venerdì 22 febbraio 2019
Ecco il vergognoso piano della Merkel che va contro l'Italia...
La migrazione porta prosperità", parola di Angela Merkel.
La cancelliera sarà anche dimissionaria ("lascio la politica", ha detto), ma non fa passi indietro e si (ri)prende la scena politica internazionale cavalcando l'accordo di Marrakech sulle migrazioni.
Un balzo in avanti che tira in ballo l'Italia, il governo Conte e in particolare il ministro Salvini.
Per riaffermare una certa centralità tedesca in Europa, Merkel non poteva che sfruttare il Global Compact di cui è sempre stata grande sponsor. "Le migrazioni - ha sottolineato di fronte ai 163 delegati dell'Onu - quando sono legali sono anche una cosa positiva". Non è un caso se, proprio nel giorno in cui le Nazioni Unite hanno adottato il patto sul "diritto a migrare", Berlino e Parigi abbiano presentato (l'ennesimo) piano comune per la riforma del regolamento di Dublino.
L'ultimo tentativo era naufragato sotto i colpi del blocco di Visegrad e dell'Italia. Anche la Merkel fu costretta ad alzare bandiera bianca, ma ora torna all'attacco e insieme alla Francia sottopone agli Stati membri dell'Ue alcune modifiche ai trattati sulla gestione dei richiedenti asilo. "Il meccanismo di solidarietà - si legge nel documento fatto trapelare in questi giorni a Bruxelles - dovrebbe essere basato sui ricollocamenti come regola (al fine di creare prevedibilità e certezza per gli Stati membri in prima linea) con la possibilità per uno Stato membro, su base giustificata, di derogare non ricollocando e mettendo in opera misure alternative di solidarietà".
Uscendo dal linguaggio burocratico, si tratta di un compromesso che non accontenta nessuno e che rischia di ritorcersi nuovamente contro il Belpaese. Il governo italiano, come noto, da tempo chiede che venga messo nero su bianco l'obbligo di redistribuzione dei migranti sbarcati nei Paesi di primo approdo. Diversi Stati Ue si oppongono e ancora non si è arrivati ad una sintesi. La proposta franco-tedesca renderebbe i ricollocamenti obbligatori una "regola", ma manterrebbe viva una scappatoia per chi non intende farsi carico dei profughi. Basterà "motivare" la richiesta di deroga e assicurare alternative "significative", fermo restando che l'Ue deve assicurarsi che "un gruppo sufficiente di Stati membri prendano parte ai ricollocamenti obbligatori". Senza contare che il paese di primo ingresso dovrebbe comunque assumersi la responsabilità degli stranieri per un periodo di 8 anni. Otto anni. Quindi redistribuzione sì, ma solo in un futuro (molto) incerto.
Tra gli obiettivi di Berlino e Parigi c'è anche quello di "salvare" la missione Sophia. L'operazione navale rischia di saltare il 31 dicembre: forse verrà prorogata per tre mesi, ma Salvini continua a chiedere la revisione delle regole di ingaggio. Se così non sarà, Sophia chiuderà i battenti. È (anche) su questo punto che il progetto firmato Merkel-Macron troverà probabilmente le resistenze del Viminale: per i profughi salvati in mare da navi che partecipano a una missione Ue, infatti, il piano prevede che "gli sbarchi" debbano "avvenire nel porto sicuro più vicino". Quindi Malta o l'Italia.
Roma aveva chiesto (senza successo) di scindere tra "porto sicuro di sbarco" e Stato "competente ad esaminare le richieste di asilo", ma la proposta franco-tedesca non va in questa direzione. Anzi. L'Italia si ritroverebbe comunque meta di sbarco sia degli immigrati salvati dalle navi europee (anche se sono una minoranza) che di quelli recuperati da altri natanti (Ong, Guradia costiera, mercantili). Inoltre, se passasse la riforma di Berlino, il governo nostrano dovrebbe poi assumersi la responsabilità dei migranti per otto lunghi anni senza la certezza di ottenerne la redistribuzione in Ue. Tradotto: una fregatura.
Il mondo è in fiamme, ma a noi viene nascosto. I Gilet Gialli CI INVIDIANO IL NOSTRO GOVERNO
Non sono parole al vento queste, ma sono parole di verità che squarciano il muro di mascherata e finta informazione quanto di effettivo silenzio che è stato costruito attorno alle manifestazioni di Parigi, Bruxelles, Amsterdam.
