lunedì 19 agosto 2019

Salvini avverte: “Vogliono fare un governo M5S-PD con Renzi e Boschi? Ci saranno le rivolte in piazza”


Il conto alla rovescia è partito. Tra poco meno di 48 ore in Parlamento si conoscerà il futuro del governo Conte. Da lì in avanti gli ingranaggi degli accordi veri o presunti si metterà in moto. Ieri Matteo Salvini è tornato a parlare della crisi, ribadendo che «farò di tutto affinché il governo Pd-M5S non nasca. Dovranno passare sul mio corpo».

Poi ha riaperto le porte a scenari governativi: «Voglio ascoltare le parole del presidente del Consiglio, senza pregiudizi. Certo se il mood è quello delle scorse settimane, allora la via maestra è chiara. Magari mi stupisce. Se mi dice applichiamo la flat tax domattina…». Appelli a parte (ci torneremo) quella del futuro del governo resta una situazione complicata.

Ormai non lo nasconde più nemmeno il Capitano che non ha rinunciato al suo grido di battaglia: «La via maestra in un momento di crisi non è un governo raffazzonato, che si fondi sul tirare a campare o per fare le nomine – ha detto ospite della Versiliana -. Se fanno un accordo fondato sulla spartizione, non ho i numeri per fermarli in Parlamento, ma eventualmente se si prendono la maggioranza dei palazzi, noi andremo pacificamente nelle piazze del Paese».

Insomma Salvini è pronto a trasformare la sua Lega di governo nella sua Lega di lotta, secondo uno schema ben collaudato in via Bellerio.
Questione di coscienza
– Salvini ha poi lanciato un appello agli eletti: «In questi giorni il Parlamento voti con coscienza. Spero che qualcuno anteponga gli interessi del Paese a quelli propri. Non mi aspetto nulla dai parlamentari del Pd che temono, se si va alle elezioni, di non prendere un voto. Mi aspetto invece un sussulto di dignità di coscienza da parte della maggioranza dei parlamentari italiani». L’ appello, è evidente, è rivolto soprattutto a quei parlamentari grillini che continuano a non digerire l’ eventualità di finire al governo con i nemici storici del Partito democratico. 

«Ma ce li vedete – tuonava ieri Matteo da una diretta Facebook – i Cinquestelle a fare la riforma delle banche con la Boschi e quella della giustizia con Lotti e Renzi?». Poi la bordata finale: «Qualcuno vuole andare al governo per terminare l’ opera di svendita delle aziende italiane alle multinazionali straniere». E a chi, dal campo dei Cinquestelle lo attacca tacciandolo di essere «inaffidabile», lui risponde: «Se preferiscono Renzi e la Boschi non hanno che da dirlo».
Le strategie
– Ci sono poi altre parole pronunciate ieri da Salvini, eccole: «Spero di fare a lungo il ministro, ma non per me, per gli italiani. Non darò ai compagni la possibilità di gestire la sicurezza in Italia». Una frase che, assieme a quelle su Conte, potrebbe complicare la strategia M5S. Quel «è ancora il mio presidente del Consiglio» potrebbe essere l’ anticamera per un colpo di teatro col quale Salvini decida direttamente in aula di ritirare la sfiducia (come fece Berlusconi con Letta), ributtando la palla nel campo del M5S.

A quel punto, infatti, dovranno essere i grillini a decidere se ricucire con la Lega o staccare comunque la spina assumendosene la responsabilità. Con tutto quello che comporterebbe poi una spericolata alleanza col Pd.

Rapporti scafisti-ong, video del 2018 incastra Open Arms: “Trafficanti armati a bordo dialogano con il capitano” (Foto)


Nel Canale di Sicilia il confine tra legale e illegale diventa sottilissimo. Da tempo diverse procure italiane sono a caccia di una prova che riesca a confermare i sospetti che da tempo gravano sulle Organizzazioni non governative che operano al largo della Libia. Tra queste, la Open Arms – ovvero l’ imbarcazione oggi al centro dell’ ennesimo scontro all’ interno del nostro esecutivo – è certamente una delle più discusse.

