sabato 17 agosto 2019

Open Arms, ci prendono pure per i fondelli: 8 dei 27 clandestini minorenni sbarcati si sono dichiarati 18enni


“Dopo i finti malati, i finti minorenni?”. Sulla Open Arms aveva ironizzato, Matteo Salvini.

E dopo neanche un’ora dal Viminale ecco arrivare una clamorosa conferma: dei 27 immigrati fatti sbarcare nel pomeriggio dalla nave della Ong ancorata davanti a Lampedusa perché minorenni, 8 si sono dichiarati di età superiore ai 18 anni. Sono in corso le verifiche per gli altri.

La decisione di far sbarcare i minorenni è stata imposta al ministro degli Interni dal premier Giuseppe Conte.

Lo stesso Salvini ha scaricato la responsabilità su Palazzo Chigi, precisando che si tratta comunque di un “precedente pericoloso“. “Mentre altri cedono, la mia posizione non cambia – spiegava Salvini -.

E come i presunti malati non erano malati sono curioso di vedere i presunti minori…”. Il riferimento è alla polemica innescata dal medico di Lampedusa che, dopo aver visitato i migranti fatti scendere per emergenza sanitaria nei giorni scorsi, ha sottolineato come gli stessi godano in realtà di buona salute e solo uno dei 13 migranti visitati sia affetto da una semplice otite.

Migranti, il vescovo “affarista” contro il parroco “patriota”: “Aiutare prima gli italiani? No, prima gli altri”


ROMA, 17 AGO – Predica choc di un prete durante le celebrazioni per la festa di San Rocco.

Il parroco di Sora, cittadina del frusinate, don Donato Piacentini, si è scagliato contro i migranti e chi li soccorre. “Vanno a soccorrere persone che hanno telefonini o catenine e catene al collo e che dicono di venire dalle persecuzioni.

Ma quali persecuzioni? Guardiamoci intorno, guardiamo la nostra città, la nostra patria. Guardiamo le persone accanto, che hanno bisogno e quante ne ho conosco io, sono tante, tantissime, una marea che si vergognano del loro stato di vita”.

Le parole sono state accolte da contestazioni ma anche da qualche applauso. Il vescovo di Sora, mons. Gerardo Antonazzo, ha sconfessato il suo sacerdote.

La diocesi, in un comunicato ufficiale, parla di “discutibili scelte personali” mentre il vescovo ha sottolineato nella sua predica che “uno dei cardini fondamentali” del Vangelo “è la scelta ‘prima gli altri'” ribadendo dunque l’impegno, con la Caritas, per l’accoglienza dei migranti.

Bibbiano, i ladri di bambini (di sinistra) minacciavano pure i carabinieri che indagavano: “Il maresciallo ha figli?”


Non bastavano le minacce ai genitori dei bambini in affido. Gli assistenti sociali della Val d’Enza avrebbero addirittura pensato di intimidire pure i carabinieri.

È quanto emerge da alcune intercettazioni – rese note dal Tg3 Emilia-Romagna – che aggiungono dettagli sempre più inquetanti al caso Bibbiano e che fanno pensare che i “demoni” degli affidi illeciti sapessero i rischi che stavano correndo e, pur di scamparla, fossero pronti a tutto. A parlare sono due neuropsichiatre.

Durante la conversazione al telefono in cui discutono di un maresciallo dei carabinieri che si era rivolto a loro per richiedere alcuni documenti sugli affidi di Bibbiano, ad un certo punto, una delle due dottoresse esordisce dicendo “…E comunque potevi anche dirgli guardi che lei è sposato, c’ha figli, cioè non si sa mai…”. Poi una risata, probabilmente di risposta, da parte della collega. Un’intimidazione, una minaccia velata, persino nei confronti di un pubblico ufficiale.

 E perché proprio dopo la richiesta delle prove sugli affidi? Forse tutti sapevano l’illeicità di quello che stavano compiendo e nonostante avessero capito di essere finiti nell’occhio del ciclone perseveravano nell’errore, cercando persino di sviare le indagini.

