lunedì 23 settembre 2019
“Salvini pezzo di m…. Bisogna ammazzarlo”, e il leghista porta in tribunale il prete “rosso” don Giorgio De Capitani
Matteo Salvini, sul caso di don Giorgio De Capitani, un prete che si è esibito in una serie di commenti davvero opinabili riguardanti il leader leghista, non le ha mandate a dire: “Non penso – ha dichiarato l’ex ministro dell’Interno, secondo quanto riporta Agi – che Dio sia fiero di avere come portavoce don Giorgio”.
Si tratta di un commento che arriva in relazione al giudizio che verrà emesso nei confronti del consacrato rispetto a quella che, almeno per ora, rimane una presunta diffamazione. Di questo, infatti, è stato accusato il membro ecclesiastico.
Ma Salvini non si è limitato solo a questa breve considerazione. Il vertice del Carroccio si è anche detto meravigliato per l’assenza di “provvedimenti”: la Chiesa cattolica, in effetti, non ha preso contromisure. E l’ex inquilino del Viminale lo ha rimarcato.
Nonostante De Capitani si sia spinto fino a quanto segue: “Era una cosa paradossale per dire come Salvini sbaglia quando gode che un negoziante uccide una persona, così io sbaglio dicendo che bisogna ammazzare Salvini […]
Un paradosso. Sto dicendo che il mio ragionamento è sbagliato, così lui capirà che il suo è sbagliato. Salvini mette sempre quei suoi post dicendo che hanno fatto bene ad ammazzare il ladro, dai…”.
Nel corso di questi anni, non sono stati pochi gli ecclesiastici che hanno contrastato Matteo Salvini. Di solito, però, si è trattato di argomentazioni di carattere politico o valoriale. Relativamente al caso di De Capitani, invece, sarà la giustizia a valutare.
Il migrante preso a bastonate? Il razzismo non c’entra, si tratta di una banale rissa. Smontata bufala buonista
“Sono tutte stupidaggini, ma quale razzismo. Bianco, cinese, non ci importava“. Il 17enne di Anzio che lo scorso sabato pomeriggio ha picchiato, insieme a un amico, un giovane nigeriano, si difende così dall’accusa di razzismo.
Secondo il giovane, intervistato dal Corriere della Sera, la loro sarebbe stata solamente una difesa, perché il ragazzo nigeriano “ci ha minacciati e insultati, per questo lo abbiamo picchiato, non perché era nero”.
Nessuna aggressione razzista, quindi, a detta del 17enne, che sostiene: “Ce ne stavamo tranquilli al bar di via Roma e a un certo punto passa questo nigeriano che al mio buongiorno risponde ‘ve riempio de sangue’, e noi gli rispondiamo.
Ma quello ci minaccia, ci tira una bottiglia addosso, non ci abbiamo visto più, abbiamo solo reagito“. E sono parte le botte, ma il ragazzo è scappato. Così, i due hanno deciso di armarsi: “Siamo saliti a casa per prendere qualcosa, ma per difenderci.
Non erano mazze di ferro come dicono tutti, erano solo due pezzi di legno. Abbiamo sbagliato, lo so, ma quello non era la prima volta che ci offendeva“.
Il ragazzo sostiene di essersi solo difeso, ma ora la vicenda starebbe diventando “una questione politica e noi con queste storie non c’entriamo nulla“. E vorrebbe dimenticare il pestaggio dell’altra sera: “C’è troppo clamore per una banale rissa in mezzo alla strada“.
“Ora Riace non è più il paese dell’accoglienza”, il neo-sindaco “salviniano” rimuove i cartelli affissi da Lucano
Ora Riace non è più il paese dell’accoglienza. I nuovi cartelli, infatti, indicano che quello è il paese dei santi medici e dei martiri Cosimo e Damiano. Secondo quanto riporta Repubblica, il neosindaco Antonio Trifoli ha rimosso lo storico cartello, che indicava Riace come paese dell’accoglienza.
Il pannello è stato rimosso e sostituito da un manifesto che dà il benvenuto ai turisti nel borgo dei martiri Cosimo e Damiano, con tanto di santuario sullo sfondo e statue sacre in primo piano.