Non cercate informazioni accurate nei giornaloni italiani e relativi siti web o nei telegiornali RAI, Mediaset o La7. Troverete informazioni volutamente superficiali che mirano a nascondere la reale portata degli eventi in Francia, Belgio e Olanda.
In Francia le manifestazioni che si ripetono per il quarto sabato consecutivo assumono una rilevanza che sta addirittura portando a ipotizzare le dimissioni del primo ministro Edouard Philippe e a ipotizzare elezioni anticipate.
Ecco il bollettino di guerra.
Parigi :’Per il quarto sabato consecutivo, in Francia hanno protestato i cosiddetti gilet gialli. In strada sono scese 125’000 persone, 10’000 a Parigi. Il bilancio dei disordini e degli scontri con la polizia è di 118 feriti. Sono state identificate 1385 persone e 974 sono in stato di fermo’.
Bordeaux e Tolosa: La protesta si estende sempre di più in tutta la Francia. In particolare ci sono stati degli scontri nel sud-ovest della Francia. E’ successo a Bordeaux e a Tolosa, dove diverse migliaia di persone sono state allontanate dal centro della città con i gas lacrimogeni e hanno eretto e incendiato delle barricate.
Si tratta di una vera e rivolta contro lo stato di povertà di milioni di francesi. Si trovano in situazione di sopravvivenza, vivono di stenti ogni fine mese – i più fortunati tra gli sfortunati, beninteso – aspettando, come Godot, che quanto di triste e insopportabile stanno sopportando abbia a cessare.
Ma finora hanno aspettato invano. Anzi Macron intendeva ancor più aggravare il loro già grave e pesante disagio con l’aumento del carburante. Quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E che ha portato a dire a sé stessi e agli altri conoscenti, colleghi di lavoro o compagni di disoccupazione: mo’ basta!
Si sono quindi convocati da sé stessi in tutte le piazze della Francia, fino a culminare nella oceanica manifestazione di 4 settimane fa a Parigi, la prima di quattro manifestazioni.
Ormai la protesta dei francesi emarginati non si ferma più fino a quando non otterranno fatti concreti che rappresentino un reale cambiamento in meglio per loro e per le loro famiglie. È un modo distorto e fuorviante di raccontare quanto sta succedendo quando si mette in evidenza che la protesta riguarda l’aumento dei prezzi del carburante. Ma sin dalle prime manifestazioni quella di impedire l’aumento dei prezzi per l’utilizzo dell’auto, nella Francia profonda l’unico mezzo a disposizione, era solo la parte delle richieste da ottenere immediatamente. Di ben più importanti e decisive richieste reclamano i Gilet Gialli.
Qui potete trovare le otto rivendicazioni da loro portate avanti, un manifesto politico che può rappresentare un programma di governo. Impressionano i punti in comune con il programma politico dei 5 Stelle e con il Contratto di Governo firmato da 5Stelle e Lega.
Che la situazione sia fuori del controllo dei Lor Signori d’oltralpe lo testimonia quanto ha fatto sapere ieri sera Macron tramite Le Maire secondo quanto titola La Stampa: ‘Gilet gialli una “catastrofe”, Macron pronto a cambiare rotta: “Ho fatto cavolate” ‘.
Macron ha capito ieri sera quanto non aveva capito fino ad avantieri sera: le proteste non si fermeranno con parole o contentini per fare fessi e contenti i Gilet Gialli.
Anche la Francia si avvia a un radicale cambiamento che sta travolgendo l’Ancien Regime di Sarkozy, Hollande, Macron, i quali sono stati messi a custodia degli interessi delle grandi multinazionali francesi. Qui sta il vero potere, di cui Macron è un semplice servo, pure inetto.
Nella storia francese è già successo che i cittadini inferociti abbiano fatto un repulisti anche truculento. Speriamo che questa volta ci sia il cambiamento senza arrivare a quegli eccessi.
La storia ai capataz francesi, cioè ai veri detentori del potere che detengono anche immense ricchezze, lancia un pesantissimo ammonimento cui è bene che prestino la massima attenzione.
Senza trascurare l’ammonimento a quelli italiani: anche loro hanno da stare attenti.
