mercoledì 14 agosto 2019
Scoppia la rabbia del Quirinale contro Matteo Salvini: ecco l’azzardo che ha irritato Sergio Mattarella
«Sconcerto», che nel gergo quirinalizio vuol dire «irritazione», che nei fatti si traduce in vera rabbia. A far infuriare Sergio Mattarella, a increspare le acque smeraldine del suo breve soggiorno sull’isola della Maddalena, è la mossa a sorpresa di Matteo Salvini in Senato, e cioè l’offerta ai Cinque Stelle di approvare il taglio di parlamentari subito, prima di andare al voto in autunno con il vecchio sistema, perché col il nuovo non si fa in tempo. Si parla già di calendarizzarla il 22 agosto.
Ebbene, fanno sapere dalla Sardegna, «non si può fare», non si può pensare di approvare una riforma costituzionale così importante e di tale portata e poi «congelare» i suoi effetti per cinque anni.
Non si può pretendere di cambiare le regole del gioco all’ultimo minuto e poi continuare la partita come se nulla fosse. Ma dove siamo? Giornata pesante, che il capo dello Stato ha seguito passo passo. Lo spariglio del leader della Lega ha movimentato un martedì agostano che già non era molto tranquillo.
La disponibilità mostrata dal ministro dell’Interno ha messo in crisi lo stato maggiore grillino, che è rimasto a lungo afono, incapace di una replica intelligente alla mossa del cavallo Salviniana: offrirsi di approvare in quarta e definitiva lettura il taglio dei deputati e dei senatori elimina infatti alla radice la scusa, il motivo principale per i 5s di allearsi con il Pd, ovvero riuscire a salvare in extremis una dello loro riforme di bandiera.
Demagogica, però assai d’effetto. Caduta infatti questa necessità, come spiegare alla base ribollente del movimento un simile matrimonio contro natura, un governo con i nemici di sempre, gli odiati pidioti? Bisognerà trovare un’altra motivazione nobile che non sia la paura di finire dimezzati dalle urne. Ma adesso ecco che arriva l’obiezione del Quirinale alla manovra, un no che potrebbe riaprire i giochi e ridare fiato al governone. Secondo Sergio Mattarella la Costituzione non è un elastico che si può tirare a piacimento di qua e di là.
Quando si decide di riformare un capitolo importante del nostro sistema democratico, come la composizione delle Camere e il numero dei delegati del popolo, occorre poi essere conseguenti. Si sceglie di tagliare i parlamentari? Benissimo, allora bisogna votare con le nuove regole.
Fico e Renzi i registi della “congiura di palazzo”: il loro piano per non andare elezioni e salvare la poltrona
Fico e Renzi diventano i registi. Gli inciucisti preparano il trappolone. Pd e M5S sono passati dall’odio all’amore nel giro di pochi giorni, un’infatuazione improvvisa. La parola d’ordine è non andare al voto e restare incollati alle poltrone. Tutti al lavoro per la “congiura”, a partire da Pier Ferdinando Casini che, a fine voto del Senato, si è precipitato negli uffici del gruppo del Pd insieme ad alcuni senatori dem: «Mi fate vedere i numeri dell’aula, per favore?», ha chiesto. Al volo, gli uffici hanno mostrato all’ex presidente della Camera i tabulati: 161 e poi 162 “ok” nelle due votazioni.
Primo punto: la pace fittizia tra i demLa proposta formalizzata da Goffredo Bettini, che ha avuto l’endorsement formale di Dario Franceschini (il primo a lanciare l’idea del patto con il M5S), ha continuato a camminare. È uno schema cui Nicola Zingaretti non ha chiuso completamente la porta, chiedendo però unità con un appello che già aveva sortito i suoi effetti. «Il segretario del Pd ha tutto il diritto di gestire questa fase», ha sottolineato Renzi. E, a conferma che una qualche forma di unità tra i democratici è possibile, l’ex premier ha replicato con un «non mi impicco alle formule» a chi gli ha chiesto «governo di scopo o istituzionale?».
