sabato 17 agosto 2019
Il sindaco “scafista” De Magistris vuole processare il ministro Salvini per crimini contro l’umanità
Non poteva mancare l’accorato intervento di Luigi De Magistris, dichiarato sostenitore dell’accoglienza, sul “caso” OpenArms.
Ora che la nave dell’Ong si trova a mezzo miglio dalle coste di Lampedusa, in attesa dello sbarco, e l’opinione pubblica si è divisa per l’ennesima volta tra i fan dei porti aperti e coloro che lottano per difendere i propri confini nazionali, il sindaco di Napoli torna a lanciare i suoi strali. Stavolta il ministro dell’Interno Matteo Salvini non è l’unico obiettivo del primo cittadino partenopeo. A finire al centro dell’invettiva, anche il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio.
Commentando l’attuale situazione della Open Arms, De Magistris passa subito a parlare di “sequestro di persona”. Una convinzione, questa, che lo accumuna alla procura di Agrigento, che ha già aperto un’indagine contro ignoti proprio per sequestro di persona, violenza privata e abuso d’ufficio. Non contento, il sindaco di Napoli accusa l’attuale Governo di illegalità, disumanità e addirittura sadismo.
Poco importa che gli stranieri a bordo della nave, considerati a rischio, siano stati fatti sbarcare. In un breve intervento sulla propria pagina Twitter, De Magistris invoca il processo. “Il sequestro di persone sulla Open Arms a Lampedusa dimostra il livello di illegalità, crudeltà, disumanità e sadismo a cui è giunto il Governo” sentenzia. “Devono essere processati per crimini contro l’umanità e per la morte di tante persone. Per Salvini e Di Maio un voto vale più di una vita!”.
Peccato che non tutti sembrino pensarla come lui, basta leggere i commenti di alcuni utenti. “Posa la bottiglia che con il caldo l’alcool fa ancora più male al cervello!!” gli consiglia una donna.“De Magistris Buffone Pensa alla tua città che ne ha bisogno. Gli invasori non ti porteranno voti ma solo delinquenza aggiuntiva” commenta invece un altro utente. “In 13 giorni poteva arrivare ad Amburgo, direttamente in Germania !! No, vuole solo Lampedusa, impossibile che non vedano questa PAGLIACCIATA!!”sbotta un altro.
“Ma parliamo dei conducenti dei bus che a Napoli multano una donna incinta che era su autobus perché in procinto di partorire. Nulla da dire?”. E ancora: “Mi meraviglio che i Napoletani non l’abbiano ancora buttata in mare… Non pensi ai migranti, pensi a quella che dovrebbe essere la sua Città e ai suoi Cittadini” e“La sua flotta navale dov’è? Perchè non accorre in soccorso e uno sbarco in “grande stile” nel porto di Napoli?”.
Il premier Conte fa sbarcare i clandestini (presunti) minori. Salvini prende le distanze: “È una sua scelta personale”
Lo scontro tra il vicepremier Matteo Salvini e il premier Giuseppe Conte si accende sempre di più. Dopo la lettera da parte del presidente del Consiglio in cui ha chiesto di far sbarcare i minori a bordo di Open Arms, adesso arriva la replica del ministro degli Interni.
Una replica chiara in cui vengono di fatto rifiutate le responsabilità per una scelta che il ministro definisce “personale” del premier.
Il titolare del Viminale dunque sottolinea che la scelta di far scendere a terra i minori che si trovano a bordo di Open Arms è interamente del premier: “Prendo atto che disponi che vengano sbarcati i (presunti) minori attualmente a bordo della nave Open Arms. Darò pertanto, mio malgrado, per quanto di mia competenza e come ennesimo esempio di leale collaborazione, disposizioni affinchè non vengano frapposti ostacoli all’esecuzione di tale Tua esclusiva determinazione, non senza ribadirTi che continuerò a perseguire in tutte le competenti sedi giurisdizionali l’affermazione delle regioni di diritto che ho avuto modo di esporti“, scrive il ministro degli Interni nella sua lettera al premier.
Poi afferma di rispettare la scelta di Conte e di dar seguito allo sbarco: “Lo farò – aggiunge Salvini – perchè coerentemente e profondamente convinto delle mie ragioni e per evitare che la tua decisione per il caso Open Arms costituisca un pericoloso precedente per tutti coloro che potranno ritenere normale individuare il nostro paese come unico responsabile dell’accoglienza e assistenza di tutti i minori non accompagnati (o presunti tali) presi a bordo in qualsiasi angolo del Mediterraneo o del mondo.
