martedì 20 agosto 2019

I “poltronari” di Forza Italia vogliono un governo abusivo: “Intesa con il PD per combattere i nuovi mostri”


In Forza Italia cresce la tentazione. Aprire una crisi, al buio, per giunta nel mese di agosto no, non si fa. Lo afferma in un’intervista a La Stampa Renato Brunetta, che non esclude un governo sostenuto da tutti i partiti per salvare l’Italia dal caos. «L’economia è in recessione, si rischia uno spread alle stelle e le banche in profondo rosso. Aprire la crisi è stato un gesto da masochisti e irresponsabili».
Brunetta vede “pericoli gravissimi”
Infatti, se lo sbocco della crisi «fosse davvero quello di nuove elezioni, l’Italia correrebbe dei pericoli gravissimi». Brunetta spiega: «Già abbiamo sopportato 14 mesi di governo giallo-verde. Ci hanno messo in ginocchio sotto ogni punto di vista. Siamo diventati più poveri economicamente, più fragili socialmente, più soli nel contesto internazionale».

 Per Brunetta, la soluzione alla crisi non può passare da un accordo Pd-M5s, che giudica «un altro mostro, tale e quale al governo M5s-Lega», né una nuova intesa tra i grillini e la Lega, che sarebbe, dice, «un mostro al quadrato». E poiché questa crisi ha riportato indietro le lancette al 4 marzo 2018, «collocando al centro della politica non il Papeete Beach ma un parlamento dove i rapporti di forza sono ancora quelli voluti dagli elettori», se si prospettasse l’ipotesi di una maggioranza ampia, sotto la guida del presidente Mattarella, sostenuta da quasi tutte le forze rappresentate in Parlamento «mi augurerei che tutti la sostenessero, non solo Forza Italia. Dico di più: sarei stupito se qualcuno volesse restarne fuori».
Rotondi: “Renzi parla bene di Berlusconi…”
«Non mi sorprende il riconoscimento che Renzi fa a Berlusconi nella sua bella intervista al Giornale: Renzi ha sempre trattato Berlusconi col rango dello statista, sono stati altri a derubricarlo a capo di un fastidioso cespuglio di un centrodestra mai nato», dice a sua volta Gianfranco Rotondi. «Oggi da Renzi viene posta a Fi una questione di responsabilità. A mio giudizio deve nascere, col nostro concorso, un governo di solidarietà nazionale capace di riforme coerenti,con un orizzonte di legislatura».

lunedì 19 agosto 2019

Trattative col PD, i 5 Stelle si stanno suicidando. Sondaggio choc: se si vota ora il M5S prende il 7/8%


Le trattative tra Pd e il M5S proseguono alacremente per sventare ogni ipotesi di ritorno anticipato al voto. Beppe Grillo e Davide Casaleggio hanno dato il loro benestare dopo aver letto gli ultimi sondaggi riservati che, secondo quanto rivela il Corriere della Sera, attribuiscono il 7/8% ai grillini.

Una percentuale davanti alla quale persino il vicepremier Luigi Di Maio si è dovuto arrendere all’idea di dialogare col Pd, come vorrebbe anche il gruppo parlamentare del M5S. “Siamo disponibili anche a trattare sul fatto che il premier possa farlo di nuovo Conte.

Possiamo partire da quel nome, poi dipenderà anche da lui se riuscirà ad arrivare fino in fondo. Le resistenze del Pd sono molto meno di quante non possano sembrare oggi”, rivelano le fonti di Tommaso Labate che, nel suo pezzo, spiega “come” grillini e democratici siano al lavoro, Roberto Fico e Dario Franceschini, affinché l’operazione “giallorossa” vada in porto.

 Dalle parti del centrosinistra sembrano “disponibili a ragionare” su un Conte-bis, mentre i renziani definiscono il loro intervento un assist per il neo-segretario: “Le Regionali in Toscana ed Emilia avrebbero potuto trasformarsi nella tomba della segreteria Zingaretti. E invece grazie a noi, se parte a Roma l’alleanza Pd-M5S, saranno vinte. Entrambe”.

