venerdì 16 agosto 2019

Dalla Open Arms sbarcano 9 clandestini, ma agli scafisti umanitari non basta e insultano l’Italia: “Siete crudeli”


La Open Arms per ora resta a largo di Lampedusa. Dopo la sentenza del tar che ha accolto il ricorso dell’ong, la nave è entrata in acque italiane.

Ma su questo caso il governo è andato letteralmente in frantumi. La Trenta e Toninelli non hanno firmato il nuovo divieto preparato dal Viminale e Conte ha scritto a Salvini chidendogli di fatto di far sbarcare i migranti e accusandolo di “slealtà”. Il vicepremier ha però tirato dritto affermando che i porti italiani restano chiusi alle Ong. Ma in serata già nove migranti sono sbarcati.

Un’imbarcazione della Guardia di finanza ha trasbordato nove persone dalla Open Arms per farle sbarcare a Lampedusa. Si tratta di cinque migranti in condizioni critiche di salute e di quattro familiari. La nave della Ong intanto, come detto, resta a largo di Lampedusa in attesa di sviluppi.

Ma Open Arms adesso va in pressing su Conte e sul governo chiedendo su Twitter e su tutti i social lo sbarco immediato per tutti i 150 migranti a bordo: “Cinque evacuazioni urgenti in 14 giorni.

 Cosa aspettano ad autorizzare sbarco di tutte le persone a bordo, che l’emergenza medica diventi insostenibile? Quanta crudeltà. #unportosicurosubito“. Bisogna capire quali saranno adesso le nuove mosse del governo.

Va detto che il caso Open Arms si intreccia pericolosamente con la crisi di governo. Pd e 5s già flirtano proprio sotto l’arco dell’accoglienza. Martedì il redde rationem in Parlamento tra Lega e Conte. La partita si gioca dentro il Palazzo e tra le acque di Lampedusa.

Schiaffo della magistratura eversiva contro Salvini: ora le toghe rosse assolvono i clandestini anche se criminali


Una donna di origine albanese, imputata del reato di clandestinità, è stata assolta “per la particolare tenuità del fatto”.

Lo ha stabilito il tribunale di Torino durante un processo per direttissima che si è tenuto il 13 agosto. Il giorno prima, la donna era stata fermata all’aeroporto di Caselle dove si era recata per andare a prendere il figlio e la madre provenienti dall’Albania. Ma non avrebbe potuto farlo, essendo stata espulsa dall’Italia nel 2018.

“Pensavo di non poter più vivere in Italia, ma di poterci venire di passaggio”, si è giustificata la donna (che oggi risiede regolarmente in Germania). “Li ho fatti atterrare a Caselle perché il biglietto era molto più economico” ha aggiunto l’imputata, che aveva detto le stesse cose ai carabinieri che l’avevano fermata per un controllo. Nel quale gli agenti avevano scoperto il provvedimento di espulsione firmato l’anno scorso dal prefetto.

 Per questo la donna era stata portata in carcere e rinviata a giudizio con l’accusa di immigrazione clandestina, per poi essere processata per direttissima.

Per lei il pubblico ministero – come riporta Repubblica – aveva chiesto la misura cautelare dell’obbligo di firma, ma il giudice Marisa Gallo ha escluso che fosse punibile e per questa ragione ha deciso di pronunciare una sentenza di assoluzione “per la particolare tenuità del fatto”.

L’odiatore seriale Di Battista torna alla carica: una valanga di insulti contro il ministro Matteo Salvini


Nella guerra tra Salvini e il Movimento Cinque Stelle sta riprendendo quota la figura di Alessandro Di Battista. Il vacanziero grillino sente odore di poltrona e così ritorna in scena.

Ma lo fa a modo suo: insultando l’avversario, in questo caso il titolare degli Interni, Matteo Salvini. I grillini non hanno compreso bene la mossa del leader del Carroccio che di fatto cerca di sottolineare quanti “no” da parte 5S blocchino la crescita del Paese.

