giovedì 21 febbraio 2019
Anche Matteo ha succhiato denaro dalle società indagate! Quel Tfr sospetto di quando lo fecero dirigente per fottere i contributi figurativi
RENZI DOVREBBE RESTITUIRE IL TFR PAGATO DALL’AZIENDA DI FAMIGLIA? – “IL FATTO” LANCIA L’IDEA: “LA SOCIETÀ CHE GLI HA GARANTITO UNA PENSIONE E UN TFR DA DIRIGENTE ‘SI SAREBBE AVVALSA DEL PERSONALE FORMALMENTE ASSUNTO DALLE COOPERATIVE CHE SONO STATE CARICATE DI DEBITI PREVIDENZIALI E FISCALI E ABBANDONATE AL FALLIMENTO’” – MATTEUCCIO HA PRESO 40MILA EURO DALLA “EVENTI6”, SOLDI ACCUMULATI DAL 2003
Estratto dell’articolo di Marco Lillo per “il Fatto Quotidiano”
Matteo Renzi dovrebbe restituire, o meglio donare allo Stato, il Tfr percepito dalla società di famiglia e pagato dai contribuenti fiorentini. Il trattamento di fine rapporto pagato a Renzi dalla Eventi 6 (società delle sorelle e della mamma) nel 2014 quando Renzi, dopo una campagna del Fatto, si dimise dall’ azienda dovrebbe ammontare a circa 40 mila euro.
(…) La Chil srl, fondata da Tiziano Renzi, è stata ceduta negli anni Novanta a Matteo – socio al 40 per cento – e a sua sorella Benedetta. Dal 1997 al 2003 Matteo è un semplice co.co.co, senza diritto a pensione e tfr, come le due sue sorelle, Benedetta e Matilde. Lo stipendio di Matteo è di soli 14 mila euro lordi nel 2003, fino a ottobre. Il 17 ottobre 2003 lui e Benedetta cedono le quote alla madre, Laura Bovoli. e al padre Tiziano. Il 27 ottobre 2003 la Chil di Laura e Tiziano scopre di avere bisogno di un manager e assume il suo primo e unico dirigente: Matteo Renzi.
Il giorno dopo la Margherita di Firenze sceglie il giovane Renzi come candidato alla presidenza della Provincia. Il 13 giugno 2004 Renzi viene eletto e la Chil gli concede l’ aspettativa. Quindi, dal 2003 al 2009, la Provincia ha versato i contributi figurativi e dal 2009 al 2014 lo ha fatto il Comune di Firenze, quando Renzi è diventato sindaco.
(…) Nell’ ordinanza di arresto per Tiziano e Laura si legge che “la societa Chil Post (poi Eventi 6) si sarebbe avvalsa del personale, formalmente assunto dalle cooperative le quali, non appena raggiunta una situazione di difficoltà economica, sono state dolosamente caricate di debiti previdenziali e fiscali, e abbandonate al fallimento”. Chil ha assunto un solo dirigente, Matteo Renzi.
Nel 2010, quando la famiglia Renzi ha ceduto la Chil alla famiglia Massone che poi l’ ha fatta fallire, ha salvato con la cessione di un ramo di azienda Matteo Renzi e il suo Tfr. La Chil ha ceduto l’ azienda alla Eventi 6. Nel ramo c’ erano due soli dipendenti: Matteo Renzi (tfr allora ammontante a 28 mila euro) e Lucia Pratellesi.
Ora scopriamo che la società che ha garantito a Renzi una pensione e un tfr da dirigente “si sarebbe avvalsa del personale, formalmente assunto dalle cooperative le quali, non appena raggiunta una situazione di difficoltà economica, sono state dolosamente caricate di debiti previdenziali e fiscali e abbandonate al fallimento”. L’ ex premier non c’ entra, ma la società che lo ha pagato è la stessa. Può Matteo Renzi far finta di niente?
Milano come Kabul: non vuole indossare il velo, ragazzina pestata e con i piedi al gelo. Arrestata la madre
La madre è accusata di maltrattamenti nei confronti della figlia di 15 anni e del fratellino più piccolo.
Diversa la versione della madre che nega le violenze
Punita dalla madre, anche fisicamente, se non metteva il velo o se parlava con i compagni maschi.
