lunedì 18 febbraio 2019
HA L’ELICOTTERO PRONTO PER SCAPPARE! MACRON CHE CONIGLIO: da quando sono comparsi i giubbotti gialli sul tetto dell’Eliseo è pronto in qualunque momento per salvargli la pelle
Le rotatorie della Francia profonda sono diventate le loro nuove agorà, luoghi di dibattito e condivisione di idee, dove preparare le manifestazioni.
Ma i gilet gialli, il movimento sociale nato sui social network contro il caro-benzina, ha ambizioni più alte: dopo le strade e i palcoscenici televisivi, puntano a conquistare il Parlamento europeo, secondo quanto raccontato ieri dal settimanale Marianne. È Christophe Chalençon, uno dei volti mediatici di primo piano dei gilet gialli, ad aver lanciato l’ idea di una lista per le elezioni europee del maggio 2019.
L’obiettivo? «Portare la voce della ruralità e della provincia» di fronte a una Bruxelles «disumana, che si interessa esclusivamente alla finanza a discapito dei popoli». Professione fabbro, Chalençon, originario del Vaucluse, ha votato Macron al primo e al secondo turno delle elezioni presidenziali del 2017, ma si è pentito, e ora dice di voler cambiare la macchina europea dall’ interno, «perché è l’ unico modo per farci sentire» dall’ inquilino dell’ Eliseo.
Galvanizzato da un sondaggio pubblicato dal Journal du dimanche, che dà un’ eventuale lista dei gilet gialli al 12%, Chalençon si è già attivato per mettere in piedi il progetto, trovando un sostegno di peso: Bernard Tapie, ex presidente dell’ Olympique Marsiglia ed ex ministro delle Città sotto la presidenza Mitterrand. L’ uomo d’ affari, contattato da Marianne, ha detto di essere «profondamente toccato» dalla rabbia dei gilet gialli e di essere pronto «ad offrire uno spazio per organizzarsi ed esprimersi attraverso La Provence (quotidiano di cui è editore, ndr), per permettere loro di proporre un’ offerta politica alternativa».
«Questo movimento deve strutturarsi. Altrimenti rischia di spegnersi, o di essere strumentalizzato da un partito politico», ha aggiunto. Anche Alexandre Jardin, scrittore e fondatore del movimento civico Bleu Blanc Zèbre, ha affermato di voler sostenere questa «rivolta territoriale contro il sistema centralizzato». Intanto, l’ esecutivo, attraverso il suo portavoce, Benjamin Griveaux, ha chiesto ai gilet gialli di essere «ragionevoli» alla luce di quanto accaduto a Strasburgo, e di non scendere in piazza sabato prossimo.
Ma Priscillia Ludosky, una delle leader del movimento, ha confermato che il “V Atto” della mobilitazione si terrà. Chissà, allora, se il capo dello Stato si barricherà ancora dentro la sua fortezza. Il Canard enchaîné ha rivelato che sabato scorso il palazzo presidenziale era stato trasformato in un vero e proprio bunker, con un elicottero pronto a mettere in salvo Macron in caso di “presa dell’ Eliseo”.
Ecco la prova! Paragone inchioda il giornalista del Corriere: è a libro paga di George Soros! Adesso capite perchè spara contro il governo?
Per tutto il week end ci siamo sorbiti le inchiestone del vicedirettore del Corriere della sera, Federico Fubini, che ha accusato il ministro Savona di non essersi dimesso dal fondo inglese Euklid.
Notizia falsa, visto che il ministro ha poi dimostrato di aver lasciato il fondo ben prima della formazione del Governo gialloverde.
Una sonora smentita che ha costretto Fubini anche a cancellare precipitosamente un post su Twitter, consumando una brutta figura: sarebbe bastato ammettere che Savona era nel giusto, ma tant’è. Ora, anche noi vorremmo toglierci alcuni dubbi e ci piacerebbe sapere da Fubini – sempre cosi pungente nei suoi scritti – se gli avanza un po’ di inchiostro per spiegare ai lettori del Corriere e a chi lo guarda in tv quali rapporti intrattiene con la Open Society Foundations del finanziere speculatore Soros, uno che in passato ha fatto soldi a palate scommettendo sul crollo di monete come la lira o la sterlina.