Lo farò, inoltre, perchè animato dallo spirito di affermare la dignità del nostro paese e delle istituzioni che lo rappresentano che non può essere messa in discussione e irrisa da discutibili comportamenti di soggetti privati stranieri che peraltro dimostrano continuamente che mai si sognerebbero di lanciare simili sfide agli ordinamenti e alle istituzioni di altri paesi meno che meno a quelli di propria nazionalità“. Il premier poi sottolinea come questa mossa sia dettata da motivazioni emozionali che da ragioni giuridiche.
il vicepremier si dissocia dalla scelta del ministro e ricorda a Palazzo Chigi che dal punto di vista giuridico non c’è alcuna violazione da parte del Viminale nell’opporsi allo sbarco. E così sul fronte della Open Arms si rompe ancora una volta la quiete tra Viminale e Palazzo Chigi, il tutto in attesa del redde rationem in Parlamento del prossimo 20 agosto
Open Arms ci insulta pure: “L’Italia è complice dei trafficanti di esseri umani”. Il bue che dice cornuto all’asino
Il direttore della ONG Proactiva Open Arms, Óscar Camps, ha accusato l’Italia e Malta di non voler sbarcare le 151 persone d’altro salvate.
Ma ha avuto parole di biasimo anche per la Spagna per non fare nulla in questa situazione. In un’intervista alla tv radio SER, Camps ha rivelato di aver chiesto per tre volte un incontro con il premier Sánchez, ma dalla Moncloa sono arrivati soltanto “no”.
“Avrei voluto prenderm iun caffè con lui, ma siamo riusciti a parlare con Macron e la Merkel”, ha rivelato Camps. “Quando siamo consapevoli che il diritto marittimo internazionale è violato e lo tolleriamo, siamo complici.
Se la Spagna non denuncia l’Italia nel Tribunale internazionale per il diritto del mare di Amburgo …”, ha detto Camps, che ha denunciato la passività del governo con la situazione vissuta a bordo degli Open Arms. “Penso che abbiamo politici anti-sistema. Sono le ONG che rispettano il diritto marittimo e ci sono alcuni politici che lo infrangono”, e di fronte alle accuse di collaborazione con le mafie lanciate dall’Italia contro l’organizzazione guidata da Camps, ha risposto: “Ci hanno detto tante cose …
Il pubblico ministero antimafia italiano ci ha indagato per due anni, ci ha accusato di essere illegali, avere contatti con i trafficanti. Penso che sono i governi a essere complici dei veri trafficanti. Quando un governo dà soldi a un altro per impedire ai migranti di andarsene, quando ti abitui a un governo per questo e quei leader vogliono di più soldi, cosa fanno? ” Camps ha quindi fatto riferimento al flusso di denaro dall’Italia alla Libia e alla situazione caotica di quest’ultimo paese.
Lo ha fatto ponendo in onda diverse domande: “Chi traffica? Chi modifica i flussi migratori? Cos’è la Libia? C’è qualche governo in Libia? C’è qualcuno che può spiegarci chi è il governo della Libia? Ci sono tre gruppi che dicono di sì. La Francia difende l’una e l’Italia un’altra “. Il regista di Open Arms ha deciso: “Parlare di noi è una cortina di fumo”.
Don Piacentini, il prete eroe che bastona i buonisti: “Aiutiamo la nostra gente, non i migranti con telefonini e catene d’oro”
C’è un prete che non ci sta, che smaschera l’ipocrisia buonista. E’ don Piacentini, il parroco di Sora, in provincia di Frosinone.
Alla festa del patrono, fa un’omelia evidenziando le bugie che si dicono sui i migranti. E lancia l’appello a favore di chi ha veramente bisogno, a partire dagli italiani in sofferenza. «Dicono di scappare dalle persecuzioni, ma vengono con telefonini e catenine», grida don Piacentini dal palco della piazza del paese durante la festa di S. Rocco.
Viene anche “catturato” da un video. I fedeli, per la maggior parte, restano in un silenzio. Gli altri si dividono. C’è chi applaude e chi protesta. «Voglio essere polemico – dice il parroco – non sono sulle navi che si vanno a soccorrere, le persone che hanno telefonini oppure catenine e catene al collo e dice che vengono dalle persecuzioni, quali persecuzioni?».