 Dopo tutto non stupisce che questo fosse il modus operandi degli indagati. Lo avevano già fatto anche nei confronti di due genitori affidatari. Quando i carabinieri li chiamarono a consegnare le ricevute dei pagamenti inerenti all’affido, i due avvertirono del fatto gli assistenti sociali, che iniziarono a sommergerli di raccomandazioni.

“Mi raccomando se fanno domande particolari rispetto a valutazioni…non rispondete – ordinava l’assistente sociale riferendosi al colloquio con gli ufficiali – sopratutto se vi fanno domande non adeguate vi devono spiegare…voi chiedete perchè vi stanno chiamando…qual è l’oggetto”.

Ancora una volta, dalle intercettazioni pubblicate nell’ordinanza della Procura, gli psicologi appaiono preoccupati per le indagini e cercano, ad ogni costo, di sviare i controlli. “Menomale che me lo avete detto va… – diceva, sollevato, l’assistente sociale ai genitori – “ma non vi fate intimorire dalla divisa voglio dire…”

 Al momento per le due neuropsichiatre non è stato contestato il reato di minacce a pubblico ufficiale, sebbene, secondo gli inquirenti, vi fossero i presupposti. Intanto le indagini continuano, e non è escluso che possa aggiungersi alle ipotesi di reato a seguito di ulteriori approfondimenti.

Il medico di Lampedusa perde la pazienza: “Mi fatte vomitare! Non posso inventare malattie che non esistono”


«È da pazzi pensare che io possa avere detto che i migranti visitati stanno bene solo per fare una marchetta a Salvini. Io sono un medico, innanzitutto, e parlo con i referti. Se su tredici migranti visitati, che secondo alcuni medici erano gravi, solo una giovane aveva una otite, cosa posso farci io? Mica posso inventare malattie che non esistono».

Lo dice all’Adnkronos Francesco Cascio, il medico di Lampedusa al centro delle polemiche per avere detto che i 13 migranti evacuati dalla nave Open Arms “stanno bene”, a differenza di quanto affermato dai medici dell’Ordine di Malta. Ieri il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha ripreso le dichiarazioni di Cascio in un tweet dicendo che i migranti “non hanno alcuna patologia”. «Ma è la verità – dice ancora Cascio, che non è a Lampedusa ma in vacanza – Io ho letto i referti fatti dai miei due medici al Poliambulatorio. E di loro mi fido. Uno ha una anzianità di oltre 40 anni. Sapevo che c’era una ragazza con una emorragia vaginale, ma l’emoglobina era a 11,3, quasi migliore della mia».
Migranti, il medico: «Accuse faziose…»
«Salvini nel suo tweet ha fatto riferimento a dati reali» e spiega: «Vorrei solo sottolineare che io sulla nave non ci sono stato. I medici neppure. Sono stati visitati i 13 migranti per motivi sanitari». «Io che colpa ne ho se solo una ragazza era affetta da otite e gli altri stavano bene?».

E aggiunge: «È forse qualcosa che possa avere indirizzato io? Se qualche cretino pensa che io possa fare certificare a medici referti fasulli non posso farci niente. Io non ho più le energie, è diventato imbarazzante. È colpa mia se stavano bene? Ma ribadisco che non l’ho certificato io ma due medici di cui uno con 40 anni di attività di Pronto soccorso». «Visto che dicono che a bordo c’erano soggetti che stavano male perché non li hanno fatti scendere? – sottolinea – Io lo chiedo innanzitutto a me stesso.

Se c’è una emergenza sanitaria a bordo fateli sbarcare. Perché ne hanno fatti scendere solo 13? E poi leggo che stanno male…». «Se c’è qualche cretino che pensa che io possa fare falsificare un referto o è un cretino o è in malafede e a me non interessa averci a che fare», dice a chiare lettere il medico secondo il quale «in questa polemica c’è qualcosa che non quadra. Poi se vogliono dire che sono stato cuffariano facciano pure, non mi importa.