Dalla scheda pubblicata sul sito dell’organizzazione, infatti, non solo si apprende che Fubini fa parte del board europeo di Open Society, ma addirittura “porta i suoi legami con le istituzioni politiche italiane”. Allora domandiamo: cosa significa di preciso questa missione?
Perché un giornalista che si vanta della sua imparzialità mette in relazione Open Society con la politica italiana? Non trova in questo suo ruolo un velo malizioso di… lobbismo?
Ps. A chi volesse commentare impongo subito una regola: zero offese di qualsivoglia contenuto. Io mi attengo ai fatti.
MACRON SFORA IL 3%, MA IN EUROPA I CATTIVI SONO SALVINI E DI MAIO: perchè nessuno adesso rompe le balle al burattino amante delle vecchiette?
E adesso l’Europa che fa? Già, perché Emmanuel Macron nel suo discorso alla Francia di lunedì sera ha annunciato un pacchetto di misure, tra cui l’aumento degli stipendi minimi, che porteranno il Paese a sforare il tetto del 3 per cento.
Proprio come sta cercando di fare l’Italia. Come sottolinea ilgiornale.it, lo ha confermato il presidente dell’Assemblea nazionale, Richard Ferrand, secondo cui la Francia “probabilmente aumenterà il deficit” pubblico “temporaneamente” per finanziare le misure annunciate da Macron in risposta ai gilet gialli. Ferrand, a Rtl, ha comunque assicurato che il deficit tornerà al di sotto del 3% nel 2020. Secondo il presidente dell’Assemblea nazionale, l’aumento del deficit “non sarà massiccio” e sarà in ogni caso “strettamente temporaneo” perché nel 2020 “non avremo questo effetto cumulativo delle misure e ritroveremo un ritmo inferiore al 3 per cento”
Insomma, Parigi sforerà il tetto, mister Europa Macron pronto a violare le regole. Proprio mentre lo stesso Macron, di concerto con Bruxelles, sta facendo di tutto perché l’Italia non possa sforare quel tetto. La scelta della Francia, dunque, è destinata ad avere un pesante impatto sui rapporti interni all’Europa. Soprattutto nel caso in cui le concessioni riguardassero solo Parigi e non noi. Per ora, da Bruxelles, tutto tace. O quasi. Una parola l’ha spesa Pierre Moscovici, commissario Ue per l’Economia, che ha dichiarato che la Commissione “seguirà con attenzione l’impatto degli annunci fatti dal presidente” Macron sul deficit della Francia. “Siamo in contatto costante con le autorità francesi”, ha aggiunto Moscovici, che sta partecipando alla plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo.
BUFERA SU GENTILONI! SONO ARRIVATI I CARABINIERI. ECCO COSA STA SUCCEDENDO
"GENTILONI INAUGURA E I CARABINIERI SEQUESTRANO.
Circa un mese fa il Presidente del Consiglio dei Ministri ha inaugurato la stazione dell'alta velocità di Afragola.
Gli avevamo detto di non farlo. Era ancora un cantiere aperto e tra le altre cose è oggetto di una faida di camorra.
Ma non ci ha ascoltati. Ha voluto tagliare per forza il nastro. Poi dopo qualche giorno si è scoperto che:
- Bar e parcheggio non potevano essere aperti, poiché il Comune di Afragola ha rigettato la richiesta di Scia. Per il bar, che è stato chiuso, è stata emessa una multa pari a 5 mila euro.
Il parcheggio incassava in assenza di autorizzazione ed è stato inibito.
- L'impianto di climatizzazione e riciclo d'aria era sprovvisto del motore.
- Le uscite di sicurezza davano sull'area del cantiere ancora aperto.
- La stazione non era dotata di kit pronto soccorso nè defibrillatori.
- Il servizio taxi non poteva essere effettuato in mancanza di un bando di concorso per il rilascio delle concessioni.
- Il sottopasso è stato chiuso per mancanza di collaudo di pompe di sollevamento delle acque piovane.
Non vengano a dirci che sono stupiti. Lo sapevano e gli era stato detto. Hanno preso in giro i cittadini con l'ennesimo spot.
Ora si sbrighino a terminare i lavori (davvero) e ci risparmino l'ennesima farsa del taglio del nastro."