Tutto sta nel capire se cadrà il veto su Luigi Di Maio che i dem non vorrebbero nel nuovo esecutivo. Probabilmente i Cinquestelle potrebbero essere disposti a sacrificarlo, soprattutto dal momento che un dimezzamento dei parlamentari M5S, spiega La Stampa, significherebbe una drastica riduzione delle quote che i deputati e senatori versano mensilmente all’Associazione Rousseau, pari a 300 euro al mese.

Delirio del prete rosso Zanotelli: “Processare Salvini per crimini contro l’umanità. Chi vota Lega non è cristiano”


“Qui siamo di fronte a un processo di disumanizzazione mai visto. Quello cui stiamo assistendo nel Mediterraneo è disprezzo totale verso le persone”. Padre Alex Zanotelli si dice “esterrefatto” per il caso di Open Arms e quello di Ocean Viking.

“E’ uno spettacolo indecente e criminale”, commenta all’Adnkronos il missionario, che auspica “che qualche buon magistrato riesca a trovare, in base alle leggi, violazioni serie per cui il ministro Salvini possa essere condannato. Perché non c’è altra via, bisogna fargli capire che sta sbagliando, che le persone non possono essere trattate così”. E aggiunge: “Ho la netta impressione che tra non molto chi sta governando sarà portato davanti ai tribunali internazionali, perché questi sono crimini contro l’umanità”.

Padre Zanotelli non risparmia critiche alla chiesa cattolica. “I vescovi italiani non possono tenere un profilo così basso, devono schierarsi – esorta – Inoltre, i preti devono cominciare a comunicare con i fedeli anche su questo fronte: ‘ragazzi venite a messa, cominciate a riflettere cosa significa votare per la Lega’. Perché non si può essere cristiani e votare per la Lega”.

Parole quest’ultime, messe nero su bianco in un appello diffuso da padre Zanotelli un paio di giorni fa in cui metteva in evidenza “una situazione molto grave”, in quanto “è in ballo la nostra Costituzione e per i cristiani, il cuore del Vangelo”. E’ necessario, secondo il missionario, che vi siano “giudici e magistrati in grado di smantellare il Decreto Sicurezza […]

Migranti, Legambiente torna a denunciare Salvini per sequestro di persona. Lui: “Un’altra medaglia”


Matteo Salvini non ha tardato a rispondere all’esposto di Legambiente Sicilia, che l’ha denunciato – di nuovo -per sequestro di persona e abuso d’ufficio in merito alla vicenda Open Arms.

“Legambiente mi denuncia per sequestro di persona? Altra medaglia!”, ha scritto il ministro dell’Interno su Twitter.
La denuncia di Legambiente
“Così com’era avvenuto per le vicende della Diciotti e della Gregoretti, coerentemente, abbiamo stamattina, con i nostri avvocati, presentato una nuova denuncia ad Agrigento contro il ministro Salvini per sequestro di persona e abuso d’ufficio” spiega Gianfranco Zanna, presidente Legambiente Sicilia.

Ma il vicepremier è stato chiaro e fa capire che non si lascerà di certo intimidire dalla denuncia. Intanto è proprio in queste ore che spunta un retroscena sulla ong iberica che lascia poco spazio all’immaginazione.

Il governo spagnolo, attraverso il vicepremier Carmen Calvo, ha fatto infatti sapere che la Open Arms, nonostante ne abbia avuto la possibilità, ha rifiutato di approdare in un porto maltese. “Open Arms avrebbe potuto andare a Malta e non ha voluto, si è diretta verso l’Italia”. Legambiente mi denuncia per sequestro di persona? Altra medaglia!



Ma vogliono le rivolte in piazza? Maria Elena Boschi come ministro nell’eventuale governo abusivo M5S-PD


Riportare Maria Elena Boschi nella squadra dei ministri del governo Pd-M5s, per evitare brutte sorprese da Matteo Renzi.

È il messaggio nascosto nell’intervista di Francesco Boccia a Repubblica. Sull’inciucio grava il sospetto che il vero obiettivo dell’ex premier sia quello di allontanare il voto anticipato e ipotecare l’esistenza dell’esecutivo, potendo controllare la maggioranza dei gruppi parlamentari dem, mandandolo a casa quando sarà il momento giusto.