Ma i fatti sono quelli. Ho avuto di peggio nella mia vita…». E poi rincara la dose: «Con le persone stupide e faziose non riesco a parlare. Come si fa a dire una bestialità così gigantesca sui referti medici? Io non sono a Lampedusa ma il fatto che non sia sull’isola non vuol dire che non sappia leggere un referto.

Non li ho firmati io i referti – ribadisce – Sono medici che dipendono dall’Asp di Palermo, quindi da me. Io mi sono limitato solo a dire che le persone visitate stavano bene, nient’altro. Io non ho fatto affermazioni politiche o filosofiche – aggiunge – ho solo risposto citando referti dei miei medici. Se poi vogliono dire che sono stato in Forza Italia, facciano pure. Ma non capisco il nesso.

Non me ne frega niente. Non voglio neppure replicare a chi è in malafede o stupido” dice Cascio che in passato è stato deputato nazionale di Fi, deputato regionale e poi Presidente dell’Ars. Il medico è un torrente in piena: «Queste polemiche sui referti medici delle persone visitate fanno semplicemente vomitare. Non riesco a capire come nasce. La mia unica colpa quale sarebbe? Quella di avere fatto politica? Io ormai sono fuori dalla politica, da anni, e faccio il medico»

Open Arms, nuovo vomito d’odio di Roberto Saviano: “Salvini ministro della malavita, bandito! Finirà in carcere”


“I 134 migranti a bordo della Open Arms, dopo essere stati ostaggio dei banditi libici, ora lo sono del bandito politico Matteo Salvini, il ministro della Malavita”.

Roberto Saviano, con un post pubblicato sul suo profilo Twitter, torna ad attaccare il leader della Lega per la sua linea dura sull’immigrazione.

Non solo. Mister Gomorra si augura anche che il ministro dell’Interno finisca dietro le sbarre: “Ma il destino di Salvini è il carcere, e questo lo sta capendo anche lui”, conclude Saviano.

“Basterà che si spengano le luci”.



Giancarlo Giorgetti "uomo chiave". Il Financial Times: "Governo Salvini con lui all'Economia"


La chiave è Giancarlo Giorgetti. I mercati internazionali digerirebbero senza problemi un "pericolosissimo" governo di Lega e centrodestra con l'attuale sottosegretario promosso a ministro dell'Economia.

A sostenerlo non sono fonti salviniane, ma il prestigioso Financial Times. "Da quando è diventato vice premier e ministro dell'interno lo scorso giugno - ricorda il quotidiano economico di Londra -, il supporto alla Lega è raddoppiato fino a quasi il 38%, secondo i sondaggi, quasi abbastanza da dargli la maggioranza assoluta se ci fossero nuove elezioni, mentre i consensi per i partner dei 5 Stelle si sono dimezzati".

Un buon viatico, insomma, per avere un governo coeso e solido alla vigilia della finanziaria d'ottobre e con l'aumento dell'Iva al 25% incombente, a gennaio 2020. "L'Italia farebbe bene a evitare un altro confronto con Bruxelles sul budget - ammonisce il FT - dopo la politica del rischio calcolato dello scorso anno, che ha causato l'aumento del debito italiano per le imprese già in difficoltà".

Puntare sul "pragmatista" Giorgetti, lasciandogli le chiavi della manovra e della trattativa con la Commissione Ue sarebbe la mossa in grado di rassicurare i mercati, anche perché "diversamente dal M5s, la Lega ha esperienza di governo".

Sergio Mattarella, vacanze finite in anticipo e ritorno d'urgenza al Quirinale: "Alza l'asticella", la svolta


Ritorno urgente a Roma per Sergio Mattarella. Il presidente della Repubblica ha interrotto anzitempo con tre giorni d'anticipo le sue vacanze all'Isola della Maddalena per reinsediarsi al Quirinale e studiare da vicinissimo gli sviluppi della crisi.