I volontari spagnoli sono stati a lungo indagati dalla procura di Catania (archiviati a maggio) per associazione a delinquere finalizzata all’ immigrazione clandestina. Il tutto per lo sbarco a Pozzallo avvenuto a marzo del 2018 di 218 migranti. Poi c’ è un’ altra questione: un video diffuso circa un anno fa nel quale si mostra chiaramente un gommone di miliziani libici accostare la Open Arms e salire a bordo per fare due chiacchiere con il capitano. I trafficanti sono armati e spiegano dove andare a intercettare i gommoni in partenza dalle coste africane.

Un fatto a dir poco curioso, secondo Cristian Ricci, titolare della IMI Security Service, che ha passato settimane a bordo dei barconi per garantirne la sicurezza. Ricci – già noto alla stampa come “il grande accusatore” delle Ong – da tempo ritiene che la magistratura dovrebbe andare a fondo in questa storia. La ragione: «Dalle nostre segnalazioni è nata un’ indagine della procura di Trapani. Denunciavamo delle cose che erano poco chiare».

In pratica, lui e i suoi uomini hanno rilevato frequenti contatti con gli scafisti per individuare le aree giuste dove effettuare i soccorsi. E non solo: «Prima di tutto, quel che noi abbiamo denunciato è la scarsa collaborazione delle Organizzazioni non governative con le autorità. Una specie di censura sui nostri rapporti con la polizia. Certi soccorsi ci venivano dettati da un messaggio ricevuto su whatsapp direttamente dal capitano della nave. Come se loro sapessero dove andare. Ne ho parlato con la polizia e da lì è nata l’ idea di mettere sotto copertura delle persone e evidenziare delle prove».

Per andare a caccia di qualche evidenza, infatti, i pm hanno provato a far salire a bordo di varie imbarcazioni alcuni infiltrati. Una serie di indagini che, tuttavia, non ha portato ancora a nulla: «C’ è ancora il sequestro della Juventa. Ci sono delle fasi di indagine che si prolungano da anni». Talvolta, però, sul web spunta qualche video imbarazzante. Uno di questi, come dicevamo, coinvolge la Open Arms: «Si vede salire a bordo della nave un uomo in mimetica, si nota benissimo che non si tratta della Guardia costiera libica, non c’ è alcuna livrea sulla nave. Sono chiaramente dei trafficanti».

Tutti armati. Il nordafricano parla con il capitano dell’ equipaggio spagnolo e gli spiega (dietro specifica richiesta) da dove partiranno presto altri gommoni. «Io personalmente una scena così non l’ ho mai vista. Questo non è soccorso, è qualcosa di artefatto. Io so che tu interverrai quindi li butto là, sapendo che tu li roccoglierai. Il soccorso è tutta un’ altra cosa».

Open Arms si smaschera da sola: l’unico obiettivo della ong è portare tutti i migranti in Italia e sfidare Salvini


Il premier spagnolo Pedro Sanchez apre il porto di Algeciras alla nave di Open Arms, ma l’ong rifiuta l’invito perchè “sette giorni di navigazione sono troppi”; peccato che ne hanno sprecati diciassette per cercare di entrare a tutti i costi a Lampedusa. Secca la replica del Ministro degli Interni, Matteo Salvini: “La Ong spagnola rifiuta il porto offerto dalla Spagna! Incredibile e inaccettabile, organizzano crociere turistiche e decidono loro dove sbarcare??? Io non mollo, l’Italia non è più il campo profughi d’Europa”.

Sono molte le cose che non tornano per quanto riguarda la vicenda della Open Arms, a partire da quella “emergenza sanitaria” poi confutata dall’ispezione eseguita sabato dal medico della Sanità marittima con gli uomini della Squadra mobile e della Guardia costiera, su input del procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella. Gli imbarcati risultano stanchi e provati dalla lunga permanenza sulla barca ma non sono state riscontrate particolari patologie dal punto di vista medico. stallo.

