domenica 17 febbraio 2019
Sindaco choc: «Sì, siamo razzisti e qui neri e rom rischiano la pelle»
ALBETTONE – «Immigrati? Se ce li mandano muriamo le case e le riempiamo di letame; siamo orgogliosamente razzisti».
Lo ha detto Joe Formaggio, sindaco di Albettone ( Vicenza) a La Zanzara su Radio 24. «Non vogliamo negri e zingari, da noi rischiano la pelle – ha aggiunto Formaggio esponente di Fratelli d’Italia non nuovo a frasi choc anche sugli omosessuali -.
Esportiamo cervelli e importiamo negri» che «sono meno intelligenti di noi, sono inferiori». E contro l’Islam ed una eventuale moschea si dice pronto ad aprire un «grande allevamento di maiali». «Se un prefetto manda i profughi qui ad Albettone le barricate di Gorino passeranno in secondo piano – ha sottolineato -.
Qui non vogliamo extracomunitari, negri e zingari. Abbiamo un poligono di tiro, il più alto numero di porto d’armi di tutta la regione Veneto. E non vogliamo nessuno che venga a rompere. Da noi rischiano la pelle».
Luigi Di Maio, Movimento 5 Stelle: "Sarà un'agonia lenta e faticosa, ma alla fine spariranno nel nulla"
Ci vorranno anni, l'agonia sarà "lenta e faticosa".
Ma alla fine il Movimento 5 Stelle sparirà. Nel nulla. La da dove era arrivato. E "nessuna capriola li salverà". L'editoriale "terminale" lo scrive su Italia Oggi Giuseppe Turani, il quale approfitta del momento di grave difficoltà dei grillini per spiegare che cosa, a suo avviso, ne provocherà l'estinzione.
Non la mancanza di titoli di studio, di una laurea, di un curriculum che si possa definire tale. "Giuseppe Di Vittorio - scrive - è forse stato il miglior sindacalista italiano e una figura mitica del mondo del lavoro, e aveva imparato a leggere e e scrivere da solo".
Perchè quel che conta - continua Turani - e "il saper fare le cose, avere esperienza, avere testa, come da sempre è in politica. Ma alla Casaleggio non sanno nemmeno cosa sia la politica e quindi, stufi di esibire gente come Barbara Lezzi o Laura Castelli, ora le vogliono laureate, magari in tacco 12 e minigonna".
Ma il problema, dei 5 Stelle, è che "non sanno niente, pensano solo ai voti e non hanno mai saputo come si amministra un Paese".
Vittorio Feltri demolisce Berlusconi: In tutti gli anni di governo non ha fatto un cazzo poveraccio...
“E Madonna, sono decenni che rompono i coglioni con la Shoah, ma basta. Per l’amor di Dio. Non se ne può più”. Il direttore diLibero Vittorio Feltri in collegamento con La Zanzara su Radio 24 parla così degli ebrei al termine di un battibecco con uno dei due conduttori, David Parenzo. Poco più di tre settimana fa proprio il quotidiano diretto da Feltri aveva fatto clamore per il titolo: “Calano fatturato e Pil, ma aumentano i gay”.
E in occhiello: “C’è poco da stare allegri”. Una prima pagina arrivata a dieci giorni di distanza da un’altra apertura molto discussa: “Comandano i terroni”. Ora le frasi contro gli ebrei e la Shoah.
Feltri comincia il collegamento bevendo una coppa di champagne e viene attaccato da Parenzo: “Ma ti pare che uno dice che i meridionali sono pigri e poi alle otto di sera si mette a bere champagne?”. Il direttore di Libero replica: “Ho lavorato da stamattina alle dieci fino alle venti, dov’è il problema? Non sarò libero di andare a mangiarmi un boccone e bere un po’ di champagne? Alla faccia di Parenzo. Ma che te frega, Parenzo, perché voi ebrei non bevete lo champagne? Bevetelo sto champagne, così sareste un po’ più allegri e non mi rompereste i coglioni con la Shoah. E Madonna, sono decenni che rompono i coglioni con la Shoah, ma basta. Per l’amor di Dio. Non se ne può più”.
