giovedì 22 agosto 2019

Il “garante” dei detenuti ci riprova: “Fate sbarcare i 356 migranti della Ocean Viking” (in Italia ovviamente)


ROMA, 22 AGO – Il Garante nazionale dei detenuti lancia un appello ai suoi omologhi europei, in particolare quelli di Norvegia e Malta, affinché si risolva lo stallo sulla situazione della nave Ocean Viking, da tredici giorni senza un porto sicuro e al largo del Mediterraneo con a bordo 356 migranti.

L’obiettivo è un’azione comune urgente per “rafforzare la tutela dei diritti delle persone a bordo”.

Il Garante nazionale ha “spesso registrato l’assenza della voce dei propri omologhi, i meccanismi nazionali di prevenzione (Npm) europei ai sensi del Protocollo Onu alla Convenzione contro la tortura o altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti (Opcat)”.

 Il Garante nazionale ha inviato una lettera al Parliamentary Ombudsman della Norvegia, Aage Thor Falkanger, alla Presidente del Npm norvegese, Helga Fastrup Ervik, e al Presidente del Board of Visitors for Detained Persons of Malta, Andre Camilleri “per un’azione coordinata”.

Salvini da Mattarella, l’appello per salvare l’Italia dagli “anti-italiani” del PD: “Nuova squadra o subito al voto”


Dopo la rottura in Parlamento e l’acceso scontro tra Salvini e Conte, è arrivato il momento più atteso: le consultazioni al Colle e il faccia a faccia tra Mattarella e il leader del Carroccio.

La linea che intende seguire la Lega è quella di un ritorno al voto in tempi rapidi per poi avere in carica già a fine ottobre un governo in grado di potersi dedicare alla manovra. Salvini ha comunque lasciato aperta l’ipotesi di un nuovo esecutivo gialloverde che possa portare a termine le riforme e che sia in grado di abbattere il macigno fiscale.

Il ministro degli Interni dopo un lunghissimo collloquio di un’ora con il presidente della Repubblica ha spiegato in modo chiaro qual è la posizione della Lega: “Sono contento di rappresentare una forza politica compatta che prenderà scelte nell’interesse degli italiani. Abbiamo deciso di portare davanti agli occhi degli italiani questa situazione, non possiamo permetterci di perdere tempo”. Poi arriva al punto: “I troppi no hanno portato alla fine dell’esperienza di governo che ha comunque fatto delle cose buone in tutti questi mesi.

Oggi la via maestra non può essere un governicchio di accordi di palazzo. La via maetsra è quella del voto ridando la parola agli italiani”. A questo punto l’affondo sul piano dell’inciucio: “Abbia letto di tutto, come ad esepio l’ipotesi di un esecutivo contro una persona, contro lo stesso Salvini”. Il leader della Lega è un fiume in piena e lancia un avvertimento chiaro: “Ho già sentito che qualcuno vuole cancellare il decreto Sicurezza, tornare indietro su Quota 100, a tutto questo dico no”.

Salvini ha poi ribadito l’intenzione di andare al voto ma ha anche sottolineato che in questi ultimi giorni alcuni “no” dei grillini sono diventati dei “sì” e che alcuni parlamentari pentastellati sono disponibili per una manovra “non timida, ma coraggiosa che sappia anche sfidare i diktat dell’Europa”. Infine il ministro degli Interni ha aggiunto: “La via maestra resta il voto, ma se qualcuno mi dice rinnoviamo il programma, rinnoviamo la squadra, io sono un uomo concreto.

L’unica cosa che voglio evitare è che rientrino dalla finestra i Renzi, i Boschi al goeverno. Un patto tra 5s e Pd, l’ho detto a Mattarella, sarebbe un ritorno alla vecchia politica”. Insomma la posizone della Lega in questo momento è fin troppo chiara: elezioni subito o un nuovo accordo basato sui “sì” con i 5 Stelle.

Lampedusa, i migranti appena sbarcati già protestano: “Qua fa troppo caldo. In 8 in una stanza, è invivibile”


Sono rimasti 20 giorni sul ponte di una nave, adesso i migranti della Open Arms sono dentro tanti tuguri. In otto dentro una stanza, dove c’è un caldo asfissiante e le condizioni igieniche non sono delle migliori.

Tutta colpa del sovraffollamento dell’hotspot di contrada Imbriacola, nel cuore dell’isola: la struttura potrebbe ospitare al massimo 96 persone, ce sono 260, perché in questi giorni gli sbarchi sono stati continui.