Per quale motivo la Ong ha dunque deciso di agire in questo modo?
A ciò vanno ad aggiungersi una serie di elementi che non sono certo passati inosservati: in primis tra i 27 “minori” fatti sbarcare sono stati trovati ben 8 maggiorenni, ma vi è anche il caso dei 13 imbarcati fatti scendere per motivi sanitari, soggetti che non avevano però alcuna patologia a parte uno di loro con un’otite, come dichiarato all’Ansa dal responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa, Francesco Cascio: ““C’è qualcosa che non funziona, perché tra i 13 migranti fatti sbarcare dalla Open Arms per motivi sanitari solo uno aveva una otite, mentre gli altri stavano bene: eppure dalla relazione dello staff Cisom (il Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta – ndr) risulta che a bordo ci sarebbero persone con diverse patologie, tra cui 20 casi di scabbia”.

È possibile che alla Open Arms interessi creare un caso politico e far pressione sull’Italia per “rompere” il blocco? Magari per creare un precedente affinchè altre navi delle Ong possano intraprendere la medesima tattica? Interessante anche il coinvolgimento dell’attore Richard Gere, che ha dato un tocco “cinematografico” alla vicenda.

Il blocco imposto da Salvini sta creando enormi problemi ai trafficanti di esseri umani che speravano in un esodo estivo pari a quelli degli anni precedenti, ma che non c’è stato. I porti chiusi sono un danno enorme per il business dell’immigrazione clandestina, un business che “rende più della droga”, come già dichiarato dall’ “addetto ai lavori” Salvatore Buzzi, coinvolto nell’inchiesta di “Mafia capitale”. Il blocco dei porti voluto da Salvini sta inoltre creando enormi problemi a quelle ong che operano nel settore del recupero dei migranti in mare, come dimostrano i fatti.

Salvini smaschera la Open Arms: “La Ong tiene in ostaggio finti malati e finti minorenni per attaccare l’Italia”


«Da 17 giorni, invece di andare in un porto spagnolo, questi “signori” tengono in ostaggio gli immigrati a bordo (fra cui finti malati e finti minorenni) solo per attaccare e provocare me e l’Italia. Non mi fate paura, mi fate pena. Io non mollo». Lo scrive su Facebook il ministro e vicepremier Matteo Salvini, replicando a un post della Open Arms che ha definito «miserabile chi utilizza 107 esseri umani “senza nome” e dei voluntar@ come ostaggi per fare propaganda xenofoba e razzista”. Complici tutti quelli che lo permettono e si prendono gioco del loro dolore.
Salvini, i commenti del web
Il post di Salvini ha ricevuto una valanga di commenti. Un utente scrive: «Non mi spiego perché una ong spagnola ha preferito il braccio di ferro con l’Italia per 16 giorni anziché una bella crociera di due giorni con il mare calmo per raggiungere Barcellona costa meravigliosa della Spagna socialista??? Una bella vacanza altro che Costa o Msc! Chiedo ai buonisti una spiegazione razionale!».

E un altro aggiunge: «La cosa grave che l’Europa non fa e non dice nulla a riguardo. Nave spagnola con bandiera spagnola? Vai in Spagna invece di stare ferma in mare tutti questi giorni! La verità è che anche a loro (l’Europa dico) non je ne frega nulla delle vite umane, ecco perché non fanno niente! Europa unita ma de che. Salvini non mollare».


Violenza choc a Firenze: picchia, morde e tenta di strangolare la compagnia italiana. Arrestato marocchino


È finito in manette martedì pomeriggio a Firenze un cittadino straniero che, in preda alla furia, si è scagliato contro la propria compagna, cercando addirittura di strangolarla.

A trovarsi ora in stato di fermo un marocchino. Secondo quanto ricostruito dai quotidiani locali, l’extracomunitario ha aggredito la giovane, una 27enne italiana, al termine di un litigio, sorto per futili ragioni.

Dopo averla picchiata e morsa sul collo, il soggetto ha tentato di ucciderla, stringendole le mani attorno alla gola. In seguito alla brutale violenza, la vittima è fortunatamente riuscita a scappare dalla casa del suo aguzzino, raggiungendo il pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Firenze, dove ha chiesto aiuto.

Assistita dal personale sanitario, la 27enne ha riferito quanto le era appena accaduto, motivo per cui sono state immediatamente contattate le forze dell’ordine locali. Il caso è stato preso in carico dai carabinieri che, dopo aver raccolto la denuncia della giovane, hanno provveduto a rintracciare il magrebino e ad arrestarlo.