Feltri ne ha anche per Silvio Berlusconi quando dice che gli italiani sono fuori di testa perché non lo votano: “Qualcuno invece dice che gli italiani erano rincoglioniti quando votavano Berlusconi. E’ tutto da discutere. Sto dicendo che erano più rincoglioniti quando votavano lui. Berlusconi alla fine con tutti gli anni di governo non ha fatto un cazzo, poveraccio. Lui era anche pieno di buona volontà, voleva fare la rivoluzione liberalee poi l’ha affidata ad un socialista, cioè a Tremonti (ex ministro dell’Economia, ndr). Che sarebbe come affidare l’Avis a Dracula”.
Nel corso del suo intervento nella trasmissione condotta da Giuseppe Cruciani, Feltri difende invece il consigliere di Fratelli d’Italia che voleva distribuire frittelle solo a bimbi italiani: “Uno non può nemmeno distribuire le frittelle a chi cazzo vuole? L’anno scorso questo signore diede le frittelle pure ai bambini stranieri. Quest’anno no, non mi sembra il caso di aggredirlo”. Per Feltri ha ragione anche il parlamentare belga Guy Verhofstadt quando chiama ‘burattino’ il premier Giuseppe Conte: “Lo condivido, non mi sembra una cosa così drammatica. Un po’ burattino lo è, perché sappiamo che dipende sia da Salvini che da Di Maio. Direi che è fattuale. E poi io non mi sono sentito offeso perché a me dell’Italia non frega nulla, assolutamente nulla. Prima dell’Italia per me viene Bergamo che poi è una dependance della Svizzera. Quindi non c’entriamo niente noi con l’Italia, con questo Paese cialtrone”.
La difesa di Feltri continua con il ministro Bussetti, dopo la polemica per aver detto che al Sud devono impegnarsi di più: “Ma dov’è l’offesa? Ormai tutti si offendono se usi un termine, se ne usi un altro. Ma porca miseria, dire che al Sud bisogna impegnarsi di più non mi sembra così drammatico. D’altronde non risulta che nell’ospedale di Bergamo ci siano le blatte, sinceramente io a Bergamo non ho mai visto uno scarafaggio. Al Sud c’è una pigrizia organizzativa, non di tipo intellettuale. L’organizzazione ce l’ha solo la ‘ndrangheta che è molto ben organizzata. Ed è il motivo per cui lo Stato non riesce a sconfiggerla. Se lo Stato fosse organizzato come la ‘ndrangheta, sconfiggerebbe la ‘ndrangheta. Non mi sembra così difficile da capire”. Intanto in Veneto qualcuno suggerisce di istituire l’albo delle prostitute: “Questa è un’ottima idea. Se c’è l’albo dei giornalisti, ci deve essere anche l’albo delle puttane”, conclude Feltri.
sabato 16 febbraio 2019
FINALMENTE E' STATA UMILIATA LA FORNERO DAVANTI A MILIONI DI SPETTATORI, LEI A SOLO GIOCATO SPORCO RACCONTANDO SOLO BALLE AGLI ITALIANI!
Duro scontro a Stasera Italia su Retequattro tra l'ex ministro del Governo Monti Elsa Fornero e l'economista Antonio Maria Rinaldi.
Il tema era quello delle pensioni, collegato alla manovra a cui il governo sta lavorando. Dalla Palombelli la Fornero ha recitato la solita formuletta dell'Italia "sul baratro" sostenendo che "dovevamo trovare i soldi per il giorno dopo".
Senza appello la replica di Rinaldi, che all'ex titolare del Welfare ha risposto "mi rifiuto di pensare che un Paese come l'Italia dovesse trovare i soldi per il giorno dopo. E' una cosa impossibile".
Poi, però, Rinaldi ha voluto fare una concessione alla Fornero: "Guardi, a me spiace dire queste cose, anche perchè so che lei è una persona preparata e professionale.
Credo, però, che lei abbia fatto a sua insaputa il lavoro sporco che qualcun altro, che ben sapeva come stavano le cose, le ha chiesto di fare".