Poi continua: «Guardiamoci intorno! Guardiamo la nostra città, guardiamo la nostra patria, guardiamo le persone che ci sono accanto, che hanno bisogno. E io quante ne conosco! Sono tante, tantissime.
Sono una marea di persone e si vergognano del loro stato di vita, perché non si può vivere in certo modo, con queste disuguaglianze. C’è bisogno veramente di una giustizia, ma non una giustizia a tempo, una giustizia che diventa ingiusta». Poi conclude: «Abbiamo bisogno veramente di vivere la grazia di Dio»
Crisi e voto anticipato, sondaggio: i numeri che umiliano Renzi e Di Maio. PD e M5S verso il suicidio elettorale
Quando le Camere non possono più garantire un governo sorretto da una maggioranza parlamentare, si verifica ciò che è tecnicamente definito «blocco del sistema». La dottrina costituzionale è ampiamente concorde nel ritenere che lo scioglimento anticipato del Parlamento debba essere limitato a questa ipotesi.
Costituisce quindi l’ ultima ratio: è possibile farvi ricorso solo quando non ci sia un altro modo per uscire dalla crisi. In ultima analisi, per il nostro ordinamento, quella funzionale è l’ unica condizione ammissibile, l’ unica legittimante, per la chiusura anticipata della legislatura.
Il Presidente della Repubblica non può non verificare, quindi, prima di firmare il decreto di scioglimento, la possibilità di soluzioni alternative. Infatti, la Fondazione Openpolis ci ricorda che su diciassette legislature, quelle durate meno di cinque anni sono state otto, quasi la metà, ma che, dal 1948, «l’ Italia ha avuto ben 61 governi, ovvero quasi un esecutivo l’ anno».
Tre possibilità– In caso di formalizzazione della crisi, quindi, Mattarella verificherà l’ esistenza di possibili nuove alleanze politiche. Altrimenti, potrebbe ricorrere ad una personalità nota, al di sopra delle parti, e cercare di formare una maggioranza “del Presidente”. Diversi tentativi sono stati fatti in passato, alcuni sono andati a buon fine: Ciampi, Dini, Monti. Oggi questa figura potrebbe essere rappresentata da Mario Draghi. Al di là di quello che prevede la Costituzione, comunque, è interessante capire cosa vorrebbero gli italiani in questa fase.
La risposta è nel sondaggio che pubblichiamo qui sopra. La maggior parte degli elettori, il 50%, ritiene che una volta caduto il governo bisognerebbe «fare subito nuove elezioni politiche, per verificare la volontà dei cittadini». Un buon 18%, invece, un italiano su cinque, preferirebbe un governo tecnico, magari guidato da Draghi, «per garantire la stabilità del Paese». Il 14%, infine, crede che la cosa migliore sia continuare la legislatura con una nuova maggioranza politica.
I partiti– Particolarmente significativo è poi vedere cosa succede all’ interno degli elettorati dei diversi partiti. Nel centrodestra, chi è veramente per andare subito al voto è la base della Meloni, che si vede già al governo insieme alla Lega. È per le urne il prima possibile, infatti, il 73% dei sostenitori di Fratelli d’ Italia. Tra chi sta col Carroccio, invece, il dato è appena superiore a quello della media nazionale (55%). E c’ è un 20% che addirittura non sa cosa dire.
I meno entusiasti di un nuovo voto sono i grillini, tra i quali sceglie questa ipotesi solo il 39%. Unici, insieme al Pd, con il 41%, ad essere sotto il dato medio del campione. Gli elettori democratici, pur di rimandare l’ appuntamento elettorale, preferirebbero un governo tecnico, 31%, o una nuova maggioranza politica, 18%. E Forza Italia? Nonostante il partito non viva un momento particolarmente felice, il 56% degli azzurri tifa per lo scioglimento delle Camere. E, nonostante il ricordo di Mario Monti, c’ è un 22% che non disdegnerebbe il governo tecnico.
Rispunta Bersani a caccia di poltrone: “Tutta la sinistra insieme al M5S per fermare Salvini e la destra regressiva”
Da Di Battista alla Boldrini, da Renzi a Fico. Tutti uniti contro i nemici. Davanti alla destra «egemonica e regressiva», servirebbero «coraggio» e «parole chiare», insieme all’onestà di discutere e confrontarsi su un programma di svolta.