La situazione è molto fluida e servirà molto sangue freddo al Capo dello Stato. Il giorno decisivo è il 20 agosto: lì si capirà se il premier Giuseppe Conte rassegnerà le dimissioni, se Matteo Salvini ritirerà la propria mozione di sfiducia e, in altre parole se in qualche modo si tornerà all'assetto Lega-M5s o si dovrà pensare alle alternative.

Secondo un retroscena del Corriere della Sera, su un punto il Capo dello Stato sarà chiaro: prenderà in considerazione dai partiti solo "proposte di lunga durata". Mattarella vuole "alzare l'asticella" e ottenere garanzie chiare. Tagliate fuori, dunque, ipotesi di "rattoppi" con rimpasti ballerini o "governi elettorali" (come proposto da Giancarlo Giorgetti).

Un bel problema per Salvini, più che per Di Maio, dal momento che i grillini avrebbero già in caldo nel forno un patto con il Pd e l'intenzione di entrambe le parti sarebbe quella di far durare il più possibile il governicchio.

Se Mattarella non si fiderà (o la trattativa già avviata tra dem e grillini saltasse), solo in quel caso ci si affiderà a un governo di emergenza con una figura istituzionale come Alberta Casellati, presidente del Senato, a guidare il Paese fino alle urne ad ottobre.

Bruno Vespa: "Salvini, Conte e Di Maio, situazione oscurissima. Lo scenario più inquietante"


Difficilissimo anche per Bruno Vespa fare "un po' di luce nella selva oscurissima della politica italiana". Che non può far altro, nel suo editoriale su Il Giorno, che analizzare i diversi scenari che però possono "scomparire in qualunque momento".

La prima ipotesi, scrive il direttore di Porta a Porta, "è che Lega e 5 Stelle tornino insieme con Di Maio premier, Salvini vice e ministro dell'Interno, un ruolo ben più rilevante dei leghisti nel governo e Giuseppe Conte commissario a Bruxelles.

Cosa, pare, a lui assai gradita anche per tornare in giro tra cinque anni in posizione più autorevole: si guardi a Mario Monti, che fu designato commissario da Berlusconi insieme con Emma Bonino". 

Secondo scenario: "Il 20 agosto Conte si presenta in Senato e pronuncia una durissima requisitoria contro Salvini. Finito l'intervento, sale al Quirinale e si dimette.

Se i 5 Stelle hanno raggiunto l'accordo col Pd, Conte potrebbe essere incaricato di formare un nuovo governo. Se l'accordo non ci fosse, il Capo dello Stato avvierebbe le consultazioni e scioglierebbe le Camere consentendo il voto il 27 ottobre o il 3 novembre".

 Terza ipotesi: Matteo Renzi, che l'anno scorso "ha impedito la nascita del governo Pd- 5 Stelle" adesso "vuole fare lui l'accordo". Perché? Semplice, "Salvini gli ha tagliato la strada che prevedeva lo show down alla Leopolda in ottobre, la probabile scissione e la nascita del nuovo partito centrista pronto per elezioni a primavera. Ora Renzi si trova spiazzato e vuole guadagnare tempo".

Infine, i 5S non vogliono andare al voto perché "sanno che la rappresentanza parlamentare sarebbe falcidiata. Meglio perciò andare avanti chiunque sia il partner".

E conclude amaro Vespa: "Nel '39, quando Stalin si spartì con Hitler la Polonia, Churchill disse che le intenzioni dell'Urss erano un indovinello avvolto in un mistero all'interno di un enigma". Ecco, "ci siamo arrivati".

Pierferdinando Casini è risorto ed è pronto ad andare al Quirinale dopo Sergio Mattarella


Che Matteo Renzi abbia il chiodo fisso e continui a pensare alla poltrona di palazzo Chigi, non è un mistero. L' uomo è tutto tranne che fesso: sa benissimo che la presidenza del Consiglio gli è preclusa, almeno finché il vento non cambia.