I contatti tra grillini e PdNon si sono mai interrotti i contatti tra i partiti, soprattutto tra Pd e M5S. «Il percorso è lungo, l’esito è ancora imprevisto, ma si continua a lavorare», assicura uno degli “sherpa” incaricati di tenere vivo il progetto senza negare le difficoltà che ci sono, soprattutto nel campo del M5S. Per questo, a supportare l’attivismo in questo senso dell’area che fa capo a Roberto Fico sarebbero entrate in gioco figure esterne ma molto considerate nell’universo pentastellato, come quelle che ruotano intorno alla “Link Campus” di Vincenzo Scotti. L’obiettivo di chi lavora a questa ipotesi è quello di far emergere una proposta politica che arrivi dai primi due partiti in questo Parlamento. Una proposta non di stampo istituzionale, ma prettamente politico.
wÈ questo il motivo per cui nel totonomi per un eventuale premier che circola in queste ore in Parlamento sono in calo le chance di Carlo Cottarelli, troppo legato all’iniziativa del Quirinale precedente alla stipula del contratto di governo Salvini-Di Maio. Per gli stessi motivi, appare più funzionale al progetto un nome legato a uno dei due partiti protagonisti di questa fase, anche se di area. Per questo circola il nome di Roberto Fico o di una personalità come quella di Raffaele Cantone. Le possibilità di un Conte-bis, invece, appaiono al momento remote. «È stato un premier insignificante», ha detto Renzi. Leggi la notizia su Il Secolo D’Italia
Il video buonista pro-migranti di Littizzetto: “I porti chiusi sono un gesto schifoso, fateli scendere”
Il delirante video buonista pro invasione e ONG di Luciana Littizzetto è stato pubblicato da Michela Murgia, ideatrice dell’altrettanto delirante fascistometro, che scrive: “Grazie a @lucianinalitti, che nel suo messaggio alle persone abbandonate in mare sulla @openarms_fund trova le parole più precise per dire cos’è che stanno subendo con i porti chiusi: un gesto vile, vigliacco, schifoso e pavido. #FATELISCENDERE”
La grande illusione di Luigi De Magistris: “”Mi candido alla guida dell’Italia per battere il salvinismo”
In attesa del voto in Senato relativo alla calendarizzazione della mozione di sfiducia presentata dalla Lega nei confronti di Giuseppe Conte, iniziano ad emergere i primi profili che potrebbero prendere il posto dell’attuale presidente del Consiglio.
Tra questi si è palesato Luigi de Magistris, che ha dichiarato di presentarsi alla guida di palazzo Chigi: “Nel momento in cui il presidente della Repubblica dovesse decidere di sciogliere le Camere e ritenere questa esperienza parlamentare finita, perché non c’è più una maggioranza, un minuto dopo io sarò candidato alla guida del Paese insieme con altri“.
Coalizione civica nazionaleIl sindaco di Napoli ha ribadito la volontà di fondare “una coalizione civica nazionale per governare, non per stare all’opposizione, non è per un’esperienza di rappresentanza o di tribuna“.
L’intento del primo cittadino non è quello di “una leadership solipsistica, nè di un percorso individualistico, ma di una persona che con la sua storia si mette a disposizione del Paese“.
L’ex pm ha confermato di essersi messo già a lavoro “per costruire una rete di convergenze collettive e individuali necessaria per battere il salvinismo imperante che rischia di portare l’Italia nel baratro dell’oscurantismo e dell’autoritarismo e alla disgregazione dell’architrave costituzionale e anche per contrastare operazioni di revisionismo e minestre riscaldate già viste“.
De Magistris ha infine detto la sua per quanto riguarda l’ipotetico asse M5S-Pd: “Stento a credere che ci possa essere un accordo politico dopo tutto quello che si sono detti e tirati addosso.
Vedremo quello che succede. Io credo che si stia lavorando per superare questa fase e non dare l’idea che sia Salvini che decide quando si sciolgono le Camere e quando si vota. Credo che troveranno le condizioni per una maggioranza parlamentare per sostenere un governo: se poi sarà un overno istituzionale, credibile, di ampio respiro con persone autorevoli, vedremo“.
