è insomma resa protagonista del più improbabile dei salti.

E, ovviamente, è balzata agli onori delle cronache. Oggi, venerdì 27 settembre, si confida in un’intervista al Giornale, in cui esordisce rivelando come nel M5s “in tanti mi hanno mostrato la loro stima” dopo l’addio. Dunque la bordata a Di Maio, il quale ha detto di voler chiedere 100mila euro di risarcimento a chi lascia i pentastellati: “Credo sia una clausola vessatoria”, taglia corto (e in una seconda intervista al Corriere della Sera parla esplicitamente di “ricatto“).

E la Vono, sul M5s, picchia durissimo. Quando le chiedono perché abbia mollato il partito, spiega: “Non è mai esistita una vera organizzazione di gruppo, si continuava ad andare avanti facendo ragionamenti da partito di opposizione, loro non hanno mai avuto un’idea di governo”. Ancor più clamoroso, quando la senatrice afferma che “su questo sicuramente ha ragione”: e ad aver ragione è Matteo Salvini quando dice che il M5s è “il partito del no”.

Ma il passaggio più corrosivo è quello in cui viene interpellata su quel che accade durante le sempre più movimentate riunioni tra i parlamentari e il capo politico, Di Maio: “Non bisogna fare riunioni solo per ascoltare le lamentele e poi andarsene via, come se nulla fosse – premette -. Per scherzare dico che se uno deve parlare dei suoi parlamentari può andare dallo psicologo oppure iscriversi al M5s“, sottolinea. Infine, Silvia Vono spiega di essere andata con Renzi perché “ha dimostrato visione, lungimiranza, coraggio”.

E ancora: “Insieme a Italia Viva sosterrò il governo guidato da Conte, che ritengo un uomo preparato e libero”. E quando le chiedono conto del grande malumore su cui si vocifera tra gli eletti pentastellati, conferma: “C’è moltissimo malessere”. Insomma, come si dice da più parti, i grillini in fuga già nei prossimi giorni potrebbero crescere. E parecchio.

Salvini: “Berlinguer avrebbe schifo per questa sinistra. Conoscono più banchieri che operai”. E il PD impazzisce


«Berlinguer avrebbe schifo per questi di sinistra che conoscono più banchieri che operai». Così, su questa frase di Matteo Salvini, pronunciata durante un comizio in Umbria a San Feliciano, sì è subito scatenato l’inferno. Salvini non ti permettere.
«Berlinguer? Salvini si sciacqui la bocca»
Il pensiero espresso dall’ex ministro dell’Interno non fa una grinza, ma il merito del discorso interessa ben poco a un Pd che certo non sarebbe piaciuto a Berlinguer.
Inizia il senatore Franco Mirabelli, vicepresidente del gruppo dem. «Salvini non si deve permettere neppure di citare Enrico Berlinguer, un uomo che credeva nell’Europa, nella necessità di difendere la democrazia liberale e di affermare la legalità.

Principi che sono l’opposto di ciò che Salvini predica e pratica». Prosegue la litania il senatore del Pd, Roberto Rampi: «Prima di parlare di Enrico Berlinguer qualcuno dovrebbe sciacquarsi la bocca.

Quando avrà la dignità e la statura di un’unghia di Berlinguer ne riparliamo». Offese su offese, un’altra giornata da collezione per Salvini.
Salvini: «Sono convinto che se Berlinguer venisse qui…»
«Liberiamo prima l’Umbria, poi tocca alla Toscana. E lì tra Renzi e la Boschi ci sarà da divertirsi», aveva detto Salvini partecipando a vari incontri con i cittadini in vista delle regionali nelle quali la Lega, con il centro destra, sostiene la candidatura di Donatella Tesei.
«Incontro persone che mi dicono che hanno votato per una vita a sinistra per tradizione per cultura, perché votava il papà, il nonno. Però io sono convinto che se oggi venisse in Umbria Berlinguer avrebbe schifo di quelli che si dicono di sinistra che conoscono più banchieri che operai, che conoscono più finanzieri che pescatori e artigiani». Quindi il diluvio di insulti.

Suicidio di Stato, duro attacco di Sgarbi a Bergoglio: “Possibile che non dica nulla in difesa della vita?”


“Possibile che il Papa non dica nulla a difesa della vita? Possibile che non abbia nulla da dire sulla sentenza della Consulta che apre le porte al ‘suicidio di Stato’. Non possiamo lasciare che a decidere della vita sia un Tribunale con una sentenza di morte!”. Vittorio Sgarbi si pronuncia così contro la sentenza sul Fine vita, tirando in ballo con vis polemica Papa Francesco.

La Corte Costituzionale ha giudicato non punibile ai sensi dell’articolo 580 del codice penale – a determinate condizioni – “chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili”.

 Una delibera che il critico d’arte non vede di buon occhio. Motivo per cui si rivolge a Papa Francesco, che ancora non ha pronunciato parola a riguardo, nonostante in passato “si sia accanito contro l’accanimento terapeutico”.


Migranti, Grecia e Spagna non firmano il patto di Malta. Altro che svolta, Conte ha preso in giro gli italiani


La stampa e l’informazione anche televisiva italiana ha completamente censurato la notizia, perchè è politicamente “mortale” per il governo Conte e per Conte in persona, dato che fa cadere di schianto tutta la montagna di bugie e omissioni raccontate sul vertice di Malta, spacciato per essere una “svolta” della Ue rispetto la questione migranti.

Sì, una svolta contro il muro.
L’intesa siglata da Germania, Francia, Italia e Malta, che prevede la ridistribuzione volontaria nei paesi europei dei migranti soccorsi nel Mediterraneo, si e’ scontrata con il netto rifiuto di due Stati chiave: Spagna e Grecia.

Lo scrive il quotidiano El Pais in prima pagina, spiegando che, secondo i governi di Madrid e Atene, il cosiddetto patto di Malta si basa su uno schema che mira, quasi esclusivamente, ad affrontare il problema italiano della gestione dei flussi. Tanto il governo spagnolo che quello della Grecia lo respingono. Voteranno contro alla riunione dei primi d’ottobre durante la quale si dovrebbe valutare quante nazioni dell’Unione europea aderirebbero al piano volontario e della durata di sei mesi, salvo la possibilità di ciascuno stato aderente di sfilarsi in un qualsiasi momento senza dove dare spiegazioni.

Fra i punti piu’ contestati da Spagna e Grecia, le cui cancellerie sono in stretto contatto, riferisce il Pais, quello che stabilisce che si possano smistare in Europa solo i naufraghi salvati in alto mare che chiedono asilo, escludendo cosi’ i migliaia di disperati che arrivano in Spagna e le decine di migliaia fermi in Grecia.

Il Pais fa notare come, dopo quattro anni di scontri a livello dell’Ue, il meccanismo sia stato pensato per offrire solo un aiuto politico al nuovo fragile governo italiano, ora che il leader della Lega, Matteo Salvini, è stato mandato all’apposizione.

Il Pais conclude ricordando che questo “accordo di Malta” produrrebbe una profonda frattura tra nazioni come Spagna e Grecia e il resto della Ue, se venisse usato solo per “aiutare” politicamente il governo italiano.

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