Costretta a dormire per terra o lasciata a piedi nudi davanti a una finestra aperta, d’inverno. Queste alcune delle violenze, psicologiche e fisiche, che una ragazzina di 15 anni avrebbe subito dalla madre. A rivelare i maltrattamenti sarebbe stato uno svenimento a scuola, tre mesi fa, che avevano spinto la ragazzina a confidarsi con un’insegnante.
La 15enne, di origini egiziane e in Italia dal 2017, sostiene che la madre le facesse indossare il velo islamico contro il suo volere e che la costringesse a studiare il Corano, insieme al fratellino: la pena, in caso di mancata obbedienza, erano punizioni fisiche o minacce. “Non devi raccontare niente… se parli con qualcuno a scuola ti prendo, ti uccido, ti manderò in Egitto e i tuoi zii ti uccidono”, avrebbe detto la mamma alla figlia, secondo quanto riporta il Corriere della Sera. Non solo. Sembra, infatti, che la donna abbia impedito ai figli di uscire di casa e di andare a scuola, nei tre giorni in cui era tornata in Egitto dai parenti.
Il giudice ha deciso di arrestare la madre, 31 anni, vista la situazione “irreversibile in assenza di un intervento esterno dell’autorità giudiziaria”. La donna è stata prima condotta in carcere e poi ai domiciliari, visto l’imminente giudizio, che si terrà in aprile. L’ipotesi è quella del reato di maltrattamenti aggravati: per questo i bambini sono stati collocati in due comunità protette.
Totalmente diversa la versione della madre, che sostiene di essere estranea ai maltrattamenti: secondo la sua versione, i racconti della figlia sarebbero bugie di cui non è riuscita a fare a meno, una volta entrata in una reazione a catena più grande di lei. Non avrebbe il coraggio di ammettere la verità, per una conflittualità genitoriale e per il disagio scolastico, per il quale non sarebbe riuscita a integrarsi con i compagni, o forse anche per i precedenti maltrattamenti subiti dal padre (allontanato dalla famiglia e condannato anni fa). La madre si difende sostenendo di non portare nemmeno lei il velo abitualmente e, in più, sembra che il fratellino non abbia fatto cenno ai maltrattamenti, chiedendo anzi di avere il Corano e una foto di tutti e tre insieme.
Per il giudice, invece, la donna, avrebbe inflitto ai figli “ogni forma di frustrazione della personalità, oppressa e avvilita per un tempo talmente lungo da comportarne la totale soggezione psicologica prima ancora che fisica”.
Otto e Mezzo, Silvio Berlusconi scatenato: "Perché Salvini rispetto a me è un dilettante"
Inarrestabile Silvio Berlusconi: talk show dopo talk show, eccolo approdare anche nello studio di Lilli Gruber, a Otto e Mezzo su La7.
Il leader di Forza Italia spazia dalla politica allo sport, arrivando ovviamente anche a parlare di giustizia, tema caldissimo in questi giorni. Già: si pensi al caso-Diciotti che riguarda Matteo Salvini e anche all'arresto dei genitori di Matteo Renzi.
Dunque, Berlusconi, commentando la vicenda si presta a una battuta che, in effetti, assomiglia moltissimo a una verità difficile da smentire: "Salvini e Renzi si sono dichiarati vittime della giustizia, ma in confronto a me sono dei dilettanti".
L'intervista integrale qui di seguito
Immigrato rapisce ragazzino per strada, lo droga e poi lo stupra: è emergenza immigrazione, non razzismo.
Barletta un immigrato ha avvicinato un ragazzino per poi drogarlo e abusare di lui.
Un migrante sudamericano ha abusato sessualmente di un minorenne di residente a Barletta come l’immigrato, che è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di violenza sessuale e spaccio di sostanze stupefacenti in danno di un minorenne.
E’ stato lo stesso ragazzino, un 15enne, a riferire ai propri genitori quanto accaduto, facendo scattare le indagini.
Il gay lo ha attirato in una trappola per strada, poi lo ha drogato e stuprato. Il 53enne vive per strada ma ha a Barletta una abitazione dove risulta essere domiciliato e all’interno della quale i carabinieri hanno trovato cocaina e hashish, giochi erotici e due telefoni cellulari contenenti foto e filmati pedopornografici.
La Boldrini tenta di difendersi sui social... Ma inutilmente ormai il danno lo ha fatto...