Uno stillicidio di arrivi, con piccole imbarcazioni: martedì sera, prima che attraccasse la nave della Ong con gli ultimi 83 migranti ancora a bordo, a Lampedusa erano approdati 57 tunisini soccorsi al largo dalla Guardia Costiera.”Impossibile vivere in questa fornace — racconta un giovane che si è appena avvicinato alla recinzione — Stanotte in tre hanno dovuto portare i materassi in balcone”.

Queste foto raccontano più di ogni parola. Intanto, da mesi vanno avanti i lavori di ristrutturazione di due padiglioni, che rimangono chiusi al momento. I materassi sono stati accatastati in un angolo del cortile, sotto il sole.

Una situazione invivibile che il prefetto di Agrigento Dario Caputo ha segnalato al Viminale. E già questa mattina, un gruppo di migranti dovrebbe essere trasferito col traghetto. Ma i problemi restano

Consultazioni al Quirinale, Salvini chiede il voto ma si appella a Di Maio: "Ripartiamo insieme". Il leader 5S allontana le urne: "Economia ci preoccupa, non lasciamo Italia affondare"


Nel secondo giorno di consultazioni - in cui il presidente Mattarella ha incontrato i partiti maggiori - lo scenario del governo giallo-rosso appare più in salita.

Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti - dopo l'incontro con il capo dello Stato - dice che serve un "governo di svolta" non un "esecutivo a ogni costo". Mentre il leader leghista Matteo Salvini ripete che la "via maestra sono le elezioni" ma non chiude ai 5Stelle. Anzi elogia Luigi Di Maio dicendo che ha "lavorato bene per il Paese".

Insomma, prova a incunearsi nella difficile trattativa tra Pd e Cinquestelle. Luigi Di Maio - che guida l'ultima delegazione sentita dal capo dello Stato - dice che sono "avviate interlocuzioni su maggioranze" ma non cita il Pd. Esclude le elezioni anticipate perché "l'economia ci preoccupa". Ma non scioglie ancora il rebus. Intanto - fuori del Quirinale - si è acceso lo scontro interno al Pd sulle condizioni per la nascita di un eventuale governo giallo-rosso.

Con un malumore crescente in quelle frange del Movimento contrarie all'alleanza con il Pd. Mentre una nota del Movimento dice: "La posizione ufficiale dei 5Stelle sarà espressa solo dopo le consultazioni". E proprio di Maio, con i capigruppo D'Uva e Patuanelli, è in questo momento a colloquio con il capo dello Stato.
Salvini: "Via maestra sono le elezioni". Ma lancia appello a Di Maio
Matteo Salvini - dopo l'incontro con Mattarella - ha pronunciato un discorso dal doppio registro, da un lato ha ribadito che la via maestra non può essere un governo di palazzo o un governo "contro", ma solo le elezioni. "Abbiamo scelto di portare nelle case degli italiani le cose che non vanno, qualche anno fa sarebbero rimaste nelle stanze segrete.

L'Italia non può permettersi di perdere tempo, con un governo che litiga". Ha attaccato gli eventuali alleati del governo giallo-rosso: "Faranno a Bibbiano il cdm sulla famiglia?". Ma poi ha continuato a lasciare più di uno spiraglio aperto nei confronti dei Cinquestelle: "Se c'è la voglia di lavorare, la Lega è nata per questo. Se i no diventano sì, io non porto rancore".
Di Maio: "Preoccupati per l'economia, non lasciamo Italia affondare"
La replica di Di Maio comincia con l'elenco delle crisi aziendali lasciate aperte dalla fine del governo. "Al capo dello Stato abbiamo portato le nostre preoccupazioni per l'economia", dice. "Si rischia di tornare a una crisi come nel 2008". Poi rivendica: "Noi abbiamo la maggioranza in Parlamento". Ed elenca dieci obiettivi prioritari per il Paese. Mettendo il taglio dei parlamentari al primo posto, e poi anche la legge sul conflitto di interessi, la riforma della Rai, un green new deal, un rilancio del Sud, la riforma del sistema bancario, la tutela dei beni comuni a partire da acqua e sanità.

Bassetti attacca ancora Salvini: “Religiosità si esprime in chiesa e in luoghi di fede”. Ma è una clamorosa eresia


PERUGIA – “Non si può governare su dei contratti, ma lo si deve fare sui progetti e aspetto che qualcuno sia in grado di poterne fare concordati e attuabili per il bene comune”: lo ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e arcivescovo di Perugia, rispondendo a una domanda sulla crisi di Governo.

