mercoledì 14 agosto 2019
In Senato esiste già una nuova maggioranza M5S, PD e LeU che può far nascere un governo abusivo anti-italiano
Al Senato passa la linea di M5s, Pd e LeU. L’aula di Palazzo Madama, infuocata dalle polemiche tra Matteo Renzi e i dem, respinge le mozioni del centrodestra di votare la sfiducia al premier Giuseppe Conte già domani, 14 agosto.
Confermato dunque il calendario e il timing votato in conferenza dei capigruppo lunedì, con le comunicazioni del presidente del Consiglio a Palazzo Madama il prossimo martedì 20 agosto alle 15.
Sulla carta, è il primo passo ufficiale della possibile, nuova maggioranza alternativa, quella giallorossa formata da grillini e dem su cui Renzi, Zingaretti e Grillo hanno intavolato la trattativa.
Tutto però è in divenire, visto che pochi minuti prima del voto Salvini ha aperto a sorpresa alla proposta di Luigi Di Maio di approvare il taglio dei parlamentari. “Affare fatto, anticipiamo le votazione e poi subito alle urne”. Salvini ha lanciato così l’esca, smontando il principale asse d’intesa tra 5 Stelle e democratici.
In cambio, i 5 Stelle hanno chiesto alla Lega di ritirare la mozione di sfiducia al premier anche se la risposta del ministro degli Interni è stata raggelante: “Non siamo al mercato del pesce”.
La maggioranza, causa tempi tecnici e con le dovute modifiche alla squadra di governo, potrebbe sopravvivere ancora per qualche mese ma i problemi (enormi) restano. Una soluzione che potrebbe far felice solo chi tira a campare.
martedì 13 agosto 2019
Salvini: “Se i 5 Stelle fanno l’accordo con Renzi torneremo ai 500mila sbarchi che il PD regalò agli italiani”
Un eventuale accordo M5S-Pd lascia perplessi i dem ma a farsi sentire è anche il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ricorda: “Spero che per salvare la poltrona i 5 Stelle non facciano un governo con Renzi perché torneremmo ai 500mila sbarchi che il Pd regalò agli Italiani negli anni passati” scrive il leader della Lega in un post su Facebook.
Salvini è “al lavoro al ministero da stamane per evitare lo sbarco di oltre 500 immigrati a bordo delle navi di due Ong, una francese e una spagnola. Per 350 di essi la Libia ha dato la disponibilità di un porto di sbarco, mentre per gli altri (quelli visitati dal milionario Richard Gere) l’indicazione che ho dato è il divieto di ingresso nelle nostre acque e l’invito a navigare in direzione Spagna. Vi faccio sapere come va a finire, io non mollo” si legge nel post del ministro dell’Interno.
Gasparri: stop alle ong e agli sbarchi in ItaliaSulla vicenda degli sbarchi e delle ong interviene anche il senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia: “Basta con l’assedio all’Italia. Presunte ong francesi, spagnole, norvegesi vorrebbero scaricare nel nostro Paese centinaia e centinaia di clandestini.
Che vanno a recuperare incoraggiando, come sempre, i trafficanti di persone. Si tratta di un autentico concorso esterno con le attività criminali di chi specula sulla disperazione di gente che paga molti soldi per questi viaggi della speranza. Bisogna bloccare queste navi. E bisogna avere una politica chiara e coraggiosa nei confronti dell’Europa che si volta dall’altra parte. Stop alle ong. Stop agli sbarchi.
E stop anche a chi vorrebbe fare in Italia un governo clandestino per far entrare altri clandestini”. Gasparri aggiunge: “Diciamo no alla clandestinità anche nel Parlamento. Si alla democrazia vera, all’assunzione di responsabilità. Che consiste anche nel chiudere le porte del nostro Paese – conclude Gasparri – a chi vuole portare qui illegalmente altre persone”.
Roma, pacchetto con droga destinato a Zingaretti nella sede PD. Un altro con liquido inviato a Palazzo Chigi
Un nuovo tipo di terrorismo sta colpendo l’Italia? Intimidazione o minaccia, tutto reso più complicato e indecifrabile dalla complessa crisi di governo.