PANICO NEI GIORNALONI! FRECCERO LANCIA FINALMENTE IL TG SOVRANISTA PER SMASCHERARE LE BALLE DI BRUXELLES
La Rai di Marcello Foa i fuochi d’ artificio di Capodanno li ha sparati il 3 gennaio. Carlo Freccero, nuovo direttore di rete, teneva una conferenza stampa sulla nuova Rai 2 in cui, assieme ad alcune intuizioni – tipo la promessa, si vedrà se realizzabile, di riportare Daniele Luttazzi in Rai – ha annunciato un programma abbastanza indicativo del mood tele-sovranista del governo giallonero: «L’ ottavo blog».
Se il motto di Rt, la tv del Cremlino, è «question more», metti tutto in dubbio, premessa per rivedere – diciamo così – il concetto di verità nel giornalismo, la Rai 2 di Freccero-Foa propone un programma giornalistico che, parole di Freccero, sarà «una rassegna dell’ informazione che non deve essere divulgata. Lo sapete benissimo, ci sono dei giornali che ritengono queste notizie sempre complottiste, ed è sbagliata, questa cosa». Insomma, ha spiegato, un programma «sull’ attualità secondo Internet, Internet che diventa mainstream». Lo sdoganamento del complottismo.
Freccero ha citato alcuni blog e siti (L’ intellettuale dissidente, Lantidiplomatico, Il nodo gordiano), alcuni intellettuali (Enzo Pennetta, Federico Dezzani), nello stile dell’ informazione «alternativa» che piace anche a Foa.
E che va brevemente illustrata. L’ antidiplomatico è il sito non ufficiale che però dà molta della linea geopolitica grillina. I lettori della «Stampa» lo conoscono da anni: filo Putin, filo Assad, fortemente anti-europeo, e anti-israeliano. Fu registrato a nome di Alessandro Bianchi, collaboratore di Alessandro Di Battista.
Il sito ebbe per un periodo tra i collaboratori Achille Lollo, ex militante di Potere Operaio condannato per il rogo di Primavalle (fu incendiata la casa di Mattei, morirono un bambino di 10 e un ragazzo di 22, figli del segretario della sezione missina di quel quartiere romano). Il nome di Lollo scomparve dopo un articolo della «Stampa» che raccontava la cosa. L’ antidiplomatico è molto dentro la galassia social pro M5S. Ovviamente adora i gilet gialli. Molto interessanti anche gli altri due siti citati da Freccero.
«L’ intellettuale dissidente» si presenta così: «Contro il monopolio dell’ informazione di massa e la finta alternanza dei punti di vista», «luogo in cui fissare il messaggio antagonista». Le citazioni della Rivoluzione Conservatrice tedesca si sprecano (Ernst Jünger su tutte), più vario rossobrunismo e molto sovranismo. Il primo titolo ieri in home page era: «Sovranità o barbarie». Il direttore e fondatore è Sebastiano Caputo, che ha in curriculum reportage dal Medio Oriente e dal Donbass (il territorio ucraino occupato dai russi), e propone in home una bella intervista a Steve Bannon, titolata: «Dove va il populismo».
Il 24 settembre Caputo scrive: «Di passaggio a Roma sono stato uno tra i primi giornalisti italiani ricevuti nella terrazza della sua stanza d’ albergo». Dalle terrazze romane, Bannon, riferisce Caputo, racconta che il disegno è fronteggiare Cina, Iran e Turchia, e per far ciò c’ è «la necessità di riportare la Russia di Putin nel blocco occidentale», e occorre «depotenziare l’ Unione europea». Tutto molto eurasiano e rossobruno.
«Il nodo di Gordio» è una rivista online e think tank, che pubblica interviste a Michael Ledeen e Luttwak, parla bene di Trump e della Russia, male di Macron. Il direttore è Daniele Lazzeri. Suoi articoli su gasdotti e oleodotti sono apparsi, informa la sua biografia sul sito, in Francia e «in Russia, Azerbaijan, Turchia e Kazakhstan»
Lazzeri fa parte della cerchia di Savona su euro e Ue: a fine settembre scrisse su Facebok (mai smentito), e Il Nodo di Gordio lo riportò: «Questa mattina mi ha scritto il ministro Savona: “Senza una forte volontà politica non si sarebbe potuto fare nulla. Abbiamo lanciato il guanto di sfida alla vecchia Europa, ora dobbiamo vincere la guerra, perché guerra sarà. Grazie e buon lavoro. Paolo”.