Addio quindi al paese che è stato in prima linea per l’accoglienza ai migranti, con la giunta guidata da Mimmo Lucano. Il nuovo cartello, sarà presto in buona compagnia: “A breve ce ne saranno altri al confine con i Comuni di Camini e Stignano e verranno apposti altri cartelli turistici“.
Soddisfatto anche il parroco del borgo, padre Giovanni Coniglio, perché “finalmente si arriva e ci si trova davanti l’identità di Riace“. I manifesti sono stati sostituiti su iniziativa dell’amministrazione, in occasione del 350° anniversario dell’arrivo della Reliquia di San Cosma a Riace.
Il nuovo pannello è stato inaugurato questa mattina, con una cerimonia appositamente dedicata alla sostituzione dei manifesti. E cosa succederà alle altre installazioni e ai murales che hanno caratterizzato l’era Lucano? “Per ora restano- ha affermato il sindaco- ma non escludo che in futuro possano essere eliminate. Sono abusive e pericolose“.
Il leader spagnolo di Vox denuncia: “Pressioni dall’Unione Europea per fermare Matteo Salvini”
Santiago Abascal, leader di Vox e deputato spagnolo, si trova in Italia e nello specifico ad Atreju. La manifestazione organizzata da Giorgia Meloni e dai militanti di Fratelli d’Italia volge al termine, ma la parabola sovranista, stando al punto di vista dell’iberico, è destinata a proseguire nel tempo.
Lo stato di salute dell’ideologia sovranista, il quadro elettorale della sua nazione dopo il fallimento dei tentativi da parte di Pedro Sanchez di formare un governo sono i due canovacci centrali di questa intervista. Ma Santiago Abascal, che insieme a Viktor Orban è stato uno dei principali ospiti dell’edizione annule della kermesse del Fdi, ha voluto dire la sua pure sulle condizioni sociali degli agricoltori e degli industriali di Spagna, in questa intervista esclusiva al Giornale.it
Cosa ne pensa di ciò che sta accadendo in Italia in relazione ai fenomeni migratori?“Non parlerei di questioni interne alla politica italiana se non ci si riferisse a qualcosa che condividiamo. La Spagna e l’Italia hanno confini comuni e gli spagnoli e gli italiani condividono la preoccupazione di proteggere i propri confini dalle invasioni migratorie causate dalle oligarchie europee per inondare i nostri paesi di manodopera a basso costo. È chiaro che il ministro Salvini è stato vittima di ciò che aveva denunciato per 18 mesi, che gli italiani sono sempre meno padroni del loro destino, che ancora una volta è stato deciso tra Bruxelles e Strasburgo.
Su questo penso che vedo come da Bruxelles siano state fatte pressioni per allontanare Salvini dal governo (il riferimento alla crisi di governo dei gialloverdi è chiaro, ndr), danneggiando di nuovo la sovranità di uno stato membro della Unione europea. Mi risulta particolarmente vergognoso che per questa operazione contro la sovranità italiana, si sia utilizzata una imbarcazione con bandiera spagnola, la Open Arms. E per questo ho chiesto scusa all’Italia in nome di tutti gli spagnoli dalla Camera dei deputati”.
Qual è la posizione di Vox sulle prossime elezioni parlamentari in Spagna? Pensa che il centrodestra possa presentarsi unito?“Sono convinto che nelle prossime elezioni generali del 10 novembre, Vox consoliderà la sua presenza nel parlamento spagnolo, dove abbiamo dimostrato di essere l’unica alternativa alle politiche progressiste imposte dalla sinistra e approvate dalla destra [In Spagna, come nel resto d’Europa, la sinistra impone le idee, il centro le adotta, la destra le gestisce].
Vox è un solido progetto politico, con un programma di ferma difesa della sovranità nazionale, dello stato di diritto e dell’unità territoriale della Spagna, con oltre 50.000 membri che pagano il canone mensile e che difendono il buon senso solo contro il consenso progressista del quale fanno parte il Partido popular, Ciudadanos e Partito socialista operaio spagnolo, che stanno diventando sempre più difficili da differenziare, quindi sarebbe perfettamente comprensibile se corressero uniti alle elezioni”.
