martedì 20 agosto 2019

“No al governo del Presidente e niente papocchi tra partiti”: così Mattarella affronta la crisi di governo


Non sarà Sergio Mattarella a sbrogliare la matassa. Tutto dipenderà dal contenuto delle comunicazioni di Giuseppe Conte oggi 20 agosto in Senato ma una cosa è certa, non sarà il presidente della Repubblica la chiave di volta del rebus della crisi di agosto.

Mattarella si aspetta invece delle parole il più possibile risolutive da parte dei protagonisti della vicenda. Mattarella si aspetta dalle forze politiche, dai partiti e dai gruppi delle valutazioni coerenti e solide sulla configurazione di una possibile nuova maggioranza.

Ma quanto i partiti potranno dire dipenderà a sua volta anche dall’atteggiamento del premier e dalla decisione in merito alle dimissioni. Quel che appare abbastanza scontato è che la tabella di marcia delle consultazioni al Colle non sarà né serrata né distesa: i tempisaranno tendenzialmente rapidi. Bocciata poi dal Quirinale l’ipotesi di un governo istituzionale nel caso in cui i partiti non fossero in grado.

Non essendo una repubblica presidenziale dove il capo dello Stato fa ciò che più gli piace, è il ragionamento, qualsiasi indicazioni dovrà pervenire dalle forze politiche durante le consultazioni. L’unico governo istituzionale possibile è solo quello tecnico e di garanzia, riporta La Stampa, che porterebbe l’Italia alle urne, qualora fallisse ogni tentativo di formare un governo.

I “trafficanti” di Ocean Viking pronti all’assalto dell’Italia: “Fate sbarcare i 356 migranti a bordo”


Mentre è in corso un duro braccio di ferro fra l’Italia e la nave Open Arms – con in mezzo la Spagna – un’altra ong è partita alla carica. La Ocean Viking, che opera per conto di Msf e di Sos Mediterranée, ha a bordo 356 migranti. Un vero e proprio “esercito” di immigrati recuperati nel Mediterraneo fra il 9 e il 12 agosto, un “esercito” che ora chiede un porto sicuro.

“A dieci giorni dal primo salvataggio della Ocean Viking sappiamo che l’attesa di poter scendere sulla terraferma potrebbe durare ancora – scrive in un comunicato Luca Pigozzi, medico di Msf a bordo della Ocean Viking -. Anche se per certi versi il momento dei soccorsi è già lontano, mi sembra ieri quando ho visto le persone salire a bordo della OceanViking, completamente esauste. Prima di essere soccorse, le persone trascorrono molte ore in mare su imbarcazioni del tutto precarie, senza dormire, senza acqua né cibo. Sono disidratate, deboli, soffrono di vertigini, ipotermia, ustioni causate dal carburante o dal sole.

Il medico dopo una digressione sulle condizioni di salute dei migranti e sul loro lavoro come volontari, “Oggi il nostro lavoro nella clinica di bordo si concentra sulle infezioni cutanee o delle vie respiratorie, le condizioni più comuni. Ma curiamo anche feriti di guerra – persone di nazionalità libica con schegge di granate a livello sottocutaneo – o adulti con patologie croniche come il diabete”, spiega che “a oggi abbiamo effettuato 130 visite mediche e 63 medicazioni di ferite. Facciamo del nostro meglio, ma siamo consapevoli che alcuni pazienti sarebbero curati meglio a terra”. E proprio su questo “meglio a terra” si appigliano pur di far sbarcare i356 migranti a bordo della nave. Probabilmente in Italia, visto che la Ocean Viking si trova fra Malta e il nostro Paese.

Ma non finisce qui. Perché il comunicato del medico è piuttosto lungo. E dopo le condizioni fisiche, si passa a quelle psicolgiche. “Queste persone hanno subito e stanno subendo traumi importanti – si legge -. In molti hanno subito torture o violenze sessuali in Libia. Oggi l’attesa dello sbarco, consumata in uno spazio confinato in mezzo al mare, non può che peggiorare le loro condizioni”. Poi continua con il classico discorso dei minorenni – che nella maggior parte dei casi non lo sono – per finire con il costante impegno dei volontari, “Questa è la situazione a bordo della Ocean Viking. Non abbiamo ancora un porto sicuro dove sbarcare, ma continueremo ad assistere i nostri pazienti con tutta la cura che possiamo”.