In Senato esiste già una nuova maggioranza M5S, PD e LeU che può far nascere un governo abusivo anti-italiano
Al Senato passa la linea di M5s, Pd e LeU. L’aula di Palazzo Madama, infuocata dalle polemiche tra Matteo Renzi e i dem, respinge le mozioni del centrodestra di votare la sfiducia al premier Giuseppe Conte già domani, 14 agosto.
Confermato dunque il calendario e il timing votato in conferenza dei capigruppo lunedì, con le comunicazioni del presidente del Consiglio a Palazzo Madama il prossimo martedì 20 agosto alle 15.
Sulla carta, è il primo passo ufficiale della possibile, nuova maggioranza alternativa, quella giallorossa formata da grillini e dem su cui Renzi, Zingaretti e Grillo hanno intavolato la trattativa.
Tutto però è in divenire, visto che pochi minuti prima del voto Salvini ha aperto a sorpresa alla proposta di Luigi Di Maio di approvare il taglio dei parlamentari. “Affare fatto, anticipiamo le votazione e poi subito alle urne”. Salvini ha lanciato così l’esca, smontando il principale asse d’intesa tra 5 Stelle e democratici.
In cambio, i 5 Stelle hanno chiesto alla Lega di ritirare la mozione di sfiducia al premier anche se la risposta del ministro degli Interni è stata raggelante: “Non siamo al mercato del pesce”.
La maggioranza, causa tempi tecnici e con le dovute modifiche alla squadra di governo, potrebbe sopravvivere ancora per qualche mese ma i problemi (enormi) restano. Una soluzione che potrebbe far felice solo chi tira a campare.
martedì 13 agosto 2019
Salvini: “Se i 5 Stelle fanno l’accordo con Renzi torneremo ai 500mila sbarchi che il PD regalò agli italiani”
Un eventuale accordo M5S-Pd lascia perplessi i dem ma a farsi sentire è anche il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ricorda: “Spero che per salvare la poltrona i 5 Stelle non facciano un governo con Renzi perché torneremmo ai 500mila sbarchi che il Pd regalò agli Italiani negli anni passati” scrive il leader della Lega in un post su Facebook.
Salvini è “al lavoro al ministero da stamane per evitare lo sbarco di oltre 500 immigrati a bordo delle navi di due Ong, una francese e una spagnola. Per 350 di essi la Libia ha dato la disponibilità di un porto di sbarco, mentre per gli altri (quelli visitati dal milionario Richard Gere) l’indicazione che ho dato è il divieto di ingresso nelle nostre acque e l’invito a navigare in direzione Spagna. Vi faccio sapere come va a finire, io non mollo” si legge nel post del ministro dell’Interno.
Gasparri: stop alle ong e agli sbarchi in ItaliaSulla vicenda degli sbarchi e delle ong interviene anche il senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia: “Basta con l’assedio all’Italia. Presunte ong francesi, spagnole, norvegesi vorrebbero scaricare nel nostro Paese centinaia e centinaia di clandestini.
Che vanno a recuperare incoraggiando, come sempre, i trafficanti di persone. Si tratta di un autentico concorso esterno con le attività criminali di chi specula sulla disperazione di gente che paga molti soldi per questi viaggi della speranza. Bisogna bloccare queste navi. E bisogna avere una politica chiara e coraggiosa nei confronti dell’Europa che si volta dall’altra parte. Stop alle ong. Stop agli sbarchi.
E stop anche a chi vorrebbe fare in Italia un governo clandestino per far entrare altri clandestini”. Gasparri aggiunge: “Diciamo no alla clandestinità anche nel Parlamento. Si alla democrazia vera, all’assunzione di responsabilità. Che consiste anche nel chiudere le porte del nostro Paese – conclude Gasparri – a chi vuole portare qui illegalmente altre persone”.
Roma, pacchetto con droga destinato a Zingaretti nella sede PD. Un altro con liquido inviato a Palazzo Chigi
Un nuovo tipo di terrorismo sta colpendo l’Italia? Intimidazione o minaccia, tutto reso più complicato e indecifrabile dalla complessa crisi di governo.