Due pacchi sono stati recapitati oggi, uno a Palazzo Chigi, l’altro al segretario del Pd Nicola Zingaretti presso la direzione nazionale del partito a Roma. Il primo pacco sospetto è stato recapitato a Palazzo Chigi. Lo si è appreso in mattinata da fonti della questura di Roma.
Il pacco, una busta gialla senza mittente, secondo le prime informazioni, sembrava contenesse eroina. Sul posto la Digos.
Le analisi sulla sostanza presente nella busta sono state eseguite dal nucleo Nbcr dei vigili del fuoco.
Poco dopo però si è appreso che il pacco non conteneva eroina ma un liquido non pericoloso, sembra un liquido vinilico. Il pacco era indirizzato genericamente alla presidenza del Consiglio. Sul posto sono intervenuti la Digos e il Nucleo Nbcr dei Vigili del Fuoco.
Invece a quanto pare era proprio eroina la polvere bianca contenuta nel pacco inviato al Nazareno e indirizzato al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Lo si apprende sempre da fonti della questura di Roma. La polvere bianca è stata analizzata dal Nucleo Nbcr dei Vigili del fuoco.
La busta gialla, analoga a quella recapitata a Palazzo Chigi, non aveva alcun mittente. Sul posto è intervenuta la Digos che sta svolgendo accertamenti.
I poltronari del PD gettano la maschera, Bettini: “Governo politico col M5S e urne chiuse per 4 anni”
Nel Pd dilaniato dalle correnti e dalle spaccature, avanza una proposta politica dell’ex braccio destro di Walter Veltroni, Goffredo Bettini, che non immagina un’operazione politica di corto respiro, tra Pd e M5S, ma un patto politico per governare altri 4 anni e scacciare via le urne e l’incubo di una possibile vittoria del centrodestra.
«Il Pd deve avere il coraggio e la determinazione di trattare un accordo di governo con il M5S in chiave anti-Salvini», afferma l’ex deputato e coordinatore della segreteria dem, in un’intervista al Corriere della sera. «L’idea di un governo istituzionale, di transizione, di un governo del presidente, chiamatelo come volete, è un tragico errore.
E bene ha fatto, con coraggio, Nicola Zingaretti a opporsi con forza. Dopo esserci fatti carico di una manovra economica pesantissima, che avrebbe come obiettivo quello di porre rimedio ai guai provocati dal governo gialloverde, torneremmo comunque al voto nel giro di poco. Con la certezza di vedere decuplicato il rischio della deriva plebiscitaria di Salvini».
Bettini parla esplicitamente di un governo politico di legislatura, sorretto da una maggioranza Pd-M5s. «È un tentativo difficilissimo ma vale la pena di provarci. Salvini non lo contrasti con gli insulti, né con le polemiche sulla moto d’acqua o sulle sue mutande, né tantomeno con un governicchio che gli darebbe l’arma, fasulla ma efficace, di sostenere che stiamo facendo un golpe per evitare il voto democratico. Soltanto un accordo di legislatura, basato su una profonda riflessione politica, può consentire al Pd e al M5S di rispondere alla rivoluzione conservatrice lanciata dal leader della Lega».
Nel Pd prime reazioni positiveLe reazioni, a caldo, sono molto positive nel Pd: «Considero la traccia di lavoro proposta in queste ore da Goffredo Bettini giusta e da sostenere. E’ chiaro che i margini di un confronto con il Movimento 5 Stelle sono assai limitati ma rimangono possibili se matureranno una nuova consapevolezza politica, alternativa al pericolo estremista di Matteo Salvini.
Non accordi di corto respiro ma una vera svolta utile al paese a partire da europa, lavoro, scuola, ambiente. Mettendo in discussione anche le folli politiche migratorie del ministro uscente della paura. Il PD unito può fare la differenza in questo confronto e respingere così il gioco pericoloso di Salvini sulla pelle degli italiani», dice Maurizio Martina a Circo Massimo su Radio Capital.
«Bettini indica un percorso difficile ma intelligente che credo valga la pena provare a percorrere. Sarà pieno di insidie e potremo provarci solo con un patto interno al Pd: lavorare tutti come una squadra, unita intorno al Segretario», scrive Dario Franceschini su Twitter.