Qual è la sua opinione sul futuro del sovranismo, tanto in Europa quanto in Spagna?“Le nazioni sono sempre più coscienti dell’urgenza di eleggere governanti che pongano gli interessi dei cittadini davanti agli oscuri accordi raggiunti negli uffici di Bruxelles o Marrakech da burocrati che nessuno ha eletto. Senza dubbio ciò che sta accadendo in Italia, Austria, Ungheria, Polonia o Slovacchia, accadrà anche in Spagna (Santiago Abascal si riferisce in questo caso alle ottime performance dei cosiddetti partiti populisti nelle nazioni nominate, ndr).
Gli agricoltori spagnoli non possono sopportare di vedere le loro arance marcire al suolo, mentre le politiche commerciali dell’UE facilitano l’ingresso delle arance sudafricane, di qualità notevolmente inferiore, che inondano i nostri supermercati a prezzi risibili.
E’ inammissibile che i nostri industriali debbano ottenere la licenza in materia di sostenibilità ambientale, medici in ecologia e accademici del riciclaggio, mentre devono lottare per competere con i milioni di tonnellate di prodotti in plastica del sud-est asiatico che arrivano ogni giorno in barca ai porti spagnoli dei paesi che, a proposito, non rispettano nessuno dei protocolli ambientali, con evidenti connotazioni totalitarie, che soffocano le nostre aziende. Perfino le Nazioni unite ammettono che questi paesi sono responsabili della maggior parte dell’inquinamento in tutto il mondo”.
Teme che un governo di Pedro Sanchez possa spalancare i porti a tutti?“Sanchez è solo una pedina nell’asse Parigi-Berlino e le sue decisioni in materia migratoria come negli altri campi dipendono da quello che impongono il Macron o la Merkel di turno. Per il momento il nuovo governo italiano ha già aperto i suoi porti alle mafie dell’immigrazione (il noto “cambio di rotta” dei giallorossi sui fenomeni migratori, ndr) che operano attraverso le Ong, autentiche negriere che devono essere messe a giudizio per la loro complicità nel traffico di persone.
A noi preoccupa la deriva dell’attuale Unione Europea e la sua lontananza rispetto al progetto iniziale del padri fondatori: un insieme di nazioni sovrane che cooperano liberamente. Oggi le élite di Bruxelles ricattano coloro che decidono di abbandonare l’Unione europa ( Brexit) o sanzionano i paesi come l’Ungheria o la Polonia che vogliono fissare la propria politica migratoria”.
Matteo Salvini stravince l’uno contro tutti dalla d’Urso: zittisce Alba Parietti e costringe alle scuse Asia Argento
Scintille ieri sera nella seconda puntata di “Live – Non è la D’Urso” tra Matteo Salvini e cinque vip che più lo hanno attaccatonel corso dei suoi 14 mesi come ministro degli Interni. Il primo scontro è quello con Asia Argento che è tornata su uno scambio social avuto con Salvini, menzionando il “Papete beach” e il caso della “camomilla”.
«Si ricorda che mi aveva offerto una camomilla dopo il suicidio del mio fidanzato?», dice la figlia di Dario Argento che poi ha spiegato: «Io le avevo scritto un insulto, perché ha disertato il 25 aprile». E il leader della Lega ha risposto: «Le sembra normale dire merda ad un ministro? Secondo lei è normale? Non è una critica, ma un insulto gratuito».
Ma l’attrice ha attaccato ancora: «Si rende conto che ha sdoganato l’odio sociale?». «Sono una signora…», dice Asia mentre il pubblico in studio rumoreggia. Una signora che dice ‘Salvini merda’…», sottolinea il leader della Lega mentre il confronto si snoda sull’immigrazione. «Avevo invitato Asia Argento bere una camomilla, sapete perché? Aveva scritto #Salvinimmerda.
Ma a lei sembra normale scrivere così a un ministro? I miei genitori mi hanno dato un’educazione diversa», scrive Salvini su Twitter. Alla fine la Argento si è scusata e si è fatta anche il selfie con Salvini: «Mi scuso, non dovevo dire quella parola merda».