Ostacolare in ogni modo il cammino del Governo Conte è una scelta suicida.
Cercare di creare divisione all’interno dei 5 Stelle promettendo a singoli deputati o senatori chissà cosa, non porta da nessuna parte. Anzi aggrava l’esasperazione di coloro la cui unica speranza che è rimasta è che il Movimento possa realizzare quanto ha promesso dalla sua nascita e poi confermato nel programma presentato prima delle elezioni e che fa parte del Contratto Di Governo.
Cercare di generare contrapposizione tra Movimento 5 Stelle e Lega, oltre che essere improduttivo, rivela un modo di fare politica indisponente in quanto punta a ribaltare con manovre di palazzo il risultato elettorale.
Non riescono a immaginare i Lor Signori italiani come reagirà il nostro popolo di fronte a questi tentativi? Lo stanno già vedendo: il Consenso al Governo Conte si rafforza giorno dopo giorno!
La Sea Watch ancora abusivamente al "lavoro": l'Ong recupera altri 47 immigrati. Salvini: "No sbarchi in Italia"
Salvini: "No sbarchi in Italia"
Qualche giorno dopo il caso Sea Watch e Sea Eye ferme al largo di Malta ed ecco che lo spettro di una nuova crisi "diplomatica" rischia di investire il Mediterraneo.
Twitter Sea Watch La Ong tedesca ha infatti recuperato altri 47 migranti al largo delle coste libiche ed ora sono tutti a bordo.
La notizia è stata diffusa dalla stessa Sea Watch a poche ore dal naufragio in cui hanno perso la vita 117 migranti, tra cui anche donne e bambini. "Abbiamo appena concluso il soccorso di 47 persone da un gommone in distress - scrive l'Ong sui profili social - Questa mattina @alarm_phone e #Moonbird avevano informato la nave e le autorità competenti di un possibile caso; #SeaWatch si è recata sul posto e li ha soccorsi. Ora sono tutti a bordo, al sicuro". Alarm Phone è un'organizzazione indipendente di soccorso telefonico, mentre il Moonbird è l'aeroplano dell'ong utilizzato per pattugliare il mare.
Non è ancora chiaro se l'evento di Sar sia stato coordinato dalla Guardia costiera italiana, da quella libica o da nessuna delle due. Se l'Ong avesse deciso di operare da sola, allora si riaprirebbe una situazione di stallo come quella successa per Sea Eye e Sea Watch. È infatti possibile che Malta e Italia non diano l'autorizzazione allo sbarco alla nave, se il coordinamento delle operazioni non era stato autorizzato dai Roma o La Valletta. La Libia, come noto, è fuori discussione visto che le Ong non intendono riportare a Tripoli gli immigrati.
Migranti, Salvini contro le Ong: "Più ne partono più muoiono"
Immediata, su Facebook, è arrivata la replica del ministro Salvini: "Una delle navi ha recuperato altre persone - dice su Facebook - Si scordino di ricominciare la solita manfrina. No, in Italia no. Si scordino di ricominciare come a Natale il solito ritornello: 'aprite, spalancate, accogliete': No, no, no. In Italia i porti erano, sono e restano chiusi. La difesa dei sacri confini è un dovere".
SOLDI DA UN DELINQUENTE: PADOAN, ARRIVA LA FINANZA! Così finanziava la campagna elettorale il burattino della massoneria bancaria
Si muove la Guardia di Finanza per fare luce su un finanziamento sospetto usufruito dall’ex ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan proveniente dall’imprenditore Antonio Moretti, agli arresti domiciliari dal 26 novembre con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata all’autoriciclaggio.
Nel mirino dei finanzieri, riporta il Fatto quotidiano, un appuntamento elettorale – Padoan alle ultime elezioni si è candidato nel collegio di Siena – che si è tenuto a Foiano della Chiana il 22 febbraio scorso. Il sospetto è che in quell’incontro fu proprio Moretti a pagare il catering. Nessuno dei due, né Padoan né Moretti, è indagato.
Ma è intorno a loro che ruota l’indagine: nell’informativa la Gdf sottolinea il “presunto avvicinamento” di “Moretti – direttamente o per il tramite della compagna Paola Santarelli (anche lei non indagata, ndr) – nei confronti di alcuni esponenti di istituzioni pubbliche”.