La Spagna del “compagno” Sanchez chiude i porti: respinti i 31 clandestini minorenni sulla Open Arms
La Spagna di far sbarcare i migranti della Open Arms in un porto iberico non vuole saperne. Non sono bastati gli appelli social anche di rappresentanti del mondo dello spettacolo come Javier Bardem, il governo Sanchez va per la sua strada: da accogliente è diventato “serrado”, con i porti chiusi. E dunque l’indifferenza di Madrid davanti alla nave ong che è in mezzo al Mediterraneo con almeno 150 persone a bordo.
Madrid ha infatti respinto l’appello lanciato dal capitano di Open Arms che ha chiesto di poter far sbarcare in Spagna i 31 minori che si trovano a bordo. Il capitano Marc Reig ha inviato lunedì una lettera all’ambasciata spagnola a Malta, chiedendo che Madrid conceda asilo ai minori, garantendo che tutti “rispettano i requisiti per il riconoscimento come rifugiati”. La risposta piccata a questa richiesta è arrivata dal ministro ai lavori pubblici spagnolo, Josè Luis Abalos che ha affermato: “Il capitano non ha la competenza legale o l’autorità per chiedere asilo per i minori“.
Abalos, come riporta Adnkronos, ha poi elogiato gli sforzi spagnoli nei salvataggi di migranti in mare, dicendo che la guardia costiera lo scorso anno ne ha salvati 50mila. “Non è giusto contestare il governo spagnolo, o la sua reputazione, quando si tratta del tema dei soccorsi“, ha aggiunto. Insomma Madrid si volta dall’altra parte e si iscrive di diritto nella lista dei Paesi con la doppia morale sui migranti come francia e Germania che chiedono all’Italia di aprire i porti per tenere i propri chiusi alle navi delle ong. Resta dunque inascoltato il messaggio di Javir Bardem: “Crediamo che la Spagna sia il Paese giusto e ideale per farlo, perché è il Paese d’origine della ong Open Arms, che sta facendo un lavoro necessario e straordinario per la dignità umana e per salvare la vita di persone che fuggono da situazioni che nemmeno possiamo iniziare a immaginare“.
Insomma ormai l’Europa è sempre più a senso unico. Il problema dell’immigrazione, secondo gli Stati del Mediterraneo, è solo italiano. A questo quadro va aggiunta anche la mossa del tribunale di Palermo che nella risposta al ricorso presentato da Open Arms accende i fari proprio sulla situazione che riguarda i minori: “I loro diritti di essere accolti in strutture idonee, di avere nominato un tutore e di ottenere il permesso di soggiorno evidentemente vengono elusi“. E per questo motivo il Tribunale ha chiesto chiarimenti ai ministri.
Migranti, nuova stretta di Donald Trump: “Via dagli Stati Uniti coloro che vengono per farsi mantenere da noi”
Donald Trump vuole negare il visto e la green card ad immigrati regolari che, a causa del loro basso reddito, dipendono dall’assistenza pubblica per quanto riguarda la sanità, la casa e gli assegni alimentari. «Il principio alla base di esso è un vecchio valore americano, ed è autosufficienza”, ha detto a Fox News Ken Cuccinelli, direttore del servizio di Immigrazione e cittadinanza .
«È un principio fondamentale – il sogno americano stesso – ed è una delle cose che ci contraddistingue, ed è centrale nella storia degli Stati Uniti fino dal 1800».
La norma aggiornata entrerà in vigore a ottobre. «Avrà anche il vantaggio a lungo termine di proteggere i contribuenti assicurando che le persone che entrano in questo paese non diventino oneri pubblici, che possano mantenersi da sole, come hanno fatto gli immigrati negli anni passati», ha detto Cuccinelli . «Non è solo una ricetta per il loro successo, ma per il successo dell’America che cresce dal nostro sistema di immigrazione».
È stata pubblicata oggi infatti sul Federal Register, una nuova normativa, che darà ai funzionari dell’immigrazione la possibilità di negare il permesso di soggiorno a tempo indeterminato, la famosa green card considerata la porta d’accesso alla cittadinanza, se si ritiene che i richiedenti possano essere poi «a carico del pubblico». La formula “public charge” è solitamente usata negli Usa per cittadini che «dipendono dall’assistenza del governo per la loro sussistenza»per quanto riguarda il versamento di denaro liquido.