Agli attacchi della Argento si sono quindi aggiunti quelli di Alba Parietti. «Gli sbarchi non sono mai stati bloccati», dice la showgirl. «Negli ultimi anni siamo scesi da 180.000 dall’epoca Renzi a 5.000 sbarchi. E soprattutto ho più che dimezzato morti e dispersi», l’ha zittita Salvini che poco prima aveva chiarito: «Io non ho nemici se non gli scafisti, trafficanti di esseri umani. In Italia vivono 5 milioni di stranieri che portano rispetto, pagano le tasse, mandano i figli a scuola.
Loro sono miei fratelli. Io ce l’ho solo con clandestini e delinquenti che sono qua per fare casino». «Lei ad agosto ha deciso di sfasciare il governo, poi però vorrebbe inciuciare con le stesse persone con cui ha rotto…», incalza Parietti. «La sovranità appartiene al popolo», risponde l’ex ministro dell’Interno che poi assicura: «Io adoro chi non la pensa come me. Adoro il confronto. Onoro profondamente chi ha combattuto per la libertà nel nostro Paese. Non torneranno più né il fascismo né il comunismo, non torneranno le dittature né di destra né di sinistra».
I risparmiatori truffati sono terrorizzati dal PD: “Il M5S ha riportato al governo il nostro carnefice”
“Da mesi stiamo vivendo una situazione di grande incertezza sulla Banca Popolare di Bari e quello che però appare intollerabile è il silenzio assordante che contorna questa vicenda”. A dirlo è Letizia Giorgianni, presidente dell’associazione vittime del Salva banche, di ritorno dal capoluogo pugliese dove “i risparmiatori sono stati truffati allo sportello”.
Su quali basi si fonda un’accusa tanto grave?
La Banca popolare non è quotata in borsa e, quindi, i risparmiatori hanno acquistato azioni illiquide, ossia che non erano nel libero mercato. I risparmiatori sono stati truffati perché non sono stati messi al corrente che, in caso di difficoltà o default, le loro azioni sarebbero risultate invendibili e, quindi, non sarebbero rientrati dei loro soldi.
Gli azionisti quanti soldi hanno perso?
Gli azionisti, circa 70mila, sono stati chiamati a rifinanziare il capitale per ben tre volte e, perciò, stiamo parlando di tagli molto alti, da 70 a 100mila euro di soldi persi. Tutti gli azionisti si sono visti svalutare le loro azioni dai 7-9 euro agli attuali 2. Non solo. Durante l’ultima assemblea è stato approvato un bilancio con una perdita di 420 milioni e ciò significa che ha perso più della metà del suo valore.
Ma lo scandalo delle ‘Quattro banche’ non ha insegnato nulla?
La cosa più sconvolgente è che niente è cambiato da quando è scoppiato il caso delle ‘Quattro banche’ ad adesso che sono saltate le due banche venete e che è stata salvata Carige. Nonostante una commissione d’inchiesta avesse messo in luce le responsabilità di Consob e Banca d’Italia, nulla è stato e quindi lo Stato purtroppo dovrà intervenire con soldi pubblici anche in futuro, probabilmente anche per la Popolare di Bari. Se c’è una parte che non funziona è ovvio che le banche continueranno a fallire, i risparmiatori a perdere i propri risparmi e lo Stato a intervenire con i soldi di tutti. E non lo trovo giusto.
Voi risparmiatori delle ‘Quattro banche’ però siete stati rimborsati? O sbaglio?
Grazie alla determinazione della nostra associazione, fortunatamente, col governo Pd siamo riusciti a ottenere i rimborsi per gli obbligazionisti fino all’80%, mentre con il governo gialloverde abbiamo ottenuto un decreto con cui si rimborsa anche il 30% agli azionisti. Ma ora la strada per i rimborsi appare ancora lunga perché la piattaforma Consap che serve per fare domanda al Fir (Fondo Indennizzi Risparmiatori) presenta delle criticità e non funziona. Un altro grande problema, poi, è che la legge sui rimborsi era stata inserita nella legge di bilancio, ma con tutti i ritardi che ci sono stati i soldi stanziati per il 2019-2020 e 2021 (500 milioni) non sono stati ancora erogati. Attualmente i soldi per i risparmiatori sono solo 1 miliardo perché, come ha spiegato anche l’ex senatore Augello, se non vengono reinseriti da qualche parte quei soldi matematicamente non ci sono più perché vanno a copertura d’Iva per altre cose. Non è vero, dunqe, come dice Di Maio, che è stato messo a disposizione 1 miliardo e mezzo.