I 5 Stelle ne fanno un questione perosonale e come tale la trattano, attaccando l’uomo Salvini non il politico. Basta leggere l’ultimo post su Facebook di Di Battista per rendersene conto: “Il Ministro del tradimento inizia a dare cenni di pentimento. Infatti ha appena dichiarato: ‘non ho mai detto a Conte di voler staccare la spina al governo’. Forse gli sta passando l’hangover provocato dalla settimana “papeetiana” o forse una serie di ministri leghisti ai quali aveva promesso scatti di carriera, potere assoluto e mesi di open bar iniziano a lamentarsi“.

 Poi rispolvera i luoghi comuni su sccoter d’acqua e Papeete: “Fino al 20 agosto vada in vacanza. In cambio del suo silenzio possiamo concedergli di tutto: cocktail, moto d’acqua, passeggiate mattutine al guinzaglio di Berlusconi ma la faccia finita con questa ridicola telenovela“. Livore e voglia di rivalsa. Forse Dibba vuole vendicarsi per quel gradimento nei sondaggi che ha raccolto il ministro degli Interni e che invece non è mai arrivato per lui.

Infine Dibba, senza alcun ruolo istituzionale e nel Movimento, chiede un “rimpasto della Lega”: “Al netto delle critiche che ho sempre mosso alla Lega posso dire che al suo interno ci sono persone molto più credibili di Salvini. Sono le stesse persone che in queste ore lo stanno trattando come un inetto“. Altro insulto, come è nel suo stile.

giovedì 15 agosto 2019

Il golpe bianco contro Matteo Salvini. Arriva l’ordine dal Vaticano: “Niente elezioni anticipate”


La Chiesa torna a fare la predica. Sì, ma politica. Matteo Salvini oramai è il suo peggior nemico. “Un uomo solo al comando, con idee poco chiare su cosa fare se eletto al governo, preoccupa tutti”. È questo il timore comune che dilaga nel mondo cattolico.

“Siamo tutti molto sconcertati e preoccupati per ciò che sta accadendo – dichiara al Giornale il vicepresidente di una delle tante associazioni cattoliche -. A rimetterci sono le famiglie, i lavoratori, l’economia subirà una nuova fase di recessione.

Non si può lasciare un progetto di punto in bianco solo per questioni elettorali. Non si fa campagna elettorale per un anno e mezzo sulla pelle degli italiani”. La base cattolica commenta la situazione dopo l’apertura, da parte del leader leghista, della crisi di governo: “Andare al voto adesso ribadisce il presidente di un’altra associazione cattolica equivale consegnare il Paese a una persona che ha utilizzato tutti noi solo per fare campagna elettorale, dopo aver assicurato alla gente una stabilità governativa che avrebbe impattato positivamente sulle famiglie e l’economia”.

“Noi non siamo mai stati molto contenti di questo governo – dice Carlo Costalli, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori -, è chiaro tuttavia che una crisi così improvvisa crea molta preoccupazione. Il Paese ha bisogno di stabilità e chiarezza.

Diciamo no a lunghe trattative o governicchi. Sono molto chiaro: o governo stabile o si va a votare. Dubito che si riesca a votare e avere un governo stabile prima della legge di bilancio. Quindi, procediamo con quella. Poi si discute del resto. Ma vorrei un governo stabile, e lavorare per creare posizioni politiche più vicine ai nostri temi”.

 A finire nel mirino anche la posizione di Salvini: “Numero uno per la creazione del consenso, ma deludente sulla capacità di governare e migliorare il Paese – osserva il segretario di un altro movimento cattolico -. Un Paese non si governa assecondando la pancia prosegue – ma offrendo un orizzonte preciso e una prospettiva alle paure dei cittadini”. Ecco servita la soluzione: “Il Parlamento può trovare altre maggioranze, come è avvenuto per Lega e M5s avvertono ancora altre fonti cattoliche si può creare un governo tecnico condiviso. Di sicuro occorre procedere alla legge di bilancio e poi si vede”.