Come si ottiene la Green Card negli UsaMa ora l’amministrazione Trump allarga il concetto anche a chi beneficia dei food stamp (le carte per acquistare prodotti alimentari date alle famiglie più povere), Medicaid, l’assistenza sanitaria pubblica sempre per i meno abbienti, e le abitazioni popolari. Contro la misura, che verrà annunciata ufficialmente mercoledì per entrare in vigore tra 60 giorni, hanno già annunciato associazioni pro migranti ed i democratici l’hanno già duramente criticata. Associazioni che tutelano i bambini temono che la sua entrate in vigore porterà le famiglie di migranti a non applicare, anche se ne hanno diritto, a programmi federali per la distribuzione di cibo ai bambini nel timore poi di perdere il diritto al permesso di soggiorno.
Salvini "stana" Renzi e 5 Stelle "Taglio parlamentari e poi voto"
Il redde rationem è cominciato. Al Senato sono iniziate le operazioni di voto per decidere una data sul calendario per la mozione di sfiducia su Conte. In Senato sono presenti tutti i big: anche Matteo Salvini. Il capogruppo al Senato del Carroccio, Romeo, ha già parlato chiaro confermando che la Lega "chiede che il Senato voti la mozione di sfiducia a Conte nella giornata di domani e, per rispetto" alle commemorazioni sul crollo del ponte di Genova, che l’Aula si riunisca alle 16.
Sulla stessa posizione anche Forza Italia che con l'intervento della capogruppo, Anna Maria Bernini ha chiesto un voto in tempi rapidi: "C'è qualcuno che sta preparano altri progetti, contrari alla volontà popolare e alieni al voto. Noi vogliamo votare subito la mozione di sfiducia, votiamo subito dopo la mozione sul calendario".
Ma l'intervento sui cui sono puntati i riflettori è quello di Matteo Salvini. Dopo aver preso posto tra i banchi della Lega ha preso la parola chiedendo un ritorno immediato alle urne. "Come sono lontani i riti della politica dal paese reale, che non si capisce perchè non si debbano disturbare i parlamentari a ferragosto", ha affermato Salvini. Poi ha aggiunto: "L’Italia vuole certezze e cosa c’è di più lineare, dignitoso e bello che dare la parola al popolo".
A questo punto il ministro degli Interni si è rivolto a Renzi che ha proposto un governo istituzionale per votare la manovra e il taglio dei parlamentari. Salvini incalza Renzi: "Dico al senatore Renzi e ai 5 Stelle che possiamo fissare per la prossima settimana il taglio dei parlamentari e un minuto dopo si torna al voto, noi ci siamo. Vedo che dai banchi del Pd ora non applaudono più e qualche abbronzatura si sta stingendo... ". Parole chiare quelle di Salvini che chiede dunque un ritorno in tempi rapidi alle urne.
Poi, dopo Salvini è il turno del Pd con il capogruppo Marcucci che ha messo nel mirino il vicepremier con parole dure: "Lei non ha paura di noi ministro Salvini e fa bene perché siamo democratici. Io invece confesso che ho paura di lei, delle sue parole, delle sue idee, dell'Italia che lei vuole.
Oggi per noi è una bella giornata, perché mettere fine a questo governo a trazione salviniana è una benedizione. Qui quello abbronzato più di tutti è lei". A seguire l'intervento della capoguppo del Misto-Leu: "È vero, lei non ha paura del voto ma ha paura dei processi, ha paura dei magistrati".
Ong “scafista” denuncia Salvini: “Ha violato il copyright di una foto”. Giudici rossi tedeschi lo condannano
Pur di portare Matteo Salvini in tribunale, le ong si appellano pure al copyright. Così la Lifeline ha denunciato il ministro italiano per violazione del diritto d’autore quando lui ha pubblicato la foto di un attivista.
