martedì 13 agosto 2019

I poltronari del PD gettano la maschera, Bettini: “Governo politico col M5S e urne chiuse per 4 anni”


Nel Pd dilaniato dalle correnti e dalle spaccature, avanza una proposta politica dell’ex braccio destro di Walter Veltroni, Goffredo Bettini, che non immagina un’operazione politica di corto respiro, tra Pd e M5S, ma un patto politico per governare altri 4 anni e scacciare via le urne e l’incubo di una possibile vittoria del centrodestra.

«Il Pd deve avere il coraggio e la determinazione di trattare un accordo di governo con il M5S in chiave anti-Salvini», afferma l’ex deputato e coordinatore della segreteria dem, in un’intervista al Corriere della sera. «L’idea di un governo istituzionale, di transizione, di un governo del presidente, chiamatelo come volete, è un tragico errore.

E bene ha fatto, con coraggio, Nicola Zingaretti a opporsi con forza. Dopo esserci fatti carico di una manovra economica pesantissima, che avrebbe come obiettivo quello di porre rimedio ai guai provocati dal governo gialloverde, torneremmo comunque al voto nel giro di poco. Con la certezza di vedere decuplicato il rischio della deriva plebiscitaria di Salvini».

Bettini parla esplicitamente di un governo politico di legislatura, sorretto da una maggioranza Pd-M5s. «È un tentativo difficilissimo ma vale la pena di provarci. Salvini non lo contrasti con gli insulti, né con le polemiche sulla moto d’acqua o sulle sue mutande, né tantomeno con un governicchio che gli darebbe l’arma, fasulla ma efficace, di sostenere che stiamo facendo un golpe per evitare il voto democratico. Soltanto un accordo di legislatura, basato su una profonda riflessione politica, può consentire al Pd e al M5S di rispondere alla rivoluzione conservatrice lanciata dal leader della Lega».
Nel Pd prime reazioni positive
Le reazioni, a caldo, sono molto positive nel Pd: «Considero la traccia di lavoro proposta in queste ore da Goffredo Bettini giusta e da sostenere. E’ chiaro che i margini di un confronto con il Movimento 5 Stelle sono assai limitati ma rimangono possibili se matureranno una nuova consapevolezza politica, alternativa al pericolo estremista di Matteo Salvini.

Non accordi di corto respiro ma una vera svolta utile al paese a partire da europa, lavoro, scuola, ambiente. Mettendo in discussione anche le folli politiche migratorie del ministro uscente della paura. Il PD unito può fare la differenza in questo confronto e respingere così il gioco pericoloso di Salvini sulla pelle degli italiani», dice Maurizio Martina a Circo Massimo su Radio Capital.

«Bettini indica un percorso difficile ma intelligente che credo valga la pena provare a percorrere. Sarà pieno di insidie e potremo provarci solo con un patto interno al Pd: lavorare tutti come una squadra, unita intorno al Segretario», scrive Dario Franceschini su Twitter.

La Spagna del “compagno” Sanchez chiude i porti: respinti i 31 clandestini minorenni sulla Open Arms


La Spagna di far sbarcare i migranti della Open Arms in un porto iberico non vuole saperne. Non sono bastati gli appelli social anche di rappresentanti del mondo dello spettacolo come Javier Bardem, il governo Sanchez va per la sua strada: da accogliente è diventato “serrado”, con i porti chiusi. E dunque l’indifferenza di Madrid davanti alla nave ong che è in mezzo al Mediterraneo con almeno 150 persone a bordo.

Madrid ha infatti respinto l’appello lanciato dal capitano di Open Arms che ha chiesto di poter far sbarcare in Spagna i 31 minori che si trovano a bordo. Il capitano Marc Reig ha inviato lunedì una lettera all’ambasciata spagnola a Malta, chiedendo che Madrid conceda asilo ai minori, garantendo che tutti “rispettano i requisiti per il riconoscimento come rifugiati”. La risposta piccata a questa richiesta è arrivata dal ministro ai lavori pubblici spagnolo, Josè Luis Abalos che ha affermato: “Il capitano non ha la competenza legale o l’autorità per chiedere asilo per i minori“.