Voi risparmiatori, adesso che il Pd è tornato nel governo, siete delusi?
C’è molta amarezza e delusione tra i risparmiatori. Tra di noi c’erano molti che avevano votato il M5S perché si presentava come il partito che proponeva di spezzare le vecchie dinamiche del Pd. I pentastellati hanno fatto campagna elettorale proprio sulle ‘quattro banche’ e, adesso, quando non è ancora finito l’iter per i rimborsi, che fanno? Riportano al governo il nostro carnefice, proprio quel partito che aveva fatto il decreto con cui si azzeravano i rimborsi.
Di cosa o di chi avete maggiormente paura?
Dopo tutti questi anni in cui abbiamo combattuto contro l’azzeramento di tanti risparmiatori voluta dal Pd di Renzi torniamo ad avere ministro all’Economia il renziano Roberto Gualtieri, colui che non più tardi del febbraio di quest’anno diceva: “Il Bailin (che significa l’azzeramento dei risparmiatori in caso di fallimento delle banche) non è uno strumento sbagliato: il fatto che le perdite siano assorbite dagli investitori e non dai contribuenti è un principio giusto”.
E non ci sorprende affatto perché Gualtieri, insieme al suo partito, continua a sottovalutare la devastante portata, in termini di fiducia, di una misura di questo tipo. Tanto più in una situazione in cui le banche italiane sono ben lungi dall’essere messe in sicurezza. E menomale che nella bozza di accordo del governo giallorosso si parla di “porre in essere politiche per la tutela dei risparmiatori e del risparmio”…
Orrore a Pisa, rom picchia, segrega e vende le figlie come bestiame: “Dovete sposare i vostri cugini”. Arrestato
Un uomo, bosniaco di etnia rom, è stato arrestato dalla polizia a Pisa in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere perché avrebbe picchiato, maltrattato e segregato le due figlie, che si erano fidanzate con uomini diversi dai cugini che lui aveva scelto per loro e cui le aveva già vendute in cambio di denaro.
Per il reato di induzione al matrimonio introdotto dal Codice rosso si tratta – spiegano gli inquirenti – della prima ordinanza di custodia cautelare in carcere in Italia. L’uomo, da quanto spiegato, è accusato di reiterate violenze, lesioni, segregazioni nei confronti delle due figlie, una da poco maggiorenne.
Le violenze, che per una delle due sarebbero cominciate sin dalla minore età, non si sarebbero limitate a calci, pugni e pratiche umiliazioni, come il taglio dei capelli, ma spesso consistevano in veri propri periodi di segregazione nelle roulotte, dove le ragazze venivano nutrite solo di pane e acqua.
Le punizioni inflitte dal padre non sarebbero state solo finalizzate nel riprendere piccole mancanze in ambito familiare, ma servivano soprattutto a impedire alle due ragazze di frequentare i loro fidanzati, diversi da quelli che il padre aveva prescelto per loro, ovvero due cugini del campo, con le famiglie dei quali aveva già intavolato una trattativa, chiedendo e ottenendo denaro in cambio dell’assenso al matrimonio con le figlie.
Ulteriori dettagli sull’inchiesta saranno forniti durante la conferenza stampa prevista oggi alle 10 alla Procura della Repubblica di Pisa.
Il comandante della guardia costiera libica avverte: “Le Ong in mare attirano i trafficanti di esseri umani”
Le Ong sono tornate e, con loro, aumenta il flusso migratorio dalla Libia. “l’aumento delle partenze dalla Libia è correlato alla presenza delle navi delle Ong“. È quello che sta accadendo in questo mese. Una sorta di “effetto traino” delle navi delle organizzazioni che trasportano i migranti.
Ma, a detta dei ricercatori, la realtà sarebbe ben diversa: a settembre, sarebbero stare 44 le partenze giornaliere con navi ong al largo, mentre 75 senza. “Il dato va integrato con la nostra attività– ribatte il colonnello, intervistato dal Giorno– Quando ci sono navi ong a largo, che sono un chiaro target dei barconi dei migranti, noi ne blocchiamo moltissimi“.