In prima fila sull'aereo, nel posto prenotato da un altro passeggero, ma a suo dire a sua insaputa.
Anche Laura Boldrini (nella foto) si inserisce nel glorioso pantheon dei politici che ottengono privilegi e favori senza neanche saperlo. L'ex presidenta della Camera, ora semplice deputata di un micropartito come Leu, è stata trattata come un'autorità da Alitalia che se n'è infischiata della prenotazione (a pagamento) fatta da Duilio Paolino, imprenditore piemontese, sul volo Roma-Genova, e l'ha fatto sloggiare per lasciare il posto in prima fila alla Boldrini. Tra l'altro, adducendo come scusa la presenza di una persona disabile. Falso. La poltroncina vip era invece per la Boldrini, che evidentemente non può sedersi nelle file dietro tra i passeggeri normali. La paladina dei migranti naturalmente accusa le fake news, diffuse da un uomo quindi anche in odore di sessismo. «Mi sono seduta a bordo nel posto indicato dalla carta d'imbarco ottenuta con check-in online 24 ore prima del volo Alitalia, non è intervenuto nessuno della compagnia area per assegnarmi un posto di favore».
A nessuno capita però di ottenere un posto già prenotato da un altro prima, e di farlo traslocare a forza nelle file dietro. E infatti il web si scatena sul perché invece alla Boldrini sì. Alitalia non dà spiegazioni, ma fa sapere di aver avviato «un'indagine interna sul caso». Morale: occhio a pagare l'upgrade del biglietto se vedete al check-in la Boldrini.
Saviano in crisi di popolarita offende Conte "Sei solo un burattino!"
ROMA – Nuovo duro attacco di Roberto Saviano all’alleanza giallo-verde.
Attraverso i propri profili social, lo scrittore napoletano ha criticato l’incontro tra il vicepremier Matteo Salvini e il leader ungherese, Viktor Orban, prendendo di mira il premier Conte. scrive Saviano oggi a colloquio a Milano con il ministro della Mala Vita, vale la pena evidenziare, anche se non ce n’è ormai bisogno, che l’avvocato Conte non conta. Non tutti hanno la dignità per dire ‘basta, non posso essere un burattino’.
Lui non ce l’ha fatta ed è forse questa, oggi, la vera immagine del Paese“. Di seguito il tweet critico sull’incontro tra Salvini e Orban Incontro Salvini-Orban, l’ennesimo attacco di Saviano al governo Roberto Saviano e Matteo Salvini, un’amicizia mai nata. Lo scrittore napoletano è uno dei fermi oppositori del leader del Carroccio, tanto che in passato c’è stata una denuncia da parte del vicepremier nei confronti dello scrittore di Gomorra per diffamazione.
Un botta e risposta che ormai continua da mesi, su ogni argomento. Questa volta Saviano ha voluto prendere di mira l’incontro che ci sarà a Milano tra il ministro dell’Interno e il leader ungherese Orban, mettendo nell’obiettivo il premier Conte. Lo scrittore ha considerato l’attuale inquilino di Palazzo Chigi come un burattino nelle mani di Salvini e Di Maio. La conferma sarebbe arrivata dall’incontro di martedì 28 agosto 2018. Nelle prossime ore è attesa la replica di Matteo Salvini e del presidente del Consiglio a questo ennesimo duro attacco da parte di Roberto Saviano. Un nuovo capitolo di questa guerra di parole si sta per aprire: lo scrittore napoletano prende di mira le alte cariche del governo che si preparano a rispondere duramente.
Tiziano Renzi, la e-mail confessione che lo inchioderebbe: "Baci, poi chiudiamo tutto"
Dettagli pesantissimi sull'inchiesta che vale gli arresti domiciliari per i genitori di Matteo Renzi, Tiziano Renzi e Laura Bovoli, arrivano da Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera. In primis, secondo i pm, i due hanno "fatto sparire qualsiasi documentazione societaria delle cooperative fallite" al fine di nascondere i mancati versamenti delle imposte e le fatture per operazioni inesistenti.
Questa la pesante accusa formulata dal procuratore Giuseppe Creazzo e dall'aggiunto Luca Turco nel sollecitare i domiciliari. Nel faldone, diverse email e verbali utilizzati per sostenere la contestazione di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni. In particolare spunta una pesantissima email inviata da Tiziano Renzi nel 2015, che secondo i magistrati equivale a una "confessione" circa le procedure utilizzate per nascondere gli illeciti.