Abalos, come riporta Adnkronos, ha poi elogiato gli sforzi spagnoli nei salvataggi di migranti in mare, dicendo che la guardia costiera lo scorso anno ne ha salvati 50mila. “Non è giusto contestare il governo spagnolo, o la sua reputazione, quando si tratta del tema dei soccorsi“, ha aggiunto. Insomma Madrid si volta dall’altra parte e si iscrive di diritto nella lista dei Paesi con la doppia morale sui migranti come francia e Germania che chiedono all’Italia di aprire i porti per tenere i propri chiusi alle navi delle ong. Resta dunque inascoltato il messaggio di Javir Bardem: “Crediamo che la Spagna sia il Paese giusto e ideale per farlo, perché è il Paese d’origine della ong Open Arms, che sta facendo un lavoro necessario e straordinario per la dignità umana e per salvare la vita di persone che fuggono da situazioni che nemmeno possiamo iniziare a immaginare“.

Insomma ormai l’Europa è sempre più a senso unico. Il problema dell’immigrazione, secondo gli Stati del Mediterraneo, è solo italiano. A questo quadro va aggiunta anche la mossa del tribunale di Palermo che nella risposta al ricorso presentato da Open Arms accende i fari proprio sulla situazione che riguarda i minori: “I loro diritti di essere accolti in strutture idonee, di avere nominato un tutore e di ottenere il permesso di soggiorno evidentemente vengono elusi“. E per questo motivo il Tribunale ha chiesto chiarimenti ai ministri.

Migranti, nuova stretta di Donald Trump: “Via dagli Stati Uniti coloro che vengono per farsi mantenere da noi”


Donald Trump vuole negare il visto e la green card ad immigrati regolari che, a causa del loro basso reddito, dipendono dall’assistenza pubblica per quanto riguarda la sanità, la casa e gli assegni alimentari. «Il principio alla base di esso è un vecchio valore americano, ed è autosufficienza”, ha detto a Fox News Ken Cuccinelli, direttore del servizio di Immigrazione e cittadinanza .

«È un principio fondamentale – il sogno americano stesso – ed è una delle cose che ci contraddistingue, ed è centrale nella storia degli Stati Uniti fino dal 1800».

La norma aggiornata entrerà in vigore a ottobre. «Avrà anche il vantaggio a lungo termine di proteggere i contribuenti assicurando che le persone che entrano in questo paese non diventino oneri pubblici, che possano mantenersi da sole, come hanno fatto gli immigrati negli anni passati», ha detto Cuccinelli . «Non è solo una ricetta per il loro successo, ma per il successo dell’America che cresce dal nostro sistema di immigrazione».

È stata pubblicata oggi infatti sul Federal Register, una nuova normativa, che darà ai funzionari dell’immigrazione la possibilità di negare il permesso di soggiorno a tempo indeterminato, la famosa green card considerata la porta d’accesso alla cittadinanza, se si ritiene che i richiedenti possano essere poi «a carico del pubblico». La formula “public charge” è solitamente usata negli Usa per cittadini che «dipendono dall’assistenza del governo per la loro sussistenza»per quanto riguarda il versamento di denaro liquido.

Come si ottiene la Green Card negli Usa
Ma ora l’amministrazione Trump allarga il concetto anche a chi beneficia dei food stamp (le carte per acquistare prodotti alimentari date alle famiglie più povere), Medicaid, l’assistenza sanitaria pubblica sempre per i meno abbienti, e le abitazioni popolari. Contro la misura, che verrà annunciata ufficialmente mercoledì per entrare in vigore tra 60 giorni, hanno già annunciato associazioni pro migranti ed i democratici l’hanno già duramente criticata. Associazioni che tutelano i bambini temono che la sua entrate in vigore porterà le famiglie di migranti a non applicare, anche se ne hanno diritto, a programmi federali per la distribuzione di cibo ai bambini nel timore poi di perdere il diritto al permesso di soggiorno.