Senza il lavoro della guardia costiera libica, quindi, sarebbero molte di più le partenze e questo aumento sarebbe determinato dalla presenza delle navi: “La grande maggioranza di quelli che vengono raccolti dalle navi delle ong, parte solo perché ci sono loro: salgono su gommoni e barconi che non riuscirebbero mai, dico mai a raggiungere l’ Italia. Sono natanti malmessi, in grado di fare poche decine di miglia al massimo.
I trafficanti sono ‘smart’, usano internet, siti che mostrano il traffico marino, sanno bene quando c’è una nave ong al limite delle acque territoriali. E la usano, mandandogli barconi. È un meccanismo molto semplice e dal loro punto di vista, funziona benissimo”.
L’aumento di viaggi di migranti, inoltre, sarebbe dovuto anche alla missione navale europea Sophia, che è stata prorogata la scorsa primavera, senza però disporre di mezzi navali: “C’è, ma senza più navi. E i trafficanti vedono così un ostacolo in meno“. Ma il flusso di migranti non arriva solo dalla Libia.
Anche quello dalla Tunisia è aumentato: “Premetto che la mia è solo un’ ipotesi teorica- precisa il colonnello- perché non mi occupo di quel che succade a terra. Ma mi pare ragionevole che, dato che stiamo intercettando molti barconi in partenza dalla Libia, le organizzazioni che gestiscono il traffico lo abbiano in parte spostato in Tunisia. Del resto, non si rassegnano: cercano sempre alternative”
Gli abusivi giallorossi aprono un altro porto ai trafficanti. Furia di Salvini: “È una vergogna. Governo traditore”
Mentre il Viminale è alle prese con i preparativi per il summit di La Valletta, la Ocean Viking ottiene il via libera per sbarcare in Italia. I 182 migranti a bordo della nave dell’ong Sos Mediterranée, che opera assieme a Medici Senza Frontiere, sbarcheranno a Messina domani mattina.
È questo il porto scelto dal governo, con Giuseppe Conte quindi che dà il suo via libera, assieme ovviamente ai ministri competenti, prima di prendere il volo per New York dove parteciperà all’assemblea delle Nazioni Unite.
Alla base della scelta dell’esecutivo, che attua una manovra di profonda discontinuità rispetto alla linea del governo gialloverde, ci sarebbero le condizioni meteo nel canale di Sicilia. In particolare, la Ocean Viking ha segnalato la presenza di un mare molto mosso che, da lì a breve, avrebbe comportato non pochi problemi per i migranti e per l’equipaggio a bordo.
Da qui, secondo la ricostruzione fornita dal governo giallorosso, il via libera all’approdo in Italia e l’assegnazione del porto di Messina. Questa volta si sceglie il capoluogo peloritano e non Lampedusa, viste le condizioni dell’hotspot dell’isola più grande delle Pelagie alle prese con un vero e proprio boom di sbarchi degli ultimi giorni.
E ora l’hotspot è al collasso. La Ocean Viking naviga tra Malta ed Italia già da giorni, dove ha svolto almeno tre operazioni di salvataggio. È la seconda volta in pochi giorni che la nave sbarca in un porto italiano: la settimana scorsa infatti, tra le proteste del sindaco Totò Martello, è approdata a Lampedusa con 82 persone a bordo. Domani di nuovo.
Il duro commento di Matteo SalviniDopo la decisione da parte del governo Conte, arriva la dura replica dell’ex ministro dell’interno Matteo Salvini. “Il governo del tradimento apre le porte a un’altra ong. Gli Italiani non lo dimenticheranno. Conte vergogna”, scrive il segretario leghista su Twitter dopo aver appreso della decisione dell’esecutivo italiano.
L’ex ministro poi ritorna ancora sull’argomento. Intervistato su Rtl 102.5, Salvini afferma: “Lascio a Conte il suo cambio di faccia. Sulla lotta all’immigrazione concordavo prima con lui, i risultati ci sono stati (80% di sbarchi in meno, 2 miliardi risparmiati dal business dell’immigrazione).
Ora ha messo il suo interesse personale davanti a tutto”. “In politica in Italia non ci stupisce più di nulla. Ricordate Renzi ‘Enrico stai serenò, Dal Pd non uscirò?’ – conclude poi il numero uno del Carroccio – Umanamente pensavo che Conte fosse una persona diversa perché tutto quello che ho fatto sull’immigrazione era proposto e concordato.