E ancora: “Qui non si tratta di fare tifo per il Pd o per i Cinque Stelle, o di essere contro Salvini. Ma di assumersi in modo maturo le proprie responsabilità. Prima delle elezioni viene la risoluzione dei problemi grandi per il Paese”. Lo dicono – prosegue il quotidiano di Sallusti – anche due big della finanza bianca come Giuseppe Guzzetti eGiovanni Bazoli. A Famiglia Cristiana l’ex presidente della Fondazione Cariplo e il presidente emerito di Banca Intesa Sanpaolo parlano di “democrazia in pericolo”.

Poi è il turno dell’immaginazione: “Se sul tema della sicurezza continua a raccogliere crescenti consensi, non credo che questo si verifichi con riguardo ai suoi attacchi al volontariato e alle Ong. Ma serve un piano Marshall per l’Africa o l’Europa sarà travolta”.

Matteo Salvini, dietrofront Lega? Nel partito girano strane voci: cosa può accadere dopo la sfiducia a Conte


Tutto, su quello che accadrà dopo il 20 agosto, sembra in continua evoluzione. Ora si prospetta anche un'altra ipotesi, quella di un contratto bis tra Lega e M5s per andare avanti con il governo gialloverde. A far presagire questa possibilità è - secondo Il Giornale - una dichiarazione del ministro leghista Gianmarco Centinaio.

"Noi con i colleghi del M5s ci siamo parlati in aula in queste ore e quello che dicono tanti colleghi parlamentari dei 5 stelle è che piuttosto che andare con il Pd e con Renzi è meglio tornare con la Lega con un nuovo contratto di governo. Io sono quello che non chiude mai le porte fino in fondo..." ha spiegato il ministro dell'Agricoltura che ha poi chiarito il vero ostacolo: la mozione di sfiducia a Conte.

"In questo momento non la ritiriamo, poi deciderà Matteo Salvini, sarà lui a valutare". A confermare le parole del leghista anche l'ala governativa della Lega e, dall'altra parte, il cerchio vicino a Di Maio.

Un'alleanza con il Pd per molti grillini delusi dall'operato, la fine della leadership di Luigi Di Maio, che dovrebbe fare un passo indietro per lasciare il posto ad un altro pentastellato più affine alla sinistra di Zingaretti (i nomi che girano sono quelli d Fico e Di Battista). Se tra i suoi colonnelli serpeggiano dubbi, il Salvinj è però deciso ad andare fino in fondo.

Prima la sfiducia a Conte (in realtà dovrebbe essere lo stesso premier a dimettersi il giorno in cui sono calendarizzate le sue comunicazioni a Senato e Camera il 20 e 21 agosto) e poi premere perché il Quirinale dia il via libera al voto. "In tantissimi chiedono che non ci siano giochini di palazzo, governi tecnici. La via maestra, democratica, trasparente, lineare, è quella delle elezioni.

No a governi strani, prima si vota, meglio è. Staremo attenti nei prossimi giorni perché non si crei a Roma un'alleanza innaturale, una coppia contro natura tra Renzi e Grillo per riaprire i porti italiani" avverte.

Conte accusa Salvini: da te sleale collaborazione, Ma viene zittito e fa una figuraccia prima lui e poi Di Maio


Lo scontro politico sulla Open Arms raggiunge il suo apice con una dura lettera che il premier Conte ha scritto a Salvini defininendo l'atteggiamento del ministro dell'Interno «un chiaro esempio di sleale collaborazione, l'ennesima a dire il vero, che non posso accettare».

La replica di Salvini: «Se qualcuno si sta preparando a una nuova maggioranza con il Pd e con Renzi lo dica».

«Gentile Ministro dell'Interno, caro Matteo» scrive Conte a Salvini: «Ti scrivo questa lettera aperta perché il caso della nave Open Arms domina ormai le prime pagine dei giornali e perché sono costretto a constatare che anche la corrispondenza d'ufficio tra la Presidenza del Consiglio e il Viminale viene poi riportata sui giornali e allora tanto vale renderla pubblica all'origine, per migliore trasparenza anche nei confronti dei cittadini».