Salvini "stana" Renzi e 5 Stelle "Taglio parlamentari e poi voto"


Il redde rationem è cominciato. Al Senato sono iniziate le operazioni di voto per decidere una data sul calendario per la mozione di sfiducia su Conte. In Senato sono presenti tutti i big: anche Matteo Salvini. Il capogruppo al Senato del Carroccio, Romeo, ha già parlato chiaro confermando che la Lega "chiede che il Senato voti la mozione di sfiducia a Conte nella giornata di domani e, per rispetto" alle commemorazioni sul crollo del ponte di Genova, che l’Aula si riunisca alle 16.

Sulla stessa posizione anche Forza Italia che con l'intervento della capogruppo, Anna Maria Bernini ha chiesto un voto in tempi rapidi: "C'è qualcuno che sta preparano altri progetti, contrari alla volontà popolare e alieni al voto. Noi vogliamo votare subito la mozione di sfiducia, votiamo subito dopo la mozione sul calendario".

 Ma l'intervento sui cui sono puntati i riflettori è quello di Matteo Salvini. Dopo aver preso posto tra i banchi della Lega ha preso la parola chiedendo un ritorno immediato alle urne. "Come sono lontani i riti della politica dal paese reale, che non si capisce perchè non si debbano disturbare i parlamentari a ferragosto", ha affermato Salvini. Poi ha aggiunto: "L’Italia vuole certezze e cosa c’è di più lineare, dignitoso e bello che dare la parola al popolo".

A questo punto il ministro degli Interni si è rivolto a Renzi che ha proposto un governo istituzionale per votare la manovra e il taglio dei parlamentari. Salvini incalza Renzi: "Dico al senatore Renzi e ai 5 Stelle che possiamo fissare per la prossima settimana il taglio dei parlamentari e un minuto dopo si torna al voto, noi ci siamo. Vedo che dai banchi del Pd ora non applaudono più e qualche abbronzatura si sta stingendo... ". Parole chiare quelle di Salvini che chiede dunque un ritorno in tempi rapidi alle urne.

Poi, dopo Salvini è il turno del Pd con il capogruppo Marcucci che ha messo nel mirino il vicepremier con parole dure: "Lei non ha paura di noi ministro Salvini e fa bene perché siamo democratici. Io invece confesso che ho paura di lei, delle sue parole, delle sue idee, dell'Italia che lei vuole.

Oggi per noi è una bella giornata, perché mettere fine a questo governo a trazione salviniana è una benedizione. Qui quello abbronzato più di tutti è lei". A seguire l'intervento della capoguppo del Misto-Leu: "È vero, lei non ha paura del voto ma ha paura dei processi, ha paura dei magistrati".

Ong “scafista” denuncia Salvini: “Ha violato il copyright di una foto”. Giudici rossi tedeschi lo condannano


Pur di portare Matteo Salvini in tribunale, le ong si appellano pure al copyright. Così la Lifeline ha denunciato il ministro italiano per violazione del diritto d’autore quando lui ha pubblicato la foto di un attivista.

E ora il tribunale tedesco lo ha condannato alla rimozione dei post in cui appariva l’immagine. Nel giugno del 2018, quando l’ong aveva dato al vicepremier del “fascista” dopo che lui aveva ribadito la chiusura dei porti italiani alle navi cariche dei migranti recuperati nel Mediterraneo.

A quel tweet, Salvini aveva risposto con la foto di Sören Moje, membro dell’equipaggio, scattata dal giornalista Friedhold Ulonska (anche lui a bordo dell’imbarcazione) e pubblicata sul web dalla stessa Mission Lifeline. Ma Ulonska ha fatto ricorso e il tribunale di Francoforte gli ha dato ragione: ora Salvini deve togliere la foto dai suoi profili social o rischia fino a 250 mila euro di multa e sei mesi di reclusione.

“Matteo Salvini usa come strumento del suo incitamento contro di noi materiale fotografico di missioni di salvataggio in mare, immagini prese da me”, dice il fotografo sulla pagina di Missino Lifeline, “Non mi ha chiesto se gli fosse permesso.