“È stato un tragico errore avere aperto a un nuovo governo prima dell’apertura della crisi”, commenta critico Bocca, deputato del Pd e tutto questo “per eccesso di protagonismo” di Renzi.

“Ha dato ai 5 Stelle una centralità enorme” mentre “solo dopo l’apertura della crisi e la sintesi del presidente della Repubblica avremmo posto le nostre condizioni nette per una maggioranza di legislatura o voto immediato“.

Secondo Boccia sarebbe più giusto “sfidare a viso aperto Salvini andando al voto”, ma se poi dovesse esserci un governo Pd-5Stelle, allora “Renzi dovrebbe impegnarsi direttamente con il coinvolgimento di personalità a lui vicine come Maria Elena Boschi”. Una bella esca servita sul piatto.

Casaleggio cambia idea, il sondaggio allarmante sul M5s (sono a terra): l'unica alternativa è l'alleanza con il Pd


Le trattative tra i Cinque Stelle e il Partito Democratico non sono più fantapolitica. I due partiti, pur di soddisfare i proprio interessi, sembrano aver dimenticato anni di insulti.

Ora, con la possibilità di creare una maggioranza in grado di scacciare Matteo Salvini, i dem e i grillini passano dalle parole ai fatti. "Siamo disponibili anche a trattare sul fatto che il premier possa farlo di nuovo Conte.

Possiamo partire da quel nome, poi dipenderà anche da lui se riuscirà ad arrivare fino in fondo. Le resistenze del Pd sono molto meno di quante non possano sembrare oggi" rivelano i big di sinistra.

Le interlocuzioni del Pd con l'altro fronte hanno tre terminali. Uno - come spiega il Corriere della Sera - è Roberto Fico, l'altro rimanda ai capigruppo Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli, gli ultimi due - i più importanti - portano dritti a Giuseppe Conte e Davide Casaleggio. Proprio così, il figlio del fondatore del Movimento ha infatti cambiato idea: inizialmente Casaleggio junior si era schierato a favore del ritorno al voto, per poi cambiare idea.

Il motivo? Sul tavolo del pentastellato sarebbe giunto un sondaggio non proprio roseo, che quota i Cinque Stelle tra il 7 e l'8%. L'attivista ha dunque optato per l'unica strada: la sopravvivenza del Movimento. Sopravvivenza raggiungibile attraverso un'alleanza firmata Pd-M5s.

C’è un sondaggio choc che terrorizza Casaleggio e M5S: ecco perché vogliono fare l’ammucchiata col PD


C’è un sondaggio che terrorizza Davide Casaleggio. Idealmente Casaleggio jr sarebbe stato tra i più favorevoli al ritorno alle urne. Ma dopo aver visto un drammatico sondaggio che dà il M5S tra il 7 e l’8%, ha capito che l’unica strada per far vivacchiare il Movimento è l’alleanza parlamentare col Pd e proporre un governo M5S guidato da Conte.

 Lo riporta in un retroscena il Corriere della Sera che spiega come mai la posizione di Di Maio è finita in minoranza, anche nel gruppo parlamentare. Le prime aperture del Pd sull’ipotesi di riportare Conte a Palazzo Chigi sono arrivate sul tavolo di Bibbona mentre Grillo e compagni ufficializzavano la rottura definitiva con Salvini.

Si legge ancora sul Corriere che gli emissari del M5S hanno riportato agli ambasciatori dell’altro fronte che la trattativa su Palazzo Chigi sarà bene avviarla soltanto dopo aver risolto un’altra questione: ovvero quella che riguarda il futuro personale di Di Maio. Si chiede che cadano i veti per un suo ingresso nel governo. Dicono infatti i 5S che il veto su Di Maio al governo è inaccettabile. Questa, per il Corriere, è la bacchetta di Shanghai che, se rimossa dal tavolo, può sbloccare il gioco.
Governo Pd-M5S, lo scenario
Anche la Stampa tratteggia uno scenario analogo. Di fronte a Grillo, si legge, vengono snocciolati i diversi scenari e il voto non è più un completo tabù, soprattutto se fosse nel 2020. Il più accanito sostenitore è Di Battista.