L’ha fatto a margine dell’inaugurazione dell’oratorio dedicato a Giampiero Morettini a San Martino in Campo, nel capoluogo umbro. “Ogni crisi preoccupa – ha aggiunto -, speriamo che sia di crescita”.

“Ho una visione più laica della politica che per noi è fatta di contenuti evangelici” ha sottolineato ancora il card. Bassetti, che ha richiamato Giorgio La Pira, rispondendo sui ripetuti riferimenti ai simboli religiosi in Senato durante il dibattito seguito all’intervento del premier Giuseppe Conte.

“La religiosità – ha aggiunto l’arcivescovo di Perugia – si esprime in chiesa e nei luoghi della fede“.
Ma il cardinale affarista Bassetti non conosce il catechismo della dottrina cristiana o fa finta di non conoscerlo per attaccare Salvini. Prime nozioni della fede cristiana, paragrafo 7:
Dov’è Dio?
Dio è in cielo, in terra e in ogni luogo: Egli è l’Immenso


Quirinale, seconda giornata di consultazioni ECCO I VIDEO. Berlusconi: "Esecutivo di centrodestra o voto". Il Pd: "Pronti a governo di svolta con il M5s"


È cominciata alle 10 la seconda giornata di consultazioni al Quirinale. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella oggi incontra i partiti maggiori nello Studio alla Vetrata. Nel corso della mattina è toccato prima a Fratelli d'Italia con a capo Giorgia Meloni, poi alla delegazione del Pd guidata dal segretario Nicola Zingaretti. Infine al gruppo di Forza Italia con Silvio Berlusconi.

Fratelli d'Italia: voto unica strada possibile 
Giorgia Meloni, leader di Fdi, ha ribadito la posizione già espressa pubblicamente, ossia il ritorno immediato alle urne: "Le elezioni sono oggi l'unico esito possibile, rispettoso dell'Italia, dei suoi interessi, del suo popolo e della Costituzione". Poi aggiunge: "Se Mattarella decidesse di seguire la strada di un incarico esplorativo per formare un nuovo governo, dovrebbe affidarlo a un esponente di centrodestra per rispettare la volontà popolare". Fuori dal Quirinale Meloni dice ai cronisti: "L'ipotesi di un governo M5s-Pd per me è oscena perché cambia diametralmente le politiche" su migranti, fisco, Ue.
Consultazioni, Meloni: "Per Fdi le elezioni sono l'esito più rispettoso della Costituzione"

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Zingaretti: "Pronti a un governo di svolta con il M5s"
Dopo Fdi è stata la volta della delegazione del Pd. Al termine del colloquio Zingaretti ha dichiarato: "Abbiamo espresso al presidente la disponibilità a verificare la possibilità di una diversa maggioranza e l'avvio di una fase politica nuova nel segno della discontinuità politica e programmatica". Poi aggiunge: "Siamo distanti dal M5s, ma è utile provare con un governo di svolta". Il segretario dem indica alcuni "primi principi non negoziabili" del nuovo programma, tra cui la riconferma della vocazione europeista per l'Italia, la democrazia rappresentativa, la sostenibilità ambientale, l'equità sociale e nuove politiche europee di gestione dei flussi migratori. Poi conclude: "Non un governo a qualsiasi costo ma alternativo alle destre, solido, nuovo e con ampia base parlamentare. Se non dovessero esistere queste condizioni, tutte da verificare allo stato attuale, lo sbocco naturale della crisi sono nuove elezioni alle quali il Pd è pronto".
Consultazioni, Zingaretti: "Governo di svolta, altrimenti si vota"

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In realtà le vere condizioni di Zingaretti al M5s sono tre: abolizione dei decreti sicurezza, preaccordo sulla manovra e no al taglio dei parlamentari così com'è. Crisi di governo, le "vere" condizioni del Pd al M5s: via i decreti sicurezza, preaccordo su manovra e stop a taglio parlamentari

Berlusconi: "No a maggioranze improvvisate, governo di centrodestra o voto"
Concluso il colloquio con Mattarella, Berlusconi ha manifestato "preoccupazione per la crisi di governo, aperta in un momento delicato della nostra nazione", vista l'imminenza della manovra economica e la prospettiva di una recessione.