Da 15 giorni è tutta un’altra roba. Gli lascio un cambio di faccia: io non riuscirei mai per politica. E mai nella vita vorrei essere al suo posto. Perché alla mattina mi guardo allo specchio. Due facce no. Conte ha messo la sua sopravvivenza e il suo interesse personale davanti a tutto”.
“L’Air Force Renzi” da 170 milioni di euro dice addio. Adesso è diventato un relitto da svendere a pezzi
Roma Il suo acquisto scatenò le ire dei partiti di centrodestra, che lo definirono «il più colossale spreco della storia d’Italia», ora l’Air Force Renzi, l’Airbus 340 preso in leasing all’epoca del governo dem per 168 milioni e 205mila euro rischia di fare una triste fine. Il velivolo si trova infatti in un hangar dell’aeroporto di Fiumicino, abbandonato a se stesso.
Le scritte «Repubblica italiana» e «Presidenza del Consiglio dei ministri» sono state tolte e nessuno fa più la manutenzione da lungo tempo. Dall’ufficio stampa di Alitalia fanno sapere che ad agosto 2018, «a seguito del ricevimento della richiesta del ministero della Difesa di scioglimento del contratto di leasing relativo all’Airbus A340-500 messo a disposizione del governo italiano, i commissari straordinari della Compagnia, valutato l’interesse dell’amministrazione straordinaria, hanno esercitato il potere ad essi conferito dalla legge e hanno inviato la comunicazione di scioglimento del contratto di leasing stipulato con Etihad relativamente al medesimo aereo». E mentre le cause vanno avanti il colosso dei cieli sta letteralmente cadendo a pezzi a Fiumicino.
Ogni tanto, quando Alitalia ha bisogno dell’hangar in cui è ospitato, lo tira fuori nel piazzale antistante, ma di fatto nessuno ha interesse a farlo volare di nuovo, anche perché per renderlo nuovamente idoneo al volo servirebbero centinaia di migliaia di euro. Oltretutto, il velivolo è vecchio e solo una compagnia inglese ha ancora in uso modelli simili, è quindi improbabile che qualcuno voglia acquistarlo, poiché sul mercato già nel 2016 si trovava a 50 milioni di euro. Oggi non vale più di 3 milioni. Ecco perché smantellarlo e venderlo a pezzi, per Ethiad che ne ha ancora la proprietà, potrebbe essere più vantaggioso.
All’epoca in cui fu fatto da Matteo Renzi, allora presidente del Consiglio, lo sbaglio di prenderlo in leasing, come svelò il Giornale, si stipulò un contratto di 168 milioni 205mila euro. Per l’anno 2016 furono sborsati 39 milioni di euro, comprensivi della spesa per l’assicurazione. Per il 2017 si pagarono 23 milioni 505mila euro e oltre 15 milioni per il 2018, anno in cui il contratto di leasing fu sciolto.
Il Movimento 5 stelle, una volta andato al governo con la Lega, fece una campagna in pompa magna per denigrare le scelte di Renzi. A bordo dell’Airbus 340-500, nell’hangar dell’aeroporto romano, alla presenza di numerosi giornalisti, salirono l’allora vicepremier Luigi Di Maio, accompagnato dall’allora ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Danilo Toninelli. Dissero chiaramente che si era trattato di uno spreco, anche in considerazione del fatto che il velivolo aveva volato pochissime volte. Un mezzo di trasporto non necessario alla flotta blu, che già contava numerosi aerei in grado di svolgere i compiti istituzionali previsti.
Poi sulla questione calò un silenzio quasi surreale. Oggi chi si trova a passare da Fiumicino può ancora notare l’Air Force Renzi parcheggiato sporadicamente fuori dall’hangar. Nessuno ne parla più. Resta un relitto, che ricorda tempi in cui a certi premier era consentito fare tutto, anche di gettare quasi 170 milioni di euro per un velivolo antiquato e molto costoso dal punto di vista della manutenzione. Uno scandalo che in molti hanno voluto insabbiare, di cui a breve non rimarrà che la carcassa. Mentre chi ebbe la malsana idea di prenderlo in leasing tra lo stupore generale, siede ancora in Parlamento.