 Come tutti gli altri, Matteo Salvini deve rispettare la legge. Se non lo fa, come nel caso di specie, ci piace ricordargli i limiti delle sue azioni con tutti i mezzi costituzionali”.

Alessia Morani non vuole mollare la poltrona: “No alle elezioni, si ad un governo con PD, M5S, FI e pure LeU”


“La proposta di Renzi è una proposta di buon senso. Si tratta di mettere al centro l’interesse dell’Italia e di fare poche cose essenziali in modo da traghettare il Paese a un voto che non sia drammatico. Non mi pare un ostacolo il fatto di dover mettere assieme forze politiche che si sono sfidate in questo governo tremendo.

Del resto, Lega e M5s sono stati avversari prima del 4 marzo 2018 e hanno continuato a essere avversari anche dopo“. Sono le parole della deputata Pd, Alessia Morani, nel corso di una intervista telefonica rilasciata alla trasmissione “Ma cos’è quest’esate”, su Radio24. E puntualizza: “Il Pd non è rilevante solo ora con la crisi di governo, ma è il secondo partito che c’è in Italia, quindi credo che con noi si debba fare i conti.

Il gruppo parlamentare del Partito Democratico sia alla Camera che al Senato è un gruppo parlamentare consistente. Zingaretti vuole andare alle urne? Intanto, non decide lui ma Mattarella. Immagino che all’interno del Pd ci sarà una discussione, che non sarà sicuramente semplice, perché sia la poszione di Zingaretti, sia la posizione di Renzi comportano una grande responsabilità e delle conseguenze che non sono banali. Noi – continua – comunque siamo abituati alla discussione, non abbiamo un “capitano” che decide .

Credo che la posizione di Renzi sia una posizione legittima di uno dei leader del Pd. Mi pare di capire che anche all’interno della stessa maggioranza di Zingaretti il dibattito sia aperto, perché ho letto le dichiarazioni di Franceschini e di Bettini“. La parlamentare dem ribadisce: “Un governo tecnico sarebbe un suicidio politico per il Pd? Io, da parlamentare nazionale che ha interesse per il bene del Paese, mi pongo di più il problema del suicidio dell’Italia piuttosto che del suicidio di quella o quell’altra forza politica.

E poi abbiate pazienza: il governo che è uscito fuori dalle elezioni del 4 marzo 2018 rispettava la volontà popolare? Se non corrisponde alla volontà popolare un governo largo che coinvolga Pd, M5s, Forza Italia e magari anche Liberi e Uguali, allora bisogna dire che anche il sedicente governo del cambiamento non corrisponde alla volontà popolare.

Io non è che sono contraria alle elezioni, ma qualcuno dovrà farsi carico di quello che succederà agli italiani, perché, a dispetto delle favole raccontate da Salvini, noi ci troveremo di fronte a una Italia con il sedere per terra, tra crescita zero, produzione industriale che arranca e possibile aumento dell’Iva, il che sarebbe devastante”.

“Il governo tedesco ordinò di sbarcare i migranti in Italia”: ora la sinistra vuole nascondere l’attacco all’Italia


“Fake news“. Un’espressione che ha cominciato a circolare nel 2016, in seguito all’ascesa di Donald Trump, per indicare quelle che fino a poco tempo fa chiamavamo bufale. O balle. Insomma, notizie imprecise o sbagliate utilizzate per un fine politico ben preciso. Ma da due anni a questa parte l’espressione “fake news” è stata utilizzata anche da una certa stampa – che potremmo sbrigativamente definire di sinistra – per bollare l’operato di altri colleghi che – sempre sbrigativamente – potremmo definire di destra. Prendiamo per esempio l’ultimo caso, quello delle parole pronunciate da Carola Rackete, la “capitana” di Sea Watch 3, alla tv tedesca Zdf.

La “bomba”, in Italia, viene sganciata il 7 agosto da Tpi, che non può esser certamente esser accusato di esser un giornale sovranista, che riporta le parole della “capitana”: “Il ministro dell’Interno tedesco (Horst Seehofer) insistette perché i migranti venissero registrati in Italia. Ciò vuol dire che una soluzione ci sarebbe potuta essere“. L’articolo è firmato da Madi Ferrucci, giovane giornalista con una grande esperienza che ha vinto il Premio Morrione grazie a un’inchiesta sulla fabbrica di armi Rwm in Sardegna e che collabora (tra gli altri) con Il Fatto Quotidiano e Report.