Nella mail, datata 18 novembre 2015, Tiziano Renzi sembra scrivere il suo piano d'azione. Si rivolge al genero Andrea Conticini - indagato nell'inchiesta sui fondi sottratti all'Unicef - e all'avvocato Luca Mirco. E scrive: "Tema: contratto per il 10% a todobien. Secondo me occorre predisporre un contratto che preveda questo compenso in base ad un lavoro potenzialmente contestabile anche se il contratto deve essere apparentemente non punitivo.
Chiaramente per i clienti che Eventi 6 passerà come realizzazione alla cooperativa Marmodiv... Quindi aderiamo alle loro condizioni. Contemporaneamente creiamo una nuova cooperativa e la mettiamo pronta. Quando abbiamo preso in mano i lavoratori e abbiamo capito, facciamo il blitz, cambiamo il presidente e chiudiamo Marmodiv per mancanza di lavoro che nel frattempo dall'oggi al domani lo dirottiamo alla nuova.
Ditemi se come strategia può andare sostanzialmente. Baci in bocca fino a gennaio e poi una calorosa stretta di mano". Insomma: un blitz e poi chiudere tutto per far sparire le carte delle coop. Una e-mail molto, molto pesante.
Cardinale accusato di abuso su minori riceve la massima pena. Iniziata la Tolleranza zero
Alla fine, Theodore McCarrick, per anni tra i nomi più influenti della Chiesa statunitense, è stato ridotto allo stato laicale.
La sentenza, per l'arcivescovo emerito di Washington, è arrivata l'11 gennaio e porta in calce una nota che è come una scure: il caso è res iudicata, non soggetto a ricorso, inappellabile.
Accusato di abusi su un minore e di condotta sessualmente inappropriata con seminaristi e sacerdoti, Papa Francesco gli aveva tolto la porpora cardinalizia già il 28 luglio del 2018.
A sette mesi di distanza e a una manciata di giorni dal maxi vertice in Vaticano sulla lotta agli abusi nel Clero (21-24 febbraio), Bergoglio decide anche di infliggergli la massima pena per un chierico e di spretarlo: la tolleranza zero promessa sulla pedofilia è iniziata.
La conferma ai rumors americani arriva con una nota della Congregazione per la Dottrina della Fede. McCarrick, si legge, è stato dichiarato colpevole di "sollecitazione in Confessione e violazioni del Sesto Comandamento del Decalogo con minori e adulti, con l'aggravante dell'abuso di potere, pertanto gli è stata imposta la pena della dimissione dallo stato clericale".
L'accusa di aggressione nei confronti dell'adolescente si riferisce a fatti commessi 45 anni fa, quando l'ex arcivescovo era un sacerdote a New York. A questa, resa pubblica solo a giugno del 2018, se ne è aggiunta un'altra, di un uomo che afferma di essere stato violentato in confessionale a 11 anni, negli anni Settanta.
L'ex presule è però tristemente noto già dagli anni Novanta, quando nella chiesa del New Jersey si vociferava di suoi ricatti sessuali e abusi di potere nei confronti dei seminaristi. Nonostante questo, però, McCarrick ha proseguito la sua carriera senza intoppi, fino ad arrivare alla guida della prestigiosa diocesi di Washington, affidatagli da Giovanni Paolo II nel 2000, un anno prima di essere creato cardinale. Benedetto XVI, salito al potere, aveva sottoposto l'ex porporato a delle sanzioni blande.
Ma si è dovuto aspettare l'arrivo di Bergoglio, nonostante le accuse avanzate dall'ex Nunzio negli Stati Uniti Carlo Maria Viganò, perché l'ex arcivescovo di Washington venisse privato della porpora prima e ridotto allo stato laicale poi. Con questa decisione, McCarrick diventa il prelato cattolico di più alto rango ad essere spretato, ma si attende ancora l'esito in Australia dei due processi in cui è coinvolto il prefetto per l'Economia, George Pell, per coperture e abusi su minori.
Luigi Di Maio, l'offerta ai dissidenti del M5S: dentro il governo tre loro ministri
Il voto su Salvini con la piattaforma Rousseau si sta rivelando un boomerang per Luigi Di Maio. Perchè, come scrive Il Giornale, è vero che il 59% di coloro che hanno votato si sono espressi contro il processo a Salvini e a favore del governo, quindi anche dello stesso leader M5S.