 Secondo quanto riferito dalla vittima, l’episodio di martedì è solo l’ultimo di una lunga serie di violenze nei suoi confronti. Ricevute le dovute cure, la 27enne è stata dimessa con 7 giorni di prognosi, mentre il marocchino è finito dietro le sbarre del carcere di Solliciano (Firenze).

Per lui l’accusa è quella di maltrattamenti e lesioni aggravate. Il nordafricano si trova ora in attesa di giudizio.

Open Arms, ora il “comunista” Sanchez vuole denunciare l’Italia alla corte dell’Aia per violazione dei diritti umani


Dopo avere dato la disponibilità a far sbarcare i migranti della Open Arms nel porto di Algeciras per la “situazione di emergenza” a bordo (proposta respinta dalla nave ong a causa del “viaggio troppo lungo”), la Spagna minaccia un’azione legale nei confronti dell’Italia per il comportamento tenuto dal governo Conte sulla Open Arms.

Il governo spagnolo, guidato dal premier socialista Pedro Sanchez, valuterà la possibilità di agire di fronte all’Unione europea o alle istituzioni che si occupano di diritti umani e diritto marittimo internazionale, contro il comportamento mantenuto dal governo italiano a proposito dello sbarco dei migranti a bordo della Open Arms“. Così si legge in una nota del Ministero degli Esteri iberico.
Possibile un’istanza presso il Tribunale dell’Aja
Come riporta Adnkronos, fonti diplomatiche citate dal sito del giornale El Pais sottolineano che si tratta della prima volta in cui un Paese nega lo sbarco di migranti nonostante vi sia un accordo che nessuno degli sbarcati rimarrà nel proprio territorio.

Infatti, nei giorni scorsi, la Commissione aveva annunciato l’accordo per la distribuzione dei migranti a bordo della Open Arms tra sei Paesi membri dell’Unione europea: Germania, Francia, Romania, Portogallo, Lussemburgo e la stessa Spagna.

Le stesse fonti assicurano che la questione verrà affrontata alla prossima riunione dei ministri dell’Interno della Ue e non escludono che possa portare ad un’istanza presso il Tribunale dell’Aja, ipotizzando infatti una violazione delle convenzioni del mare e del diritto internazionale.

Toghe rosse salvano i clandestini, sentenza choc: “Basta dichiararsi gay per ottenere lo status di rifugiato”


“Non è necessario indagare quale sia l’effettivo orientamento sessuale del soggetto richiedente asilo, essendo sufficiente il modo in cui lo stesso viene percepito nel paese d’origine e la sua idoneità a divenire fonte di persecuzione”. Con questa motivazione la corte d’appello del tribunale di Trieste ha salvato un migrante (dichiaratosi gay) dall’espulsione, concedendogli lo status di rifugiato. In Gambia, infatti, l’omosessualità è un reato punibile fino a 14 anni di galera. Tutto questo nonostante i dubbi sul fatto che fosse effettivamente omosessuale.
In due sedi l’omosessualità del gambiano era apparsa dubbia
Ne dà notizia oggi Il Gazzettino, ripercorrendo la vicenda processuale, che crea un importante precedente giuridico per i casi a venire. Il migrante, oggi 23enne, era arrivato in Italia tre anni fa e all’arrivo nel nostro Paese si era reso conto di essere gay. Ma né la Commissione di Gorizia né il Tribunale di Trieste gli avevano creduto. Avevano, in pratica, ritenuto che il cittadino africano avesse mentito solo per avere lo status di rifugiato.
La Corte di Appello ha ribaltato le precedenti decisioni
La prima sezione civile della Corte di Trieste ha invece reputato che le imprecisioni fossero “marginali”, in quanto “l’elemento essenziale” era un altro: «Ai fini del riconoscimento della protezione internazionale per ragioni legate all’orientamento sessuale non è necessario indagare quale sia l’effettivo orientamento del soggetto, essendo sufficiente il modo in cui lo stesso viene percepito nel paese d’origine e la sua idoneità a divenire fonte di persecuzione». Il rischio è evidente: quanti migranti si dichiareranno gay, in futuro, solo per avere lo status? Se non bisogna indagare, come verrà smascherato il loro inganno?
In Gambia chi è gay richia la galera
In Gambia, come in altre 70 nazioni del mondo, l’omosessualità è un reato. Essendo stato «ritenuto sussistente un fondato timore di persecuzione», nei confronti del 23enne gambiano non sono scattate le semplici protezioni umanitaria o sussidiaria, ma è stato disposto lo status di vero e proprio rifugiato. Inoltre, il ministero dell’Interno, è stato condannato a pagare oltre metà delle spese di lite.