Due pacchi sono stati recapitati oggi, uno a Palazzo Chigi, l’altro al segretario del Pd Nicola Zingaretti presso la direzione nazionale del partito a Roma. Il primo pacco sospetto è stato recapitato a Palazzo Chigi. Lo si è appreso in mattinata da fonti della questura di Roma.
Il pacco, una busta gialla senza mittente, secondo le prime informazioni, sembrava contenesse eroina. Sul posto la Digos.
Le analisi sulla sostanza presente nella busta sono state eseguite dal nucleo Nbcr dei vigili del fuoco.
Poco dopo però si è appreso che il pacco non conteneva eroina ma un liquido non pericoloso, sembra un liquido vinilico. Il pacco era indirizzato genericamente alla presidenza del Consiglio. Sul posto sono intervenuti la Digos e il Nucleo Nbcr dei Vigili del Fuoco.
Invece a quanto pare era proprio eroina la polvere bianca contenuta nel pacco inviato al Nazareno e indirizzato al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Lo si apprende sempre da fonti della questura di Roma. La polvere bianca è stata analizzata dal Nucleo Nbcr dei Vigili del fuoco.
La busta gialla, analoga a quella recapitata a Palazzo Chigi, non aveva alcun mittente. Sul posto è intervenuta la Digos che sta svolgendo accertamenti.
I poltronari del PD gettano la maschera, Bettini: “Governo politico col M5S e urne chiuse per 4 anni”
Nel Pd dilaniato dalle correnti e dalle spaccature, avanza una proposta politica dell’ex braccio destro di Walter Veltroni, Goffredo Bettini, che non immagina un’operazione politica di corto respiro, tra Pd e M5S, ma un patto politico per governare altri 4 anni e scacciare via le urne e l’incubo di una possibile vittoria del centrodestra.
«Il Pd deve avere il coraggio e la determinazione di trattare un accordo di governo con il M5S in chiave anti-Salvini», afferma l’ex deputato e coordinatore della segreteria dem, in un’intervista al Corriere della sera. «L’idea di un governo istituzionale, di transizione, di un governo del presidente, chiamatelo come volete, è un tragico errore.
E bene ha fatto, con coraggio, Nicola Zingaretti a opporsi con forza. Dopo esserci fatti carico di una manovra economica pesantissima, che avrebbe come obiettivo quello di porre rimedio ai guai provocati dal governo gialloverde, torneremmo comunque al voto nel giro di poco. Con la certezza di vedere decuplicato il rischio della deriva plebiscitaria di Salvini».
Bettini parla esplicitamente di un governo politico di legislatura, sorretto da una maggioranza Pd-M5s. «È un tentativo difficilissimo ma vale la pena di provarci. Salvini non lo contrasti con gli insulti, né con le polemiche sulla moto d’acqua o sulle sue mutande, né tantomeno con un governicchio che gli darebbe l’arma, fasulla ma efficace, di sostenere che stiamo facendo un golpe per evitare il voto democratico. Soltanto un accordo di legislatura, basato su una profonda riflessione politica, può consentire al Pd e al M5S di rispondere alla rivoluzione conservatrice lanciata dal leader della Lega».
Nel Pd prime reazioni positiveLe reazioni, a caldo, sono molto positive nel Pd: «Considero la traccia di lavoro proposta in queste ore da Goffredo Bettini giusta e da sostenere. E’ chiaro che i margini di un confronto con il Movimento 5 Stelle sono assai limitati ma rimangono possibili se matureranno una nuova consapevolezza politica, alternativa al pericolo estremista di Matteo Salvini.
Non accordi di corto respiro ma una vera svolta utile al paese a partire da europa, lavoro, scuola, ambiente. Mettendo in discussione anche le folli politiche migratorie del ministro uscente della paura. Il PD unito può fare la differenza in questo confronto e respingere così il gioco pericoloso di Salvini sulla pelle degli italiani», dice Maurizio Martina a Circo Massimo su Radio Capital.