E ora il tribunale tedesco lo ha condannato alla rimozione dei post in cui appariva l’immagine. Nel giugno del 2018, quando l’ong aveva dato al vicepremier del “fascista” dopo che lui aveva ribadito la chiusura dei porti italiani alle navi cariche dei migranti recuperati nel Mediterraneo.
A quel tweet, Salvini aveva risposto con la foto di Sören Moje, membro dell’equipaggio, scattata dal giornalista Friedhold Ulonska (anche lui a bordo dell’imbarcazione) e pubblicata sul web dalla stessa Mission Lifeline. Ma Ulonska ha fatto ricorso e il tribunale di Francoforte gli ha dato ragione: ora Salvini deve togliere la foto dai suoi profili social o rischia fino a 250 mila euro di multa e sei mesi di reclusione.
“Matteo Salvini usa come strumento del suo incitamento contro di noi materiale fotografico di missioni di salvataggio in mare, immagini prese da me”, dice il fotografo sulla pagina di Missino Lifeline, “Non mi ha chiesto se gli fosse permesso.
Come tutti gli altri, Matteo Salvini deve rispettare la legge. Se non lo fa, come nel caso di specie, ci piace ricordargli i limiti delle sue azioni con tutti i mezzi costituzionali”.
Alessia Morani non vuole mollare la poltrona: “No alle elezioni, si ad un governo con PD, M5S, FI e pure LeU”
“La proposta di Renzi è una proposta di buon senso. Si tratta di mettere al centro l’interesse dell’Italia e di fare poche cose essenziali in modo da traghettare il Paese a un voto che non sia drammatico. Non mi pare un ostacolo il fatto di dover mettere assieme forze politiche che si sono sfidate in questo governo tremendo.
Del resto, Lega e M5s sono stati avversari prima del 4 marzo 2018 e hanno continuato a essere avversari anche dopo“. Sono le parole della deputata Pd, Alessia Morani, nel corso di una intervista telefonica rilasciata alla trasmissione “Ma cos’è quest’esate”, su Radio24. E puntualizza: “Il Pd non è rilevante solo ora con la crisi di governo, ma è il secondo partito che c’è in Italia, quindi credo che con noi si debba fare i conti.
Il gruppo parlamentare del Partito Democratico sia alla Camera che al Senato è un gruppo parlamentare consistente. Zingaretti vuole andare alle urne? Intanto, non decide lui ma Mattarella. Immagino che all’interno del Pd ci sarà una discussione, che non sarà sicuramente semplice, perché sia la poszione di Zingaretti, sia la posizione di Renzi comportano una grande responsabilità e delle conseguenze che non sono banali. Noi – continua – comunque siamo abituati alla discussione, non abbiamo un “capitano” che decide .
Credo che la posizione di Renzi sia una posizione legittima di uno dei leader del Pd. Mi pare di capire che anche all’interno della stessa maggioranza di Zingaretti il dibattito sia aperto, perché ho letto le dichiarazioni di Franceschini e di Bettini“. La parlamentare dem ribadisce: “Un governo tecnico sarebbe un suicidio politico per il Pd? Io, da parlamentare nazionale che ha interesse per il bene del Paese, mi pongo di più il problema del suicidio dell’Italia piuttosto che del suicidio di quella o quell’altra forza politica.
E poi abbiate pazienza: il governo che è uscito fuori dalle elezioni del 4 marzo 2018 rispettava la volontà popolare? Se non corrisponde alla volontà popolare un governo largo che coinvolga Pd, M5s, Forza Italia e magari anche Liberi e Uguali, allora bisogna dire che anche il sedicente governo del cambiamento non corrisponde alla volontà popolare.
Io non è che sono contraria alle elezioni, ma qualcuno dovrà farsi carico di quello che succederà agli italiani, perché, a dispetto delle favole raccontate da Salvini, noi ci troveremo di fronte a una Italia con il sedere per terra, tra crescita zero, produzione industriale che arranca e possibile aumento dell’Iva, il che sarebbe devastante”.