La lunga lettera si conclude con una sorta di rimprovero sia a Malta che all’Italia: “Il 13 agosto abbiamo richiesto a Italia e Malta di prendere il coordinamento e assegnare un porto sicuro di sbarco. Malta ha rifiutato di prendere il coordinamento, l’Italia non ha risposto. Stiamo interessando anche gli altri Stati europei nel tentativo di trovare una soluzione tempestiva che garantisca lo sbarco in un porto sicuro per tutte le persone soccorse”

Quando il leader di Open Arms diceva: “Preferisco Salvini a Sanchez. In Spagna rischiavo maximulte”


Come mai i talebani dell’accoglienza di Open Arms trovano mille scuse per non portare i migranti in Spagna? Perché fin dall’inizio il loro obiettivo era di sbarcare in Italia. Una scelta dettata da motivi politici, legali ed economici come ha tranquillamente spiegato Oscar Camps, fondatore della Ong, all’inizio della campagna estiva.

«Preferisco che la nave sia fermata da Salvini e non da Pedro Sánchez (il premier spagnolo ndr), a causa delle conseguenze economiche e legali», aveva dichiarato l’estremista umanitario. La frase fa parte di un’intervista rilasciata da Camps il 5 luglio a bordo della nave Open Arms pubblicata sul giornale on line eldiario.es. Una testata con una chiara linea di sinistra. Il giornalista freelance, Olmo Calvo, chiede al guru di Proactiva Open Arms se pensa «che la Spagna sia più repressiva dell’Italia di Salvini?». Camps osserva che la separazione dei poteri in Italia ha portato alla fine alla scarcerazione di Carola Rackete, la capitana tedesca della nave Sea watch 3 sbarcata a forza a Lampedusa. E poi aggiunge: «E’ chiaro che preferisco che la nave (Open Arms ndr) sia fermata da Salvini (il ministro dell’Interno italiano ndr) e non da Pedro Sánchez (il premier spagnolo ndr), a causa delle conseguenze economiche e legali».

All’inizio di luglio non era ancora stato varato il decreto sicurezza bis e le multe per le Ong che violano le norme arrivavano al massimo a 50mila euro. In ogni caso Open Arms è riuscita ad aggirare anche il nuovo decreto, che prevede sanzioni fino ad 1 milione di euro, grazie al Tar de Lazio, che le ha permesso di arrivare di fronte al porto di Lampedusa.

La preoccupazione di Camps è che la Spagna gli aveva intimato il 27 giugno, con una lettera della direzione della Martina mercantile, che la nave Open Arms «non può eseguire operazioni di salvataggio». E se lo fa rischia una multa fino a 901.000 euro.

Camps confidando nel nostro paese ventre molle dell’Europa, nel sistema giudiziario italiano e deciso a ingaggiare una battaglia mediatica e politica con Salvini ha continuato a puntare su Lampedusa per lo sbarco dei migranti. Per questo motivo non vuole andare in Spagna consapevole che potrebbe incorrere in grane ben più grosse. Benito Núñez Quintanilla, direttore generale della Marina mercantile, certificava, nella lettera del 27 giugno, che Open Arms «non può svolgere operazioni di salvataggio» se non «in conformità con l’autorità responsabile dell’area di ricerca e soccorso». L’Ong si è sempre rifiutata di collaborare con la Guardia costiera libica. Per i migranti ancora a bordo della sua nave non aveva ricevuto alcun via libera da altri Centri di soccorso, tantomeno quello italiano.

Madrid concede ai talebani dell’accoglienza solo «operazioni di salvataggio spontanee oppure occasionali», ma Open Arms è andata a cercare appositamente i migranti al largo della Libia.

In caso di violazione rischia di venire «sanzionata con multe da 300mila a 901.000 euro»

I clandestini di Open Arms verso la Spagna: “Saranno trasportati dalle navi italiane” (a spese degli italiani)


La vicenda della Open Arms si fa sempre più intricata. Perché se da una parte Matteo Salvini continua a ribadire che i porti italiani restano chiusi e dall’altra Giuseppe Conte ha fatto sbarcare i minori – che poi non erano tutti minori – a bordo dell’imbarcazione, ora ci mette del suo il ministro Danilo Toninelli.

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha annunciato tramite i suoi profili social la prossima mossa della Guardia costiera italiana. “Ci siamo messi a disposizione con la Guardia Costiera – si legge sul profilo Facebook di Danilo Toninelli – per accompagnare la Open Arms in Spagna, per offrire supporto tecnico e per trasportare parte dei migranti a bordo di una nostra imbarcazione per il viaggio”.