Non solo Lampedusa, sbarchi anche nel crotonese: grazie a PD e M5S sul fronte migranti l’Italia è sotto assedio
Non solo Lampedusa, ma anche il crotonese adesso assiste alla repentina impennata del numero degli sbarchi lungo le proprie coste.
Soltanto nella scorsa notte, sono in 58 a sbarcare con il consueto metodo già verificato in altre occasioni in questa parte della Calabria jonica. Gli approdi in questa zona del meridione avvengono tramite barche a vela che riescono, partendo dall’Egeo, ad arrivare dopo alcuni giorni di viaggio in acque italiane e poi a far approdare decine di migranti.
Nel caso dello sbarco delle scorse ore, le 58 persone arrivate a Crotone sono tutte di origine pakistana. Tra il gruppo sbarcato si contano solo uomini, con la presenza inoltre di un minore.
L’imbarcazione viene notata durante la scorsa notte da un’imbarcazione della Guardia di Finanza, la quale scorta i migranti fin dentro il porto di Crotone. E, come detto, questa provincia dall’inizio di questo mese fa i conti con un repentino aumento del numero degli sbarchi.
Alcuni vengono notati ed i migranti quindi intercettati dalle forze dell’ordine, altri invece arrivano autonomamente lungo le spiagge calabresi con le persone a bordo delle barche a vela che fuggono e fanno perdere le proprie tracce. In poche parole, anche la Calabria fa i conti con gli sbarchi fantasma, un fenomeno notato negli ultimi due anni soprattutto tra Sicilia meridionale ed il Sulcis in Sardegna.
Cirò Marina, Le Castella, così come Roccella Jonica, sono alcune delle località della parte jonica della Calabria che fanno i conti con molti sbarchi di barche a vela in grado di raggiungere le spiagge sia della provincia di Crotone, che di Reggio Calabria.
Ma sembra soprattutto il crotonese la meta privilegiata degli scafisti che partono dall’Egeo. Così come mette in evidenza la stampa locale, quello di questa notte è il quinto sbarco in meno di un mese sulle coste crotonesi. Nei giorni precedenti, si contano tre approdi con 52 persone soccorse a Le Castella il 3 settembre, 57 a Cirò il 6 settembre, 39 il 9 settembre. Infine, ancora a Le Castella, 56 migranti vengono intercettati l’ 11 settembre a poche miglia dalla costa.
Il fenomeno degli sbarchi fantasmi del crotonese è in stretta correlazione con quello dell’impennata delle partenze dal Mar Egeo. Come scritto nei giorni scorsi, dalla Turchia molte imbarcazioni quasi sempre guidate da scafisti originari dell’est Europa, soprattutto ucraini, partono alla volta dell’Italia. Vengono usate barche a vela ed a volte anche yatch, in modo da confondersi spesso con le imbarcazioni dei turisti che navigano lungo questa tratta.
Un’impennata, quella delle partenze dalla Turchia, a sua volta figlia probabilmente delle minacce di Erdogan di non considerare più valido l’accordo con l’Ue sui migranti. Anche in Grecia, nelle ultime settimane, si assiste alla ripresa degli sbarchi nelle isole dell’Egeo e non solo.
A preoccupare e non poco comunque, è la situazione in generale sul fronte migratorio in tutto il sud Italia. A Lampedusa soltanto ieri arrivano 108 migranti, con il locale hotspot a rischio collasso, mentre in queste ore Alarm Phone annuncia diverse chiamate da parte di barchini presenti nel Mediterraneo che provano a raggiungere Malta o l’Italia: “Alarm Phone non è mai stato contattato da così tante barche nel Mediterraneo centrale in così poco tempo”, scrive l’Ong su Twitter, “Negli ultimi cinque giorni, dal 16 al 20 settembre, siamo stati chiamati da 10 imbarcazioni in pericolo, con in totale circa 720 migranti in fuga dalla Libia”.
Un vero e proprio assedio, un incubo che fa di questo settembre sempre più il mese più nero degli ultimi due anni per quanto riguarda l’emergenza immigrazione. Un trend in rialzo su base annuale, che fin quando le condizioni del mare saranno ottimali non sembra arrestarsi.
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