Tra questi, Padoan e l’avvocato Giuseppe Fanfani, ex sindaco di Arezzo e all’ epoca membro laico del Csm”.
Travaglio lancia un siluro a Renzi: "Arresti abnormi? Dovevano finire in galera!"
Marco Travaglio nel suo editoriale di oggi commenta le dichiarazioni di Matteo Renzi sull’arresto dei suoi genitori, accusati di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni insieme all’imprenditore ligure Mariano Massone.
L’ex premier ieri si è sfogato dicendo: “I domiciliari per i miei genitori sono abnormi”. Travaglio osserva sul Fatto Quotidiano: “E ha ragione: due persone normali, con quelle accuse, sarebbero in galera”.
Il giornalista scrive anche che “Renzi apprendeva dell’arresto dei genitori e strillava al complotto a orologeria dei magistrati per eliminarlo per via giudiziaria (come se non ci avessero già pensato più volte gl’italiani per via elettorale) e impedirgli di ‘cambiare l’Italia’, senza neppure pagare il copyright al titolare di quelle parole d’ordine'”.
Ovvero Silvio Berlusconi, il quale “gli manifestava la piena solidarietà, rammentandogli però che con la sua ‘riforma della giustizia’ certe sconcezze – tipo l’arresto di due sospettati di più bancarotte fraudolente con 724 mila euro di fatture false o gonfiate – non accadrebbero più”.
Travaglio ne ha anche per il Partito Democratico, che “si autoimbavaglia sulla loro svolta impunitaria pro Salvini, impegnato com’è a difendere non un ministro indagato per una scelta di governo, ma due privati cittadini fermati dai gendarmi per evitare che continuassero a costruire società fittizie, intestarle a prestanome, svuotarle e poi farle fallire”.
La Chiesa: gli italiani devono ospitare i migranti
ROMA – Dopo le dichiarazioni di Papa Francesco sull’immigrazione, sottolineando come anche Gesù fosse un migrante, ora si muovono anche preti e vescovi italiani. Il loro ragionamento è molto semplice: le strutture della Chiesa Cattolica, essendo al collasso e non avendo più spazio, chiedono una sorta di “collaborazione” con i cittadini italiani.
Il primo ragionamento è: dove si mangia in 3 si può mangiare in 4. Sono le testuali parole di un prete in Sicilia in un’omelia domenicale esortando i fedeli a fare un po’ di spazio a casa per ospitare chi arriva dall’Africa. Molto spesso poi si appellano al fatto che nelle case c’è sempre una mezza stanza libera.
Un prete, in una piccola parrocchia della Puglia, faceva notare come spesso i suoi fedeli sono possessori di un divano-letto e che potrebbe essere sfruttato per dare un tetto per la notte a qualche migrante.
L’ultimo ragionamento in questione riguarda anche lo spazio in casa. Secondo tantissimi preti e vescovi, gli italiani vivono in case troppo grandi per loro e sovradimensionate per il numero di persone che ci abitano. In parole povere, se vivete in 4 in un appartamento per 6 persone potreste ospitare un paio di migranti per ogni casa. Il tutto senza nessuna collaborazione sulle spese, giusto una benedizione.
E mentre i deputati cattolici stanno presentando un disegno di legge che “obbligherebbe” chi ha stanze in disuso o peggio case sfitte ad ospitare i migranti senza fissa dimora, la Chiesa Cattolica fa sapere che la maggior parte delle risorse derivanti dall’ 8 per mille delle dichiarazioni dei redditi, saranno indirizzate alle strutture per i migranti. Il tutto mentre ci sono sempre più italiani in coda alle mense o alle strutture notturne della Caritas.
Salvini sempre piu popolare,tanti risultati tra cui sbarchi meno 65% e i politici europei iniziano a copiarlo
Salvini naviga nello tsunami politico europeo. E si sente a suo agio. La sua linea discorsiva, supportata dai fatti, sembra "dargli ragione" tra gli elettori, e ha iniziato a espandersi all'interno del blocco comunitario.
Salvini: l'Italia non tollererà il discorso delle Nazioni Unite sulla migrazione
"In questi cento giorni in carica quello che è successo è che Matteo Salvini ha vinto la partita di entusiasmare gli italiani. Egli è riuscito a operare bene politicamente in particolare nel panorama dei media, è molto più presente rispetto ad altri.