I 107 migranti a bordo della Open Arms, quindi, non prenderanno un aereo come si chiedeva inizialmente, non andranno nemmeno autonomamente in Spagna o a Minorca, ma verranno portati in Spagna dalle nostre navi. Come chiedevano già da qualche giorno. “La Ong ha incredibilmente rifiutato, con un atteggiamento che fa sospettare ci sia malafede da parte loro – continua il post -.

A questo punto facciamo un ulteriore passo in avanti: siamo disponibili a portare noi, con la nostra Guardia costiera, nel porto iberico che ci verrà indicato tutti i migranti che sono a bordo della Open Arms. La Spagna però faccia prima, a sua volta, un passo in avanti e tolga immediatamente la sua bandiera dalla nave della Ong”.

I “poltronari” di Forza Italia vogliono un governo abusivo: “Intesa con il PD per combattere i nuovi mostri”


In Forza Italia cresce la tentazione. Aprire una crisi, al buio, per giunta nel mese di agosto no, non si fa. Lo afferma in un’intervista a La Stampa Renato Brunetta, che non esclude un governo sostenuto da tutti i partiti per salvare l’Italia dal caos. «L’economia è in recessione, si rischia uno spread alle stelle e le banche in profondo rosso. Aprire la crisi è stato un gesto da masochisti e irresponsabili».
Brunetta vede “pericoli gravissimi”
Infatti, se lo sbocco della crisi «fosse davvero quello di nuove elezioni, l’Italia correrebbe dei pericoli gravissimi». Brunetta spiega: «Già abbiamo sopportato 14 mesi di governo giallo-verde. Ci hanno messo in ginocchio sotto ogni punto di vista. Siamo diventati più poveri economicamente, più fragili socialmente, più soli nel contesto internazionale».

 Per Brunetta, la soluzione alla crisi non può passare da un accordo Pd-M5s, che giudica «un altro mostro, tale e quale al governo M5s-Lega», né una nuova intesa tra i grillini e la Lega, che sarebbe, dice, «un mostro al quadrato». E poiché questa crisi ha riportato indietro le lancette al 4 marzo 2018, «collocando al centro della politica non il Papeete Beach ma un parlamento dove i rapporti di forza sono ancora quelli voluti dagli elettori», se si prospettasse l’ipotesi di una maggioranza ampia, sotto la guida del presidente Mattarella, sostenuta da quasi tutte le forze rappresentate in Parlamento «mi augurerei che tutti la sostenessero, non solo Forza Italia. Dico di più: sarei stupito se qualcuno volesse restarne fuori».
Rotondi: “Renzi parla bene di Berlusconi…”
«Non mi sorprende il riconoscimento che Renzi fa a Berlusconi nella sua bella intervista al Giornale: Renzi ha sempre trattato Berlusconi col rango dello statista, sono stati altri a derubricarlo a capo di un fastidioso cespuglio di un centrodestra mai nato», dice a sua volta Gianfranco Rotondi. «Oggi da Renzi viene posta a Fi una questione di responsabilità. A mio giudizio deve nascere, col nostro concorso, un governo di solidarietà nazionale capace di riforme coerenti,con un orizzonte di legislatura».

lunedì 19 agosto 2019

Trattative col PD, i 5 Stelle si stanno suicidando. Sondaggio choc: se si vota ora il M5S prende il 7/8%


Le trattative tra Pd e il M5S proseguono alacremente per sventare ogni ipotesi di ritorno anticipato al voto. Beppe Grillo e Davide Casaleggio hanno dato il loro benestare dopo aver letto gli ultimi sondaggi riservati che, secondo quanto rivela il Corriere della Sera, attribuiscono il 7/8% ai grillini.

Una percentuale davanti alla quale persino il vicepremier Luigi Di Maio si è dovuto arrendere all’idea di dialogare col Pd, come vorrebbe anche il gruppo parlamentare del M5S. “Siamo disponibili anche a trattare sul fatto che il premier possa farlo di nuovo Conte.

Possiamo partire da quel nome, poi dipenderà anche da lui se riuscirà ad arrivare fino in fondo. Le resistenze del Pd sono molto meno di quante non possano sembrare oggi”, rivelano le fonti di Tommaso Labate che, nel suo pezzo, spiega “come” grillini e democratici siano al lavoro, Roberto Fico e Dario Franceschini, affinché l’operazione “giallorossa” vada in porto.

 Dalle parti del centrosinistra sembrano “disponibili a ragionare” su un Conte-bis, mentre i renziani definiscono il loro intervento un assist per il neo-segretario: “Le Regionali in Toscana ed Emilia avrebbero potuto trasformarsi nella tomba della segreteria Zingaretti. E invece grazie a noi, se parte a Roma l’alleanza Pd-M5S, saranno vinte. Entrambe”.