«Ti ho scritto - continua Conte - ier l'altro una comunicazione formale, con la quale, dopo avere richiamato vari riferimenti normativi e la giurisprudenza in materia, ti ho invitato, letteralmente, 'nel rispetto della normativa in vigore, ad adottare con urgenza i necessari provvedimenti per assicurare assistenza e tutela ai minori presenti nell'imbarcazionè. Con mia enorme sorpresa, ieri hai riassunto questa mia posizione attribuendomi, genericamente, la volontà di far sbarcare i migranti a bordo» in questo modo «alterando» una «chiara posizione del tuo Presidente del Consiglio».

«Il consenso politico a cui ogni leader politico aspira si nutre della fiducia degli elettori. Ma se non alimentiamo la fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche si crea un cortocircuito e alla fine prevalgono rabbia e disaffezione. Dobbiamo tutti operare per riconoscere piena dignità alle istituzioni che rappresentiamo, nel segno della leale collaborazione. Hai alle spalle e davanti una lunga carriera politica. Molti l'associano al potere. Io l'associo a una enorme responsabilità».

«Questo - continua Conte - è il momento di insistere in direzione di una soluzione sempre più europea, altrimenti l'Italia si ritroverà completamente isolata in una situazione che diventerà, nuovamente, via via sempre più ingestibile». «In definitiva, se davvero vogliamo proteggere i nostri interessi nazionali, non possiamo limitarci a esibire posizioni di assoluta intransigenza».

«Mi batterò sino all'ultimo giorno perché si affermi un meccanismo europeo, da applicare in via pressoché automatica, per operare una redistribuzione che veda tutti i Paesi dell'Unione pienamente coinvolti, in modo da evitare che i Paesi di primo sbarco, come l'Italia, siano abbandonati a se stessi -scrive ancora il presidente del consiglio- Pur in attesa che si attui questo meccanismo europeo, sono sempre personalmente intervenuto, con gli altri Paesi europei, per pretendere e ottenere una redistribuzione dei migranti che sono sbarcati nei nostri porti. E a questo proposito dobbiamo dare atto che sia la Commissione europea sia alcuni leader europei ci hanno sempre teso la mano per sbloccare situazioni emergenziali». «La nuova Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, nei colloqui sin qui avuti, mi è sembrata molto determinata a percorrere questa strada e a darci una mano risolutiva» aggiunge Conte sottolineando come l'Italia abbia «chilometri di coste e siamo a una manciata di ore di navigazione dall'Africa e dal Medio Oriente» e come «è difficile contrastare i quotidiani, minuti sbarchi clandestini». «Non possiamo agire da soli. Dobbiamo continuare a insistere in Europa, come peraltro hai fatto Tu, di recente a Helsinki. È questa la direzione giusta», scrive Conte.

«Comprendo la tua fedele e ossessiva concentrazione nell'affrontare il tema dell'immigrazione riducendolo alla formula 'porti chiusi'. Sei un leader politico e sei legittimamente proteso a incrementare costantemente i tuoi consensi» ma «il tema dell'immigrazione è un tema complesso. Va affrontato con una politica di ampio respiro, come ho provato a fare sin dal primo Consiglio Europeo al quale ho partecipato, a fine giugno 2018, evitando di lasciarci schiacciare dai singoli casi emergenziali».