"Un governo non può nascere in laboratorio né può funzionare sulla base di un contratto", ha continuato il leader di Forza Italia. Per concludere che il suo partito dice "no a maggioranze improvvisate". Ritiene "pericoloso" un governo sbilanciato a sinistra che potrebbe "imporre una patrimoniale" e sostiene la costruzione di un "esecutivo di centrodestra, con una vocazione atlantica ed europeista". Qualora non si trovi una maggioranza di centrodestra in Parlamento "la via maestra sono le elezioni anticipate".
Consultazioni, Berlusconi: "O governo di centrodestra o elezioni anticipate"

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Le consultazioni del pomeriggio: Lega e M5s
Nel pomeriggio alle 16 i colloqui proseguono con la Lega, con a capo Matteo Salvini. E si concludono alle 17 con il M5s, guidato da Luigi Di Maio. Che, dopo le consultazioni, convocherà i gruppi cinquestelle di Camera e Senato in un'assemblea congiunta per decidere se mettere ai voti su Rousseau l'eventuale alleanza con il Pd. Intanto il sottosegretario cinquestelle Manlio Di Stefano, intervistato da Sky tg 24, rispetto all'ipotesi di un governo con i dem ha detto: "Non ci impicchiamo a formule, non poniamo aut aut a nessuno. Certo non ci facciamo dettare le regole dal Pd". Quanto alla percentuale di chance che si possa ritrovare un'intesa con Matteo Salvini e la Lega, Di Stefano ha aggiunto: "Lei crede che esista una Lega senza Salvini in questo momento?". In ogni caso, ha sottolineato, "molti della Lega ci chiamano..." rappresentante
Il monito di Mattarella: "Fate presto"
Ieri Mattarella, nelle vesti di arbitro e "notaio" ha invitato i partiti a "fare presto" per un esecutivo politico, allo scopo di evitare l'esercizio provvisorio. Secondo quanto si apprende, il capo dello Stato esclude ogni possibile mandato esplorativo e - dopo che il M5S, ultima delegazione in calendario per le consultazioni, avrà lasciato lo studio alla Vetrata - prenderà quella che considera una delle due uniche decisioni possibili: se da parte dei pentastellati e del Pd emergerà la volontà di provare a formare un Governo di legislatura, concederà qualche giorno ai leader dei partiti per trovare una quadra, dando loro appuntamento a lunedì o martedì per un possibile secondo giro di consultazioni che sia riservato solo a chi comporterebbe la nuova maggioranza.

Diversamente, se i numeri dovessero propendere per un ritorno alle urne, Mattarella potrebbe già stasera dare l'incarico a un premier di garanzia di formare un Governo elettorale che porti il Paese al voto. Tra i gruppi sentiti nella prima giornata di consultazioni - Autonomie, gruppi Misti di Camera e Senato e Leu - l'orientamento prevalente è quello di evitare il voto in autunno, appoggiando un governo di legislatura M5s-Pd. Il partito guidato da Zingaretti ha aperto la trattativa con il Movimento,

Per la piddina Ascani chiedere di far votare il popolo è un insulto. E attacca Meloni: “Arrogante, chieda scusa”


L’insofferenza dei politici del Pd per la destra cresce progressivamente. Ormai non la nascondono neanche più, manifestando il loro fastidio con argomentazioni che non stanno in piedi. Evidentemente la tecnica è di insultare l’avversario per distogliere l’attenzione dal ribaltone che Zingaretti e Renzi stanno preparando accingendosi a governare con il M5S.

 Ecco cosa dice Anna Ascani, vicesegretaria Pd, dopo le dichiarazioni di Giorgia Meloni all’uscita dallo studio alla Vetrata per il colloquio con il Capo dello Stato: “L’arroganza di Giorgia Meloni è pari se non addirittura superiore a quella del suo compare Salvini: forte del 4% preso alle ultime politiche, si presenta al Quirinale addirittura con la pretesa di spiegare la Costituzione al presidente Mattarella, che della Costituzione non soltanto è il massimo garante in qualità di Capo dello Stato ma ne è anche uno dei maggiori conoscitori come costituzionalista ed ex giudice costituzionale.

Meloni farebbe bene a chiedere scusa a Mattarella e ad avere maggiore rispetto istituzionale quando si reca al Colle”. “Secondo la Costituzione – conclude Ascani – l’interruzione anticipata della legislatura la decide il Quirinale, non Giorgia Meloni e nemmeno Salvini”.