Lo scrive Pierluigi Bersani sulla “La Repubblica” tracciando quella che, a suo avviso, può essere una road map per uscire dalla crisi con l’apporto di Pd e M5S. Cinquestelle, premette Bersani, «sono stati e sono certamente un problema per la sinistra. Un problema che comporta un’iniziativa politica combattiva e intelligente e un qualche ripensamento del profilo politico e programmatico».
“Recuperare il popolo che si è allontanato”Il problema centrale, secondo l’ex segretario Pd, è riagganciare la questione sociale «lasciata largamente incustodita» che ha aperto la strada alla destra. «Adesso – prosegue Bersani – ci vorrebbe il coraggio di alzare il tiro e di scandire con parole chiare una piattaforma di svolta. Parole chiare sui cambiamenti che si chiedono ai 5 Stelle, certamente». «Ma parole altrettanto chiare su ciò che si è disposti a correggere dell’esperienza fatta fin qui dal centrosinistra.
Un discorso chiaro e onesto, che possa dire qualcosa a quel vasto popolo nel quale hanno radici sia la sinistra e il centrosinistra sia una parte grande dei 5 Stelle.
Un popolo che in questi mesi e anni (singolare che nessuno ne parli!) si è in gran parte allontanato sia dalle diverse forze del centrosinistra sia dai 5 Stelle e che ha dunque bisogno di novità vere».
«In altre parole – dice ancora Bersani – o si prende questo tornante come un’occasione per una correzione di rotta da parte di tutti i protagonisti, o qualsiasi soluzione apparirà un arrocco difensivo, e la destra potrà rimanere protagonista nel paese. Sono certo che esistono le idee per un progetto nuovo, condiviso e con un tratto percepibile di discontinuità; quello che ancora manca è la possibilità di discuterne seriamente». «Dunque si può fare.
Ma c’è davvero la volontà di farlo, portando la politica fuori dai tatticismi, dal cabotaggio dell’autocelebrazione e dal cinico realismo degli scettici? Lo vedremo nei prossimi giorni. Se mancheranno il coraggio e la generosità, com’è legittimo temere, ci si rassegnerà al rito consolatorio di chi pensa di contrastare Salvini facendo quello che dice lui», conclude Bersani.
Ci si mette pure l’Unione Europea: “Fatte sbarcare tutti i 134 migranti della Open Arms in Italia”
“Tutte le persone a bordo devono essere fatte sbarcare urgentemente. L’umanità lo impone”. Dalla Open Arms, ferma a poche miglia a largo di Lampedusa, continua il pressing sull’Italia per attraccare e far scendere i 134 migranti rimasti a bordo dopo che nelle ultime ore 13 sono stati trasbordati in porto per motivi sanitari.
La nave della ong spagnola Proactiva Open Arms non ha ancora ottenuto nessuna autorizzazione dopo che il Tar del Lazio ha permesso al comandante di entrare in acque italiane e che i ministri grillini Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli non hanno firmato il decreto del Viminale che ne vietava l’ingresso. “Giorno 15”, twittano dall’imbarcazione, “Viviamo a bordo un’agonia insopportabile. 6 evacuazioni di emergenza in 2 settimane di calvario. Terra in vista e nessuna soluzione. I diritti delle 134 persone vengono calpestati ogni minuto di più. Se la politica europea non sa trovare soluzioni, chi deve farlo?”.
Poco dopo il diktat arriva anche dall’Europa: “La situazione in cui le persone sono bloccate in mare per giorni e settimane è insostenibile”, dice la portavoce della Commissione, Vanessa Mock, “Ricordiamo ancora una volta che servono soluzioni sostenibili nel Mediterraneo affinché quelle persone possano sbarcare in modo sicuro e veloce e che possano ricevere l’assistenza di cui hanno bisogno. Non è la responsabilità di uno o di un paio di Stati membri ma di tutta l’Europa”. Da sei Paesi Ue (Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo, Romania e Spagna è arrivato l’ok alla redistribuzione dei migranti.