Conte ricorda di aver da subito «elaborato una piattaforma politica fondata su sei premesse e dieci obiettivi, in modo da inserire tutte le singole iniziative in questa prospettiva strategica, sempre costantemente ispirata alla tutela dei diritti fondamentali e, in particolare, della dignità della persona e alla protezione dei nostri interessi nazionali, sovente compromessi nella gestione del fenomeno migratorio» e di aver «personalmente contribuito a perseguire questo nuovo indirizzo politico, di maggiore rigore rispetto al passato, al fine di contrastare più efficacemente l'immigrazione illegale e la moderna e disumana 'tratta dei disperatì, alimentata dalle organizzazioni criminali». «Ho viaggiato in lungo e in largo in Africa e nel Medio Oriente per incrementare la cooperazione nei Paesi di origine e di transito, dove si concentrano le rotte dei migranti. Abbiamo sempre lavorato intensamente, coinvolgendo anche il Ministro Moavero, per rendere più efficace il meccanismo dei rimpatri per i migranti che non hanno diritto ad alcuna protezione» scrive Conte.
LA REPLICA DI SALVINI
La replica di Salvini non si fa attendere. Il ministro dell'Interno parla di «letterine» e interpreta l'attacco di Conte come «una preparazione a un cambio di maggioranza verso il centrosinistra». «La mia linea sull'immigrazione è quella di sempre se qualcuno ha cambiato idea lo dica», dice il capo del Viminale. «Mi pagano non per essere l'anima bella ma per difendere la sicurezza. Se qualcuno è nostalgico dei 200 mila sbarchi lo dica, se qualcuno è nostalgico del Pd lo dica. Certo dispiace che certe cose invece che dirle in faccia il gentile Presidente del consiglio le renda pubbliche mente sto lavorando a Castel Volturno».

«Evidentemente qualcuno sta passando un ferragosto più tranquillo», continua Salvini. «Ho risposto con altrettanta educazione e gentilezza» alla lettera del premier Conte «portando i numeri con cui giustifico il mio anno di lavoro e di stipendio», perché gli italiani «mi pagano per difendere i confini e garantire la sicurezza». Il ministro dell'Interno sottolinea con i numeri che «l'immigrazione clandestina è legata alla vita e alla sicurezza dei cittadini italiani». «Ho l'ossessione dei porti chiusi? Sì, ho l'ossessione della sicurezza dei cittadini italiani e della lotta ai trafficanti e delle Ong complici dei traffici», scandisce Salvini.

«Con me i porti sono e rimarranno chiusi ai trafficanti e ai loro complici stranieri. Ed è chiaro che, senza questa fermezza, l'Unione Europea non avrebbe mai mosso un dito, lasciando l'Italia e gli Italiani soli come ha fatto negli anni dei governi di Renzi e del Pd». Così il ministro Matteo Salvini replica alla lettera aperta del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Sulla questione dell'assistenza ai minori a bordo «la Spagna, stato costiero che ha giurisdizione sulla Open Arms, compreso per ciò che riguarda la tutela dei diritti delle persone a bordo, andrebbe investita della questione posta nella nota». È quanto ha scritto il ministro Salvini in una lettera al premier Conte che ieri in una nota ha richiamato l'attenzione sulla presenza a bordo della nave «di alcune decine di presunti minorenni in condizioni di emergenza e in pericolo di vita».
Di Maio: «Salvini pentito, ma frittata è fatta».
Salvini «ora è pentito, ma ormai la frittata è fatta. Ognuno è artefice del proprio destino. Buona fortuna!». Lo scrive il vicepremier Luigi Di Maio su Fb. «Il 20 agosto noi Ministri del Movimento 5 Stelle saremo al fianco di Giuseppe Conte in aula per sostenerlo contro la sfiducia della Lega. Li aspettiamo al varco!».

Momenti di terrore a Forlì: indiano “integrato” cerca di rapire 3 bambine. Salvate in tempo dalla polizia



Dopo aver cercato di rapire tre bambine è stato arrestato dalla Polizia, in flagranza di reato, un cittadino indiano 38enne, domiciliato a Forlì, attribuendogli il reato di tentato di sequestro di persona, aggravato poiché diretto contro minori degli anni 14, e lesioni personali. Il fatto è avvenuto verso le ore 19, in pieno centro a Forlì.

Una volante dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Forlì, transitando lungo il centrale corso Garibaldi, ha notato un gruppo di persone assembrate in strada in visibile stato di agitazione, pertanto gli agenti, prima ancora che intervenisse qualsiasi segnalazione alle linee di emergenza e soccorso pubblico, sono immediatamente intervenuti per capire cosa fosse successo.