 Ma cosa aveva detto Giorgia Meloni per innervosire così tanto il Pd? Ecco la sua dichiarazione: “Il Presidente Mattarella -ha aggiunto- si trova a tenere in considerazione due diverse prescrizioni costituzionali: quella di verificare che in Parlamento ci sia o meno una maggioranza per un governo; e quella data dall’articolo uno della Costituzione che dice che la sovranità appartiene al popolo, che è nei principi fondamentali della Costituzione e quindi è prescrizione tra le più vincolanti della nostra Costituzione”.

Sono partiti da “mai col partito di Bibbiano” a “facciamo uno sforzo”. E la base grillina si spacca: “È una follia”


Tanti, al grido di “mai col Pd”, vedono come il fumo negli occhi una eventuale alleanza coi dem. Ma non manca chi tifa per l’intesa col ‘nemico’ di sempre pur di tenere viva la legislatura e realizzare i punti più importanti del programma pentastellato.

Sui social e sul Blog delle Stelle la base M5S si divide sul destino di Luigi Di Maio &Co: dire sì o sottrarsi all’abbraccio col partito di Nicola Zingaretti e Matteo Renzi? “Tutti quelli che schifano il Pd come alleato di governo evidentemente auspicano le elezioni ed un governo di destra” che “massacrerebbe la democrazia”, ragiona Carlo commentando l’ultimo post pubblicato dal Blog grillino.

“Ma veramente pensate che la base voglia andare con il Pd?”, obietta Tiziano, che aggiunge: “Se non si va al voto adesso il Movimento scomparirà, perché il Pd vuole fare come la Lega e prosciugare il Movimento”. “Credo che se andremo a votare su Rousseau pochi voterebbero per un governo col Pd”, è l’opinione di un altro utente. Bob invece scrive: “Vi ho votato perchè ci avevate rassicurato sul fatto ‘mai con il Pd’. Non tradite la promessa principale”.

Per Filippo “fidarsi del Pd” è un’idea “un po’ folle”. Oscura la profezia di Sandro: “Se non prendete le distanze dal Pd, il rischio che il M5S vada sotto il 10% è altissimo”. Di segno opposto l’appello di Umberto: “Se il Pd, Leu o altri apriranno in maniera onesta e leale dobbiamo fare lo sforzo per il bene del Paese”.
M5S: Salvini pagherà un caro prezzo. Governo, Di Maio accelera i tempi
“Oggi Luigi Di Maio ha incontrato i capi commissione del MoVimento 5 Stelle. E’ stata fatta una ricognizione di tutte le proposte che si stavano per approvare prima della follia di Salvini di far saltare il Governo. E’ incredibile quanta gente stesse per avere dei diritti e che ora, ancora una volta, rimarranno lettera morta”. E’ quanto si legge sul blog delle Stelle.

“Chi ha aperto questa crisi buttando tutto all’aria paghera’ un caro prezzo, ne siamo certi!”, si legge ancora. La riunione di Di Maio con i capigruppo delle commissione e’ stata preceduta da una girandola di incontri dove i membri pentastellati di ciascuna commissione hanno fatto, a loro volta, un punto sulle tematiche svolte in questi 14 mesi di governo e sui punti che, in un eventuale prosecuzione della legislatura, il Movimento vorrebbe come priorita’.

Sullo sfondo, in queste ore, c’e’ l’ipotesi di un accordo con il Pd. E il punto sulle tematiche e’ stato fatto anche per avere una prima bozza di schema sui contenuti da mettere sul tavolo di un eventuale trattativa con i Dem. Di Maio, prima di vedere i capigruppo delle commissioni, ha invece visto a lungo i capigruppo Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli ma, alla riunione, hanno preso parte, non interamente, anche altri esponenti del Movimento come Stefano Buffagni.

“Dai riders alle aziende in difficolta’, ai militari, alle persone che muoiono di inquinamento, agli operatori della cultura, ai bambini che fanno lezione nelle classi pollaio e in scuole fatiscenti, ai piccoli Comuni, ai pescatori che subiscono le quote europee e gli agricoltori che soffrono la contraffazione, ai lavoratori che hanno stipendi da due o tre euro all’ora”, si legge nel post del blog delle Stelle.

Delirio di Maria Elena Boschi: “Datemi una medaglia per la mia lotta a Salvini. E ringraziate Renzi”


L’accordo con i Cinquestelle sta galvanizzando tutte le anime perse, quelle che si sentivano ormai escluse. Rivedono un futuro Renzi e i renziani.

Rivedono poltrone e incarichi-ombra. Soprattutto lei, Maria Elena Boschi, la più contestata.