Le pressioni arrivano anche da sinistra, che non ha mai digerito la politica dei porti chiusi imposta da Matteo Salvini e che riprende vigore grazie alla crisi di governo. “È insostenibile lo spettacolo che giunge da Lampedusa: non si può continuare a fare battaglia politica sulla pelle di esseri umani in difficoltà, ormai da tantissimi giorni in mezzo al mare”, dice Nicola Fratoianni (Sinistra italiana) che chiama il vicepremier “ormai quasi ex ministro”, “Non ci sono più alibi: dalla Open Arms devono scendere tutti subito. Continuare ad assecondare i capricci di Salvini significa rendersi corresponsabili delle possibili conseguenze drammatiche per quegli esseri umani. Sono davvero disponibili a sacrificarsi al posto del leader leghista – conclude Fratoianni – per una politica feroce, illegale ed inumana?”
“Esistono dei codici di comportamento che sono naturali in mare, il resto riguarda la politica a terra”, dice intanto all’agenzia LaPresse il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, “A mare è tutta un’altra storia. Se c’è gente che sta male a bordo, secondo me, per il mio modo di vedere le cose da pescatore, io farei scendere tutti”. Poi incalza il governo: “Se a bordo della nave Open Arms, c’è un problema di salute e la gente sta male, per quale motivo farli scendere così pochi alla volta, col contagocce. Sarà per dimostrare che qualcuno ha i muscoli, per fare vedere che siamo forti?”.
Open Arms, le ruspe di Salvini sui giudici buonisti del Tar: il Viminale impugna la ridicola sentenza pro-invasione
Matteo Salvini non ci sta e va al contrattacco, dando mandato all’avvocatura di Stato per impugnare la decisione del Tar a proposito del divieto di ingresso in acque territoriali per la Open Arms. Ma andiamo con ordine e partiamo dal primo agosto scorso, quando il ministro dell’Interno – insieme a quello della Difesa Elisabetta Trenta e a quello delle Infrastrutture Danilo Toninelli – emana un provvedimento che vieta all’ong spagnola “nel mare territoriale nazionale”.
Il 13 agosto, però, Open Arms presenta un ricorso d’urgenza al Tar, ottenendo una risposta il giorno seguente: “Lo stesso oggi risponde – fanno sapere i legali della ong – riconoscendo la suddetta violazione nonchè la situazione di eccezionale gravità ed urgenza dovuta alla permanenza protratta in mare dei naufraghi a bordo della nostra nave, e dispone quindi la sospensione del divieto di ingresso in acque territoriali italiane per permettere il soccorso delle persone a bordo“. E così Open Arms, ricevuto il via libera dal tribunale amministrativo regionale, si dirige verso Lampedusa con l’obiettivo di far sbarcare le 147 persone che sono a bordo della nave da oltre 13 giorni.
Il tar fa in particolare riferimento “al periculum in mora, che sicuramente sussiste, alla luce della documentazione prodotta (medical report, relazione psicologica, dichiarazione capo missione)”. In pratica, questo il sunto del tribunale, le condizioni dei migranti a bordo della nave sono disperate e, pertanto, se ne dispone lo sbarco. Un’opinione, questa, messa però in dubbio dal responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa, Francesco Cascio, che ha affermato: “C’è qualcosa che non funziona, perché tra i 13 migranti fatti sbarcare dalla Open Arms per motivi sanitari solo uno aveva una otite, mentre gli altri stavano bene: eppure dalla relazione dello staff Cisom (il Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta – ndr) risulta che a bordo ci sarebbero persone con diverse patologie, tra cui 20 casi di scabbia“.
Ma proprio mentre Open Arms comincia a muoversi verso Lampedusa, è Salvini ad annunciare: “Pensate in che Paese strano viviamo, dove un avvocato del Tribunale amministrativo del Lazio vuole dare il permesso a sbarcare in Italia ad una nave straniera carica di immigrati stranieri. Io firmerò nelle prossime ore il mio no perchè non voglio essere complice dei trafficanti. C’è una nave spagnola, in acque maltesi che si rivolge ad un tribunale italiano, ma non si capisce perchè. C’è il chiaro intento di andare indietro, tornare ad aprire i porti italiani e far diventare l’Italia il campo profughi d’Europa: finché avrò vita non mi arrendo a questa vergogna“.