 Così apprendevano che qualche istante prima una persona aveva cercato di afferrare una bambina di undici mesi dal passeggino, nonostante la presenza del padre, la cui immediata e tempestiva reazione aveva determinato la fuga dell’individuo; nel parapiglia, però, il passeggino si era rovesciato e la piccola aveva battuto il capo sul selciato.

Gli agenti si sono immediatamente posti all’inseguimento del soggetto segnalato, che si era dileguato per i vicoli del centro, catturandolo a poche centinaia di metri di distanza.

Successivamente, altri testimoni hanno riferito che prima dell’episodio del passeggino, lo stesso personaggio aveva compiuto un gesto simile in danno di una bimba di 4 anni che si trovava in un vicino esercizio commerciale insieme ai genitori, ma aveva desistito immediatamente per la reazione degli adulti. 

Acquisite le testimonianze delle vittime e dei passanti, convocati in Questura presso la Squadra Mobile, è stato formalizzato un quadro di gravità indiziaria idonea a configurare il reato di tentato sequestro di persona, in relazione al quale l’uomo è stato quindi arrestato.

La piccola di undici mesi è stata accompagnata al Pronto Soccorso di Forlì, dove è stata trattenuta per qualche ora in osservazione per trauma cranico minore, e poi dimessa con prognosi di due giorni; ciò ha allargato l’accusa anche al reato di lesioni personali.

Da avvocato degli italiani ad avvocato dei clandestini: Conte riapre i porti per garantirsi una poltrona a sinistra


Il Tar è all’opposizione. Il ribaltone si chiama porti spalancati. Ecco l’Italia della sovranità in mano ai soliti giudici che fanno e disfano. Requisiranno pure i salotti di casa nostra: fra poco li dovremo mettere a disposizione, ne ha bisogno Conte per farsi mantenere la poltrona dalla sinistra.

 La nuova vergogna è tutta qui. Il Tar del Lazio decide – in barba ad ogni decreto del governo ancora in carica – che la nave Open Arms deve trafficare in carne umana in Italia.

E ci intossicano il Ferragosto. Scommetteteci: se vanno in porto le ammucchiate che si profilano, quest’esercito di disperati ce lo ritroveremo a fumare sigari e sbevazzare whisky dentro casa.
Benvenuto all’inciucio dalla magistratura
E’ il benvenuto della magistratura al nuovo inciucio. È il brindisi dedicato a Roberto Fico, Laura Boldrini e Roberto Saviano. È guerra all’Italia e ai suoi confini. Il 2 giugno era la festa della Repubblica, che proprio Fico voleva dedicare a Rom, migranti e compagnia. Il 14 agosto è la festa “alla” Repubblica, dove non conta più il voto del Parlamento con tanto di voto di fiducia.

Una nave che va in giro tra le acque libiche e quelle maltesi a tirar su migranti in quantità industriale viene incoraggiata da un giudice a realizzare l’obiettivo politico di portarli da noi. Dobbiamo stare pure zitti? Ha notato il ministro Salvini: “Una nave spagnola in acque maltesi si rivolge ad un avvocato di un tribunale amministrativo per chiedere di sbarcare in Italia”. Siamo alla follia, è la Repubblica di Conte, il premier non votato riceve l’aiutino da altri non votati che decidono sulle politiche migratorie dello Stato.

 La prossima sentenza – a questo punto dobbiamo aspettarcelo – ci dirà che la milionata di africani in partenza dalla Libia ce li dovremo prendere tutti noi e senza discutere. L’Italia, non l’Europa, grazie alla nostra incommensurabile fortuna di essere il porto più vicino per le scorribande degli scafisti. Ma perché non date direttamente a George Soros la presidenza del Consiglio dei ministri?
Se Salvini avesse detto sì al blocco navale
Tutto questo a Conte non pare vero. Perché può raccontare ora la nuova barzelletta che lui era per i porti aperti ma Salvini glielo impediva. E che aveva tempestivamente scritto al suo ministro dell’Interno per far sbarcare quelli di Open Arms e i prossimi in arrivo. Non gliene frega nulla dei migranti, l’obiettivo è non sloggiare da Palazzo Chigi o barattare quella poltrona per una rilevante in Europa.