La sciacallata infame di Zucconi: strumentalizza la paralisi di Manuel per sputare sul Governo, che così lo sputtana come merita
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Matteo Salvini torna all’attacco del giornalista Vittorio Zucconi, dopo un tweet che attribuisce al ministro dell’Interno la responsabilità per la sparatoria che ha ferito il nuotatore Manuel Bortuzzo.
La firma di Repubblica aveva scritto: “Mentre il ministro degli Interni gioca a fare il poliziotto di cartone nella Roma senza sindaco né governo si sparacchia e si stronca la vita di un giovane e di un campione. Viva il ‘decreto sicurezza’ che facilita l’acquisto di armi”.
Durissima la reazione di Salvini, che su Facebook ha risposto a Zucconi: “Il ‘signor’ giornalista radical-chic, che dalla sua bella casa in America mi incolpa di quanto accaduto, dovrebbe solo vergognarsi.
Ma come si fa a scrivere parole del genere? Anche solo per rispetto verso Manuel e la sua famiglia”.
Matteo Salvini torna all’attacco del giornalista Vittorio Zucconi, dopo un tweet che attribuisce al ministro dell’Interno la responsabilità per la sparatoria che ha ferito il nuotatore Manuel Bortuzzo.
La firma di Repubblica aveva scritto: “Mentre il ministro degli Interni gioca a fare il poliziotto di cartone nella Roma senza sindaco né governo si sparacchia e si stronca la vita di un giovane e di un campione. Viva il ‘decreto sicurezza’ che facilita l’acquisto di armi”.
Durissima la reazione di Salvini, che su Facebook ha risposto a Zucconi: “Il ‘signor’ giornalista radical-chic, che dalla sua bella casa in America mi incolpa di quanto accaduto, dovrebbe solo vergognarsi.
Ma come si fa a scrivere parole del genere? Anche solo per rispetto verso Manuel e la sua famiglia”.
Gian Marco Centinaio: "Se cade il governo si vota, ma molti parlamentari preferirebbero vendere la madre"
"Se il governo salta si torna al voto ma molti in Parlamento preferirebbero vendere la madre".
Gian Marco Centinaio, ospite di Myrta Merlino a L'aria che tira su La7, spiega che non c'è alcuna intenzione di andare alle urne, e non da parte della Lega, ma da molti in Parlamento.
"Prima c'era Matteo Renzi che decideva e Angelino Alfano che eseguiva ora ci sono due leader e forse l'errore che fanno è dire le cose in pubblico anziché dirsele fra loro"
Alessandro Di Battista, il M5s non ne può più dei suoi deliri: cancellato dalla presentazione del reddito
Una mina vagante. Un problema per il governo, con i suoi continui attacchi a Matteo Salvini e con i suoi deliri assortiti, gli ultimi quelli sul Venezuela e il "compagno" Maduro.
E un problema anche per i grillini, che dal suo ritorno in Italia - parlando i sondaggi - non hanno tratto alcun beneficio.
Anzi. Si parla ovviamente del grillino berciante, Alessandro Di Battista, l'urlatore professionista ritornato in Patria per sparacchiare ad alzo zero su tutto e tutti nel vano tentativo di recuperare parte di quel consenso che, giorno dopo giorno, i pentastellati stanno perdendo.
Il risultato, come detto, è però l'esatto opposto. E il fatto che Dibba, forse, sia un problema per lo stesso M5s lo dimostra quanto accaduto ieri, lunedì 4 febbraio, nel giorno del via al reddito ai fannulloni e della presentazione della "card" presentata da Luigi Di Maio in persona (con Giuseppe Conte).
Già, perché al quartier generale dell'Enel a Roma, con in prima fila i manager di Poste Italiane, Di Battista non c'era. Di lui nessuna traccia: meglio metterlo in disparte, meglio non farlo vedere. Già, perché anche il M5s ora ne è certo: fa soltanto danni.
“HANNO TRUCCATO I DATI PER AFFONDARE L’ITALIA” MONTI E UNA BANCA EUROPEA SPUTTANATI DAI PM
Per questo motivo il pubblico ministero alla fine della requisitoria ha chiesto la condanna a due anni di reclusione e 300mila euro di multa per Deven Sharma, all’ epoca presidente mondiale di S&P, e a tre anni di reclusione ciascuno e 500mila euro di multa per Yann Le Pallec, responsabile per l’ Europa, e per gli analisti del debito sovrano Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer.