«Bettini indica un percorso difficile ma intelligente che credo valga la pena provare a percorrere. Sarà pieno di insidie e potremo provarci solo con un patto interno al Pd: lavorare tutti come una squadra, unita intorno al Segretario», scrive Dario Franceschini su Twitter.
La Spagna del “compagno” Sanchez chiude i porti: respinti i 31 clandestini minorenni sulla Open Arms
La Spagna di far sbarcare i migranti della Open Arms in un porto iberico non vuole saperne. Non sono bastati gli appelli social anche di rappresentanti del mondo dello spettacolo come Javier Bardem, il governo Sanchez va per la sua strada: da accogliente è diventato “serrado”, con i porti chiusi. E dunque l’indifferenza di Madrid davanti alla nave ong che è in mezzo al Mediterraneo con almeno 150 persone a bordo.
Madrid ha infatti respinto l’appello lanciato dal capitano di Open Arms che ha chiesto di poter far sbarcare in Spagna i 31 minori che si trovano a bordo. Il capitano Marc Reig ha inviato lunedì una lettera all’ambasciata spagnola a Malta, chiedendo che Madrid conceda asilo ai minori, garantendo che tutti “rispettano i requisiti per il riconoscimento come rifugiati”. La risposta piccata a questa richiesta è arrivata dal ministro ai lavori pubblici spagnolo, Josè Luis Abalos che ha affermato: “Il capitano non ha la competenza legale o l’autorità per chiedere asilo per i minori“.
Abalos, come riporta Adnkronos, ha poi elogiato gli sforzi spagnoli nei salvataggi di migranti in mare, dicendo che la guardia costiera lo scorso anno ne ha salvati 50mila. “Non è giusto contestare il governo spagnolo, o la sua reputazione, quando si tratta del tema dei soccorsi“, ha aggiunto. Insomma Madrid si volta dall’altra parte e si iscrive di diritto nella lista dei Paesi con la doppia morale sui migranti come francia e Germania che chiedono all’Italia di aprire i porti per tenere i propri chiusi alle navi delle ong. Resta dunque inascoltato il messaggio di Javir Bardem: “Crediamo che la Spagna sia il Paese giusto e ideale per farlo, perché è il Paese d’origine della ong Open Arms, che sta facendo un lavoro necessario e straordinario per la dignità umana e per salvare la vita di persone che fuggono da situazioni che nemmeno possiamo iniziare a immaginare“.
Insomma ormai l’Europa è sempre più a senso unico. Il problema dell’immigrazione, secondo gli Stati del Mediterraneo, è solo italiano. A questo quadro va aggiunta anche la mossa del tribunale di Palermo che nella risposta al ricorso presentato da Open Arms accende i fari proprio sulla situazione che riguarda i minori: “I loro diritti di essere accolti in strutture idonee, di avere nominato un tutore e di ottenere il permesso di soggiorno evidentemente vengono elusi“. E per questo motivo il Tribunale ha chiesto chiarimenti ai ministri.
Migranti, nuova stretta di Donald Trump: “Via dagli Stati Uniti coloro che vengono per farsi mantenere da noi”
Donald Trump vuole negare il visto e la green card ad immigrati regolari che, a causa del loro basso reddito, dipendono dall’assistenza pubblica per quanto riguarda la sanità, la casa e gli assegni alimentari. «Il principio alla base di esso è un vecchio valore americano, ed è autosufficienza”, ha detto a Fox News Ken Cuccinelli, direttore del servizio di Immigrazione e cittadinanza .
«È un principio fondamentale – il sogno americano stesso – ed è una delle cose che ci contraddistingue, ed è centrale nella storia degli Stati Uniti fino dal 1800».
La norma aggiornata entrerà in vigore a ottobre. «Avrà anche il vantaggio a lungo termine di proteggere i contribuenti assicurando che le persone che entrano in questo paese non diventino oneri pubblici, che possano mantenersi da sole, come hanno fatto gli immigrati negli anni passati», ha detto Cuccinelli . «Non è solo una ricetta per il loro successo, ma per il successo dell’America che cresce dal nostro sistema di immigrazione».