La notizia viene poi ripresa da La Verità e da ilGiornale.it con un articolo intitolato Carola Rackete: “Il governo tedesco mi ordinò di portare i migranti in Italia”. Le fonti di partenza sono quelle già citate: il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro e Tpi. Ma queste ovviamente non sono sufficienti. La domanda che la redazione si pone è: siamo sicuri che la “capitana” abbia detto proprio questo? Vengono così contattate diverse persone, tra cui un madrelingua che non lascia spazio a dubbi: “Confermo – ci scrive su WhatsApp – Ha detto questo. Giusto quello che scrive Tpi“. Ed è a questo punto che l’articolo inzia a prendere forma.
Non c’è nessuna nuova bufala su Carola Rackete
Ma non basta. Si scaldano i giornali di sinistra, pronti a calare il jolly delle fake news. InizaButac il sito diretto Michelangelo Coltelli e fino a qualche anno fa sponsorizzato da Laura Boldrini – che ci accusa di fare “pseudogiornalismo” ma non fornisce alcuna traduzione alternativa. Solo un riassunto fornito da una sua lettrice: “Lei spiega che già prima della sua decisione in extremis, la Germania aveva già accettato di accogliere i rifugiati. In particolare la città di Rothenburg (minuto 5:24) era pronta a far partire un bus per andarli a prendere in Sicilia. Subito dopo dice che sarebbe dovuto arrivare il benestare del governo tedesco, che c’è stato, e che l’unica richiesta del governo tedesco a quello italiano sarebbe stato di registrare i migranti in Italia”.

È poi la volta de Il Post che titola: C’è un’altra bufala su Carola Rackete. Nell’articolo si sostiene che l’articolo di Tpi sarebbe stato distorto da ilGiornale.it e La Verità, “due quotidiani di destra che sull’immigrazione diffondono spesso notizie false o imprecise, evidentemente senza verificare cosa avesse detto davvero Rackete“. E non basta aver fatto le verifiche del caso. In quanto quotidiano di destra, su un tema come questo – per Il Postovviamente – noi non faremmo verifiche. Eppure le verifiche le abbiamo fatte eccome.

Ma non solo. È poi il turno di Open, il quotidiano diretto da Enrico Mentana, che accusa ilGiornale.it di aver creato ad hoc una bufala sui presunti “ordini” del governo tedesco alla Rackete. Ma, con buona pace di Open, Tpi ha pubblicato un articolo in cui viene tradotta letteralmente la frase “incriminata”: “Sì esatto, e disse anche di voler mandare un bus finanziato con soldi raccolti da Seebruecke (Seebruecke è un movimento per la solidarietà internazionale che porta avanti azioni di questo tipo, ndr). Ma questo avrebbe dovuto essere permesso. E qui di nuovo il ministro dell’Interno ha insistito/voluto (“darauf bestanden hat”) perché/che i migranti fossero registrati in Italia. Una soluzione era possibile quindi fin dal primo giorno“.

Spiega a tal proposito Tpi: “‘Bestehen auf’ è un’espressione che contiene il verbo ‘bestehen’ ed ha un significato forte in tedesco: non è un consiglio ma un’espressione di forte volontà. Questo verbo è utilizzato, ad esempio, in espressioni traducibili come: ‘Voglio che tu mi dica la verità’ (‘Ich bestehe darauf, dass du die Wahrheit sagst’), tanto che in queste espressioni si utilizza come sinonimo del verbo ‘pretendere’ o ‘verlangen’: ‘Pretendo che tu mi dica la verità’ (Ich verlange, dass du die Wahrheit sagst)“.

Possiamo invece discutere, ma è davvero una questione di lana caprina, sul termine “portare”. Carola dice che il governo le ordinò di “registrare” i migranti nel nostro Paese e, ovviamente, per compiere questa azione era necessario condurli a Lampedusa, come poi è successo. Ci troviamo quindi di fronte a un ordine bello e buono da parte del governo tedesco. Con buona pace degli sbufalatori e dei loro santi laici.