Per la società di valutazione è stata chiesta la condanna alla sanzione pecuniaria di 4,647 milioni di euro.
Insomma, mentre il quarto governo Berlusconi viveva la sua fase più angosciosa sotto la spinta della crisi da spread, l’ agenzia di rating non avrebbe ottemperato agli obblighi di veridicità delle informazioni fornite. I report sotto accusa sono quattro, l’ ultimo dei quali è il declassamento del rating dell’ Italia di due gradini (da A a BBB+) del 13 gennaio 2012. Il confronto tra 2010 e 2011 citato Ruggiero, che ha parlato per cinque ore, attiene al fatto che il contratto tra il Tesoro e l’ agenzia di rating, durato 17 anni, cessò nel 2010 «ed è dal 2011 – ha sostenuto il magistrato – che si registrano bocciature dell’ Italia da parte dell’ agenzia» adducendo così un «movente ritorsivo» per il delitto contestato.
Il pm ha poi fatto riferimento alla testimonianza del direttore del Debito pubblico presso il Tesoro, Maria Cannata, secondo cui S&P «avrebbe sempre enfatizzato aspetti critici rispetto all’ Italia» e che parlare con i suoi analisti era come «parlare al vento». Ruggiero ha citato come «bazooka fumante» due intercettazioni.
La prima è la telefonata del 3 agosto 2011 tra l’ ex manager S&P Maria Pierdicchi col presidente Sharma in cui si faceva riferimento al fatto che «serve più personale senior che si occupi dell’ Italia», dunque ammettendo l’ impreparazione del team di valutazione. La seconda è una mail dell’ ex responsabile corporate rating Renato Panichi nella quale si sottolineava come la valutazione del sistema bancario al momento del taglio del rating fosse «esattamente contraria alla situazione reale».
«Molti indizi raccolti fanno più di una prova sul complotto ordito da oligarchie, troika, banche di affari e massonerie internazionali, per abbattere e sostituire con un loro fiduciario, un governo democraticamente eletto, quello presieduto da Silvio Berlusconi», ha commentato il capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta, parlando di «un vero e proprio colpo di Stato» e invocando ancora una commissione d’ inchiesta parlamentare. «Le agenzie di rating sono state gli esecutori di un complotto che però ha mandanti politici», ha chiosato la deputata azzurra Elvira Savino. S&P ha ribadito che «le accuse non sono suffragate da prove degne».
Gino Strada fuori controllo, diluvio di insulti a Matteo Salvini: "Cogl***, criminale, hitleriano"
Il fondatore di Emergency, Gino Strada, attacca ancora una volta il governo dopo l'ultimo naufragio nel Mediterraneo e l'intervento forzato dal premier Giuseppe Conte sulle autorità libiche per il salvataggio di 100 naufraghi su un barcone in avaria. Intervistato a Circo Massimo su Radio Capital, Strada si è sfogato contro il rimpallo degli ultimi giorni tra i Paesi Ue: "Gli esseri umani non sono sacchi di patate, che vengono dirottati, tu ne prendi 10, io 15.
Ma dico siamo impazziti? Questo è un mondo di barbari. Qui stiamo tornando con le stesse logiche di tempi che speravamo non dovessero più presentarsi.
Questa idea di un'Europa che si chiude con muri è un'idea che ha un nome molto chiaro: l'idea della forzetta Europa è un'idea hitleriana". Leggi anche: Che tempo che fa, Strada: "In Italia nuova forma di fascismo" Alla scarsa stima per chi governa l'Unione europea si aggiunge il disprezzo di Strada per il governo italiano: "Quando alla fine si è governati da una banda dove una metà sono fascisti e l'altra metà sono cogl*** non c'è una grande prospettiva per il Paese".
L'obiettivo principale del medico di Emergency è ovviamente il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sostanzialmente il colpevole di quel che sta accadendo secondo Strada: "Mi stupisce la completa disumanità di questo signore. È un atteggiamento che non è soltanto non solidale o indifferente, ma è gretto, ignorante.