Il ministro dell’Interno viene nel frattempo scaricato dalla Trenta, che invia due navi della Marina militare per monitorare le condizioni dei minori a bordo di Open Arms e per trasferirli sulle imbarcazioni italiane. La stessa ministra cala poi l’asso di bastoni e, in una nota, mette nel mirino il ministro dell’Interno: “Mancata adesione alla decisione del giudice amministrativo potrebbe finanche configurare la violazione di norme penali, fermo restando, in ogni caso, che in adesione al dictum iuris sarebbe stato eventualmente necessario inserire nel dispositivo del provvedimento un’esplicita disponibilità all’assistenza delle persone maggiormente bisognevoli“.
Anche il ministro Toninelli, dopo la decisione del Tar, si smarca da Salvini: “Avevo già firmato a suo tempo il decreto di Salvini, che vietava l’ingresso, il transito e la sosta della Open Arms nelle acque italiane. Avevo firmato, anche stavolta, per ribadire che chi non rispetta il diritto del mare non può sbarcare in Italia. Quel decreto è stato bocciato dal Tar ed emetterne un altro identico, per farselo bocciare di nuovo dal Tar dopo 5 minuti, esporrebbe la parte seria del Governo, che non è quella che ha tradito il contratto, al ridicolo. E a differenza di Salvini che cerca solo il consenso facile, noi agiamo con senso di Stato e concretezza”. E poi, dando un colpo al cerchio e uno alla botte: “Questo – aggiunge – non significa che dobbiamo accogliere tutti i migranti della Open Arms. La mia, la nostra, linea non cambia: mettiamo in sicurezza la nave come ci chiedono i giudici; poi l’Europa, e in primis la Spagna la cui bandiera sventola sulla Open Arms, inizino ad assumersi le proprie responsabilità facendosi carico di accogliere 116 migranti che sono a bordo della nave. Noi come Italia interveniamo per tutelare la salute dei 31 minori a bordo, che sono in situazione di pericolo, come chiesto dal Presidente del Consiglio e come prevede la legge, che giustamente impone sempre la tutela dei minori e la loro protezione“.
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, pubblica su Facebook una lettera aperta a Salvini, invitandolo a non giocare sulla pelle dei migranti per interessi politici e a far sbarcare i minori. La battaglia raggiunge il suo climax e mostra la frattura tra Lega e Movimento 5 Stelle. Ma non solo. Dimostra anche come una decisione del Tar sia stata rivestita di un carattere politico. E, proprio perché in ballo c’è tutta la gestione dei flussi migratori, il Viminale ha annunciato di aver mandato all’Avvocatura dello Stato di impugnare la decisione del Tar a proposito del divieto di ingresso in acque territoriali per Open Arms. Ma basterà per fermare l’ong?
Richard Gere continua a farci la predica dal suo yatch: “I migranti sulla Open Arms sono degli angeli”
Diviso tra barche e barconi, Richard Gere torna a fare la predica all’Italia e, in particolare, al ministro dell’Interno Matteo Salvini. L’attore infatti è tornato sulla questione Open Arms e, durante un’intervista a Sky Tg24, ha detto: “Queste persone sono angeli. Persone sopravvissute alla Libia, a tragedie e a traumi anche solo per raggiungere le imbarcazioni e mettersi in mare. Sono persone straordinarie, forti, nobili. Mi piacciono molto.
E poi ci sono anche i volontari che hanno rinunciato alla loro vita per aiutare gli altri. Sono persone straordinarie. Hanno bisogno del nostro sostegno, economico, emotivo e legale. Sono i migliori. Persone straordinarie, gli angeli di questa situazione.
E per quanto mi riguarda io voglio stare dalla parte degli angeli“. Un’opinione quanto meno di parte, quella dell’attore. Perché se da una parte è vero che tra i migranti a bordo della Open Arms ce ne sono molti che scappano dalla guerra e che pertanto hanno tutto il diritto e il dovere di essere accolti, dall’altra è altrettanto vero che molti a bordo di quella nave sono migranti economici che il nostro Paese non è im grado di accogliere. Le parole di gere faranno certamente discutere.
Proprio oggi, il ministro dell’Interno lo aveva rimproverato, dicendo: “Il ricco attore viene in Italia a fare il fenomeno buonista in barca con le Ong, ho l’impressione che in America non sarebbero così tolleranti“. Non da meno, Giorgia Meloni, leader di Fratelliu d’Italia: “Dopo il duro lavoro che lo ha visto impegnato nella propaganda filo-migrazionista a bordo della Open Arms, ecco Richard Gere godersi il meritato riposo in un elegante motoscafo.