Ma se c' è una cosa che davvero lo accomuna al corregionale Amintore Fanfani (detto «Rieccolo») e a Silvio Berlusconi, è la tigna: Renzi non è uno che molla. E a 44 anni può ancora permettersi di fare piani a lunga scadenza. Filosofia racchiusa nella frase con cui termina il suo libro pubblicato a febbraio: «C' è un' altra strada che ci aspetta. Non so se alla fine raggiungeremo la Terra promessa. So però che, nel dubbio, è sempre meglio mettersi in cammino». Si è messo in marcia subito dopo il tonfo del 4 marzo 2018.

Accanto aveva Pier Ferdinando Casini, democristiano come lui. Generazioni e stili diversi, appetiti simili: per loro intendersi era stato facile, da prima che il bolognese appoggiasse il governo dell' ex sindaco di Firenze. Dal connubio erano nate la presidenza della commissione d' inchiesta sulle banche, affidata al leader centrista nel 2017 per volontà dell' allora segretario del Pd, e la candidatura di Casini nel collegio uninominale della sua città.

L'ASSE - Insieme, ora sono in prima fila tra chi chiede ai dem di turarsi il naso e cercare «convergenze inedite» con i Cinque Stelle. Le elezioni a ottobre spezzerebbero il cammino che nei disegni di Renzi dovrebbe portare lontano tutti e due. Perché è vero che la sinistra sta facendo questa battaglia allo scopo principale di piazzare uno dei suoi al Quirinale, nel 2022. Ma all'interno di questo schema Renzi gioca una sfida personale, per far diventare il suo socio anziano il successore di Sergio Mattarella. Pazza idea? Niente affatto.

Sulla carta, il profilo di Casini è uno dei pochi giusti. Dal punto di vista istituzionale, la prassi chiede che il capo dello Stato abbia un certo curriculum, e il nostro è stato parlamentare per la bellezza di dieci legislature, da quella iniziata nel 1983 sino all' attuale. A conti fatti, dei suoi 64 anni ne ha passati più della metà - 36 - tra Montecitorio e palazzo Madama. È stato presidente di un ramo del parlamento, come De Nicola, Gronchi, Leone, Pertini, Cossiga, Scalfaro e Napolitano prima di lui: tutti transitati al Quirinale. Per nove anni ha guidato l' Internazionale democratica centrista, la casa dei leader dc di tutto il mondo.

SCUDOCROCIATI - Quanto alla sua affiliazione politica, è vero che sarebbe l' ennesimo democristiano a occupare quel ruolo, ma pur sempre il primo della seconda repubblica non proveniente dalla tradizione del cattolicesimo di sinistra. E nessuno potrebbe dire che il suo è un nome di parte, dal momento che le parti le ha coperte tutte, essendo stato alleato sia di Silvio Berlusconi sia del Pd.

Adesso fa il pioniere della "strategia dell' attenzione" nei confronti dei grillini. Verso i quali non nutre quel fastidio che traspare quando parla di Matteo Salvini. Se davvero Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti faranno l'accrocco giallorosso, al momento giusto avranno bisogno di qualcuno che sappia indossare il doppio petto, conosca il cerimoniale e abbia contatti all' estero, e magari non sia sgradito al centrodestra. Su piazza non ce ne sono molti. Anzi, sembra essercene uno solo. Renzi punta su di lui, sapendo che avere un amico al Quirinale non è come essere tornati a palazzo Chigi, ma un po' aiuta.

Matteo Salvini fregato due volte. "Il piano B del Pd", clamoroso ribaltone Conte se la Lega ricuce col M5s


Tra Pd e M5s ormai non si discute più sul cosa, il governicchio, ma sul come.

Al patto per rinviare il voto anticipato, far saltare i piani di Matteo Salvini e mandarlo all'opposizione manca solo l'ufficialità. Tutti ne parlano, Graziano Delrio si è sbilanciato ("Un patto scritto alla tedesca") ma tutto si deciderà dopo il 20 agosto, quando Giuseppe Conte si recherà in Senato a riferire e si capirà se verrà sfiduciato o meno.