“Il governo tedesco ordinò di sbarcare i migranti in Italia”: ora la sinistra vuole nascondere l’attacco all’Italia
“Fake news“. Un’espressione che ha cominciato a circolare nel 2016, in seguito all’ascesa di Donald Trump, per indicare quelle che fino a poco tempo fa chiamavamo bufale. O balle. Insomma, notizie imprecise o sbagliate utilizzate per un fine politico ben preciso. Ma da due anni a questa parte l’espressione “fake news” è stata utilizzata anche da una certa stampa – che potremmo sbrigativamente definire di sinistra – per bollare l’operato di altri colleghi che – sempre sbrigativamente – potremmo definire di destra. Prendiamo per esempio l’ultimo caso, quello delle parole pronunciate da Carola Rackete, la “capitana” di Sea Watch 3, alla tv tedesca Zdf.
La “bomba”, in Italia, viene sganciata il 7 agosto da Tpi, che non può esser certamente esser accusato di esser un giornale sovranista, che riporta le parole della “capitana”: “Il ministro dell’Interno tedesco (Horst Seehofer) insistette perché i migranti venissero registrati in Italia. Ciò vuol dire che una soluzione ci sarebbe potuta essere“. L’articolo è firmato da Madi Ferrucci, giovane giornalista con una grande esperienza che ha vinto il Premio Morrione grazie a un’inchiesta sulla fabbrica di armi Rwm in Sardegna e che collabora (tra gli altri) con Il Fatto Quotidiano e Report.
La notizia viene poi ripresa da La Verità e da ilGiornale.it con un articolo intitolato Carola Rackete: “Il governo tedesco mi ordinò di portare i migranti in Italia”. Le fonti di partenza sono quelle già citate: il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro e Tpi. Ma queste ovviamente non sono sufficienti. La domanda che la redazione si pone è: siamo sicuri che la “capitana” abbia detto proprio questo? Vengono così contattate diverse persone, tra cui un madrelingua che non lascia spazio a dubbi: “Confermo – ci scrive su WhatsApp – Ha detto questo. Giusto quello che scrive Tpi“. Ed è a questo punto che l’articolo inzia a prendere forma.
Non c’è nessuna nuova bufala su Carola RacketeMa non basta. Si scaldano i giornali di sinistra, pronti a calare il jolly delle fake news. InizaButac il sito diretto Michelangelo Coltelli e fino a qualche anno fa sponsorizzato da Laura Boldrini – che ci accusa di fare “pseudogiornalismo” ma non fornisce alcuna traduzione alternativa. Solo un riassunto fornito da una sua lettrice: “Lei spiega che già prima della sua decisione in extremis, la Germania aveva già accettato di accogliere i rifugiati. In particolare la città di Rothenburg (minuto 5:24) era pronta a far partire un bus per andarli a prendere in Sicilia. Subito dopo dice che sarebbe dovuto arrivare il benestare del governo tedesco, che c’è stato, e che l’unica richiesta del governo tedesco a quello italiano sarebbe stato di registrare i migranti in Italia”.
È poi la volta de Il Post che titola: C’è un’altra bufala su Carola Rackete. Nell’articolo si sostiene che l’articolo di Tpi sarebbe stato distorto da ilGiornale.it e La Verità, “due quotidiani di destra che sull’immigrazione diffondono spesso notizie false o imprecise, evidentemente senza verificare cosa avesse detto davvero Rackete“. E non basta aver fatto le verifiche del caso. In quanto quotidiano di destra, su un tema come questo – per Il Postovviamente – noi non faremmo verifiche. Eppure le verifiche le abbiamo fatte eccome.
Ma non solo. È poi il turno di Open, il quotidiano diretto da Enrico Mentana, che accusa ilGiornale.it di aver creato ad hoc una bufala sui presunti “ordini” del governo tedesco alla Rackete. Ma, con buona pace di Open, Tpi ha pubblicato un articolo in cui viene tradotta letteralmente la frase “incriminata”: “Sì esatto, e disse anche di voler mandare un bus finanziato con soldi raccolti da Seebruecke (Seebruecke è un movimento per la solidarietà internazionale che porta avanti azioni di questo tipo, ndr). Ma questo avrebbe dovuto essere permesso. E qui di nuovo il ministro dell’Interno ha insistito/voluto (“darauf bestanden hat”) perché/che i migranti fossero registrati in Italia. Una soluzione era possibile quindi fin dal primo giorno“.