Palombelli: “Gli italiani non vogliono migranti, sinistra e Papa non l’hanno capito. L’integrazione? Non con lo Ius Soli”


Barbara Palombelli ha rilasciato una bella intervista a Pietrangelo Buttafuoco sul Fatto Quotidiano. Sempre misurata ed equilibrata, ha il polso politico di una situazione in fieri attraverso il programma Stasera Italia, condotto quotidianamente con saggezza ed onestà intellettuale.

Da questo pulpito non ha risparmiato critiche alla sinistra ed ha evidenziato quello che anche dal Fatto rivendica. Il governo gialloverdeha mantenuto le sue promesse, dice: «Il 95% degli italiani voleva un freno all’immigrazione clandestina, un altro 95% chiedeva un aiuto per i poveri, mi meraviglia che la sinistra non abbia votato a favore del reddito di cittadinanza»
«L’integrazione non si fa con lo Ius Soli»
La Palombelli sottolinea che l’esecutivo gialloverde ha anche smentito tutti i suoi detrattori, che non hanno fatto altro che ingenerare paure, come i “mutui alle stelle” con l’impennata dello spred. Ma i colpi più duri la Palombelli li riserva alla sinistra, come già in un post su Fb di qualche giorno fa. Demolisce poi un chiodo fisso della sinistra, lo Ius soli, dando una lezione su cosa significhi vera integrazione. Lo fa, lanciando un paragone su cui riflettere: «Io, di mio, sono appassionata dell’ accoglienza, ma ne ho altrettanta per la legalità.

La sinistra sorvola sulla sua stessa memoria ma dell’integrazione dei meridionali nelle città industriali del nord se ne faceva carico il servizio d’ordine del Pci: “e non si toccano le donne, e le mogli possono lavorare, devono avere la loro libertà…”; l’integrazione si faceva con le caserme, con i figli dei proletari arruolati nell’Arma, e non con lo Ius soli». In un passaggio si definisce “allieva” di Ida Magli e rievoca una profezia che si è avverata proprio in questi ultimi tempi: «Lo sapevo dal 1997 che il sovranismo sarebbe risorto contro un’Europa che annulla le identità…».
Palombelli: «La sinistra (e il Papa) non capiscono che…»
Sulla crisi osserva che se la mossa di Salvini rischia di essere un azzardo, l’inciucio tra M5s e Pd sicuramente manderà i due partiti gambe all’aria. Striglia la sinistra che non ha capito che gli italiani, soprattutto i più giovani, vogliono riscoprire “l’identità”. Il riferimento va anche a Papa Francesco, che mobilta tutti contro la Lega e Salvini, interloquisce Pietrangelo Buttafuoco.

«Ma non funziona più così – spiega Palombelli – una cosa è l’identità, e dunque il santo in processione, altra cosa è il potere cattolico». Ne ha soprattutto per il Pd. «Incredibile come il politicamente corretto abbia ridicolizzato le paure delle moltitudini, tutto un insistere sullo stesso mantra – la pancia degli italiani ci fa schifo».

Milano, ragazzina di 14 anni aggredita e molestata in stazione: arrestato straniero con il permesso umanitario


Turista di 14 anni molestata in Centrale: 30enne fermato per violenza sessuale. Molesta una turista americana di 14 anni in Stazione Centrale a Milano, le palpeggia le parti intime, cerca di scappare ma viene bloccato dalla polizia ferroviaria. Protagonista, un uomo turco di 30 anni: fermato, identificato e denunciato.

Stando a quanto appreso da MilanoToday, succede tutto attorno alle 7.30 di lunedì, nella Galleria dei Mosaici.

Violenza sessuale contro una ragazzina in Centrale
– In pochi minuti si concretizza il momento più terribile per la povera famiglia statunitense in vacanza a Milano.