È stata pubblicata oggi infatti sul Federal Register, una nuova normativa, che darà ai funzionari dell’immigrazione la possibilità di negare il permesso di soggiorno a tempo indeterminato, la famosa green card considerata la porta d’accesso alla cittadinanza, se si ritiene che i richiedenti possano essere poi «a carico del pubblico». La formula “public charge” è solitamente usata negli Usa per cittadini che «dipendono dall’assistenza del governo per la loro sussistenza»per quanto riguarda il versamento di denaro liquido.
Come si ottiene la Green Card negli UsaMa ora l’amministrazione Trump allarga il concetto anche a chi beneficia dei food stamp (le carte per acquistare prodotti alimentari date alle famiglie più povere), Medicaid, l’assistenza sanitaria pubblica sempre per i meno abbienti, e le abitazioni popolari. Contro la misura, che verrà annunciata ufficialmente mercoledì per entrare in vigore tra 60 giorni, hanno già annunciato associazioni pro migranti ed i democratici l’hanno già duramente criticata. Associazioni che tutelano i bambini temono che la sua entrate in vigore porterà le famiglie di migranti a non applicare, anche se ne hanno diritto, a programmi federali per la distribuzione di cibo ai bambini nel timore poi di perdere il diritto al permesso di soggiorno.
Salvini "stana" Renzi e 5 Stelle "Taglio parlamentari e poi voto"
Il redde rationem è cominciato. Al Senato sono iniziate le operazioni di voto per decidere una data sul calendario per la mozione di sfiducia su Conte. In Senato sono presenti tutti i big: anche Matteo Salvini. Il capogruppo al Senato del Carroccio, Romeo, ha già parlato chiaro confermando che la Lega "chiede che il Senato voti la mozione di sfiducia a Conte nella giornata di domani e, per rispetto" alle commemorazioni sul crollo del ponte di Genova, che l’Aula si riunisca alle 16.
Sulla stessa posizione anche Forza Italia che con l'intervento della capogruppo, Anna Maria Bernini ha chiesto un voto in tempi rapidi: "C'è qualcuno che sta preparano altri progetti, contrari alla volontà popolare e alieni al voto. Noi vogliamo votare subito la mozione di sfiducia, votiamo subito dopo la mozione sul calendario".
Ma l'intervento sui cui sono puntati i riflettori è quello di Matteo Salvini. Dopo aver preso posto tra i banchi della Lega ha preso la parola chiedendo un ritorno immediato alle urne. "Come sono lontani i riti della politica dal paese reale, che non si capisce perchè non si debbano disturbare i parlamentari a ferragosto", ha affermato Salvini. Poi ha aggiunto: "L’Italia vuole certezze e cosa c’è di più lineare, dignitoso e bello che dare la parola al popolo".
A questo punto il ministro degli Interni si è rivolto a Renzi che ha proposto un governo istituzionale per votare la manovra e il taglio dei parlamentari. Salvini incalza Renzi: "Dico al senatore Renzi e ai 5 Stelle che possiamo fissare per la prossima settimana il taglio dei parlamentari e un minuto dopo si torna al voto, noi ci siamo. Vedo che dai banchi del Pd ora non applaudono più e qualche abbronzatura si sta stingendo... ". Parole chiare quelle di Salvini che chiede dunque un ritorno in tempi rapidi alle urne.
Poi, dopo Salvini è il turno del Pd con il capogruppo Marcucci che ha messo nel mirino il vicepremier con parole dure: "Lei non ha paura di noi ministro Salvini e fa bene perché siamo democratici. Io invece confesso che ho paura di lei, delle sue parole, delle sue idee, dell'Italia che lei vuole.
Oggi per noi è una bella giornata, perché mettere fine a questo governo a trazione salviniana è una benedizione. Qui quello abbronzato più di tutti è lei". A seguire l'intervento della capoguppo del Misto-Leu: "È vero, lei non ha paura del voto ma ha paura dei processi, ha paura dei magistrati".
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