 Sarà Zingaretti con la sua legione straniera chiamata Pd a festeggiare l’invasione che si profila. Il Tar che ha deciso, in fondo, sta nel Lazio e le grida di giubilo si sprecano. Proprio l’altro giorno il segretario del Pd aveva lanciato un appello a Conte per la nave Ong, e guarda caso è stato accontentato proprio nella giurisdizione di parrocchia. Viviamo il tempo della sovranità togata, altro che separazione dei poteri.

Comandano loro. Ah, caro Matteo, se avessi dato retta per tempo a Giorgia Meloni. In due la battaglia per il blocco navale avreste potuto vincerla. Almeno, a Tripoli non avreste incontrato magistrati così disponibili al rossume nostrano.

Matteo Renzi terrorizzato dal voto degli italiani fa il gufo: “Istituzioni a rischio, se si va al voto è recessione”


Per Matteo Renzi sono almeno due le ragioni per non tornare al voto. Da un lato le “istituzioni a rischio” a causa della “deriva autoritaria” (cit. Giuliano Pisapia) che sarebbe innescata da una vittoria di Matteo Salvini. Dall’altro lo spettro della “recessione”, conseguenza dell'”innalzamento dell’Iva”. In un’intervista a Repubblica, Matteo Renzi allontana nuovamente il ritorno al voto.

Lo fa evocando i pericoli per l’economia italiana legati all’aumento dell’Imposta sul valore aggiunto destinato a scattare in caso di mancato disinnesco delle relative clausole di salvaguardia, che pesano per 23 milioni di euro. “Non mi interessa avere ragione, ma dare una prospettiva all’Italia. Puoi sopportare un insulto, ma non puoi sopportare una recessione causata dalla stupidità e dalla cialtroneria“, attacca Renzi, che definisce Salvini “capitan Fracassa”.

Ma andare al voto, per il Pd, vorrebbe dire soprattutto una cosa: andare all’opposizione. “Se il Pd va al 25% tutti diremo: che bel risultato. Ma il Pd al 25% significa opposizione“, avverte Renzi prima di fare un’analisi della situazione economica globale ed europea. “Usa e Cina litigano sui dazi. La locomotiva tedesca si è fermata, il pil della Germania è a -0,1%. I sovranisti miopi – sottolinea Renzi – grideranno: evviva! Un uomo delle istituzioni dice: qui rischiamo la recessione. La botta sui consumi di un’Iva al 25% non sono solo i 700 euro all’anno che rischia di perdere ogni famiglia, ma il sentimento di sfiducia che si creerà“. Poi l’ex segretario del Pd ribadisce: “Se si va a votare a ottobre, chiunque vinca, è recessione.

Una persona civile prima mette in sicurezza il Paese, che significa mettere in minoranza Salvini, poi va a votare“. Ma che tipo di governo sarebbe quello con i 5 Stelle? Tecnico o di legislatura? Renzi non ha dubbi: “Non ci possiamo permettere un governo dell’austerity e dei tecnici”, chiarisce Renzi prima di un ultimo attacco a Salvini: “Ha sbagliato mossa. Salvini è bravo con le dirette Facebook ma non ha capito che il Parlamento è una cosa seria e che questo Paese non è Twitter“, conclude l’ex premier che qualche ora prima, su Instagram, aveva rilanciato la sua raccolta firme per chiedere le dimissioni del ministro dell’Interno: “Siamo quasi a quota 40mila. Riprendiamo e arriviamo entro il 20 agosto almeno a 50mila firme.

Il Viminale ha bisogno di un professionista della sicurezza, non di un seminatore d’odio. Lasciamo Salvini in Spiaggia e diamo un vero Ministro dell’Interno all’Italia. Firma e fai firmare“.