Grande Professore!». Siamo ansiosi di vedere questa trasmissione tv, magari già durante la campagna elettorale verso le Europee.
domenica 17 febbraio 2019
Giorgia Meloni replica a Oliviero Toscani: "Sei un miserabile"
Il post di Giorgia Meloni dopo le parole di Toscani -
"Il radical chic (con tessera Pd in tasca) Oliviero Toscani, fotografo di Benetton, dice alla trasmissione 'La Zanzara' che io sono 'brutta e volgare', che 'gli dà fastidio la mia estetica' e che 'sono ritardata'. Non risponderei a qualcuno che disistimo così profondamente, se non ci fossero in queste poche parole svariate forme di razzismo viscerale", scrive su Facebook Giorgia Meloni. "Razzismo contro le donne, costrette - indipendentemente da ciò di cui si occupano - a dover rendere conto del loro aspetto fisico. E, molto peggio, razzismo verso il dramma di chi soffre di disturbi psichici. Voglio dire che sono profondamente fiera che la mia presenza dia fastidio a una persona così miserabile", conclude la leader di FdI.
Toscani: "Meloni? Mi dà fastidio, è brutta e ritardata" - Alla trasmissione radiofonica Toscani aveva detto rispondendo a una domanda dei conduttori: "Giorgia Meloni? Poveretta, lei è una ritardata. E’ brutta e volgare, mi dà fastidio la sua estetica. E’ proprio fastidiosa e quindi tutto ne risente, anche l’estetica".
Messaggi di solidarietà per la parlamentare di FdI - Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha espresso la sua solidarietà a Giorgia Meloni dopo i "beceri" attacchi di Oliviero Toscani. Oltre al premier anche molti politici dal Partito democratico al M5s hanno espresso la loro solidarietà in Rete.
Manovra, Marine Le Pen svela la vergogna europea per colpire L’Italia
La bocciatura della manovra italiana da parte della EU mette a fuoco una situazione complicata per il governo italiano che come annunciato in passato non è disposto a cambiare una virgola sulla manovra.
Gli ultimi atteggiamenti da Parte dell’ EU nei confronti dell’Italia ha acceso dibattiti e teorie sulle decisioni imposte contro il nostro Paese.
Dopo le dichiarazioni fatte da Nigel Farage, dopo che aveva dichiarato che ‘L’Europa fa bullismo nei confronti dell’Italia’. arrivano anche le dichiarazioni di Marine Le Pen, leader del Raggruppamento nazionale
La verità è che l’Unione europea voleva colpire Matteo Salvini. A sostenerlo, in un’intervista alla Stampa, è Marine Le Pen, leader del Raggruppamento nazionale, sovranista della prima ora e grande nemica del socialista Pierre Moscovici, commissario Ue agli Affari economici in prima fila nella procedura d’infrazione contro l’Italia.
“La Francia per anni ha superato per il deficit pubblico il 3% del Pil, mentre l’Italia restava sotto. Il nostro debito è salito più velocemente del vostro e, anche se minore, è ormai pari al 100% del Prodotto interno lordo, senza contare l’enorme deficit nella bilancia commerciale mentre l’Italia assicura sempre un surplus.
Matteo Salvini, il sondaggio più impensabile: quale regione si prende, il Pd sconvolto
Bye bye Emilia rossa. Che di rosso, nella terra di Peppone, fosse rimasto solo il Lambrusco si era capito da tempo.
Le elezioni di marzo erano state l' ennesima sveglia, con la Lega che aveva quadruplicato i suoi consensi, arrivando al 19,2% e il Pd in crollo verticale.
E non è un episodio. Tutto lascia pensare che le prossime amministrative, in primavera, segneranno il passaggio definitivo: da rossa a verde. L' ultimo segnale è un sondaggio fatto da Ipsos e pubblicato dal Corriere di Bologna: il Carroccio è il primo partito in Emilia Romagna in termini di fiducia. Lo studio si riferisce all' ultimo semestre del 2018. La fiducia nel partito guidato da Matteo Salvini arriva al 23%, quattro punti in più rispetto al 19,2% delle ultime politiche. Solo un punto in meno rispetto alla fiducia registrata a livello nazionale, che si attesta, secondo Ipsos, al 24%.