E la Francia è una conferma vivente che questo clima di inclemenza in politica attraversa tutte le difese del blocco comunitario e diventa la sua forza in diversi protagonisti del vecchio continente. Marine Le Pen ha preso nota di ciò che sta accadendo in Italia e lo ha trasferito al suo elettorato all'inizio del corso, e con un occhio alla prossima primavera.
Nella città meridionale di Frejus, il leader del Rally Nazionale (RN con il suo acronimo francese), ha ritenuto statistiche dei loro vicini: "Il numero di richiedenti asilo in Italia dopo l'avvento al potere di Salvini è sceso del 65%. [...] si deve imporre una politica di immigrazione deterrente in Italia ", ha detto tra gli applausi.
E non solo ha brandito la Lega Salvini come esempio. Lo ha fatto anche con l'FPÖ dell'Austria, sottolineando che la forza delle loro idee lì è già diventata carne al potere, così come in Ungheria e Polonia, e ha richiamato l'attenzione su ciò che è accaduto nelle recenti elezioni in Svezia.
Né chi è al potere sembrano collaborare nel difendere stiva della diga. E 'stato proprio il presidente della Francia, Emmanuel Macron, che è tornato a generare rifiuto alla classe politica piena e la società del paese in generale. In una giornata aperta al Palazzo dell'Eliseo, nella preoccupazione disperata di un cittadino disoccupato di 25 anni per trovare lavoro, Macron ha risposto: "attraversare la strada e si trova un lavoro."
"Non può un capo di stato ad avere questo atteggiamento rimproverare un disoccupato che è colpa loro non avere un lavoro. Che arroganza può costare caro," capisce Dromundo, spiegando che "Macron non è stato popolare da quando è diventato presidente . ha promosso una serie di riforme che non sono state accettate da una larga parte della popolazione, [che] ha portato numerose manifestazioni contro".
Come se le cose non fossero già abbastanza rivolte, il palazzo che ha ricevuto il presidente dell'Ungheria la scorsa settimana nel discorso sullo stato dell'Unione, è stato monumentale. Il processo disciplinare votato contro di lui per le sue politiche sull'immigrazione ha scosso la famiglia del Partito popolare europeo e li ha lasciati come un pollo senza testa.
Baldaccini Daniele
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Salvini propone di imporre crocifissi nelle scuole, la Boldrini lo attacca, Berlusconi rivendica l'idea
Roma. Mateo Salvini, ha presentato una proposta di legge per introdurre l'obbligo di esporre il crocifisso nelle scuole, nelle università pubbliche, negli ospedali, nelle carceri, nelle stazioni, negli aeroporti, nelle sedi diplomatiche, "in un luogo elevato e visibile" .
La proposta della Lega, prevede l'introduzione di crocifissi nelle assolutamente tutti gli edifici pubblici in Italia, considera multe fino a 1.000 euro per gli individui o istituzioni a ritirare "l'emblema della croce o edificio pubblico crocifisso nella che è esposto ".
L'iniziativa è stata criticata da una parte dell'opposizione mentre Forza Italia, il partito di Silvio Berlusconi, ha rivendicato la paternità della proposta. "Crediamo che sia un simbolo identificativo che rappresenta la nostra storia, non solo religiosa ma anche culturale e valori", ha difeso Annagrazia Calabria, leader della sezione giovani di Forza Italia.
"Un governo che si rispetti dovrebbe, prima di tutto, fornire alle scuole insegnanti qualificati e ben retribuiti, palestre accessibili e, soprattutto, edifici sicuri", ha denunciato Laura Boldrini, ex presidente della Camera dei Deputati e deputata del partito progressista. Liberi e Uguali, scissione del Partito Democratico, molto critico nei confronti della proposta ligure.
La formazione guidata da Salvini rianima una storica battaglia, tuttavia, non è stata accolta con entusiasmo da un ampio settore della Chiesa cattolica italiana, critico della politica migratoria intrapresa dal ministro degli Interni transalpino. "La croce è un segno di protesta contro il peccato, la violenza, l'ingiustizia e la morte. Non è mai un segno di identità ", ha denunciato Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica, la rivista storica fondata dalla Compagnia di Gesù, riferimento per le pubblicazioni cattoliche in Italia.