È un atteggiamento criminale, questi sono dei criminali, dobbiamo svegliarci ci stanno ammazzando la gente sotto i nostri occhi e li sta ammazzando un governo che, purtroppo, molti italiani hanno anche assecondato e votato. È il nuovo fascistello, che indossa tutte le divise possibili eccettoquella dei carcerati, non ha preso il 90% dei voti".
Secondo Strada è il momento di una rivolta popolare, tanto che invoca la reazione dei cittadini contro il governo: "I cittadini devono organizzare una resistenza di fronte a questa nuova barbarie, a questo nuovo fascismo misto a incompetenza e a bullismo che sta dilagando".
RETROSCENA DI PALAZZO voci sul piano di Sergio Mattarella per azzerarla e far cadere il governo
Sulla manovra incombe l’incubo dell’esercizio provvisorio: se non venisse approvata entro il 31 dicembre scatterebbe il regime in questione, che prevede lo stop ad ogni attività economica (lo Stato si dovrebbe limitare alle spese ordinarie).
Mario Monti teme che quella del regime provvisorio sia una possibilità concreta: “Se mai si riuscirà ad evitare…”, ha affermato sibillino.
Nel caso, Sergio Mattarella – sottolinea Dagospia – avrebbe argomenti validi per dare una spallata al governo di Lega e M5s. Nelle ultime ore, fonti vicine al Colle, hanno riferito dello “stupore” e dello “sconcerto” del capo dello Stato per quanto accaduto nelle ore che hanno preceduto l’ok al Senato della legge di bilancio.
Ma c’è di più. Sabato, tra leghisti e pentastellati, in molti si chiedevano se dietro ai ritardi non ci fosse davvero una “manina”, il cui obiettivo, appunto, sarebbe arrivare all’esercizio provvisorio e, dunque, magari far crollare l’esecutivo. Se questo scenario clamoroso si realizzasse, ci sarebbe già il nome del futuro premier: Mario Draghi.
“C’è chi vuole renderci la vita difficile, azzopparci in vista delle prossime elezioni europee e magari sperare nell’esercizio provvisorio per far saltare il banco”, confida un grillino a Dagospia. Staremo a vedere. Per certo, Draghi è popolarissimo tra gli italiani: secondo un recente sondaggio Gpf, infatti, il 33% lo vorrebbe come prossimo premier.
Cifre con cui stacca anche Matteo Salvini, al 24%, e Luigi Di Maio, al 22,5 per cneto
"Matteo, elimina Saviano". Salvini reagisce alle grida, ma la sinistra lo attacca
Ancora polemiche per la visita ad Afragola di Matteo Salvini. Dopo il baciamano, ora la sinistra attacca per le parole di un uomo su Roberto Saviano
La visita ad Afragola (Napoli) tra la folla che lo attendeva è minata di polemiche per Matteo Salvini.
Prima il baciamano, criticato da alcuni. Poi il grido contro Saviano. Ma lui, il ministro dell'Interno, sembra farsi scivolare addosso le polemiche.
L'ultima riguarda Roberto Saviano e a sollevarla è il quotidiano Repubblica. Mentre stringeva le mani ai sostenitori scesi in piazza per salutarlo, alle orecchie del leader della Lega è arrivato un grido ripetuto tre volte. A urlare è un giovane: "Elimina Saviano. Elimina Saviano".
Il riferimento, ovviamente, è all'autore di Gomorra che col ministro dell'Interno è in "guerra" aperta tra polemiche, accuse, insulti e querele. Secondo Repubblica a quelle parole contro Saviano, Salvini non avrebbe risposto "ci si aspetterebbe da un uomo delle istituzioni che ascolta una frase minacciosa lanciata all'indirizzo di un autore che rischia la pelle da più di dieci anni".
In realtà il leader del Carroccio ha prestato attenzione a quelle grida e le ha fatte tacere: "No, lunga vita a Saviano", ha detto in direzione del ragazzo. Eppure quelle parole, quel "togligli la scorta, la paghiamo noi", per alcuni è bastato a creare un caso politico
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