Al secondo posto, ma con ampio margine di distacco, c' è il Pd, fermo al 17% contro il 14% nazionale. I dem non solo crollano, ma perdono quasi dieci punti rispetto alle ultime politiche, dove erano riusciti a mantenere il 26,4% dei voti.
L'ONDA SALE I primi mesi del governo gialloverde, insomma non solo non hanno intaccato la fiducia degli emiliani nei confronti della Lega, ma l' hanno aumentata. Ma non riguarda tutta la maggioranza. Prova ne è il pessimo risultato del Movimento 5 stelle, che passa dal 27,5% delle Politiche (erano il primo partito in regione) al 15%. Resta una grande fascia di indecisi: il 38%. Positivo è anche il giudizio sul governo: il 48% degli emiliano-romagnoli dà un parere positivo. Piace il premier Giuseppe Conte (53%), seguito da Matteo Salvini (42%) e da Luigi Di Maio (37%). Nel complesso, la Lega incassa il 44% dei giudizi positivi, contro il 38% del M5S.
Numeri che fra qualche mese, quando si voterà in 236 comuni emiliano-romagnoli, di cui 5 capoluoghi di provincia, potrebbero materializzarsi in una piccola valanga verde. I capoluoghi che andranno al voto sono Ferrara, Cesena, Forlì, Modena, Reggio Emilia. In tutti il sindaco uscente è sostenuto dal centrosinistra. Ma la tradizione che continua ininterrotta dall' inizio della Repubblica potrebbe interrompersi.
Almeno in tre capoluoghi di provincia, infatti, la Lega potrebbe vincere. E sarebbe un fatto clamoroso. La partita dove ha più chance è Ferrara, dove il Pd ancora non ha scelto un candidato. Prima di Natale, inseguiti dalla Lega sui temi della sicurezza e dell' immigrazione, i dem avevano pensato di schierare Fulvio Bernabei, ex comandate provinciale della Guardia di finanza. Ma dopo un tira e molla di alcune settimane, l' ex comandante si è tirato indietro.
OCCHIO A BOLOGNA Era spuntata l' idea di una candidatura civica, ma non tutti nel Pd erano d' accordo. Morale, l' alternativa è tra Aldo Modonesi, attuale assessore ai Lavori pubblici e Marcella Zappaterra, ex presidente della provincia. Ma con possibilità di vittoria bassissime: nel caos del Pd crescono sempre di più le chance del leghista Alan Fabbri, per due legislature sindaco di Bondeno, paesino dell' Alto ferrarese, e ora capogruppo della Lega in Regione. Ancora non è ufficiale, ma il Carroccio proverà a schierare lui. Del resto un sondaggio pubblicato in luglio dava la Lega nella città estense al 29,9% con il Pd al 23,2%. E con un 6% in più al Carroccio, nel caso a guidarlo fosse stato Fabbri.
E la Lega potrebbe spuntarla anche a Modena e Forlì. Fabbri non è stupito dai sondaggi. «Solo chi non vive qui può stupirsi. Abbiamo lavorato sul territorio, abbiamo creato una nuova classe dirigente e ora si raccolgono i frutti». C' è una mutazione genetica nell' elettorato emiliano? «La mutazione è nel Pd. La Lega ha raccolto il voto di tanti elettori di sinistra. Siamo in mezzo alla gente, rispondiamo sui temi della sicurezza, dell' immigrazione e del lavoro, per questo cresciamo». E nel 2020 c' è Bologna. «Si può vincere, come in Regione». A primavera, il primo test.
Milano, preso il pirata di piazzale Loreto: è un 24enne, era ubriaco e con patente sospesa “
Preso il pirata della strada di Loreto: è un 24enne, era ubriaco e senza patente „
Tre ore dopo, quando i vigili sono andati a casa sua, era ancora ubriaco. L'etilometro, nonostante il tanto tempo passato, ha dato ancora esito positivo. E forse era fuggito proprio per quello lasciando due uomini a terra. Ma i ghisa ci hanno messo pochissimo ad arrivare a lui.