Casaleggio jr, invece, è per la tenuta del governo, anche perché sa che le urne potrebbero dimezzare gli eletti del M5S, ognuno dei quali destina 300 euro mensili all’Associazione Rousseau, incaricata della comunicazione del Movimento.

Visti gli attuali sondaggi, i versamenti mensili totali crollerebbero rispetto ai 100mila attuali. Tutti i presenti hanno letto l’editoriale con cui Romano Prodi apre a un governo istituzionale, raccolto attorno ai partiti che hanno sostenuto Ursula Von Der Layen a Bruxelles.

Conte, Altro scandalo su di lui, ora spuntano tasse non pagate per 50mila euro, perche non ci spiega questa cosa?


Altro scandalo dopo la vicenda del curriculum, ora le tasse non pagate. Mentre il professor Giuseppe Conte arriva in taxi al Quirinale per incontrare il presidente Sergio Mattarella, che lo ha convocato , LIbero pubblica due cartelle esattoriali del premier in pectore che testimonierebbero il mancato versamento di tasse, imposte e multe per complessivi 50mila euro.

Una è del 2009 e una del 2011. Sarebbero due le ipoteche poste da Equitalia sulla casa di 130 mq del premier in pectore, nel centro della Capitale. Si tratta - spiega Libero - «di due ipoteche relative a tasse non versate pari a 26mila euro del 2009 e 24mila nel 2011».
Il disguido spiegato dal commercialista
L’Espresso aveva tirato fuori la vicenda dell’ipoteca targata Equitalia emessa sulla casa romana di Giuseppe Conte.

Il commercialista di Conte al settimanale aveva spiegato l’iscrizione da 52mila dicendo che il docente nel 2009 aveva ricevuto una richiesta di documentazione legata alle sue dichiarazioni dei redditi. La comunicazione era giunta via posta. In assenza di portiere la cartolina era stata smarrita.

E se il contribuente non si presenta al fisco, e non porta le carte della dichiarazione viene iscritto a ruolo tutta l’Irpef sulla dichiarazione non presentata.

Dunque si sarebbe trattato di un semplice disguido. Per Libero sono invece mancati versamenti e multe Per Libero sono invece due ipoteche legate a tasse non pagate: 26mila euro nel 2009 e 24mila nel 2011.

Le carte pubblicate da Libero parlano invece di mancati versamenti di contributi previdenziali per più di 8 mila euro, di più di mille euro di contravvenzioni non pagate al Comune di Roma, ma anche di mancati versamenti Irpef, Irap, Iva e addizionali per un totale di 18 mila euro. Carte che riguardano un ampio arco temporale: dal 1997 al 2008.

Il governo spagnolo attacca Open Arms: “Perché non vogliono venire in Spagna? Cos’hanno da nascondere?”


Il governo spagnolo contro Open Arms. In un’intervista alla radio Cadena Ser, la vicepremier Carmen Calvo accusa: «Gli abbiamo offerto ogni tipo di aiuto, cure mediche, cibo.

Non capiamo la posizione di Open Arms. Capiamo che la situazione è critica per l’incertezza e la disperazione; però una volta che hanno un porto sicuro e i migranti sanno dove andare, chiunque capisce che non c’è alcun problema».
Open Arms, quei no alle offerte…
La numero due del governo socialista di Pedro Sanchez si riferisce all’offerta fatta domenica alla Ong spagnola di dirigere la nave con i migranti a bordo da 18 giorni verso il porto di Algeciras.

Di fronte al rifiuto, perché considerato troppo lontano (4-6 giorni di navigazione), il governo ha rilanciato con il porto più vicino di Mahon, a Minorca. Ma anche questa offerta è stata respinta. Inoltre, sostiene ancora la vicepremier spagnola, Open Arms avrebbe potuto andare a Malta «e non ha voluto, si è diretta verso l’Italia».