È ottimista. Anzi, di più. L’alleanza Pd-M5S ci sarà e durerà a lungo. «Se devo fare una previsione dico che si va alla scadenza naturale», afferma in un’intervista a Repubblica. «Sicuramente all’elezione del presidente della Repubblica, ma secondo me fino al marzo 2023».

 E lei? Si nasconde un po’: «Ho già chiarito che posso dare una mano sui contenuti se può essere utile. Voterò la fiducia anche se con fatica, se nascerà il governo.

Ma fare il ministro con i 5Stelle, no grazie». In verità, la sua assenza dagli incarichi di governo è tattica, perché i grillini non possono dare l’impressione di aver sottoscritto l’intesa con i renziani. «Salvini ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare», continua la Boschi.

«Ha aperto una crisi di governo nella settimana di ferragosto per poi ritirare addirittura la mozione di sfiducia a Conte una settimana dopo. Voleva andare al voto e ora fa di tutto per non mollare la poltrona. Sicuramente non ha più l’aura di invincibilità che aveva fino a qualche giorno fa.

E anche dentro il suo partito cominciano a dubitare della sua lucidità politica. Certo la sua spregiudicatezza politica lo porta a fare e dire tutto e il contrario di tutto senza vergogna.

Ma ora è in un angolo grazie a Matteo Renzi». Per la Boschi essere uno dei bersagli delle critiche e degli attacchi di Matteo Salvini é un «punto di merito».

«Sicuramente non ha gradito la mia proposta di presentare una mozione di sfiducia nei suoi confronti per lo scandalo dei rubli russi. Più Salvini attacca me, Renzi e in generale il nostro gruppo, più certifica che stiamo facendo la cosa giusta: siamo stati capaci di rovinargli i piani»

Vittorio Sgarbi demolisce Francesco Boccia: "Il Pd se si allea con i disperati, è condannato in eterno" VIDEO


"L'iperbole dell'amico Boccia nel definire un partito che non esiste un grande partito. Un grande partito è un partito che ha una tradizione, un passato, una storia, una cultura e delle idee". Vittorio Sgarbi non lascia scampo ai Cinque Stelle.

E ancora, a Stasera Italia: "Il partito di cui sta parlando lui ha soltanto un grosso numero di parlamentari che sono stati eletti un una fase di euforia contro Renzi e forse contro la destra, che li ha portati ad essere duecento.

Il loro valore reale non supera i quaranta. Il dato delle Europee è un dato politico che li vede al 17 per cento come i sondaggi li vedono sotto al 10 per cento". "Ora che il Pd - che è un grande partito - voglia mettersi insieme a un gruppo di disperati che non faranno più nulla, lo trovo inquietante.

È il tentativo di sopravvivere per la paura di perdere. È meglio perdere eliminando i Cinque Stelle per sempre che governare con loro per essere poi costretti alla dannazione eterna".

Meloni "Ho sentito Salvini, e credo..." Meloni, la bomba al Quirinale: smonta Pd e manine europee


"Le elezioni sono oggi l'unico esito possibile, rispettoso dell'Italia, dei suoi interessi, del suo popolo e della Costituzione".

Giorgia Meloni chiarisce ai giornalisti la posizione di Fratelli d'Italia che ha appena esposto al capo dello Stato Sergio Mattarella durante la prima consultazione di giovedì al Quirinale. Dopo FdI, saliranno al Colle le delegazioni del Pd in mattinata e di Lega e M5s nel pomeriggio.

 "La nostra idea è che non sia inevitabile avere un governo che ha la maggioranza in Parlamento ma non ce l'ha nel Paese perché tutte le ultime elezioni le ha vinte il centrodestra - incalza la Meloni -. Invece qui si prendono in considerazione ipotesi di governi che aprono i porti e si inventano la patrimoniale.

Gli italiani vogliono un governo stabile e solo il voto può darlo". La Meloni rilancia dunque l'idea di un centrodestra unito "che governerebbe per 5 anni". "Ho sentito Salvini - spiega ancora la leader di FdI - e se tornassimo al voto avremmo una maggioranza con Lega e FdI, sicuramente".

 No secco a un possibile governo dell'inciucio tra Pd e M5s con esponenti che "fino all'altro giorno si insultavano. Qualsiasi governo così durerebbe pochi mesi". Soprattutto, però, il no di Fratelli d'Italia è a "governo eterodiretti da Francia e Germania".

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