 Il 30enne, un senza fissa dimora, approfitta della ragazzina sfruttando l’unico attimo in cui la minore resta da sola insieme alla madre, perché il padre si allontana per andare alla toilette. In quel istante, il cittadino turco ‘assalta’ l’adolescente: le si avvicina e comincia a palparle il sedere con insistenza, lasciandola pietrificata.

Alla reazione di sasso delle ragazzina, si contrappongono le urla della madre. Che costringono il 30enne a demordere. Ma, anzi che fuggire, per qualche minuto il molestatore sosta nei paraggi. Continua a fissare la 14enne, minaccioso. Fino a quando madre e figlia non vengono raggiunte dal padre.

 I tre avvertono gli agenti della polfer. Sono loro che, grazie alle descrizioni e poi al successivo riconoscimento da parte delle vittime, rintracciano il turco. L’uomo, titolare di permesso di soggiorno per protezione sussidiaria, viene denunciato per violenza sessuale.

Ocean Viking preleva altri 105 clandestini, ora sono 356: con la crisi di governo le Ong riprendono l’invasione


Italia sull’orlo della crisi di governo e di un’altra imponente invasione di migranti.Sos Méditerranée e Medici Senza Frontiere hanno completato “un soccorso critico”. “Pochi minuti dopo che i giubbotti di salvataggio erano stati distribuiti – spiegano le ong su Twitter -, un tubo di gomma della fragile barca è scoppiato, facendo cadere le persone nell’acqua. Tutti i 105 ora sono in salvo sulla Ocean Viking, dove il totale ora è 356“.

 Il salvataggio è stato compiuto dalla nave umanitaria al largo della Libia, a circa 40 miglia nautiche dalla costa libica, ha riferito AFP, precisando che le persone portate in salvo sono uomini e ragazzi, tra cui 29 minori e due bambini di 5 e 12 anni, in maggioranza sudanesi. La nave Ocean Viking è equipaggiata per accogliere tra 200 e 250 persone in buone condizioni in strutture piazzate sul ponte, ma può portarne a bordo un numero maggiore se necessario, secondo le ong.

 “Più di 350 immigrati a bordo di una nave norvegese di una ong francese e quasi 160 a bordo di una nave spagnola di una ong spagnola (la Open Arms, ndr): ribadiamo l’assoluto divieto di ingresso di queste due navi straniere nelle acque italiane. Si aprano i porti di Francia, Spagna o Norvegia“, è la stringata risposta di Matteo Salvini, ministro degli Interni almeno fino a quando non cadrà il governo.

Grazie per tutto quello che hai fatto per noi, Nadia Toffa: la storica conduttrice de Le Iene ha perso la sua battaglia contro il tumore


È morta oggi a soli 40 anni la ‘Iena’ Nadia Toffa a cui, nel dicembre 2017, era stato diagnosticato un tumore. L’annuncio è arrivato dai profili social de Le Iene, la trasmissione televisiva che l’ha resa famosa. “Niente per noi sarà più come prima”, si legge nel lungo post. Il suo ultimo post risale al primo luglio, quando ha pubblicato una foto sorridente con il suo cane: “Io e Totò unite contro l’afa”, scriveva, “E dalle vostre parti come va? Vi bacio tutti tutti tutti”.