Svelata la truffa di Open Arms: “Sulla nave i migranti stanno tutti bene, non c’è alcuna emergenza sanitaria”


I 107 migranti rimasti a bordo della nave Open Arms, dopo lo sbarco dei 27 minori non accompagnati, sono “molto stanchi e provati dalla lunga permanenza sulla barca”, ma non sarebbero emerse “patologie particolari importanti, dal punto di vista medico”.

 È quanto emerge, come apprende l’Adnkronos, dalla relazione stilata dalla Squadra mobile di Agrigento che ieri ha ispezionato per oltre tre ora la nave Ong. Gli uomini della Mobile agrigentina erano accompagnati dalla Guardia costiera e da due medici della Sanità marittima.

La relazione è adesso al vaglio della Procura di Agrigento che indaga per sequestro di personae per violenza privata. In precedenza il medico di Lampedusa Francesco Cascio ha rivelato che dei 13 migranti fatti sbarcare a Ferragosto per “gravi motivi sanitari” solo uno era malato, di otite, mentre gli altri erano tutti in buone condizioni.

 Non solo: dei 27 minorenni fatti sbarcare sabato pomeriggio, almeno 8 hanno confessato di avere più di 18 anni. Presunti malati, presunti minorenni e presunta pure l’emergenza?

domenica 18 agosto 2019

Il gesuita “rosso” Bartolomeo Sorge vomita odio contro Salvini: “Salvini è come la mafia”. Il Web lo insulta


Negli ambienti ecclesiastici circola da anni una battuta. I misteri della Chiesa sono tre: “Quanti soldi ha il Vaticano, quanti sono gli ordini delle suore e che cosa pensa un gesuita”. Per quanto riguarda padre Bartolomeo Sorge, che ha equiparato Matteo Salvini alla mafia, il mistero non c’è.

Il religioso siciliano, ex direttore di Civiltà Cattolica, è un gesuita schierato politicamente da sempre. Un impegno ideologico indirizzato a sinistra, come quando scese in campo al fianco di Leoluca Orlando con la Rete. Padre Sorge ha twittato questa frase contro il vicepremier: «La mafia e Salvini comandano entrambi con la paura e l’odio, fingendosi religiosi. Si vincono, resistendo alla paura, all’odio e svelandone la falsa pietà».
Il tweet di Ferragosto
Il tweet è stato scritto a Ferragosto, nel giorno della solennità dell’Assunzione. Il religioso, ma a questo punto qualche domanda sulla “religiosità” di questo ineffabile prelato, andrebba posta, non ha fatto alcun riferimento alla festività cattolica. In effetti, il gesuita su Twitter scrive solo di politica come un militante di un centro sociale.

Ecco gli ultimi dieci tweet di Padre Sorge. E, per domandarla con un follower, “questo sarebbe un prete’”? Inutile dire che il tweet ha scatenato le repliche inferocite dei follower. Un’ondata di proteste sdegnate. Ed è probabile che la polemica non si fermi ai Social e venga affrontata anche OltreTevere. È innegabile che i rapporti tra il Vaticano e i politici che rappresentano la maggioranza degli italiani siano sempre più tesi e non aiutano le interviste di Papa Francesco, dove i sovranisti vengono paragonati a Hitler.
Chi è Bartolomeo Sorge
Entrato nella Compagnia di Gesù nel 1946, fu ordinato prete nel 1958. Esperto in questioni sociali e politiche, ha diretto (1973-85) ‘La Civiltà cattolica’, direttore dal 1985 a Palermo del Centro studi sociali dei gesuiti e dell’Istituto di formazione politica Pedro Arrupe da lui fondato (1986) e coordinatore nazionale (dal 1996) dei centri studi sociali dei gesuiti, dal 1997 al 2009 ha diretto anche, a Milano, Aggiornamenti sociali, di cui attualmente è direttore emerito, e dal 1999 al 2005 Popoli.