Tutto sta nel capire se cadrà il veto su Luigi Di Maio che i dem non vorrebbero nel nuovo esecutivo. Probabilmente i Cinquestelle potrebbero essere disposti a sacrificarlo, soprattutto dal momento che un dimezzamento dei parlamentari M5S, spiega La Stampa, significherebbe una drastica riduzione delle quote che i deputati e senatori versano mensilmente all’Associazione Rousseau, pari a 300 euro al mese.

Delirio del prete rosso Zanotelli: “Processare Salvini per crimini contro l’umanità. Chi vota Lega non è cristiano”


“Qui siamo di fronte a un processo di disumanizzazione mai visto. Quello cui stiamo assistendo nel Mediterraneo è disprezzo totale verso le persone”. Padre Alex Zanotelli si dice “esterrefatto” per il caso di Open Arms e quello di Ocean Viking.

“E’ uno spettacolo indecente e criminale”, commenta all’Adnkronos il missionario, che auspica “che qualche buon magistrato riesca a trovare, in base alle leggi, violazioni serie per cui il ministro Salvini possa essere condannato. Perché non c’è altra via, bisogna fargli capire che sta sbagliando, che le persone non possono essere trattate così”. E aggiunge: “Ho la netta impressione che tra non molto chi sta governando sarà portato davanti ai tribunali internazionali, perché questi sono crimini contro l’umanità”.

Padre Zanotelli non risparmia critiche alla chiesa cattolica. “I vescovi italiani non possono tenere un profilo così basso, devono schierarsi – esorta – Inoltre, i preti devono cominciare a comunicare con i fedeli anche su questo fronte: ‘ragazzi venite a messa, cominciate a riflettere cosa significa votare per la Lega’. Perché non si può essere cristiani e votare per la Lega”.

Parole quest’ultime, messe nero su bianco in un appello diffuso da padre Zanotelli un paio di giorni fa in cui metteva in evidenza “una situazione molto grave”, in quanto “è in ballo la nostra Costituzione e per i cristiani, il cuore del Vangelo”. E’ necessario, secondo il missionario, che vi siano “giudici e magistrati in grado di smantellare il Decreto Sicurezza […]

Migranti, Legambiente torna a denunciare Salvini per sequestro di persona. Lui: “Un’altra medaglia”


Matteo Salvini non ha tardato a rispondere all’esposto di Legambiente Sicilia, che l’ha denunciato – di nuovo -per sequestro di persona e abuso d’ufficio in merito alla vicenda Open Arms.

“Legambiente mi denuncia per sequestro di persona? Altra medaglia!”, ha scritto il ministro dell’Interno su Twitter.
La denuncia di Legambiente
“Così com’era avvenuto per le vicende della Diciotti e della Gregoretti, coerentemente, abbiamo stamattina, con i nostri avvocati, presentato una nuova denuncia ad Agrigento contro il ministro Salvini per sequestro di persona e abuso d’ufficio” spiega Gianfranco Zanna, presidente Legambiente Sicilia.

Ma il vicepremier è stato chiaro e fa capire che non si lascerà di certo intimidire dalla denuncia. Intanto è proprio in queste ore che spunta un retroscena sulla ong iberica che lascia poco spazio all’immaginazione.

Il governo spagnolo, attraverso il vicepremier Carmen Calvo, ha fatto infatti sapere che la Open Arms, nonostante ne abbia avuto la possibilità, ha rifiutato di approdare in un porto maltese. “Open Arms avrebbe potuto andare a Malta e non ha voluto, si è diretta verso l’Italia”. Legambiente mi denuncia per sequestro di persona? Altra medaglia!



Ma vogliono le rivolte in piazza? Maria Elena Boschi come ministro nell’eventuale governo abusivo M5S-PD


Riportare Maria Elena Boschi nella squadra dei ministri del governo Pd-M5s, per evitare brutte sorprese da Matteo Renzi.

È il messaggio nascosto nell’intervista di Francesco Boccia a Repubblica. Sull’inciucio grava il sospetto che il vero obiettivo dell’ex premier sia quello di allontanare il voto anticipato e ipotecare l’esistenza dell’esecutivo, potendo controllare la maggioranza dei gruppi parlamentari dem, mandandolo a casa quando sarà il momento giusto.

“È stato un tragico errore avere aperto a un nuovo governo prima dell’apertura della crisi”, commenta critico Bocca, deputato del Pd e tutto questo “per eccesso di protagonismo” di Renzi.