La nave «non ha voluto andare a Malta – afferma la numero due del governo di Madrid -. La Spagna stava lavorando a questo, in colloqui con Malta, però hanno deciso di andare in Italia», dopo la sentenza del Tar che ha permesso l’ingresso nelle acque italiane, ma non «chiariva se» i migranti potevano «essere sbarcati».

Indiscrezioni dal Colle: “Mattarella non accetterà l’inciucio M5S-PD. Difficile evitare le elezioni in autunno


Al Quirinale è l’ora del pessimismo. Secondo un retroscena del Corriere della Sera, i consiglieri di Sergio Mattarella fanno sapere che “sarà molto difficile risolvere questa crisi evitando le elezioni d’autunno”.

E questo nonostante Pd e M5s, i partiti interessati dall’inciucio, stanno trattando a ritmo serrato, facendo anche cadere tabù come la conferma di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Ma il Colle è scettico, soprattutto perché sa con chi ha a che fare.

Tra Lega e 5 Stelle pare finita, anche se c’è chi da entrambe le parti continua a premere per un riavvicinamento che non aiuta certo a sbrogliare la matassa. Si giocherà tutto sui toni e le sfumature del discorso di Conte martedì al Senato, anche se le sue dimissioni al momento non sono in discussione.

Quindi si partirà con il classico giro di consultazioni tra mercoledì e giovedì, dopo le quali il presidente “verificherà in concreto, numeri alla mano, se esista una maggioranza contraria alle urne“. Se ci sarà, e al momento l’ipotesi è concreta, concederà più tempo agli interessati. “Ma senza che qualcuno possa illudersi di tirarla per le lunghe – sottolinea il quirinalista del Corsera Marzio Breda -.

Insomma: il presidente della Repubblica non permetterà una replica del gioco dei due forni messo in scena dai 5 Stelle dopo le ultime elezioni politiche e che snervò il Paese per 89 giorni”, una tattica che portò Di Maio a trattare coi dem e poi con Salvini, obbligando Mattarella a tre giri di consultazioni e due mandati esplorativi. Stavolta non c’è tempo, stavolta non si scherza più.

Richard Gere dal suo yacht: “Salvini lo chiamo Baby Trump. Usa la stessa ignoranza. Ammiro la Trenta”


“Se il vostro ministro spendesse del tempo con quelle persone, ascoltasse le loro storie, i loro traumi familiari, cambierebbe la sua visione. Lui fa di un’emergenza umana un caso politico. Ma è cattiva politica. Ho ammirato invece il ministro della Difesa Elisabetta Trenta: lei questo caso non può separarlo dalla sua coscienza”.

Lo dice l’attore Richard Gere in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ in merito alla vicenda della Open Arms, sulla quale lui stesso è salito in segno di solidarietà e per portare visibilità al caso. Alla domanda ‘se vorrebbe incontrare Salvini’, Gere risponde: “Sì, e sono sicuro che non è come si presenta in pubblico. Avrà una famiglia, figli, genitori.

Vede la politica come un pretesto per aumentare il consenso. La vita può essere semplice, se sei onesto e parli con il cuore”. Quanto alla comandante della Sea Watch, Carola, l’attore aggiunge: “Non conosco i dettagli di questa vicenda, ma se un essere umano si adopera per salvare delle vite umane, e non arreca danno, lo considero un eroe, un angelo”. “Il mondo ha gli stessi problemi – dice ancora l’attore americano – Noi abbiamo rifugiati da molti Paesi dell’America centrale.

Il ministro dell’Interno ha la stessa mentalità del presidente Trump. Infatti io Salvini lo chiamo Baby Trump. Usa la stessa ignoranza in senso radicale, fanno leva su paura e odio. Dobbiamo fermare Trump”. E spiega come: “Nominando un altro presidente.

Obama era stato bravo a tenere unite le comunità. Mi chiede se Trump è così popolare? No, non lo è. Secondo i sondaggi, il 60 per cento della popolazione lo disapprova. E i repubblicani non sono la maggioranza del Paese”

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi aggiornamenti e le migliori guide direttamente nella tua inbox.