 Lasciata la direzione di Civiltà cattolica nel 1985 per Palermo, dal 1986 al 1996 ha diretto l’Istituto di Formazione Politica Pedro Arrupe di Palermo. All’interno di questo Istituto, insieme a padre Ennio Pintacuda, con il movimento Città per l’Uomo sostenne la Primavera di Palermo di Leoluca Orlando e poi nel 1991 il suo movimento La Rete.

Dal 1997 vive a Milano, presso il Centro San Fedele, di cui è stato il responsabile. È stato anche direttore delle riviste Popoli fino al 2005 e Aggiornamenti Sociali fino a tutto il 2009. Attualmente è direttore emerito della rivista Aggiornamenti Sociali e tiene numerose conferenze in Italia e all’estero.

2 stranieri trascinano una 16enne e tentano di violentarla: aggressore rischia il linciaggio, salvato dai CC


Momenti di paura per una ragazzina che, secondo una prima ricostruzione dei fatti, sarebbe stata strattonata in un luogo appartato da due uomini, forse di origine straniera, che avrebbero tento di stuprarla nelle vicinanze della sagra del paese.

E’ successo a Solesino, durante la tradizionale sagra dell’Assunta.

I due uomini avrebbero strattonato la 16enne in un luogo appartato con l’intento di abusare di lei. Solo la forza di volontà della ragazzina, che non si è fatta prendere dal terrore, le ha permesso di riuscire a divincolarsi e fuggire.

Mentre lei veniva accompagnata in ospedale a Schiavonia, dove è stata medicata per i lividi, un gruppo di giostrai avrebbe tentato il linciaggio nei confronti del giovane straniero indicato dalla vittima. Solo l’intervento dei carabinieri ha scongiurato il peggio.

 La vittima ha sporto denuncia ai carabinieri ed avrebbe anche riconosciuto uno dei presunti aggressori dalle foto. Intanto i carabinieri proseguono alla ricerca del secondo uomo che avrebbe partecipato al tentato stupro.

Romano Prodi e il "governo Orsola". Ora è tutto chiaro: lo zampino dell'Europa sull'inciucio anti-Salvini


Una coalizione di governo "Ursula", italianizzata "Orsola", nel Parlamento italiano tra le forze che a Strasburgo hanno eletto la nuova presidente della Commissione Ursula Von der Leyen: a proporla è Romano Prodi, nel suo classico editoriale della domenica sul Messaggero.

 L'ex premier e padre nobile dei dem avalla esplicitamente l'ipotesi di un accordo tra Pd e M5s (e verosimilmente parte di Forza Italia, che a Strasburgo votò la Von der LeyenI), ma questo accordo dovrà essere di legislatura: "Bisogna partire - ha osservato - dalle ragioni che hanno portato al declino del governo attuale e preparare le basi di una maggioranza costruita attorno a un progetto di lunga durata, sottoscritto in modo preciso da tutti i componenti della coalizione. È un compito difficilissimo ma non impossibile. È stato messo in atto in Germania".

 "È chiaro che l'accordo deve prima di tutto fondarsi sul reinserimento dell'Italia come membro attivo dell'Unione europea", ha sottolineato Prodi. "Forse bisognerebbe battezzare questa necessaria coalizione filoeuropea Orsola, cioè la versione italiana del nome della nuova presidente della Commissione europea.

Deve essere un accordo duraturo: non per un tempo limitato ma nella prospettiva dell'intera legislatura. Perché questo sia credibile è innanzitutto necessario che contenga, in modo preciso e analitico, i provvedimenti e i numeri della prossima legge finanziaria.

Non sarà certo facile - aggiunge il Professore - trovare l'unità necessaria per definire questo programma fra partiti che si sono tra di loro azzuffati per l'intera durata del governo e che hanno perfino un diverso concetto del ruolo delle istituzioni nella vota del Paese".

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