Spiega a tal proposito Tpi: “‘Bestehen auf’ è un’espressione che contiene il verbo ‘bestehen’ ed ha un significato forte in tedesco: non è un consiglio ma un’espressione di forte volontà. Questo verbo è utilizzato, ad esempio, in espressioni traducibili come: ‘Voglio che tu mi dica la verità’ (‘Ich bestehe darauf, dass du die Wahrheit sagst’), tanto che in queste espressioni si utilizza come sinonimo del verbo ‘pretendere’ o ‘verlangen’: ‘Pretendo che tu mi dica la verità’ (Ich verlange, dass du die Wahrheit sagst)“.
Possiamo invece discutere, ma è davvero una questione di lana caprina, sul termine “portare”. Carola dice che il governo le ordinò di “registrare” i migranti nel nostro Paese e, ovviamente, per compiere questa azione era necessario condurli a Lampedusa, come poi è successo. Ci troviamo quindi di fronte a un ordine bello e buono da parte del governo tedesco. Con buona pace degli sbufalatori e dei loro santi laici.
Palombelli: “Gli italiani non vogliono migranti, sinistra e Papa non l’hanno capito. L’integrazione? Non con lo Ius Soli”
Barbara Palombelli ha rilasciato una bella intervista a Pietrangelo Buttafuoco sul Fatto Quotidiano. Sempre misurata ed equilibrata, ha il polso politico di una situazione in fieri attraverso il programma Stasera Italia, condotto quotidianamente con saggezza ed onestà intellettuale.
Da questo pulpito non ha risparmiato critiche alla sinistra ed ha evidenziato quello che anche dal Fatto rivendica. Il governo gialloverdeha mantenuto le sue promesse, dice: «Il 95% degli italiani voleva un freno all’immigrazione clandestina, un altro 95% chiedeva un aiuto per i poveri, mi meraviglia che la sinistra non abbia votato a favore del reddito di cittadinanza»
«L’integrazione non si fa con lo Ius Soli»La Palombelli sottolinea che l’esecutivo gialloverde ha anche smentito tutti i suoi detrattori, che non hanno fatto altro che ingenerare paure, come i “mutui alle stelle” con l’impennata dello spred. Ma i colpi più duri la Palombelli li riserva alla sinistra, come già in un post su Fb di qualche giorno fa. Demolisce poi un chiodo fisso della sinistra, lo Ius soli, dando una lezione su cosa significhi vera integrazione. Lo fa, lanciando un paragone su cui riflettere: «Io, di mio, sono appassionata dell’ accoglienza, ma ne ho altrettanta per la legalità.
La sinistra sorvola sulla sua stessa memoria ma dell’integrazione dei meridionali nelle città industriali del nord se ne faceva carico il servizio d’ordine del Pci: “e non si toccano le donne, e le mogli possono lavorare, devono avere la loro libertà…”; l’integrazione si faceva con le caserme, con i figli dei proletari arruolati nell’Arma, e non con lo Ius soli». In un passaggio si definisce “allieva” di Ida Magli e rievoca una profezia che si è avverata proprio in questi ultimi tempi: «Lo sapevo dal 1997 che il sovranismo sarebbe risorto contro un’Europa che annulla le identità…».
Palombelli: «La sinistra (e il Papa) non capiscono che…»Sulla crisi osserva che se la mossa di Salvini rischia di essere un azzardo, l’inciucio tra M5s e Pd sicuramente manderà i due partiti gambe all’aria. Striglia la sinistra che non ha capito che gli italiani, soprattutto i più giovani, vogliono riscoprire “l’identità”. Il riferimento va anche a Papa Francesco, che mobilta tutti contro la Lega e Salvini, interloquisce Pietrangelo Buttafuoco.
«Ma non funziona più così – spiega Palombelli – una cosa è l’identità, e dunque il santo in processione, altra cosa è il potere cattolico». Ne ha soprattutto per il Pd. «Incredibile come il politicamente corretto abbia ridicolizzato le paure delle moltitudini, tutto un insistere sullo stesso mantra – la pancia degli italiani ci fa schifo».
Iscriviti a:
Post (Atom)