La religione è sempre stata nel DNA della Lega Nord e Salvini non ha evitato di mostrare simboli cristiani durante eventi pubblici. La prima è stata la Bibbia durante l'ultimo atto di campagna in piazza del Duomo a Milano. Più recentemente il capo della Lega ha prestato giuramento come ministro del nuovo governo con il rosario in mano.
Baldaccini Daniele
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Giorgia Meloni, la furia dopo la richiesta di risarcimento dei migranti della Diciotti: "Siamo alla farsa"
Difficile dirlo con parole migliori rispetto a quelle di Giorgia Meloni: "Siamo alla farsa", tuona la leader di Fratelli d'Italia. Si riferisce alla richiesta di risarcimento avanzata dai migranti a bordo della Diciotti al nostro governo.
"Ormai l'Italia viene trattata come lo zimbello del mondo intero e ci ridono proprio in faccia. Quarantuno immigrati della nave Diciotti chiedono un risarcimento al Governo italiano perché non sono stati fatti sbarcare subito.
Perché li abbiamo fatti sbarcare - sottolinea -, li abbiamo accolti, li stiamo mantenendo ma li dovevamo far sbarcare subito.
Un risarcimento che va dai 40 ai 70 mila euro a testa. Somme che milioni di italiani non hanno mai visto", conclude una giustamente furibonda Meloni.
Matteo Renzi, orrore del grillino Michele Giarrusso: "Deve essere impiccato"
Dopo il gesto delle manette, il senatore del Movimento 5 Stelle Mario Michele Giarrusso continua a far parlare di sé. Intervenuto ai microfoni de La Zanzara, intervistato da Giuseppe Cruciani, si è lanciato in altre improvvide dichiarazioni: "Matteo Renzi andrebbe impiccato".
Un’uscita che ha scatenato l’indignazione non soltanto dell’ex premier, travolto dalla bufera dopo la notizia dell’arresto dei genitori, ma di tutto il Partito Democratico. L’intervento al programma radiofonico ha così fomentato le polemiche tra Pd e M5s.
Le acque, in realtà, erano già burrascose ancor prima del gesto "manettaro": i pentastellati, dopo il referendum sulla piattaforma Rousseau, hanno negato il processo a Salvini, così i piddini hanno li accusati di essere caduti irriducibilmente nelle mani del leader della Lega.
È diventato virale il video in cui i senatori del Pd urlavano al senatore Giarrusso "Onestà!", e lui, per tutta risposta ha incrociato i polsi, alludendo al fatto che i "colleghi" non fossero i più idonei a dare lezioni circa la saldezza dei prinicipi visto come è finita ai genitori di Renzi.
Tra l’altro, anche gli stessi conduttori radiofonici sono rimasti piuttosto sorpresi dalle dichiarazioni di Giarrusso, il quale ha rincarato la dose aggiungendo: "Renzi è uno che non ha mai lavorato un giorno in vita sua, perché non ditemi che lavorare a casa del papà dove sono tutti precari tranne lui, significhi lavorare. Renzi, perciò, sarebbe da impiccare (…)
Sì, insomma avete presente la cosa che si fa su un albero, attaccando la corda?". Renzi, intanto, ha risposto a questa pesante dichiarazione scrivendo sul suo account Twitter: "Se pensano di farmi paura, hanno sbagliato bersaglio".
La Littizzetto si rende ridicola, sempre e solo parolacce, altri temi non ne ha
All'ultima puntata di Che tempo che fa non poteva mancare la consueta razione di insulti e parolacce di Luciana Littizzetto, la comica preferita di Fabio Fazio.
Nel mirino della Littizzetto ci finiscono le parole di Lorenzo Fontana, neo-ministro per la Famiglia e vicesegretario della Lega, il quale ha detto che "le famiglie arcobaleno non esistono". La Littizzetto parte con una balla, affermando che Fontana avrebbe detto che "le coppie gay non esistono".
Ovvia la differenza tra ciò che ha detto il leghista e quanto riportato dalla Littizzetto. Dunque, aggiunge: "Non ho niente contro Fontana... Ho tanti amici fontane, ma che facciano le fontane a casa loro". Dunque, l'insulto: "Se devo scegliere un Fontana scelgo Jimmy Fontana, che cantava Il mondo non si è fermato mai un momento, non questo Fontana, che sembra si sia fermato al Medioevo". Eccovi servito il servizio pubblico di Rai1...
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