È stato trovato il pirata della strada che all'alba di sabato - alle 5.30 - ha falciato due motorini in piazzale Loreto per poi scappare senza preoccuparsi delle condizioni dei feriti. Si tratta di M.V., un ragazzo italiano di ventiquattro anni, con diversi precedenti penali.
A restare sull'asfalto sono stati un 36enne e un 42enne, che erano entrambi in scooter. Fortunatamente le due vittime se la sono cavata con qualche ferita non grave. Entrambi hanno avuto un prognosi di venti giorni: uno è stato trasportato in codice giallo alla clinica Città Studi, mentre l'altro in verde al Niguarda.
Stando a quanto ricostruito dai vigili, anche grazie alle telecamere, il pirata proveniva da corso Buenos Aires e avrebbe svoltato a sinistra, in un punto vietato, per imboccare viale Brianza. Proprio in quel momento da viale Monza sarebbero arrivati i due motorini che hanno centrato in pieno la macchina, poi sparita nel nulla dopo aver perso la targa.
Patente sospesa e alla guida ubriaco Gli agenti della Locale, dopo aver ascoltato alcuni testimoni e visto le immagini, sono andati praticamente a colpo sicuro e dopo tre ore si sono presentati a casa dell'autista, in zona Niguarda, dove è stata trovata anche l'auto.
Il giovane, risultato positivo all'alcol test, è stato denunciato per guida in stato di ebrezza e omissione di soccorso ed è stato multato per la svolta vietata e perché era alla guida con la patente sospesa.
Nel suo curriculum da autista, i ghisa hanno trovato altri due precedenti per guida sotto l'effetto di alcol e stupefacenti.
Gli stessi ghisa stanno invece ancora dando alla caccia all'uomo che un paio di ore prima in viale Monza aveva travolto con il suo Suv ungherese una Lancia Ypsilon con due donne a bordo. Una delle due, la passeggera, è in condizioni gravissime al San Raffaele.
Sindaco choc: «Sì, siamo razzisti e qui neri e rom rischiano la pelle»
ALBETTONE – «Immigrati? Se ce li mandano muriamo le case e le riempiamo di letame; siamo orgogliosamente razzisti».
Lo ha detto Joe Formaggio, sindaco di Albettone ( Vicenza) a La Zanzara su Radio 24. «Non vogliamo negri e zingari, da noi rischiano la pelle – ha aggiunto Formaggio esponente di Fratelli d’Italia non nuovo a frasi choc anche sugli omosessuali -.
Esportiamo cervelli e importiamo negri» che «sono meno intelligenti di noi, sono inferiori». E contro l’Islam ed una eventuale moschea si dice pronto ad aprire un «grande allevamento di maiali». «Se un prefetto manda i profughi qui ad Albettone le barricate di Gorino passeranno in secondo piano – ha sottolineato -.
Qui non vogliamo extracomunitari, negri e zingari. Abbiamo un poligono di tiro, il più alto numero di porto d’armi di tutta la regione Veneto. E non vogliamo nessuno che venga a rompere. Da noi rischiano la pelle».
Luigi Di Maio, Movimento 5 Stelle: "Sarà un'agonia lenta e faticosa, ma alla fine spariranno nel nulla"
Ci vorranno anni, l'agonia sarà "lenta e faticosa".
Ma alla fine il Movimento 5 Stelle sparirà. Nel nulla. La da dove era arrivato. E "nessuna capriola li salverà". L'editoriale "terminale" lo scrive su Italia Oggi Giuseppe Turani, il quale approfitta del momento di grave difficoltà dei grillini per spiegare che cosa, a suo avviso, ne provocherà l'estinzione.
Non la mancanza di titoli di studio, di una laurea, di un curriculum che si possa definire tale. "Giuseppe Di Vittorio - scrive - è forse stato il miglior sindacalista italiano e una figura mitica del mondo del lavoro, e aveva imparato a leggere e e scrivere da solo".
Perchè quel che conta - continua Turani - e "il saper fare le cose, avere esperienza, avere testa, come da sempre è in politica. Ma alla Casaleggio non sanno nemmeno cosa sia la politica e quindi, stufi di esibire gente come Barbara Lezzi o Laura Castelli, ora le vogliono laureate, magari in tacco 12 e minigonna".
Ma il problema, dei 5 Stelle, è che "non sanno niente, pensano solo ai voti e non hanno mai saputo come si amministra un Paese".
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