 Gli esordi nelle reti locali Nadia nasce il 10 giugno 1979 a Brescia dove prende il diploma di maturità classica e, poi, si trasferisce a Firenze per laurearsi in lettere con percorso storico-artistico con una tesi sulla Storia della chiave iconografica di San Pietro. La sua prima partecipazione televisiva arriva a 23 anni su Tele Santerno, una tivù locale dove ha presentato il programma di intrattenimento Dolce e amaro. Prima di iniziare a lavorare per Mediaset, per quattro anni conduce vari programmi e telegiornali su Retebrescia.
L’arrivo di Nadia Toffa alle Iene
Nel 2009 diventa un’inviata del programma di Italia Uno, Le Iene, per il quale confeziona numerosi servizi sulle sale di slot machine, sullo smaltimento illegale dei rifiuti in Campania ad opera della camorra e sui casi di tumori riscontrati nel “triangolo della morte” tra Napoli e Caserta e sulla “terra dei veleni” a Crotone. Finisce sotto processo per presunta diffamazione dopo la sua inchiesta sulle truffe che alcune farmacie avrebbero compiuto ai danni del servizio sanitario nazionale. Nel 2014 pubblica il libro Quando il gioco si fa durosul fenomeno della ludopatia in Italia e, nel 2015, vince il primo premio nella sezione TV del Premio Internazionale Ischia di Giornalismo.
I servizi sui vaccini e sul Gran Sasso
Sempre nello stesso anno debutta su Italia1 con Open Space, un talk show di prima serata tutto suo. Qui innescherà molte polemiche una puntata dedicata al tema dei vaccini con ospiti molto particolari. Da una parte Red Ronnie sosterrà che se ne può fare a meno e che basta curarsi con rimedi naturali, dall’altra Alice Pignatti, una mamma che aveva iniziato una campagna a favore delle vaccinazioni pediatriche e due medici su posizioni completamente opposte sul tema. Dopo questa puntata la Toffa si ritrova contro tutto il mondo novax.

 Dal 2016 conduce, insieme a Pif e Geppi Cucciari, Le Iene, nella puntata infrasettimanale, mentre dall’autunno dello stesso anno cambia partners e passa alla puntata domenicale. Un suo servizio del novembre 2017 sul SOX, uno degli esperimenti di fisica delle particelle realizzato nei Laboratori nazionali del Gran Sasso, viene smentito dal mondo accademico che critica la Toffa per aver paragonato quello che sarebbe potuto succedere in Abruzzo con il disastro di Fukushima. Il filosofo Gilberto Corbellini, sul Foglio, aveva contestato “il metodo Iene” dicendo: “Nel caso del Gran Sasso l’effetto paura è scatenato dalla parola ‘nucleare’ e dall’associazione mistificante tra un esperimento con materiale radioattivo, condotto in condizioni super-controllate, e centrale nucleare, che nell’immaginario collettivo è associata a catastrofi devastanti”.

E ancora: “Naturalmente la manipolazione psicologica va condita con opportune falsità. E cosa c’è di più manipolatorio che affermare, falsamente, che gli scienziati dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) hanno tenuto nascosto l’esperimento e i rischi?”. Il magazine Focus, invece, aveva confutato ogni paragone con il Giappone:“Il confronto, o anche la semplice associazione di idee, tra il disastro di Fukushima e l’esperimento SOX non si fonda su argomenti concreti né realistici, ed è un’operazione mediatica scorretta che ha come effetto quello di diffondere tra le persone uno stato di ingiustificato allarme”.
Il malore e la scoperta del tumore
Il 2 dicembre 2017 ha un malore nella sua camera d’albergo a Trieste e viene ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale di Cattinara. L’11 febbraio 2018 ritorna a condurre Le Iene e rivela di aver sconfitto un tumore grazie alla chemioterapia e alla radioterapia. “Ho avuto un cancro. In questi mesi mi sono curata: prima ho fatto l’intervento, poi la chemioterapia e la radioterapia. L’intervento ha tolto interamente il tumore, ma poteva esserci una piccola cellula rimasta e quindi ho seguito i consigli del medico e ho seguito le cure previste. Ora è tutto finito: il 6 febbraio ho finito la radio e la chemio”, aveva detto nel corso della trasmissione.

Affermazioni che avevano suscitato forti polemiche sui social da parte dei malati di cancro tanto che la Toffa aveva, poi, precisato su Instagram: “Nessuno di noi può parlare di guarigione e nemmeno la sottoscritta lo ha fatto”. Una frase che, forse, lasciava presagire che non tutto era risolto. Domenica 8 aprile, infatti, annuncia via Twitter che non avrebbe partecipato al programma: “Ciao ragazzi, – si legge sul suo profilo – stasera non sarò alla conduzione del mio programma preferito, #LeIene, perché negli ultimi giorni ho fatto delle cure che mi hanno provata un bel po’ e quindi mi tocca saltare la puntata di questa domenica. Vi prometto comunque che da settimana prossima tornerò”.


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