Ma davvero questi pseudo filantropi vogliono impartire lezioni di solidarietà all’Italia?“. Proprio oggi, infatti, Leggo ha diffuso la notizia che l’attore si starebbe rilassando a bordo di un’elegante nave: “Richard Gere è arrivato in porto nel pomeriggio di ieri, attorno alle 17.30, ed è stato fotografato disteso al sole a bordo di un prestigioso motoscafo Riva.
Camicia azzurra e pantaloncini, l’attore indossava un berretto da baseball e occhiali da sole, ma attorniato com’era da belle donne in bikini non è riuscito a passare inosservato“. Non di sole ong vive l’uomo…
Open Arms, PD chiama Procura rossa risponde: pm indaga per sequestro di persona e violenza privata
La Open Arms è ancora bloccata al largo di Lampedusa, ma i magistrati già preparano l’assalt. La procura di Agrigento ha infatti aperto un fascicolo per sequestro di persona e violenza privata e abuso d’ufficio nei confronti dei migranti a bordo.
Al momento l’inchiesta è aperta nei confronti di ignoti, ma non è escluso che nel mirino finisca il ministro dell’Interno che ha tentato in tutti i modi di non far entrare la nave della Ong in acque italiane. L’imbarcazione è in mare da ormai 15 giorni in attesa di un porto per lo sbarco.
Mercoledì scorso il Tar del Lazio ha sospeso il divieto di ingresso in acque italiane e gli attivisti si sono diretti verso Lampedusa, senza però ottenere (per ora) l’autorizzazione all’attracco. Ne è nato un duro scontro tra Matteo Salvini e i ministri grillini Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli.
L’inchiesta è un “atto dovuto” dopo che sono stati presentati alcuni esposti in procura. Uno è stato depositato dai giuristi democratici che contestano la condotta del prefetto Dario Caputo che – secondo loro – non rispetterebbe l’ordinanza del Tar.
Un’altra denuncia è stata presentata invece proprio dall’ong spagnola Proactiva Open Arms “per ribadire quanto già chiesto lo scorso 10 agosto, considerando il peggioramento delle condizioni sulla nave”, come spiegano i legali all’agenzia Adnkronos.
La Spagna respinge 13 migranti minori, poi ci fa la morale: “Italia crudele, sbarcare i migranti dalla Open Arms”
Dopo la portavoce della Commissione dell’Ue e il presidente del Parlamento dell’Ue in pressing sull’Italia per uno sbarco immediato dei 134 migranti a bordo della nave della ong Open Arms, ora pure la sindaca di Barcellona si fa sentire.
“La crudeltà a cui stiamo assistendo da 15 giorni non ha alcuna giustificazione possibile – scrive su Twitter Ada Colau -. Salvare vite non è solo un dovere morale, ma anche legale: la Ue deve obbligare Matteo Salvini a rispettare la legge. Tutto l’appoggio a Open Arms, sbarchiamoli”. Tutto molto bello, tutto molto solidale.
Peccato, però, che la Spagna dimentichi il proprio passato da furbetta. Nonostante, infatti, questa volta abbia dato la propria disponibilità ad accogliere i 147 migranti della Open Arms, in passato non è stata così caritatevole. Non un passato troppo lontano, sia chiaro. Un passato di soltanto quattro giorni fa.
La Spagna, infatti, mentre la Open Arms era ancora in mezzo al Mediterraneo e chiedeva lo sbarco dei 31 minori, ha risposto con un secco “no”. Ricordiamo appunto che il capitano Marc Reig lunedì mattina aveva inviato una lettera all’ambasciata spagnola a Malta, chiedendo che Madrid concedesse asilo ai minori, garantendo che tutti i migranti “rispettano i requisiti per il riconoscimento come rifugiati”.
La risposta piccata a questa richiesta è arrivata dal ministro ai lavori pubblici spagnolo, Josè Luis Abalos, che ha affermato: “Il capitano non ha la competenza legale o l’autorità per chiedere asilo per i minori”. Insomma, prima la cara Spagna ha risposto all’appello della ong (spagnola) voltandosi dall’altra parte, ora la sindaca di Barcellona (quindi non tutta la Spagna, forse) ci fa la morale. Adesso siamo noi che non rispettiamo le leggi. Ma loro non hanno esattamente fatto lo stesso quattro giorni fa?
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