Ma è anche vero che, seppur in modo spannometrico, i cosiddetti "dissidenti" si sono potuti contare. E il 41% che ha votato contro la linea del capo non è roba da poco.
Il quale capo non potrà non tenerne conto, scegliendo se andare allo scontro frontale determinando una scissione del Movimento che in tanti ritengono probabile subito dopo le europee, oppure aprendo con fatti concreti a quella parte del M5S che non ha mai digerito l'intesa di governo con la Lega.
Come? Secondo Il Giornale con un rimpasto della compagine governativa pentastellata che plachi le continue rivendicazioni dei ribelli e allo stesso tempo li faccia accedere alla stanza dei bottoni, rendendoli così corresponsabili, per forza di cose, di scelte non sempre in linea coi "sacri" principi del grillismo. I nomi che si fanno, tra i sacrificabili, sono quelli di gaffe-man Toninelli, della ministra della Difesa Trenta e dell'evanescente titolare della Sanità Grillo.
Al loro posto, tra i nomi dei papabili per un ingresso a Palazzo Chigi, ci sono Luigi Gallo, Danila Nesci e Carca Ruocco.
Tav, c'è l'accordo tra Lega e M5s. Mozione per ridiscutere l'opera
L'accordo tra Lega e Movimento 5 stelle sulla Tav c'è. L'opera va ridiscussa. Bisogna rivedere integralmente il progetto della Linea Torino-Lione, nell'applicazione dell'accordo tra Italia e Francia. È questo l'impegno che la maggioranza chiede al governo con la mozione depositata alla Camera, firmata dai capigruppo M5s e Lega, Francesco D’Uva e Riccardo Molinari.
Nel testo, si ricorda, fra l'altro, che la scelta di realizzare l’Asse ferroviario Torino-Lione veniva consolidata e assunta al Vertice Italo Francese di Torino del 29 gennaio 2001 e perfezionata poi con l’accordo supplementare del 5 maggio 2004. Il progetto definitivo è stato poi approvato dal CIPE con delibera del 20 febbraio 2015.
Quindi si fa riferimento all’analisi costi-benefici chiesta dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha dato mandato di predisporre una nuova valutazione dell’adeguamento dell’asse ferroviario T in questione. Obiettivo dell’analisi consentire "un’allocazione delle risorse più efficiente per supportare il procedimento decisionale, con cognizione di causa, se attuare o meno una proposta di investimento o se optare per eventuali alternative", si legge.
I due paesi, con il ministro Toninelli e l’omologa francese, nel contempo, hanno firmato "congiuntamente una lettera per posticipare i bandi di gara relativi al tunnel di Base". In sostanza, il sospetto è che fino alle elezioni europee non si prenderà una decisione netta sulla Tav. E le opposizioni accusano: questa mozione è uno "scambio" tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini per il caso Diciotti.
Boldrini schiuma rabbia da tutti i pori: così insulta i Cinquestelle che hanno votato per Salvini
Laura Boldrini contro il Movimento 5 Stelle che ha salvato, tramite il voto su Rousseau, il ministro dell’Interno dall’autorizzazione a procedere “Prima gli hanno lasciato la guida pur avendo preso il doppio dei suoi voti. Poi, dopo aver gridato per anni ‘onestà’, per Salvini hanno venduto pure l’anima, salvandolo dal processo“.
Laura Boldrini commenta così la decisione del Movimento 5 Stelle, tramite la sua base di elettori che ha votato sulla piattaforma Rousseau, di salvare Matteo Salvinidall’autorizzazione a procedere chiesta dal Tribunale dei Ministri di Catania per il caso della nave Diciotti.
L’ex presidente della Camera dei deputati va così all’attacco via social – Twitter per l’esattezza – dei pentastellati, accusandoli di aver venduto l’anima pur di non votare contro l’alleato leghista, cosa che avrebbe probabilmente innescato una crisi di governo irreparabile.
Dunque, la Boldrini ha calcato la mano e ha concluso il suo affondo tirando una stoccata anche all’indirizzo del ministro del Lavoro: “La storia del #M5S al governo è ingloriosa quanto l’attaccamento di #DiMaio alla sua poltrona”
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