Leoluca Orlando torna all’attacco: “I provvedimenti del ministro Salvini sui migranti sono disumani e illegali”


Ancora Open Arms e ancora una difesa di Orlando . Dopo la decisione del Tar del Lazio che ha disposto la sospensione del divieto di ingresso in acque italiane della nave spagnola per consentire il soccorso dei migranti è intervenuto il sindaco di Palermo Leoluca Orlandoche mi ha perso occasione per continuare il duello dialettico con il ministro dell’interno Matteo Salvini.

 “Il provvedimento del Tar che sospende il divieto di sbarco dei naufraghi salvati dalla Open Arms conferma due cose – dice il primo cittadino -. La prima è che le decisioni del Ministro Salvini sono oltre che palesemente disumane, del tutto illegali.

La seconda è che per fortuna i principi e la concreta applicazione della nostra Costituzione garantiscono ancora un quadro di diritti fondamentali che i continui attacchi allo Stato di Diritto non sono riusciti ad intaccare”. Non è la prima volta che il sindaco prende le difese della Ong. Ad aprile per esempio, quando la nave spagnola era al largo delle acque di Ragusa, il primo cittadino sostenne la causa della Ong spagnola. “Apprendo con piacere e soddisfazione la notizia del dissequestro della nave Open Arms e, soprattutto, delle motivazioni del provvedimento che confermano come la tutela della vita ed il soccorso degli esseri umani siano una priorità assoluta ed inderogabile.

Mi auguro che un provvedimento analogo venga preso anche per la nave Iuventa, perché ogni giorno in più di blocco di queste navi e questi equipaggi è un giorno in più concesso ai trafficanti di esseri umani.” Insomma da mesi va avanti in braccio di ferro che ha visto proprio il sindaco di Palermo in prima linea nella difesa dei diritti dei migranti.

 Nel frattempo il ministro della Difesa Elisabetta Trenta sostiene che “la mancata adesione alla decisione del giudice amministrativo potrebbe configurare la violazione di norme penali, fermo restando, in ogni caso, che in adesione al dictum iuris sarebbe stato eventualmente necessario inserire nel dispositivo del provvedimento un’esplicita disponibilità all’assistenza delle persone maggiormente bisognevoli”.

Ong, il ministro “pacifista” Trenta diventa buonista: “Non firmo il decreto di Salvini in nome dell’umanità”


“In nome dell’umanità”. Così la ministra della Difesa Elisabetta Trenta ha motivato la decisione di non firmare il decreto di divieto di sbarco della Open Arms del ministro degli Interni Matteo Salvini.

L’imbarcazione della ong spagnola con 147 migranti a bordo soccorsi nel Mediterraneo al largo della Libia è ora alle porte di Lampedusa, dove è arrivata scortata dalle navi della Marina Militare su disposizione della stessa Trenta. “Ho preso questa decisione, motivata da solide ragioni legali, ascoltando la mia coscienza.

 Non dobbiamo mai dimenticare – rileva il ministro Trenta – che dietro le polemiche di questi giorni ci sono bambini e ragazzi che hanno sofferto violenze e abusi di ogni tipo. La politica non può mai perdere l’umanità. Per questo non ho firmato.

 “Non si può infatti ritenere – sottolinea ancora la titolare della Difesa – che siano rinvenibili nuove cogenti motivazioni di carattere generale ovvero di ordine e sicurezza pubblica tali da superare gli elementi di diritto e di fatto nonché le ragioni di necessità e urgenza posti alla base della misura cautelare disposta dall’autorità giudiziaria (sussistenza di fumus boni iuris e periculum in mora), che anzi si sono verosimilmente aggravati”.

 In tale contesto, sottolinea il ministro, “la mancata adesione alla decisione del giudice amministrativo potrebbe finanche configurare la violazione di norme penali, fermo restando, in ogni caso, che in adesione al dictum iuris sarebbe stato eventualmente necessario inserire nel dispositivo del provvedimento un’esplicita disponibilità all’assistenza delle persone maggiormente bisognevoli”.

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