A oggi, infatti, stanno riprendendo piede tutte le ipotesi. Non è da escludere, ad esempio, che la Lega ritiri la propria mozione di sfiducia in modo tattico, per lanciare un messaggio distensivo al M5s e virare sul maxi-rimpasto. Al momento, le reazioni tra i grillini sono gelide, con Luigi Di Maio per primo che ha sprezzantemente sfidato Salvini: "Si è pentito ma la frittata è fatta".

Dal versante Pd, spiegava un retroscena di Tommaso Labate sul Corriere della Sera di Ferragosto, si stanno preparando anche alla retromarcia leghista. In quel caso gli ambasciatori dem "potrebbero chiedere agli sherpa del M5s di far annunciare a Conte le proprie dimissioni durante le comunicazioni al Senato".

Opzione che avrebbe già l'avvallo di Di Maio: "Tanto - è la sua analisi, secondo il Corsera - tutta Italia già saprebbe che il governo l'ha fatto cadere Salvini". E a quel punto, Conte sarebbe libero di puntare al mandato bis con il sostegno del Pd, imbarazzi permettendo.

“I migranti sbarcati da Open Arms stanno bene”, il medico di Lampedusa finisce nei guai per aver detto la verità


Vietato dire che i migranti stanno bene e sulla Open Arms non c’è nessuna emergenza sanitaria, nemmeno se a certificarlo è un medico.

Quello di Lampedusa che ieri aveva spiegato come tra i tredici naufraghi fatti scendere dalla nave della ong spagnola per gravi patologie ci fosse solo un caso di otite Dichiarazioni che sono costate a Francesco Cascio, responsabile del poliambulatorio dell’isola siciliana, pure un interrogatorio da parte degli inquirenti: il dottore – ora in vacanza – verrà infatti presto ascoltato dalla polizia giudiziaria su incarico della procura di Agrigento.

 “In questa polemica c’è qualcosa che non quadra”, ha detto il medico all’Adnkronos, “Poi se vogliono dire che sono stato cuffariano facciano pure, non mi importa. Ma i fatti sono quelli. Ho avuto di peggio nella mia vita… Queste polemiche sui referti medici delle persone visitate fanno semplicemente vomitare. Non riesco a capire come nasce.

La mia unica colpa quale sarebbe? Quella di avere fatto politica? Io ormai sono fuori dalla politica, da anni, e faccio il medico“. Per Cascio è “da pazzi” pensare che abbia voluto solo “fare una marchetta a Salvini”.

“Io sono un medico, innanzitutto, e parlo con i referti“, si sfoga, “Se su tredici migranti visitati, che secondo alcuni medici Cisom erano gravi, solo una giovane aveva una otite, cosa posso farci io? Mica posso inventare malattie che non esistono“. Il medico non è a Lampedusa in questi giorni ma ha letto “i referti fatti dai miei due medici al Poliambulatorio”.

“E di loro mi fido”, dice, “Uno ha una anzianità di oltre 40 anni. Sapevo che c’era una ragazza con una emorragia vaginale, ma l’emoglobina era a 11,3, quasi migliore della mia“. Il dottore ci tiene a sottolineare di non conoscere la reale situazione a bordo della nave, ma che al poliambulatorio che dirige sono stati visitati solo i 13 migranti sbarcati. Quelli che – secondo i medici dell’ordine di Malta e di Emergency – erano così gravi da non poter restare ancora a bordo della Open Arma.

“È forse qualcosa che possa avere indirizzato io?”, ribadisce però, “Se qualche cretino pensa che io possa fare certificare a medici referti fasulli non posso farci niente. Io non ho più le energie, è diventato imbarazzante. È colpa mia se stavano bene? Ma ribadisco che non l’ho certificato io ma due medici di cui uno con 40 anni di attività di Pronto soccorso“.

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