“Ha dato ai 5 Stelle una centralità enorme” mentre “solo dopo l’apertura della crisi e la sintesi del presidente della Repubblica avremmo posto le nostre condizioni nette per una maggioranza di legislatura o voto immediato“.

Secondo Boccia sarebbe più giusto “sfidare a viso aperto Salvini andando al voto”, ma se poi dovesse esserci un governo Pd-5Stelle, allora “Renzi dovrebbe impegnarsi direttamente con il coinvolgimento di personalità a lui vicine come Maria Elena Boschi”. Una bella esca servita sul piatto.

Casaleggio cambia idea, il sondaggio allarmante sul M5s (sono a terra): l'unica alternativa è l'alleanza con il Pd


Le trattative tra i Cinque Stelle e il Partito Democratico non sono più fantapolitica. I due partiti, pur di soddisfare i proprio interessi, sembrano aver dimenticato anni di insulti.

Ora, con la possibilità di creare una maggioranza in grado di scacciare Matteo Salvini, i dem e i grillini passano dalle parole ai fatti. "Siamo disponibili anche a trattare sul fatto che il premier possa farlo di nuovo Conte.

Possiamo partire da quel nome, poi dipenderà anche da lui se riuscirà ad arrivare fino in fondo. Le resistenze del Pd sono molto meno di quante non possano sembrare oggi" rivelano i big di sinistra.

Le interlocuzioni del Pd con l'altro fronte hanno tre terminali. Uno - come spiega il Corriere della Sera - è Roberto Fico, l'altro rimanda ai capigruppo Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli, gli ultimi due - i più importanti - portano dritti a Giuseppe Conte e Davide Casaleggio. Proprio così, il figlio del fondatore del Movimento ha infatti cambiato idea: inizialmente Casaleggio junior si era schierato a favore del ritorno al voto, per poi cambiare idea.

Il motivo? Sul tavolo del pentastellato sarebbe giunto un sondaggio non proprio roseo, che quota i Cinque Stelle tra il 7 e l'8%. L'attivista ha dunque optato per l'unica strada: la sopravvivenza del Movimento. Sopravvivenza raggiungibile attraverso un'alleanza firmata Pd-M5s.

C’è un sondaggio choc che terrorizza Casaleggio e M5S: ecco perché vogliono fare l’ammucchiata col PD


C’è un sondaggio che terrorizza Davide Casaleggio. Idealmente Casaleggio jr sarebbe stato tra i più favorevoli al ritorno alle urne. Ma dopo aver visto un drammatico sondaggio che dà il M5S tra il 7 e l’8%, ha capito che l’unica strada per far vivacchiare il Movimento è l’alleanza parlamentare col Pd e proporre un governo M5S guidato da Conte.

 Lo riporta in un retroscena il Corriere della Sera che spiega come mai la posizione di Di Maio è finita in minoranza, anche nel gruppo parlamentare. Le prime aperture del Pd sull’ipotesi di riportare Conte a Palazzo Chigi sono arrivate sul tavolo di Bibbona mentre Grillo e compagni ufficializzavano la rottura definitiva con Salvini.

Si legge ancora sul Corriere che gli emissari del M5S hanno riportato agli ambasciatori dell’altro fronte che la trattativa su Palazzo Chigi sarà bene avviarla soltanto dopo aver risolto un’altra questione: ovvero quella che riguarda il futuro personale di Di Maio. Si chiede che cadano i veti per un suo ingresso nel governo. Dicono infatti i 5S che il veto su Di Maio al governo è inaccettabile. Questa, per il Corriere, è la bacchetta di Shanghai che, se rimossa dal tavolo, può sbloccare il gioco.
Governo Pd-M5S, lo scenario
Anche la Stampa tratteggia uno scenario analogo. Di fronte a Grillo, si legge, vengono snocciolati i diversi scenari e il voto non è più un completo tabù, soprattutto se fosse nel 2020. Il più accanito sostenitore è Di Battista.

Casaleggio jr, invece, è per la tenuta del governo, anche perché sa che le urne potrebbero dimezzare gli eletti del M5S, ognuno dei quali destina 300 euro mensili all’Associazione Rousseau, incaricata della comunicazione del Movimento.

Visti gli attuali sondaggi, i versamenti mensili totali crollerebbero rispetto ai 100mila attuali. Tutti i presenti hanno letto l’editoriale con cui Romano Prodi apre a un governo istituzionale, raccolto attorno ai partiti che hanno sostenuto Ursula Von Der Layen a Bruxelles.

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi aggiornamenti e le migliori guide direttamente nella tua inbox.